Galatea l’ha scritto come non si sarebbe potuto dire meglio:
«Aristofane era uno stronzo.
Non faceva satira. Almeno non sempre. Quando se la prese con Socrate, per esempio, mica se la stava prendendo con il potere. Aveva potere, Socrate? Ma quando mai. Era un filosofastro con le pezze al sedere, che manco era chiaro come campasse, forse facendosi mantenere sotto banco dai suoi discepoli, più probabilmente arraffando qua e là a scrocco ai banchetti uno spritz e i salatini.
Era un poveraccio, buffo e facile da prendere in giro, per giunta noto per essere tollerante. Uno che non avrebbe querelato, e nemmeno avrebbe mandato a casa di Aristofane qualche amico potente a minacciare. Era un poveraccio, Socrate, ma di buon carattere e inoffensivo.
Aristofane lo prese a bersaglio. Ci scrisse sopra una intera commedia, presentandolo come uno svampito intrallazzone. Fu feroce, e cattivo. Gratuitamente.»
Il suo post è qui.