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Giulio Cavalli

No, non sono indagato

Oggi LIBERO pubblica in prima pagina la mia faccia tra i presunti “nuovi impresentabili” che secondo l’organo ufficiale del berlusconismo più becero affliggerebbero la Regione Lombardia. Quella pagina è la fotografia del modo di fare informazione (e politica) di alcuni in Italia: notizie sommarie, urla per eccesso di difesa, l’antico gioco che tutti rubano così nessuno in fondo ruba e informazioni false.

No, io non sono indagato.

Mi spiace per i servitori di Formigoni e i servili ramazzatori di Maroni ma mettere il mio nome in prima pagina in quel modo è una delegittimazione che non abbiamo voglia di tollerare, per questo già oggi abbiamo intrapreso tutte le iniziative legali per tutelare se non l’immagine almeno la verità e la precisione di informazione.

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Che Paese è quello che chiede di scegliere tra figlio e lavoro?

immagine-0281Le Pari Opportunità, quando escono dal Ministero e diventano problemi reali, nel pezzo di Gabriele Corsi:

Ma il problema più grande qual è?
“Il prossimo 18 febbraio ci sarà la seconda prova del concorso. Cosa succederà se sarò ammessa alla prova orale e questa coinciderà con la data presunta del parto? Ovvio, per il Ministero, anzi per il Ministro sarò esclusa automaticamente dal concorso, nonostante tutti i miei sacrifici. Tutto sarà vano se mio figlio deciderà di nascere lo stesso giorno o in prossimità della prova”.

Nella situazione di Daniela ci sono tante altre aspiranti insegnanti. 
Che si fa? Si fanno gravidanze “elastiche”? Tipo di 11 mesi? Lo chiedo al Ministro, che è un tecnico.

Si chiede di scegliere tra la maternità e il lavoro?
Ma Daniela ha la voce che ride.
“In via teorica esiste un governo, un Ministro, quello dell’Istruzione, che ha elaborato un bando, basterebbe derogare a ciò che si è scritto. Non dovrebbe essere così complicato (in via teorica!). Inutile parlare di pari opportunità se poi una donna che va a partorire è ingiustificabile ai fini di una selezione pubblica. Se è lo Stato il primo a ledere questo diritto cosa vogliamo aspettarci dai privati”.
 Daniela andrà a votare: “Voterò, perché i diritti, finché ci sono, vanno esercitati. Dopo è inutile lamentarsi! Credo nel rinnovamento delle persone e delle idee”.
Nessuno è stato vicino, in questa battaglia, a Daniela: “Solo la mia famiglia. I sindacati sono troppo impegnati a litigare tra loro, a fare ricorsi su ricorsi mettendoci l’uno contro l’altro”.

Daniela ha la voce che ride. Perché comunque vada ad aprile nascerà Tiziano.
Forse a Daniela chiederanno davvero di scegliere tra l’essere mamma ed essere assunta.
La sua voce, mentre ride, ci dice che la sua scelta l’ha già fatta.
E la domanda è: che Paese è quello che chiede di fare una scelta del genere?

Un impegno antifascista

La Rete Antifascista Milanese ci invia una Carta di impegno antifascista che è un impegno a vigilare sul rispetto della Costituzione. Il vostro affezionato ha aderito:

Logo_RAMCARTA DI IMPEGNO ANTIFASCISTA

Qualora fossi eletto/a il 24-25 febbraio 2013 al consiglio regionale lombardo, mi impegno:

a tutelare il carattere antifascista della Costituzione italiana;

a difendere i valori e la memoria della Resistenza da ogni attacco denigratorio o revisionista;

a sostenere le associazioni partigiane, antifasciste e dei deportati nei campi di concentramento;

a favorire le iniziative in ricordo della Lotta di Liberazione e dei suoi martiri, a partire dal 25 aprile;

a promuovere tutte le iniziative in favore della diffusione della cultura antifascista e della storia della Resistenza, in particolare nell’ambito scolastico e fra le nuove generazioni;

a battermi contro ogni manifestazione di discriminazione o intolleranza etnica o religiosa;

a rifiutare l’installazione di targhe commemorative o l’intestazione di vie o piazze a personaggi legati al ventennio mussoliniano o a ideologie che ad esso si richiamano;

a oppormi all’autorizzazione di manifestazioni in luogo pubblico a organizzazioni, associazioni o movimenti che si rifanno al fascismo e/o al nazismo, che ne propagandano le idee o ne rivalutano le figure di riferimento;

a negare, nell’ambito delle mie competenze, la concessione di spazi e sedi di proprietà pubblica a dette organizzazioni o movimenti, chiedendo altresì la chiusura di quelle già operanti.

Giulio Cavalli

I soliti noti

Schermata 2013-01-30 alle 12.33.28Gli amici degli amici in Regione Lombardia raccontati per L’Espresso da Marzio Brusini:

Due candidati Pdl al consiglio regionale lombardo, Alessandro Colucci e Fabio Altitonante, sono entrambi finiti a più riprese nelle informative della Direzione Distrettuale Antimafia.  

Alessandro Colucci è coinvolto fin dal 2006 nelle indagini sulle infiltrazioni mafiose nella politica lombarda quando viene filmato dai carabinieri a cena con il boss Salvatore Morabito. 

L’anno successivo, una volta eletto al parlamentino lombardo, il narcotrafficante Francesco Zappalà proclama entusiasta: «Abbiamo un amico in Regione». 

Le sue relazioni pericolose proseguono nel 2010, all’epoca della sua rielezione al Pirellone con oltre 16 mila voti. L’allora consigliere regionale ricompare in un’informativa della squadra mobile di Reggio Calabria, inserita nel fascicolo sugli affari del clan Lampada a Milano. 

In un’intercettazione tra Vincenzo Minasi – successivamente condannato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso – e il consigliere Pdl di Avellino Orazio Sorace, coordinatore del movimento Noi riformatori fondato proprio dal padre di Colucci, compare il suo nome e la promessa di appoggiarlo elettoralmente. 

Colucci non è particolarmente fortunato nelle relazioni personali perché nel maggio 2011, alla vigilia delle elezioni comunali di Milano, Marco Scalambra – arrestato assieme all’assessore regionale Domenico Zambetti per concorso esterno in associazione mafiosa – parla al telefono con il sindaco di Sedriano Alfredo Celeste, anche lui agli arresti. 

Scalambra racconta di avere ricevuto pressioni da Colucci per fare campagna elettorale in favore di un candidato nelle liste del Pdl per il rinnovo del Consiglio comunale di Milano. 

Per ogni singolo episodio Alessandro Colucci non viene indagato. Risulta però indagato per l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano sui rimborsi ai consiglieri regionali.  

Il nome di Fabio Altitonante si intreccia invece con quelli di Alfredo Iorio e Andrea Madaffari, in contatto diretto con il presunto boss dell’Ndrangheta Salvatore Barbaro. 

Nelle carte della Direzione Distrettuale Antimafia compaiono numerose intercettazioni telefoniche e ambientali che mettono al centro Altitonante, diventato nel frattempo assessore al territorio della Provincia di Milano. 

Soprattutto viene interpellato da Iorio per organizzare cene elettorali «per fargli conoscere gente della mia zona», area sud di Milano. Altitonante si spende pure per risolvere una pratica in regione Lombardia su richiesta dei lobbysti del clan. Partecipa infine ad una cena a Rozzano con alcuni esponenti del clan Madaffari. 

«Oltre alle regole e le leggi che stabiliscono la candidabilità di qualcuno», attacca Giulio Cavalli, attore antimafia e consigliere lombardo di Sel – oggi diventa urgente decidere il livello di opportunità. Ancora di più in una regione che è caduta travolta dallo scandalo di voti in odore di ‘ndrangheta. Forse sarebbe il caso non solo di evitare condannati ma provare ad eliminare anche le ombre di uomini segnalati come vicini a rappresentanti delle cosche».

Banche, politica e il senso perso

bankBisogna essere chiari. La politica deve fare dei passi indietro e, intrapresa una direzione ben diversa, deve cominciare a fare dei passi in avanti. Passi indietro nella commistione con la finanza pervasiva e sregolata, quella stessa che in questi anni ha snaturato l’economia reale e annullata quasi del tutto la funzione originaria del sistema bancario.

Perché noi oggi chiamiamo “banca” qualcosa che, in larga parte, non lo è più da tempo, se è vero che il suo scopo primario – raccogliere il risparmio e orientare il credito verso famiglie e imprese – non viene quasi mai praticato. Passi in avanti la politica ne deve invece fare assumendo in proprio il governo di una politica economica e sociale del Paese da cui la stessa finanza l’ha via via espropriata, relegandola al ruolo notarile di chi certifica scelte “tecniche” che, lo stiamo vedendo, ci riportano sempre come nel gioco dell’oca al punto di partenza della crisi. La politica poi, alle banche e alla finanza, deve dare delle regole.

Alcune buone già esistono e vanno applicate, altre vanno fatte in fretta – come separare le banche d’affari e d’investimento dalle banche di risparmio, e per noi questo è uno dei primi punti del nostro programma di governo. Ma essere chiari vuol dire non essere degli ipocriti e chiamare sempre le cose con il loro nome. E dunque, è solo la politica che deve fare dei passi indietro? O non sono da separare una volta per tutte anche altri intrecci, in alcun casi ancor più solidi e duraturi e mai conflittuali?

Sergio Boccadutri sull’argomento di questi giorni.

Anche basta

mfront_affissioni_abusiveUn amico mi manda una foto di affissioni abusive a Milano che non fanno bene. Cerchiamo di essere differenti nell’esempio e nell’autocritica almeno noi perché le cose cambiano se noi siamo capaci di cambiare.

Propongo per queste elezioni di preoccuparci del nostro abusivismo per essere nuovi anche nelle azioni: per questo vi chiedo di segnalarmi qualsiasi (brutta) mia affissione a giulio@giuliocavalli.net per osservare anche la nostra, di legalità.

 

Cosa c’entra Lea Garofalo con la lista di La Russa in Lombardia

lea-garofalo-carlo-coscoTra i candidati per le regionali in Lombardia della lista “Fratelli d’Italia” (quella della Meloni e di Crosetto, del PDL etico, per intendersi) c’è Maira Cacucci.

Maira era l’avvocato dei Cosco nel processo per l’omicidio di Lea Garofalo. Maira è quella che in Aula disse:

“Una (possibilità) potrebbe essere quella della partenza di Lea Garofalo. D’altro canto, aveva manifestato più volte l’intenzione di andarsene. Ma è una teoria che non ha alcun supporto. Sullo stesso piano, invece, sono la tesi del pm, che accusa i sei imputati, e la possibilità che Lea Garofalo sia stata sì uccisa ma da altri, magari da quel fratello che era capace di tutto e dal quale lei si sentiva vessata. Entrambe queste tesi sono suffragate solo da indizi, non c’è alcuna prova”. Un accenno anche alla Costituzione: “In quel testo così importante per la nostra società si sancisce la non colpevolezza di un individuo fino a che si arriva oltre ogni ragionevole dubbio”.

Carlo Cosco è quel simpatico omicida che in Aula mi salutò così. il corpo di Lea è stato ritrovato non molto tempo fa. I Cosco sono stati condannati.

Avanspettacolo bollito

JamesFinlaysonI simboli presentati sono decine e decine, i passaggi dell’ultima ora da un partito a un altro e da un mentore a un protettore sono frenetici, si intrecciano curricula, nomi noti, politici di professione, pregiudicati, giornalisti, sportivi, dinosauri e pavoni. Da mesi di discute sulla legge elettorale, si invita a non “sprecare il voto”, a “rinnovare il Paese” e spesso si scatenano feroci confronti pre-elettorali. Le donne, i giovani, i disoccupati sono di volta in volta usati come strumento della rivoluzione necessaria e che passa per una categoria formale. “Abbiamo candidato molte donne”, “abbiamo abbassato l’età media”, “abbiamo dato spazio ai cittadini onesti” – ogni volta andrebbe chiesto: e allora? Una donna in quanto donna che cosa ci garantisce? E un giovane? Che poi andrebbe ridefinito il limite di età oltre il quale dovrebbe essere vietato per legge usare questo termine. Sull’onestà, invece, rimandiamo la discussione.
I diritti civili e la scienza sono – ancora una volta – i grandi assenti. O peggio, quando ci sono diventano una caricatura. Nel frattempo il reality show è aperto, anzi non s’è mai chiuso. Valentina Vezzali, candidata nella lista Monti, comincia subito bene con “Credo nell’unione tra uomo e donna come Dio ci ha insegnato. I nostri figli hanno bisogno di un punto di riferimento sano sotto il profilo etico e morale e questo è la famiglia composta da uomo e donna”. Poi però concede che un qualche forma di protezione andrebbe data anche alle altre famiglie, quelle sfigate. Silvio Berlusconi impazza in tv e Gianfranco Fini annuncia il rinnovamento e no, non è un déjà vu, siamo davvero nel 2013. Su Beppe Grillo infuria la polemica su CasaPound – pare sia una balla della stampa, protesta Grillo, nessuno ha aperto ai neonazisti siti in via Napoleone III a Roma -, sulle liste bloccate per gli eletti sicuri invece si scatenano i puristi: “ma non eri a favore delle primarie, le parlamentarie e diosolosa cos’altro? E ora vorresti il posto sicuro in parlamento?”. Mentre Pierferdinando Casini gioca con le liste e con la retorica: è comparso l’Estremo Centro. In sottofondo la crisi, lo spread, la disoccupazione ripetuti come una cantilena.

Oggi, prima di di iniziare nella Lombardia – Ohio la giornata di campagna elettorale, ci farebbe bene leggere Chiara.

Il limite della vergogna leghista

Il limite della vergogna per la Lega Nord sappiamo bene che si spinge sempre un po’ più in là. Ce lo insegna la storia di questi ultimi vent’anni dove le provocazioni sono servite per i sussulti elettorali e per parlare al ventre molle di un parte di questo Paese.

Ma la scena vista a Busto Arsizio giovedì scorso forse entra nella “top ten” del cattivo gusto padano, nonostante Maroni si sia spolverato gli occhialini e rivestito da festa per recuperare un po’ di verginità:

gioebia a busto orribile

Un piano regionale per i diritti degli animali. #davvero

Sarebbe bello immaginare i diritti custoditi ed estesi anche a chi non vota. Sarebbe bello immaginare la Lombardia all’avanguardia con un Piano Regionale dei Diritti degli Animali. Partendo da questo (bello, intelligente e praticabile) proposto dalla LAV:


39747_header_logoPROGRAMMA LAV 

Elezioni regionali 2013

REGIONE LOMBARDIA

 

PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2013 – 2018

I candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e al Consiglio Regionale possono comunicare il proprio personale impegno nel sostegno al Programma LAV, inviando mail a:

lav.lombardia@lav.it (specificando Partito/Lista e la Circoscrizione Elettorale).
Per richieste di incontro o informazioni contattare:
Simone Pavesi, Coordinatore LAV Lombardia – lav.lombardia@lav.it – 320 4788075 

 

  • PREMESSA

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  • PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2010-2015

 

  1. ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO 

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  • Contrastare le più frequenti violazioni alla Legge Regionale 33/2009 Titolo VIII Capo II, come: esposizioni animali in vetrina, presso esercizi commerciali; animali in premio/regalo per eventi pubblici; carenza di controlli post-affido da parte delle ASL;
  • incrementare con risorse regionali i fondi per implementazione della L.r. 33/09;
  • vietare vendita ambulante animali e le fiere espositive;
  • limitare l’acquisto di cani e gatti presso i soli allevamenti e regolamentare l’apertura di nuovi allevamenti;
  • riconoscere e promuovere la presenza di strutture di ricovero per gatti (gattili) e istituire l’anagrafe felina;
  • istituire il 118 veterinario;
  • regolamentare la gestione e le modalità di detenzione di tutti gli animali d’affezione presso gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto pubblici, gli uffici pubblici, le istituzioni di cura, custodia, educazione.

 

  1. CACCIA E FAUNA SELVATICA

………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 

  • rispetto normativa comunitaria e nazionale (no deroghe);
  • restrizioni al calendario venatorio (no abilitazione per under 21 e over 65, annuale verifica sanitaria abilitativa);
  • no importazioni e immissioni fauna “pronta-caccia”;
  • bocconi avvelenati: immediato stop caccia o attività correlate in aree contaminate;
  • alloctoni: divieto commercio specie alloctone e piano regionale straordinario di contenimento delle specie alloctone (scoiattolo grigio, nutrie, minilepri, ecc…) tramite sterilizzazione e non abbattimento.

 

  1. CIRCHI E SPETTACOLI

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

  • no ai circhi con animali.

 

  1. VIVISEZIONE

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  • indirizzare fondi regionali verso l’incremento di metodi sostitutivi.

 

  1. GESTIONE DELLE POLITICHE REGIONALI PER GLI ANIMALI
  • Prdisposizione di una Area Tutela Animali regionale.

 

PREMESSA

In questi ultimi anni è sempre più radicata nella società una coscienza di rispetto degli animali, in quanto esseri senzienti.

