Vai al contenuto

Giulio Cavalli

Dimissioni

Velocemente per confermare le voci che dicono delle mie dimissioni da coordinatore di Milano. Buon pomeriggio.

Fermateli

La Nestlè ha lanciato pochi giorni fa in Canada la proposta di creare una borsa mondiale dell’acqua, soggetta alle stesse regole della borsa per gli altri prodotti, che consentirebbe quindi a poche multinazionali di avere il controllo completo sull’acqua che finisce sulle nostre tavole, ma anche su quella che esce dal rubinetto, se l’acqua venisse privatizzata. Se prima avevamo molti buoni motivi per andare a votare il referendum del 12 e 13 giugno per evitare la privatizzazione degli acquedotti, adesso ne abbiamo uno in più. Ovviamente i media non ne parlano…. facciamolo noi. Un paio di link alla notizia: http://www.ilcambiamento.it/acque/nestle_borsa_acqua.html; http://www.nigrizia.it/sito/notizie_pagina.aspx?Id=10859&IdModule=1

 

Due pesi due misure

Dispiace leggere che la vicenda Porcino si chiude con un attestato di solidarietà del presidente Di Pietro. Lo dico con tutti il garantismo di questo mondo ma anche con l’esperienza passata di chi ha preteso spiegazioni politiche dal leghista Ciocca e nella vicenda di Pietrogino Pezzano. Dire che non ha avuto rapporti smentisce un documento degli investigatori e non penso proprio possa bastare per evidenziare differenze dagli altri che attacchiamo spesso proprio su questi temi. E mi fa sentire sconsolatamente troppo poco diverso per sentirmi bene.

Libera in festa

Una agorà della corresponsabilità, della legalità democratica, della sostenibilità e dell’impegno antimafia. Libera in festa: sei giorni di incontri, dibattiti, concerti, teatro, spazi per bambini, prodotti coltivati sui terreni confiscati alle mafie, stand dell’ associazionismo e del volontariato per un’Italia liberata dalle mafie. Un’agorà aperta a tutti per raccontare un paese che quotidianamente combatte e si impegna nella lotta alle mafie e alla corruzione. Insieme per essere protagonisti e costruire una storia diversa e migliore in un’atmosfera anche di svago e di divertimento. La corruzione, la presenza sempre più invasiva della criminalità organizzata nell’economia del nostro Paese e dell’Unione Europea, il diffondersi delle metastasi dell’ecomafia, il narcotraffico, sono quanto mai all’ordine del giorno. Insieme ne parleremo, ne discuteremo e non ci tireremo indietro nel combattere e denunciare i rischi per il nostro paese. E lo faremo a Firenze, non dimenticando il positivo che ci circonda, coniugando la rigorosa denuncia con la seria proposta. Racconteremo i tanti traguardi ottenuti, valorizzando i saperi e i sapori del Belpaese insieme ai tanti amici nuovi e di lunga data, che accompagnano Libera in questo viaggio. Per sei giorni, nello splendido scenario di Firenze, tra il Palazzo dei Congressi e la Fortezza da Basso, vogliamo riflettere e costruire un altro pezzo di strada del lungo cammino contro tutte le mafie, toccando con mano i comportamenti virtuosi, le buone pratiche, la politica e l’etica.

Tutte le mattine: a Scandicci il Raduno dei giovani di Libera; al Palazzo dei Congressi riunioni
operative dei settori di Libera

Dalle 14 alle 18, presso il Palazzo dei Congressi, per i referenti di Libera, due moduli formativi e di approfondimento. Il 22 e il 23 luglio sul tema ” mafie e antimafie nell’Italia unita” e il 25 e il 26 di luglio su “Donne di mafia, donne contro le mafie”.

Dalle 18,30 ci trasferiremo a Fortezza da Basso, per un ricco calendario di eventi e iniziative. Presentazioni di libri, proiezioni, dibattiti, spettacoli teatrali e concerti.

Saranno con noi, tra gli altri,
Gian Carlo Caselli,
Nando Dalla Chiesa,
Elisabetta Caponetto,
Ettore Scola,
Federica Sciarelli,
Maurizio Torrealta,
Gildo Claps,
Alberto Vannucci,
Giulio Cavalli,
Cisco,
Tiziana di Masi,
Marina Senesi,
gli Ncuranati,
i Modena City Ramblers,
gli A67,
Lucariello,
Alfonso de Pietro,
il Parto delle Nuvole Pesanti,
i Gnu Quartet
Nicolo’ Fabi
… e tanti altri!

Tanti ingredienti, tante idee, per rendere più concreto e più partecipato quel “noi” che è il vero soggetto di ogni cambiamento. E allora non sono ammessi impegni a metà: le parole devono saldarsi ai fatti, le intenzioni non possono restare sulla carta. Vi aspettiamo a Firenze, per
contribuire ad un futuro ma innanzitutto ad un presente migliore per tutti.

