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Giulio Cavalli

Lonatesi più liberi, però silenziosi

Lonatesi più liberi, però silenziosi

Dopo la sentenza Bad Boys sabato arriva in piazza Cavalli. Verderio: c’è ancora omertà

LONATE POZZOLO – Arriverà sabato sera in piazza Sant’Ambrogio l’attore Giulio Cavalli E nel suo spettacolo «Nomi, cognomi ed infami» parlerà anche della sentenza «Bad Boys». Quella emanata dal Tribunale di Busto Arsizio che ha condannato la cosca ndranghetista Farao Marincola e che vuole dare nuova speranza e segno di riscossa civile-sociale alla comunità. «Il paese sta reagendo, i giovani sono la speranza», afferma Cavalli. E dello stesso tenore è il sindaco Piergiulio Gelosa per il quale «Lonate è già cambiata» e che vuole rafforzere la cooperazione con Ammazzateci Tutti. Associazione alla quale l’esecutivo sta pensando di dare uno spazio. Anche se ancora qualche motivo di preoccupazione è presente tra i lonatesi. Infatti, il primo che ha denunciato l’infiltrazione criminale in paese, ovvero l’ex consigliere comunale Modesto Verderio’ (Lega Nord), non fatica a dire di «vedere tra la gente ancora troppa omertà». Paese nel quale quello di ieri sembrava un giorno come un altro tra chi manifestava gioia per le condanne e chi non era nemmeno a conoscenza di un verdetto che potrebbe diventare storico. Nuova resistenza – «Quando ci sono emergenze bisogna scegliere da che parte stare», dice il consigliere regionale Giulio Cavalli (Sel). E i ragazzi di Ammazzateci Tutti, guidati da Massimo Brugnone, e i giovani lonatesi che si stanno mobilitando sul problema sono l’esempio di un paese vivo. «O – come dice Cavalli – di una nuova resistenza». Alla luce della coesione che una comunità deve mostrare. Cosa che l’intero consiglio comunale ha fatto costituendo all’unanimità il gruppo per la legalità. Così, Cavalli lancia il suo messaggio: «Dobbiamo creare una coscienza civile, non servono sparuti eroi, ma un’ ordinaria resistenza». La speranza, dunque, è di avere sabato una piazza gremita: «Più vedo manifestazioni come quella di Lonate e più la paura diminuisce, mi tutela molto di più vedere una piazza gremita piuttosto che la scorta». Ora bisogna costruire una Lombardia che studia e combatte il crimine organizzato. La svolta – «Il nostro primo obiettivo è ribellarci contro soprusi e ingiustizie, dobbiamo essere insieme e più incisivi a stimolare le denunce e ripudiare omertà e omissioni», scandisce Gelosa. Il quale tiene subito a ribadire l’unità assoluta della politica locale nel fronte aperto a difesa del principio di legalità. A questo proposito anticipa che in occasione del tavolo per l’accordo quadro convocato in regione 1’11 luglio prossimo «formalizzeremo e ratificheremo la nostra richiesta per destinare ad Ammazzateci Tutti un ambito delocalizzato in via XXIV Maggio». Auspicando un altro passo che va in questa direzione: l’ipotesi di offrire ulteriori spazi delocalizzati per le associazioni delle forze dell’ordine. Si parla a oggi soprattutto dell’educazione stradale. Locri -Ma c’è chi ritiene che il paese sia ancora troppo indietro e poco coraggioso contro la criminalità. Ossia, il leghi sta Verderio. Che quando era consigliere comunale denunciò per primo le infiltrazioni criminali sul telTitorio e contro i commercianti. «A quanto mi risulta c’è ancora qualche sacca di resistenza criminale», sostiene. Poi lancia un appello: «Bisogna svegliarsi dal torpore. I lonatesi devono fare molto di più, prendere esempio dall’impegno di Massimo Brugnone e dal coraggio dei giovani di Locri». La meglio gioventù – Il vero segnale di rinascita e di risveglio morale lo hanno dato i ragazzi di Ammazzateci Tutti. Che per la prima volta, venerdì scorso al mercato, hanno volantinato promuovendo l’iniziativa del 9 luglio con Giulio Cavalli. Dai cittadini, per una volta distanti dai banchi della frutta e della verdura, poche parole, ma almeno l’attenzione per questi ragazzi e le loro battaglie per la legalità. Volte a liberare finalmente Lonate Pozzolo. E tra questi giovani la diciottenne lonatese Etienne Piantanida. Segno che le associazioni antimafia si radicano in un paese pronta e deciso a tagliare i ponti con il passato. La normalità – Un pomeriggio solito quello visssuto ieri dai lonatesi. Tra pochi che parlano e tanti che scelgono ancora una volta il silenzio. Addirittura dicendo di non conoscere la notizia. «Abbiamo perso serenità», spiega il commerciante ed ex vicesindaco Donato Brognara (Pd). «Prevale la voglia di dimenticare ciò che è stato. Ma potrebbe anche essere timore di parlarne. Comunque, la passione dei giovani è il nostro domani». Mentre il salumiere Gianni Ferrario aggiunge: «Speriamo che li tengano dentro e che sia l’inizio di una nuova era».

