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Giulio Cavalli

Cavalli (SEL) su nucleo anti bracconaggio di Brescia

REGIONE TUTELI IL NUCLEO ANTIBRACCONAGGIO DI BRESCIA DAGLI ATTACCHI DELLA LEGA
“Ha dell’incredibile che una forza politica rivolga pesanti attacchi al Corpo forestale dello Stato. Eppure è proprio quanto sta accadendo a Brescia, dove la Lega Nord raccoglie firme contro il Nucleo operativo antibracconaggio per impedirne l’attività in difesa del patrimonio faunistico.
Pensiamo che Regione Lombardia debba intervenire al più presto. E per questo abbiamo presentato un’interrogazione che chiede conto a Formigoni e agli assessori Raimondi e La Russa di quali misure concrete intendano mettere in atto per garantire il lavoro del Noa.
Nella provincia più ampia e a maggior densità venatoria d’Italia, il Nucleo antibracconaggio rappresenta un presidio fondamentale di contrasto alle pratiche di caccia illecite, a partire dall’uccellagione clandestina. Basti pensare che in vent’anni di attività gli agenti hanno sequestrato oltre 100 mila strumenti fuorilegge tra archetti, trappolone e reti, denunciando all’Autorità giudiziaria un migliaio di bracconieri.
Non sorprende che iniziative pretestuose come questa messa in atto dalla Lega trovino campo libero in un contesto istituzionale locale in cui si vuole a tutti i costi chiudere un occhio sui ripetuti reati commessi dal mondo venatorio. Ma tutto ciò è davvero inaccettabile.  
Regione Lombardia – che pur non si distingue per correttezza sul tema in questione regalando ogni anno alla lobby delle doppiette la caccia in deroga, nonostante le pendenti procedure di infrazione dell’Ue e le condanne della Corte di giustizia europea – ha il dovere di attivarsi. Ci dica cosa pensi fare e se non ritenga addirittura utile e opportuno rafforzare il Nucleo antibracconaggio con ulteriori unità operative”.

Milano, 7 novembre 2011

Ciao partigiana ‘Sandra’

Domenica 6 novembre, in una grigia giornata piovosa, la partigiana Nori Brambilla Pesce, nome di battaglia Sandra, è mancata ai suoi cari. La sua è stata una vita all’insegna della ricerca e affermazione dei valori di libertà e democrazia. Con lei, se ne va un altro pezzo di storia della Resistenza italiana, in special modo legata a Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza. Compagna di una vita del Comandante partigiano Giovanni Pesce Visone, scomparso nel luglio 2007, ha vissuto i momenti più alti e orribili dell’oppressione fascista a Milano.Al più presto verranno comunicati la data e lo svolgimento dei funerali. Famiglia Pesce

I consigli di Grande Oriente

Consiglio di GOD: anche Il Presidente Giorgio Napolitano raddrizzi la rotta, si dia una regolata e si metta in discussione. Serve un Quirinale autorevole, autonomo e lungimirante e non una Presidenza della Repubblica all’estero succube del Bruxelles/Frankfurt Consensus e in Italia in combutta con la LOBBY del Consiglio di Stato e con altre caste oligarchiche che male amministrano la nazione. Hai capito, le lobby.

A Formigoni non piacciono le donne

«II Pirellone? E’ un palazzo dove la discriminazione è di casa … ». Le responsabili dell’associazione «Articolo 51 – Laboratorio di Democrazia Paritaria» non usano mezzi termini per denunciare l’ultimo «abuso» subito tra le stanze della regione. L’associazione, che nei mesi scorsi aveva presentato l’appello al Consiglio di Stato per il «non rispetto delle quote rosa all’interno della Giunta Formigoni». E il consigliere leghista Fabrizio Cecchetti pubblica un opuscolo con le attività della Giunta dimenticandosi l’unica donna della Giunta (sua compagna di partito) Monica Rizzi.  «Noi siamo propense a pensare che sia stato un errore di impaginazione, che non ci fosse una volontà discriminatoria nei confronti dell’assessore Rizzi, né che il Consigliere abbia pensato che esistono assessorati di serie A e di serie B – concludono le donne di Articolo 51-. Vogliamo credere ad un disguido tecnico a cui presto si porrà rimedio. Il Consigliere Cecchetti dovrebbe sapere che, qualora 1’8 novembre la Consulta decidesse in favore di una “sospensiva”, l’unico assessore non sospeso risulterebbe essere proprio Monica Rizzi. Dimenticare di menzionarla nell’opuscolo ufficiale è stato un gesto poco edificante». E sarebbe proprio un bel vento.