La recente vicenda di Green Hill e degli oltre 2mila cani beagle destinati alla vivisezione e per i quali milioni di cittadini si sono diversamente mobilitati (tra richieste di affido, assistenza, supporto anche economico, manifestazioni nazionali), è l’emblema di come la maggioranza dell’opinione pubblica rivendichi una più forte attenzione da parte delle istituzioni alle politiche di protezione degli animali. 

In vista delle prossime elezioni regionali, la LAV ha elaborato un programma di impegni che sottopone ai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e anche ai candidati per il Consiglio Regionale.

Sulla base delle risposte e delle eventuali decisioni di ogni singolo esponente politico assunte nel corso della Legislatura uscente (modalità di voto, proposte di legge, emendamenti, mozioni, ecc…), l’associazione elaborerà una lista di preferenze positive e negative che pubblicizzerà ai propri soci e simpatizzanti ed all’opinione pubblica, in modo assolutamente trasversale.

La LAV infatti, oltre ad essere un’associazione animalista che collabora con le istituzioni  ad ogni livello (dal piccolo Comune alla Comunità Europea) al fine di promuovere nuovi provvedimenti a tutela dei diritti animali è anche associazione apartitica che sostiene singoli politici impegnati concretamente ad attuare le nostre istanze, a prescindere dal partito o coalizione di appartenenza.

PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2013-2018

  1. ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO 

Nonostante la legge regionale attuativa della legge quadro 281/1991 sia stata approvata nel 2006 (poi trasposta nel T.U. delle leggi regionali in materia di sanità l.r. 33/2009, Titolo VIII Capo II), resta ancora troppo disapplicata per via della scarsa conoscenza delle disposizioni ivi contenute (compreso il relativo Regolamento Regionale 2/2008) da parte in primis delle stesse istituzioni (Comuni, ASL, Polizie Locali), ma anche dei cittadini. 

Le richieste della LAV:

  • Contrastare le più frequenti violazioni alla Legge Regionale 33/2009 Titolo VIII Capo II, come: esposizioni animali in vetrina, presso esercizi commerciali; animali in premio/regalo per eventi pubblici; carenza di controlli post-affido da parte delle ASL.
  • incrementare con risorse regionali i fondi per implementazione della L.r. 33/09;
  • vietare vendita ambulante animali e le fiere espositive;
  • limitare l’acquisto di cani e gatti presso i soli allevamenti e regolamentare l’apertura di nuovi allevamenti;
  • riconoscere e promuovere la presenza di strutture di ricovero per gatti (gattili) e istituire l’anagrafe felina;
  • istituire il 118 veterinario;
  • regolamentare la gestione e le modalità di detenzione di tutti gli animali d’affezione presso gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto pubblici, gli uffici pubblici, le istituzioni di cura, custodia, educazione.
  1. CACCIA E FAUNA SELVATICA

L’amministrazione regionale uscente si è ancora una volta contraddistinta per il particolare impegno a promuovere leggi poi giudicate illegittime dalla Corte Costituzionale nonché dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Commissione Europea.

Le richieste della LAV:

  • rispetto incondizionato della normativa comunitaria e nazionale (no deroghe);
  • restrizioni al calendario venatorio (no abilitazione per under 21 e over 65, annuale verifica sanitaria abilitativa);
  • no importazioni e immissioni fauna “pronta-caccia”;
  • bocconi avvelenati: immediato stop caccia o attività correlate in aree contaminate;
  • alloctoni: divieto commercio specie alloctone e piano regionale straordinario di contenimento delle specie alloctone (scoiattolo grigio, nutrie, minilepri, ecc…) tramite sterilizzazione e non abbattimento.
  1. CIRCHI E SPETTACOLI

Sono oltre un migliaio i grandi animali impiegati per gli spettacoli più classici del circo: si tratta prevalentemente di tigri, elefanti, cavalli e dromedari. A questi vanno aggiunti centinaia di rettili, ma anche cani, grossi bovini e addirittura pinguini. Un circo di medie dimensioni può arrivare ad occupare un’area compresa tra i 3000 e i 5000mq (roulotte, tendoni e camion compresi).

Per evidenziare l’insostenibilità di simili “attrazioni”, è utile ricordare che nelle strutture circensi italiane sono almeno 150 le tigri imprigionate: un numero di animali più che sufficiente per ripopolare una intera area dove questa specie rischia l’estinzione. 