Matteo Bertolli

DA LA PREALPINA 06/07/2011

 

C’è una guerra in Libia

Ma se lo ricordano in pochi. Della guerra e poco si discute di come uscirne. Come se fosse impossibile riuscire a tenere tesa l’indignazione (umanitaria) per un tempo diverso dalla plastica dei temi “caldi” in tempi televisivi. Sono passati più di 100 giorni dall’inizio della strana guerra di Libia: che ci stiamo dimenticando o vogliamo rimuovere. Intanto, il colonnello Gheddafi minaccia ancora da Tripoli di colpire l’Europa «le vostre case, i vostri uffici e le vostre famiglie» se i raid della Nato non cesseranno. Dichiarazioni del genere aiutano se non altro a chiarire il contesto: il Rais, colpito da un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, abbandonato da parte dei suoi e indebolito dalle sanzioni economiche, è alla ricerca di una soluzione politica. Minaccia perché è debole non perché sia forte. Minaccia per trattare. Una pace credibile per la Libia di Marta Dassù.

Si fa una Norma per farla Franca

Non sono le due nuove ragazze procurate da Emilio Fede, è la “leggina” inserita nel testo della manovra per salvare B. dalla sentenza Mondadori. Quello che stupisce (e deve continuare a stupirci perché non possiamo permetterci di abituarci alla melma che gocciola quotidianamente sulla carcassa di democrazia calpestata da un governo che è diventato una segreteria d’azienda) è l’impunità con cui si vantano dello sgambetto. E se si permettono di dircelo così significa che le “vedette” che abbiamo delegato alla difesa della dignità hanno fallito.

Per battere quello di gogol

Infrastrutture tecnologiche : per massimizzare l’inclusione, restare allineati alle principali economie ed assicurare la continuità operativa dei servizi essenziali. Servizi: sia servizi finali che infrastrutturali, includendo i necessari standard per l’e-business e per i beni digitali (o “neobeni puri”, secondo la definizione del CNEL). Alfabetizzazione: per far conoscere e sperimentare a cittadini, imprenditori, funzionari e classe dirigente i vantaggi della digitalizzazione. Regolamentazione: le norme giuridiche e regolamentari da adottare riguardanti la cittadinanza digitale nonchè in materia di transazioni tra privati e con la PA, con una rilettura delle filiere in termini di ri-organizzazione  di rapporti tra le imprese e tra queste e i fornitori di servizi di supporto. Quattro punti quattro per un’agenda digitale che sia il programma della prossima coalizione. Mentre B. cerca google su gogol.

 

Senza commento

“La Tav è un’opera strategica e come tale si deve fare e si farà”. Lo afferma in una nota il capogruppo IdV alla Camera, Donadi, che esorta “tutte le forze politiche” a mostrare “senso di responsabilità e, ciacuna per propria parte, collabori perché si possa dialogare in maniera costruttiva”. Donadi rivolge anche un “incondizionato plauso” alle forse del’ordine per aver impedito “con straordinario senso di responsabilità” che “una giornata “di ordinaria follia degenerasse in qualcosa di ben peggiore”. Almeno sulla TAV escono le posizioni.

