Va di moda la timidezza politica fuori dalla politica. Soprattutto tra attori, scrittori, intellettuali di ogni sorta, cantanti e tutti quelli che appaiono probi e coraggiosi quando non si tratta di prendere una posizione politica.
D’altra parte in mezzo a tutti questi timidi c’è anche chi usa il proprio mestiere (o arte, ma mestiere mi sembra già una parola talmente poetica da non doverne cercare un sinonimo) per entrare nel merito di quello che succede. Questa sera con noi c’era Maurizio de Giovanni che ha parlato senza sconti miscelando Costituzione, referendum, scrittura, narrazione della violenza e memoria.
Roba da non credere, oggi. Eppure Maurizio l’ha fatto. E sarebbe così normale in un Paese che la smetta di accettare intellettuali politicamente frigidi. Sarebbe così normale in un Paese che finisca di tollerare l’apatia di chi sembra avere le idee chiare sul mondo ma non riesce a inimicarsi uno straccio di assessore.
Buona notte.