Solo nel 2000 il Ministero dell’Ambiente ha emanato, tramite la Commissione Scientifica CITES e ai sensi della legge 150/92 sul commercio internazionale di specie di fauna e flora in via di estinzione, le Linee Guida per il corretto mantenimento di molti degli animali che continuano ad essere prigionieri del circo (Linee Guida integrate in data 19 aprile 2006 con prot. DPN/10/2006/11106). Tuttavia, grandi felini, elefanti, scimmie orsi ecc. continuano ad essere detenuti in condizioni che violano palesemente tali disposizioni, e sempre più frequenti sono le pronunce della magistratura in materia.

Inoltre, sempre più consolidata è l’attenzione rivolta nei confronti di tali strutture che spesso sono protagoniste di processi penali dati dalla violazione di normative generali in tema di benessere animale, a dimostrazione delle condizioni in cui versano tali animali (“impacchettati”, detenuti in gabbia, trasportati per chilometri e chilometri, con ogni condizione atmosferica) anche quando i criteri CITES siano rispettati.

Le richieste della LAV:

  • no ai circhi con animali (regolamentare sul territorio regionale l’uso degli animali in spettacoli circensi e similari, ai fini di una maggiore tutela degli animali, del personale addetto e del pubblico nonché in favore del sostegno e rilancio del circo contemporaneo e degli artisti di strada che non usano animali).

 

  1. VIVISEZIONE

 

Nel triennio 2007-2009 (dati pubblicati sulla G.U. n.53 del 03.03.2010 ai sensi del decreto legislativo 116/92) 2.603.671 è il numero di animali uccisi a fini sperimentali, numeri ancora troppo alti visto il quadro scientifico e legislativo europeo che prevede la promozione dei metodi alternativi alla sperimentazione animale e la chiara posizione contraria dell’opinione pubblica alla vivisezione.

Le specie più rappresentate continuano ad essere topi (1648314) e ratti (682925), seguono uccelli (97248), altri roditori e conigli (73362), pesci (59881): animali largamente impiegati a causa del loro basso costo e perché facilmente maneggiabili, piuttosto che per ragioni strettamente scientifiche. 

Inoltre, è in aumento il ricorso alle scimmie (sia ceboidea che cercopothecoidea), specie regolamentate dal Decreto in modo fortemente restrittivo che dovrebbe rappresentare una deroga eccezionale e sicuramente non incoraggiarne l’aumento. I primati non umani, come i cani, sono utilizzati per esperimenti fortemente invasivi che comportano alti e prolungati livelli di dolore come studi di tossicità e indagini legate a problematiche nervose e mentali umani e cancro.

Il dato numerico, già di per sé allarmante, è fortemente sottostimato visto che non rientrano nelle statistiche invertebrati, embrioni, feti e animali utilizzati già soppressi.

Le sperimentazioni senza ricorso ad anestesia sono le più dolorose per gli animali, eppure nel 2008-2009 sono state effettuate ben 350 procedure senza il ricorso ad alcuna forma di lenizione: esperimenti che hanno inflitto agli animali intensi e prolungati livelli di dolore.

Dal Rapporto LAV elaborato su dati diffusi dal Ministero della Salute, risulta inoltre che dei oltre 600 stabilimenti utilizzatori (dove si pratica vivisezione) presenti in Italia, 133 sono nella sola Lombardia, mentre per quanto riguarda gli allevamenti di animali per la vivisezione, tra gli 8 dei più importanti, 4 sono in Lombardia. 

Presso il Consiglio Regionale della Lombardia, nelle ultime tre legislature, sono state depositate numerose proposte legislative da diversi schieramenti politici ma nessuna legge è poi mai stata approvata.

Le richieste della LAV:

  • indirizzare fondi regionali verso l’incremento di metodi sostitutivi;
  • aumentare la diffusione dei metodi alternativi grazie a corsi di formazione presso Università e centri di ricerca;
  • diffondere la legge sull’obiezione di coscienza n.413 del ’93.

 

  1. GESTIONE DELLE POLITICHE REGIONALI PER GLI ANIMALI

Con la finalità di assicurare la migliore implementazione delle norme esistenti e di migliorare dunque la convivenza con gli animali, è indispensabile definire una figura delegata alla gestione dell’Area Tutela Animali, ovvero di pochi uffici specializzati, idonei ad assorbire tutte le competenze in materia di animali e coordinare il lavoro dei corrispettivi uffici comunali e delle ASL veterinarie. 

Le richieste della LAV:

  • Predisposizione di una Area Tutela Animali regionale.