La notte della rete

«Sapete cosa potrebbe succedere, da dopodomani? Potrebbe succedere che potranno chiudervi il blog, oppure rimuovere una quantità indeterminata di quello che ci avete messo dentro. Potranno farlo se e nella misura in cui riterranno che i vostri contenuti abbiano violato il diritto d’autore. Potranno farlo senza neanche convocarvi e sentire cosa avete da dire a vostra discolpa. Potranno farlo con un provvedimento amministrativo, senza neppure l’intervento di un giudice. In altre parole: voi scrivete una cosa e loro, zaaac, la tolgono. Oppure vi tolgono tutto. A loro discrezione. A loro arbitrio» . (Metilparaben) Domani c’è la Notte della ReteQui la videoinchiesta di Valeria Abate. per capire di che cosa si parla. Qui l’intervista a Richard Stallman. Qui un pezzo giuridico ma molto chiaro di Guido Scorza. Qui l’intervista a Luca Nicotra, che ci spiega cosa c’entrino anche Berlusconi e Mediaset. Qui si ricapitolano appelli e petizioni. Qui una riflessione su Agcom di Massimo Mantellini. Qui la protesta di questa mattina proprio davanti all’Agcom. Grazie a Alessandro.

CAVALLI: NEL VARESOTTO LA ‘NDRANGHETA C’È. ORA COSTRUIAMO L’ANTIMAFIA

NEL VARESOTTO LA ‘NDRANGHETA C’È. ORA COSTRUIAMO L’ANTIMAFIA

A partire da una Commissione regionale che trasformi in azione politica il lavoro di forze dell’ordine e magistratura

Dichiarazione di Giulio Cavalli,

consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà

“Le condanne inflitte ai componenti della Locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo sanciscono – se ancora ce ne fosse bisogno – l’esistenza della mafia organizzata nella zona del varesotto dove per troppi anni si è pensato che tutti i segnali fossero solo ‘pittoreschi’ accanimenti di pochi.

Oggi si può dire che Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro, Nicodemo Filippelli, Pasquale Rienzi, Antonio Esposito, Ernestino Rocca e Fabio Zocchi sono stati il virus che ha inquinato la convivenza civile ed economica di quei territori.

Ma, sancita la mafia raccontata nelle carte dell’operazione Bad Boys, è anche il momento di creare l’antimafia che spezzi una volta per tutte le catene della disinformazione e dell’indifferenza, che per troppo tempo sono state gli alleati migliori della ‘ndrangheta in loco.

C’è da costruire una Lombardia che conosce, studia e combatte la criminalità organizzata chiamando tutti alle proprie responsabilità: amministratori, comitati, cittadini, scuole e piazze. Perché arrivi la condanna migliore: sappiano, cioè, che per loro non c’è più posto. Magari partendo con una strutturata e seria commissione in Regione che si faccia carico di trasformare in azione politica l’immane lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura”.

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Consiglio Regionale della Lombardia

Ufficio stampa Sinistra Ecologia Libertà

Manuela Della Nave

02.67486218 333.8355484

Oggi si può dire: siete mafiosi

E pensare che qualcuno mi prometteva querele. Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro, Nicodemo Filippelli, Pasquale Rienzi, Antonio Esposito, Ernestino Rocca e Fabio Zocchi. Per Rispoli la condanna più pesante a 11 anni di reclusione seguito da Nicodemo Filippelli con 10 anni, Fabio Zocchi 9 anni ed Emanuele De Castroe Antonio esposito a 8. Infine, 7 anni a Pasquale Rienzi, e 5 a Ernestino Rocca. Per tutti loro il tribunale ha disposto anche tre anni di libertà vigilata a pena espiata e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Noi andiamo a raccontarli a casa loro il 9 luglio. E dopo oggi è ancora più importante.

10 domande per AGCOM

Guido Scorza pone dieci domande all’AGCOM. Semplici, chiare: perché del futuro della rete dovremo rispondere ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, più che provare a raccontarlo ai nostri padri. E perché su questo tema (come molti altri) siamo sicuri che la lentezza della politica sia in posizione ostinata e contraria a ciò che invece è gia un comune sentire tra gli abitanti della rete. La risposta dell’onorevole Savarese si aggrappa (con le unghie) alle posizioni preconcette che (come scrive bene Guido) si superano solo con dati, informazioni, elementi certi, sicuri ed incontrovertibili ed occorre, soprattutto equilibrio e, per ora, nessuno di questi elementi è sul tavolo. Per farsi sentire intanto si sta preparando la Notte della Rete. Perché non scenda il buio.