Vai al contenuto

Giulio Cavalli

La faccia come il culo

La linea l’hanno data Fabrizio Cicchitto e Massimo Boldi, uno dei quali è un comico, anche se non ricordo più chi. Stanare i nullatenenti con Porsche al seguito è un comportamento da Stato di polizia. Come no? Negli Stati Uniti li mettono in galera, ma evidentemente laggiù c’è una dittatura. Non solo: secondo Boldi (o Cicchitto?) si tratterebbe di un colossale abbaglio, perché gli evasori di Cortina sono poveracci che affittano il lusso a rate. Che storia commovente. Ci chiederanno una colletta per pagare il leasing della fuoriserie? Difendere l’indifendibile è diventato lo sport nazionale di chi non perde occasione per essere scollegato dal resto del mondo. Quello vero. Uno strabismo non più sopportabile raccontato da Gramellini.

Le confische mafiose andate a male

A Nola l’appartamento confiscato al clan Russo è vuoto da anni perché al piano superiore ci abita la moglie di un boss, al piano dì sotto vive la figlia e, per usare un eufemismo, la situazione non è di quelle favorevoli al riutilizzo sociale del bene. A Castellammare di Stabia, in via Partoria, c’è una casa di circa 200 metri quadri confiscata al clan D’Alessandro. Ma ci abita ancora la moglie del capoclan della camorra, peraltro assegnataria del 50 per cento dell’immobile, parzialmente abusivo. Chi la sfratta? Nessuno. E il tempo passa. Sono solo due esempi tra decine e decine nel napoletano e nel casertano. Nel migliore dei casi, il bene si svaluta, va in rovina e diventa antieconomico per chi deve metterci le mani. Oppure resta nel sostanziale possesso di familiari o prestanome collusi. Nel peggiore, viene distrutto e vandalizzato dai clan che devono lanciare un segnale a chi di dovere. La confisca che si ferma al comunicato stampa e alla carta bollata.

Il punto sulla cultura: l’intervista

Sulla questione degli inaccettabili tagli alla cultura in Lombardia abbiamo aperto la discussione già dalla prima lettura del bilancio. La mobilitazione (e la raccolta firme) sono le sponde che ci sono indispensabiliaprirà vendere la luce sul punto in commissione e in Aula e rincominciare a raccontare come spettacolo e cultura significhi lavoro, produttività, consapevolezza e democrazia.

Qui l’intervista.

20120107-105818.jpg

Nuvole di nulla su Equitalia

Sulla discussione Grillo-Equitalia interviene Mantellini sottolineando (bene) l’assurdità della pochezza nella discussione politica: Le reazioni alle parole di Grillo sono state alte e molto compatte e tutto ciò è abbastanza strano, perchè se l’italiano non è una opinione, Grillo al netto della sua spiacevolezza usuale, in questa occasione mi pare non abbia scritto nulla di particolare. Ma poichè la stratificazione delle opinioni sui media segue la medesima logica del gioco del telefono che facevamo in gruppo alle elementari, oggi il segretario del principale partito italiano dopo due giorni di polemiche sui giornali ha commentato le parole di Grillo così “Ieri sono girate delle pallottole e oggi quello che si deve dire è “no alle pallottole”, poi discutiamo. Ne abbiamo già viste in questo Paese”. Continua qui.

Buon compleanno Peppino

Buon compleanno Peppino Impastato. Qui le autostrade le fanno ancora a merda e curve e vogliono aggiungere una nuova pista all’aeroporto.

Chissà cosa penseresti del ponte di Messina o delle migliaia di inutili autostrade che tagliano tutta l’Italia come se fosse una Cinisi qualunque da addentare finché la carne è ancora fresca. Chissà come rideresti a vedere Malpensa onnivora che chiede cemento e nuove piste mentre è vuota come un tempio di riti pagani in un giorno feriale.

Chissà se avresti mai pensato che le finestre chiuse non sono più solo un male della tua strada ma, come una varicella qualsiasi, hanno infettato le città più a nord. Finestre chiuse di quelli “che non vogliono sapere”, di quelli “che non vogliono guai” e, troppo spesso, dei palazzi di Governo, di sindaci, prefetti e alti graduati. Chissà come ti saresti incazzato nel vedere i politici a braccetto, con il cappotto buono, di personaggi che tutti sanno essere padroni di pezzi nostri, rubati alla chetichella mentre si cerca di non avere troppa fame.

