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Giulio Cavalli

La manovra miope di un governo che boccheggia

La prima notizia è che finalmente si riescono a leggere i numeri di questa ultima manovra e che finalmente si esce dalla polvere di un opinionificio sulla finanziaria (che solo in questo paese eleva la pancia a bussola senza bisogno di leggere i numeri) producendo finalmente le chiavi di lettura per un’analisi. La promessa di azzerare il debito pubblico entro il 2014 (che è una delle tante promesse durata giusto il momento di una magra stampella qualsiasi di consenso) ha bisogno di circa 40 miliardi. All’appello, invece, mancano 15 miliardi che il governo ha pensato di affidare a una delega fiscale che ha tutta l’aria di essere la brutta copia della legge votata dal Parlamento nel 2003 (sul becero copia e incolla ha scritto un pezzo illuminante Cecilia Guerra) e che dovrebbe entrare in vigore dal 2013 con un nuovo governo in carica. L’avventatezza di una decisione del genere è tutta nei risultati dei mercati di questi ultimi due giorni.

Tagliati i trasferimenti alle regioni, alle provincie e ai comuni (già sull’orlo del dissesto) e alla spesa sanitaria (tesoretto di liquidità e consenso gestito dalle regioni). Il sogno del federalismo in questa manovra è uno spot a cui non crede più nessuno che brancola nel buio in mutande e pochi altri cenci.

Le entrate maggiori sono figlie delle imposte regressive (che in politica equivalgono ad un’ammissione di colpa) e sui piccoli e medi risparmiatori. A conti fatti la manovra (che potete scaricare qui) agisce per due terzi sulle entrate e per un terzo sulle minor spese.

Ma il cuore nero di questa manovra sta nell’assenza di un’idea di sviluppo. Nella perseverante incapacità di disegnare un futuro che non sia una salvezza con il naso a pelo d’acqua. Nella politica di salvarsi a tutti i costi per arrivare sani al tramonto senza nessuna idea di come respirare l’alba. Questa manovra (perché nelle manovre finanziarie si concretizzano in numeri le pratiche politiche) è la croce di una politica che deve resistere fino ad un minuto dopo aver recuperato tutti i naufraghi senza nessuno che tracci la rotta.

E la coalizione di centrosinistra, oggi più che mai, ha il dovere di raccontare l’alternativa. La sostenibilità dell’altra Italia che sia figlia del sentire comune. Perché non è il tempo del celodurismodi qualcuno nel centrosinistra. Non c’è tempo per giocare ad essere i migliori presbiti contro i miopi. E’ l’occasione per raccontare al Paese una pagina scritta. Insieme.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/12/la-manovra-miope-di-un-governo-che-boccheggia/144693/

La svolta bianca

Sta tutta nella necrofilia politica di un segretario di Stato Vaticano che scambia la fede per credito politico e coltiva una risiera bipartisan dove appoggiare la cosa biancaVia Marsala 42 a Roma. Parrocchia salesiana del Sacro Cuore di Gesù. Una delle basiliche minori più vistose di Roma. Dalla vicina stazione Termini entrano alla spicciolata una quarantina di persone. Sono i partecipanti ad un incontro “riservato” sul dopo Berlusconi promosso dal Vaticano per capire cosa fare. Un vertice “segretissimo” cui prendono parte rappresentanti dell’associazionismo ma anche politici cattolici di maggioranza e opposizione: come Pisanu (Pdl) e Fioroni (Pd). Un summit voluto, però, dalla Segreteria di Stato. Il delirante resto si legge qui.

Scoop! Ecco chi specula

«Gli speculatori che calcolano di fare affari a danno della Borsa italiana e del debito pubblico potrebbero essere individuati nell’ambito del sistema bancario nazionale, che mal digerisce le battaglie del Movimento di Responsabilità Nazionale».

(Domenico Scilipoti, Ansa)

Grazie a Alessandro

Settimana in viaggio

Mercoledì 13 luglio, a Pontremoli (MS) alle ore 17 per il premio Bancarella presento il libro NOMI COGNOMI E INFAMI in p.zza Duomo.

Mercoledì 13 Luglio, a Marina di Massa (MS) alle 21.30 al Circolo Culturale Endas “Kakao” Via Casola  presento il libro NOMI COGNOMI E INFAMI per l’associazione INMOVIMENTO.

Venerdì 15 luglio, a Boves (CN) alle 21.00 al Teatro Borelli in p.zza Borelli Restiamo umani XII Campo scuola di Acmos.

Domenica 17 luglio, a Cazzago San Martino (BS) alle 10 “I servizi alla persona alla luce delle politiche di Regione Lombardia e del Governo nazionale. Festa di SEL della zona Franciacorta – Lago d’Iseo Parco comunale “Stazione arcobaleno” Via Giuseppe Verdi

Nella Manovra la svendita dei beni pubblici e paesaggistici italiani

Beni pubblici preziosi cedibili per estinguere debiti dei Ministeri e delle Amministrazioni statali: nel testo della Finanziaria esiste una norma che consentirebbe non di fare cassa, questa volta, ma di regolare crediti e debiti attraverso la cessione, senza evidenza pubblica e espressa clausola di salvaguardia per i beni di carattere storico-archeologico e di rilevanza ambientale, di beni mobili e immobili antichi, preziosi, universalmente ritenuti “pubblici”. Con due piccoli commi (17 e 18 dell’art.10) si introduce infatti, la possibilità di cedere beni pubblici affidandosi solo al giudizio di congruità economica da parte dell’Agenzia del Demanio. “Il Governo – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza –, in maniera ambigua e poco trasparente, torna a colpire il Belpaese introducendo una norma che potrebbe avere effetti devastanti sul futuro del patrimonio culturale e paesaggistico italiano”. La norma inserita apre poi la strada a trattative dirette tra debitore e ministero che, eliminando qualsiasi concorrenza tra le parti, cancella il meccanismo dell’offerta più vantaggiosa a favore della pubblica amministrazione.

Le fine degli imbonitori?

Naturalmente, da buona imbonitrice, la sciura Katia non si limitava solo a porgere la merce. No, lei la merce la rendeva romanzo, avventura, passione, con pure un pizzico di autoironia. Lei la incarnava con tutta se stessa, tanto da portarsi dietro anche la carne della sua carne. E se finiscono davvero gli imbonitori la rivoluzioni arriverebbe in alto. Molto in alto. Stefania Carini scrive di Katia Arredamenti ma sembra un’analisi politica.