Libera in Festa
21-26 luglio Fortezza dal Basso – Firenze.
Apertura ore 18,30 ingresso libero

 

Almeno la dignità di andare a votare

Certi cattolici come Mario Segni, controcorrente rispetto alle stesse scelte della Chiesa, decisero ad esempio di andare a votare anche sulla fecondazione assistita. Votarono da cattolici, non da atei, laicisti, anti-clericali. Ma votarono. Convinti che, se avessero vinto nelle urne, sarebbe stata una vittoria più bella che non quella ottenuta col trucco. Meglio votare: fa bene a tutti.

In piazza a Lodi lo sapevano tutti

Adesso dopo i sigilli ai tre eleganti (dell’eleganza kitchs che ricorda la casa di Sandokan Schiavone) bar in piazza a Lodi vi diranno che lo sapevano tutti. Il problema è che forse non tutti si ricordano chi ha inaugurato quei bar (per la precisione il Presidente del Consiglio Comunale e altre autorità che vi invito a scovare negli archivi dei quotidiani lodigiani) proprio mentre già si annusavano le ombre. Dicevano che la mia fosse una maldicenza, e può essere. Ma la cautela è un obbligo istituzionale, almeno quella. Che non ha niente a che vedere con la pavidità.

Ndrangheta ignorante

Mandalari: «I tre re magi per esempio che c’entrano?».  Panetta: «I tre re magi sono della ‘ndrangheta».  Mandalari: «Perché erano cattolici!». Panetta: «E non lo so». Mandalari: «Infatti per quello dico io, no, ma gli altri li avranno inventati così. Per la rima forse. Audino, conte Audino». Panetta: «Gaspare, Melchiorre e Baldassarre». La ‘ndrangheta ignorante tutta da leggere.

‘Ndrangheta in casa

Tutte le volte che mi è capitato (tante) di raccontare come gli uomini di ‘ndrangheta bussassero alla porta di tutti i partiti (il boss bollatese Mandalari diceva destra o sinistra non ce ne frega un cazzo, l’importante è che ci fanno lavorare) alcuni iscritti (ed eletti o peggio nominati) di IDV storcevano il naso. Perché non si dice, mi dicevano. Si rischia di confondere. Eppure il gioco di raccontare le mafie solo a destra non sta in piedi da sempre (leggetevi le carte della Liguria, del Piemonte, dell’Emilia e di qualche nome  a sinistra qui in Lombardia) ed è intellettualmente disonesto. E mi ricordo molto bene il fango che mi ha schizzato quando in campagna elettorale mi è capitato di rifiutare con sconcerto la vicenda della candidata IDV Cinzia Damonte che partecipava ad una cena organizzata dal boss Orlando Garcea. In quell’occasione scrissi: ‘ogni cena elettorale con l’odore marcio di mafie è l’occasione doverosa per prendere una posizione. Un’occasione d’oro per dichiarare da che parte stare. Che sia una candidatura di destra o di sinistra. La superficialità e la disattenzione verso le mafie sono il vero concime della criminalità organizzata; un’indifferenza che si paga’. Così come ho appoggiato la richiesta di chiarezza nel comune di Vallelunga sollevata da Sonia Alfano su Il Fatto Quotidiano.

Qui non si tratta ora di decidere (sulla base dei primi elementi a disposizione) se e quanto sia colpevole l’onorevole Porcino e l’Assessore all’Istruzione del Comune di Alpignano Tromby Carmelo negli atti dell’operazione antimafia Minotauro e negli incontri con il boss di Rivoli Salvatore Demasi o nelle annotazioni di altri politici del Partito Democratico come scritto nell’annotazione del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torino del 5.4.2011: la differenza sta tutta nella reazione politica (e nell’intransigenza) di fronte a queste notizie. Perché gli elettori (anche i nostri) si sono stancati di sentire la favola che se succede a sinistra è una leggerezza e se succede a destra è l’emersione di un sistema e perché non fa bene all’antimafia strepitare per le ombre degli altri se non corriamo a dissipare le nostre (perché non posso che augurarmi che queste ombre siano presto dissipabili).

Pio La Torre ci ha lasciato in eredità il dovere politico di denunciare la propria mafia e non solo quella degli altri, Rita Atria scriveva prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combarrete la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi.

La maxi operazione piemontese è un’occasione politica unica per dimostrarsi meno credenti e più credibili. Perché non siamo tutti uguali e non possiamo nemmeno pretendere (alla soglia di un referendum sul tema) di essere più uguali degli altri. E perché un luogo è abitabile finché resta potabile.