Amare la propria terra

Smettiamola di dire che le alluvioni sono eventi eccezionali. Perché le abbiamo rese normali. Di fronte a cittadini ormai disabituati alla cura, lo Stato e la politica su questo fronte hanno colpe enormi. Sono anni che non si vede tra le priorità di un programma elettorale o di governo la difesa del territorio, nemmeno tra i riempitivi. Spero che mentre si contesta questo governo, visti i drammi recenti, i partiti inizino a pensarci seriamente, a programmare, a spendere parole e impegni forti, proprio a partire dalle adunate di piazza. Spero che ascoltino quella buona parte di società civile che lo chiede da tempo e già ci lavora con passione e sacrifici. O quegli agricoltori distrutti dai debiti che nonostante tutto lo fanno ogni giorno, nel proprio podere. Un poeta come Tonino Guerra un anno fa mi ha detto: «L´Italia non è più bella come una volta, è inutile che mi rompano le scatole, perché una volta c´era chi la curava. Non erano dieci persone messe lì e pagate dallo Stato, erano quelli che l´abitavano: i contadini. Dobbiamo riapprendere quella forza d´amore che avevano loro». Qui non è più sufficiente indignarsi, bisogna tornare ad amare per davvero questa terra. Vilipesa non soltanto nei comportamenti inqualificabili di chi governa, ma nell´indifferenza di fronte a scempi che non sono più tollerabili. Anche se non lo erano già ben prima di arrendersi allo sgomento di questi tristi giorni della nostra storia. (Carlo Petrini)

Non siamo sognatori

Il filosofo sloveno Slavoj Žižek è andato a New York per parlare ai manifestanti di “Occupy Wall Street”. Il suo intervento:

“Non siate narcisisti e non innamoratevi dei bei momenti che stiamo passando qui. Le feste costano poco, la vera prova del loro valore sta in quello che resta il giorno dopo. Innamoratevi del lavoro duro e paziente: siamo l’inizio, non la fine. Il nostro messaggio di fondo è: il tabù è stato violato, non viviamo nel migliore dei mondi possibili, siamo autorizzati e addirittura costretti a pensare a possibili alternative. La strada davanti a noi è lunga, e presto dovremo affrontare le questioni più difficili: non ciò che non vogliamo, ma quello che vogliamo davvero. Quale organizzazione sociale può sostituire il capitalismo? Come dovranno essere i nuovi leader? Le alternative del ventesimo secolo non hanno funzionato.

Non prendetevela con i comportamenti delle persone: il problema non sono la corruzione e l’avidità, il problema è il sistema che spinge le persone a essere corrotte. La soluzione è cambiare un sistema in cui la vita delle persone comuni non può funzionare senza Wall street. Attenti non solo ai nemici, ma anche ai falsi amici che fingono di sostenerci ma sono già al lavoro per indebolire la nostra protesta. Un po’ come il caffè senza caffeina, la birra senza alcol, il gelato senza grassi: cercheranno di trasformarci in una innocua protesta morale. Ma la ragione per cui siamo qui è che non ne possiamo più di un mondo in cui per sentirci buoni basta riciclare le lattine di Coca-Cola, dare un paio di dollari in beneficenza o comprare un cappuccino da Starbucks destinando l’1 per cento al terzo mondo. Dopo aver esternalizzato il lavoro e la tortura, dopo che le agenzie matrimoniali hanno cominciato a esternalizzare perfino i nostri incontri sentimentali, ci rendiamo conto che per troppo tempo abbiamo permesso di esternalizzare anche il nostro impegno politico.
E vogliamo riprendercelo.

Ci diranno che siamo antiamericani. Ma quando i fondamentalisti conservatori vi dicono che l’America è un paese cristiano, ricordatevi cos’è il cristianesimo: lo spirito santo, la libera comunità egualitaria di credenti uniti dall’amore. Noi siamo lo spirito santo, mentre quelli di Wall street sono pagani che adorano falsi idoli. Ci diranno che siamo violenti, che il nostro linguaggio è violento. Sì, siamo violenti, ma nel senso in cui era violento il Mahatma Gandhi. Siamo violenti perché vogliamo cambiare le cose, ma cos’è questa violenza puramente simbolica rispetto alla violenza che fa funzionare il sistema capitalistico globale? Ci hanno chiamato perdenti, ma i veri perdenti sono quelli di Wall street, che sono stati salvati con miliardi di dollari presi dalle vostre tasche. Ci chiamano socialisti, ma negli Stati Uniti esiste già un socialismo per i ricchi.
Vi diranno che non rispettate la proprietà privata, ma le speculazioni di Wall street che hanno provocato la crisi del 2008 hanno cancellato più proprietà ottenute con il lavoro di quante potremmo distruggerne noi sgobbando giorno e notte. Pensate alle migliaia di case pignorate.

Non siamo comunisti, se il comunismo è il sistema crollato nel 1990: e ricordate che i comunisti ancora al potere oggi dirigono il sistema capitalistico più spietato (in Cina). Se siamo comunisti lo siamo solo nel senso che abbiamo a cuore le risorse comuni – quelle della natura e della conoscenza – minacciate dal sistema. Vi diranno che state sognando, ma i sognatori credono che le cose possano andare avanti all’infinito così come sono e si accontentano di qualche ritocco.

Noi non siamo sognatori, siamo il risveglio da un sogno che si sta trasformando in incubo. Conosciamo tutti la scenetta dei cartoni animati: il gatto raggiunge il precipizio ma continua a camminare, come se avesse ancora la terra sotto i piedi. Comincia a cadere solo quando guarda in basso e si accorge dell’abisso. Noi ci limitiamo a ricordare ai potenti che devono guardare in basso.

Ma il cambiamento è possibile? Oggi il possibile e l’impossibile sono distribuiti in modo strano. Nel campo delle libertà personali, della scienza e della tecnologia, l’impossibile diventa sempre più possibile (o almeno così ci dicono): possiamo godere del sesso nelle sue forme più perverse, possiamo caricare interi archivi di musica e film, possiamo viaggiare nello spazio, possiamo aumentare le nostre capacità fisiche e psichiche intervenendo sul genoma, fino al sogno di ottenere l’immortalità trasformando la nostra identità in un software. Nel campo delle relazioni sociali ed economiche, invece, siamo continuamente bombardati da un “non potete”. Non potete compiere atti politici collettivi (perché inevitabilmente finiscono nel terrore totalitario), non potete restare aggrappati al vecchio stato sociale (perché fa perdere competitività e provoca la crisi economica), non potete isolarvi dal mercato globale. Forse è arrivato il momento di invertire le coordinate di ciò che è possibile e impossibile. Magari non possiamo diventare immortali, ma è possibile avere più solidarietà e assistenza sanitaria?

A metà aprile il governo cinese ha proibito i film che parlano di viaggi nel tempo e di versioni alternative della storia, considerandoli troppo pericolosi. Noi, nell’occidente liberale, non abbiamo bisogno di questo divieto: l’ideologia esercita un potere sufficiente a impedire che le versioni alternative della storia vengano prese sul serio. Per noi è facile immaginare la fine del mondo – vediamo tanti film apocalittici – ma non la fine del capitalismo.

In una vecchia storiella dell’ex Germania Est, un operaio viene mandato a lavorare in Siberia. Sapendo che la sua posta sarà controllata dalla censura, dice ai suoi amici: “Concordiamo un codice: se vi scriverò usando l’inchiostro blu, vorrà dire che è tutto vero; se userò l’inchiostro rosso, vorrà dire che è tutto falso”. Dopo un mese i suoi amici ricevono la prima lettera, scritta con l’inchiostro blu: “Qui è tutto meraviglioso: i negozi sono pieni, c’è da mangiare in abbondanza, gli appartamenti sono grandi e ben riscaldati, al cinema danno film occidentali e ci sono tante belle ragazze pronte all’avventura. L’unica cosa che manca è l’inchiostro rosso”. Non è forse questa la nostra situazione? Abbiamo tutte le libertà che vogliamo, ma ci manca l’inchiostro rosso: ci sentiamo “liberi” perché non abbiamo un linguaggio capace di esprimere la nostra mancanza di libertà.

La mancanza di inchiostro rosso significa che i termini che usiamo oggi per indicare il conflitto – “guerra al terrore”, “democrazia e libertà”, “diritti umani” eccetera – sono falsi, che mistificano la nostra percezione della situazione invece di aiutarci a pensarla. Voi, qui, state dando a tutti noi l’inchiostro rosso”.

Slavoj Žižek

Come e cosa fare per Genova

Quindi se siete genovesi potete: Segnare il numero verde della protezione civile 800177797 ed usarlo con criterio . Se avete una rete wifi lasciarla aperta perché le comunicazioni via telefono non sono totalmente funzionanti .Seguire su Twitter il Comune che usa il suo account per comunicare decisioni come quella della chiusura al traffico privato dalle 6 di oggi.
Se volete essere informati: Da chi si trova sul posto in tempo reale su viabilità e meteo via internet radio Babboleo e tv Primocanale . Seguite su twitter l’ hastag ufficiale #allertameteoLG trovate anche qualcosa come #allarmemeteoLG  Vedere i video ne trovate su Skytg24
Se volete dare un aiuto finanziario Con un sms al 45500 donate 2 euro per le alluvioni Liguri . Potete versare su :
Per Sky e Repubblica Banca Unicredit CODICE IBAN IT 07 U 02008 09432 000101739561. Il beneficiario da indicare nel versamento è: Alluvione, un aiuto per ricostruire.
Per Corriere e La7  CODICE IBAN IT 80 O 30690 50611 00000000567 Un aiuto subito. Alluvione Ligure.

Altre economie

«Questa Europa che detta legge ai governi mi ricorda tanto la Santa Alleanza del 1815, che interveniva in tutto il continente per sedare le rivolte, anche quelle dei patrioti italiani. Pensavano di avere l’Europa sotto i piedi, un po’ come oggi fanno i vertici della Ue e della Bce.. «Al premier Papandreou è stato persino impostodi riformulare il quesito, in modo da estenderlo alla permanenza stessa nell’euro. Un atteggiamento semi-coloniale, e la conclusione, cioè la rinuncia della Grecia alla consultazione, è uno scacco mortale alla democrazia. I capi dell’Europa si sono mossi come il brigante Mackie Messer dell’Opera da tre soldi di Brecht, con il coltello in mano». Luciano Canfora sul’Unità. Oggi.