Chissà cosa penseresti di questa sinistra che assomiglia troppo spesso al partito delle mediazioni volendo insistere a smussare piuttosto che appuntirsi. Chissà se avresti mai pensato che la poesia e la politica sono diventate avversarie su campi opposti di bellezza recintata contro una palude che non vuole dare spiegazioni.

Però avresti qualche sorriso. Sicuro. A guardare i tanti e giovani che in piazza continuano a starci per davvero a Palermo, Reggio Calabria, Milano, Brescia e in giro per il Paese: un esercito di scassaminchia che crede davvero all’obbligo morale di costruire bellezza contro le mafie e che sta nei volantini, nelle manifestazioni, nei comitati.

Buon compleanno Peppino. Tutto é così terribilmente uguale che sei lo stesso Peppino di 34 anni fa.

Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.

(Peppino Impastato)

PUBBLICATO SU IL FATTO QUOTIDIANO

Gianni Biondillo scrive a Pisapia

Una cortese lettera sull’orribile progetto urbano di fronte al Monumentale a Milano e sul curriculum del progettista. E sarebbe il caso che Giuliano legga con attenzione. Fare politica urbana significa ragionare a lunga gittata, essere consapevoli di ciò che si eredita e di ciò che si vuole lasciare in eredità. Vogliamo farci ricordare dai nostri figli come i costruttori di questa città senza nerbo, signor Sindaco? Lo chiedo a lei e non solo. Lo chiedo al mio assessore alla cultura, sempre così esuberante in questi pochi mesi di giunta: non reputa, architetto Boeri, che questa sia una battaglia da combattere per davvero nel nome della cultura cittadina, piuttosto che perdersi nel decidere dove esporre il Quarto Stato? Lo chiedo ai docenti del Politecnico: è questa l’idea di architettura che vogliamo insegnare ai nostri studenti? Non dovreste, a questo punto, annullare i vostri corsi, dichiarare il default cognitivo? Lo chiedo ai designer, ai creativi, ai soci dell’ADI: nel nome di una nuova sede espositiva siete pronti ad accettare un tale scempio urbano? Cosa farete quando andrete a godere dei vostri autoreferenziali oggetti da museo? Chiuderete gli occhi, colpevoli, quando passerete in quel vuoto urbano che fronteggia l’albergo? Lo chiedo alle imprese che vogliono costruire nel nostro territorio: non avete ancora capito che è solo con la qualità progettuale che diverrete davvero competitivi? Siete consapevoli che le logiche che hanno retto le vostre fortune sono ormai alle spalle? Che siete destinati a soccombere se non renderete etico il vostro agire? Lo chiedo al FAI, a Italia Nostra, alle associazioni locali, alla cittadinanza. Pasolini si domandava: non sarebbe davvero rivoluzionario un popolo che si ribella nel nome della bellezza? Lo chiedo alla politica, tutta, di destra e di sinistra: cosa muove, per davvero, le vostre scelte? Siete consapevoli del bene e del male che avete fatto e continuate a fare al corpo sfinito di una metropoli che da troppo tempo sogna di rialzarsi ma che subisce di continuo la zavorra del vostro scarso coraggio? Cui prodest? 

La bellezza e Peppino

Peppino Impastato: Sai cosa penso? Che quest’aeroporto in fondo non è brutto, anzi…

Salvo Vitale: Ma che cosa esce?

Peppino Impastato: No ma… Visto così dall’alto, uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre,che è ancora più forte dell’uomo e invece non è così! In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere: fanno ‘ste case schifose con le finestre in alluminio e i muri di mattoni finti… Mi stai seguendo?…

Salvo Vitale: Eeh, ti sto seguendo!

Peppino Impastato: …I balconcini, ‘a gente ci va a abitare e ci mette… le tendine, i gerani, la televisione e dopo un po’ tutto fa parte del paesaggio, c’è, esiste, nessuno si ricorda più di com’era prima, non ci vuole niente a distruggere la bellezza.

Salvo Vitale: Ah bè ho capito, ma allora?

Peppino Impastato: E allora… E allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ‘ste fissarie, bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscela, a difenderla.

Salvo Vitale: La bellezza?

Peppino Impastato: La bellezza, è importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto.