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Giulio Cavalli

Un sindaco di traverso

Nonostante il mio cognome e nonostante gli ordini di scuderia sarebbe un regalo enorme per Genova (e per la legalità) pensare a Ferruccio Sansa sindaco di Genova soffocata dalle ‘ndrine e dal cemento. Sarei il primo a ‘fare campagna’ per dare uno strumento di governo ad un uomo di così intelligente critica. Perché ci sono idee che si infilano subito dalla parte giusta degli obbiettivi comuni.  C’è una pagina su fb qui.

Le strane curve sui referendum

Mi ero augurato mesi fa che i referendum unissero tutte le forze sane di questo Paese (dai comitati ai partiti) in una battaglia che proprio perché interessava un bene comune e doveva essere di tutti. Oggi le consultazione referendarie vedono tutti (quasi) uniti. Mi arrivano notizie di litigi adolescenziali tra i comitati sui tabelloni referendari (che spesso in giro come risultato rimangono vuoti) e di repentini cambi di strategia che non fanno bene a nessuno. Prima si diceva dalle nostre parti che i referendum erano per mandare a casa B. (e noi scrivevamo quanto fosse sbagliato) oggi ci dicono che non deve essere politicizzato. E’ vero che solo gli stolti non cambiano idea ma qui (ce lo racconta IlNichilista) sono veramente in troppi. E con poche idee.

Questione di scelte

Prima di andare a dormire e prima della direzionale nazionale di domani mi domandavo se fossi disposto a seguire l’onda che vorrebbe portarci verso il centro a inseguire il sempre più microscopico terzo polo, soprattutto dopo delle amministrative che hanno (ancora una volta) raccontato come esista una sinistra credibile nel ruolo di amministrazione e governo. E mi sono risposto di no. Quindi vado a dormire comunque tranquillo. Io.

Per i referendum, nel lodigiano

Noi, Sindaci e amministratori pubblici del Lodigiano, invitiamo i cittadini a partecipare al voto in occasione del referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno, votando SI ai due quesiti che riguardano la gestione dell’acqua. Con questo voto il territorio ha la possibilità di confermare il percorso e le scelte che negli scorsi anni hanno portato tutti i Comuni della Provincia di Lodi, all’unanimità e senza distinzioni tra forze politiche, a decidere di mantenere completamente pubblica la gestione del servizio idrico integrato. A questo scopo è stata costituita la SAL – Società Acqua Lodigiana, una nuova società partecipata da tutti i Comuni, che oggi è l’unico gestore del servizio idrico nel nostro territorio e che ha la capacità, le competenze tecniche e le risorse per garantire un servizio di qualità a tutti i cittadini, programmando gli investimenti necessari per la manutenzione e il miglioramento della rete idrica e mantenendo la tariffa a livelli tra i più bassi in Italia. Con due SI possiamo dare forza e continuità a questa scelta, garantendo ai nostri Comuni di poter continuare a gestire direttamente una risorsa importante e strategica come l’acqua. I nostri cittadini avranno così la possibilità di esercitare un controllo diretto sull’operato di SAL e dei suoi amministratori, anche attraverso nuove forme di gestione partecipata. Lodi, 5 giugno 2011

Valeria si è svegliata testimone di giustizia

Ho conosciuto Valeria Grasso incatenata ad una fontana di fronte al Viminale. In Italia succede anche questo: che uno se le cerchi le catene per provare ad urlare che vorrebbe provare ad esercitare il proprio diritto ad essere libero. Di fianco a lei c’era un altro imprenditore siciliano, Ignazio Cutrò, che come lei ha avuto il coraggio di denunciare i proprio aguzzini e ribellarsi. Chiedevano poco, chiedevano di essere tutelati e di non dovere raccontare ai propri figli che denunciare è un errore.

Con gli occhi umidi e con un sorriso sforzato e pieno di dignità, mi diceva: “Chissà cosa dirà la mia famiglia, nel vedermi qui, come un animale mentre faccio l’elemosina per essere ascoltata dallo Stato”. Uccidersi per salvarsi è lo stadio terminale della disillusione che diventa disperazione. Mi raccontava Valeria, con la catena sul polso, di come le sue denunce avevano decimato a Palermo il clan dei Madonia e di come la sua palestra fosse diventata un’isola disabitata solo sua e delle paure della sua famiglia. Nel tardo pomeriggio cominciò a scendere una pioggia pesante e battente e la piazza e gli incatenati erano una stalla della disumanità che non si riusciva a lavare.

Alla sera, dopo essere finalmente stati ricevuti al Viminale e avere avuto il diritto di essere ascoltati, Valeria Grasso e Ignazio Cutrò erano in pizzeria bagnati e felici come se avessero ritrovato in tasca lavoglia di ritornare a combattere. Forse si erano tolti anche quel dubbio malato che sarebbe stato meglio stare zitti, strisciare sulla bava dell’omertà che salva e non sgualcisce. Tornati in Sicilia, Ignazio Cutrò ha aperto un’associazione antiracket per dire a tutti gli imprenditori che “denunciare è un tuo diritto, ma anche un tuo dovere di cittadino libero che vuole vivere da uomo libero!”, Valeria invece ha tenuto sempre quel velo di tristezza bagnata dietro gli occhi.

Da qualche giorno Valeria è diventata testimone di giustizia, sotto protezione in località protetta: da qualche giorno Valeria è dovuta scomparire per salvarsi. In tre ore ha fatto le valigie con la foga di chi vorrebbe metterci dentro tutta la vita precedente e ha raccontato ai figli che si stava partendo per una vacanza. “Sono stati molto gentili”, mi ha raccontato al telefono. Una sparizione delicata nelle ultime tre ore in cui ti chiami con il tuo cognome. Oggi Valeria e i suoi figli sono sommersi, scomparsi nella nebbia di un Paese in cui denunciare ti rende eroico o invisibile, dipende dalla sorte.

E allora sono sicuro che due righe su quella pioggia e sul suo sorriso, da lontano, possono riaccenderlo ancora e farti sentire meno sola. Ti abbraccio Valeria, anche senza pioggia.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/04/valeria-si-e-svegliata-testimone-di-giustizia/115992/

Imparare dagli errori

Sono particolarmente esperto nel fare errori, è necessario se sei un ingegnere. Ogni miglioria dell’aspirapolvere è venuta fuori a causa di un errore che dovevo mettere a posto. Ciò che è importante è che non mi sono fermato al primo fallimento, al cinquantesimo, o al cinquemillesimo. Non lo farò mai. Secondo Dyson, la storia dell’aspirapolvere ciclonico ha una morale, forse vecchia come il mondo, ma comunque da tenere sempre in considerazione: dagli errori possono venire molte cose buone, basta capirli. Ed essere testardi, anche.

Le breccia in Giunta di Pisapia

Ho dei segnali molto forti di persone che mettono avanti il proprio nome o  il nome di altri. Se qualcuno si propone o propone qualcun  altro… per me è già cancellato! Giuliano Pisapia parte (non avevo dubbi) con il piede giusta sulla composizione della Giunta di Milano. Perché le persone vogliono credere nelle persone, per chi non l’ha ancora capito. E perché l’ha ripetuto allo sfinimento in campagna elettorale.

Smemorato per Partito preso

Angelino Alfano è il nuovo che avanza dall’altra parte, ora anche nel PDL si parla di primarie e democrazia dal basso. Il vento da Napoli a Milano deve avere seminato proprio una bella influenza. Ma Angelino Alfano è anche la stessa persona che ha baciato il capomafia di Palma di Montechiaro, sull’onda della continuità di partito, evidentemente. Ovviamente lui negava il matrimonio e il bacio fino a dichiarare poco dopo «Adesso ricordo, (…) ricordo di esserci stato, ma su invito dello sposo e non della sposa». Qualcuno dovrebbe dirci dov’è la novità.

Cava di Bollate: cosa c’è sotto

Avevamo già detto che la cava di Bollate va immediatamente chiusa. Non solo per le frequentazioni in odore di ‘ndrangheta (viste le aziende che scaricavano e continuano a scaricare) ma soprattutto perché non risponde ai quesiti ambientali che dovrebbero garantire il territorio. L’ultima novità è un serbatoio di 6000 litri di gasolio mai autorizzato. Ieri siamo andati lì a chiedere cosa c’è sotto. E settimana prossima riportiamo la questione in commissione.

da IL GIORNO

Bollate, 4 giugno 2011 – «Vogliamo sapere cosa c’è sotto». Lo hanno chiesto cittadini e rappresentanti politici locali, della Provincia e della Regione. Lo hanno chiesto partecipando al presidio organizzato dall’associazione Sos Racket e Usura, e dall’associazione QuiBollateLibera, davanti all’ex cava Bossi di Bollate. «Io sono stato presidente del consiglio di quartiere di Cascina del Sole per molti anni, abbiamo fatto iniziative di protesta, raccolte di firme, esposti per denunciare quello che succede in questa cava ma nessuno è mai intervenuto – spiega Ippolito Giovinazzo -. Una volta abbiamo chiesto come consiglio di quartiere di poter partecipare quando facevano i carotaggi al terreno e abbiamo scoperto che venivano fatti dove diceva il proprietario. Per decenni abbiamo respirato le polveri che si sollevano dai cumuli di terra, il viavai di camion, ci sono anche stati incidenti mortali».

Eppure qualcosa per la ex cava di via Friuli la precedente Amministrazione comunale di centrosinistra lo aveva pensato, «nel Pgt avevamo previsto dei meccanismi per acquisire l’area, bonificarla e trasformarla in un grande parco urbano spostando l’attività in una zona meno urbanizzata – spiega Pierluigi Catenacci, ex assessore nella Giunta Stelluti – questa Amministrazione comunale ha stracciato il progetto».

Lo slogan «vogliamo capire cosa c’è sotto» non si riferisce solo all’ipotesi di inquinamento ambientale, ma anche a quello «criminale». «È passato troppo tempo dalle nostre denunce, vogliamo sapere chi li protegge e perché dopo 30 anni di ispezioni e irregolarità l’ex cava non è ancora stata chiusa – spiega Massimiliano Mantovani di QuiBollateLibera – per esempio sappiamo che c’è un deposito di carburante di 6.000 litri senza licenza, un incidente provocherebbe un disastro». La questione è stata sollevata anche in consiglio comunale: «Sarebbe meglio che oltre alle iniziative di facciata come l’Osservatorio sulla criminalità organizzata l’Amministrazione facesse mettere in sicurezza la cava – spiega il consigliere comunale della Federazione di Sinistra, Prospero Mondello – la frazione di Cascina del Sole paga da quarantanni questa situazione».

Al presidio hanno partecipato anche Giulio Cavalli, consigliere regionale dell’Italia dei Valori e Massimo Gatti, capogruppo provinciale della lista civica Prc-Pdci. Già a luglio dello scorso anno, dopo il video-denuncia di Frediano Manzi, presidente di Sos Racket e Usura, avevano presentato interrogazioni: «Faremo in modo che questa volta la Regione responsabile della questione ambientale ci risponda, i finti distratti sono il male vero di questo territorio – spiega Cavalli – in un momento in cui l’operazione Infinto ha dimostrato quanto è radicata la ’ndrangheta nel territorio lombardo, non fare niente è una forma di collusione». Il consigliere provinciale Gatti aveva chiesto alla Provincia, responsabile delle cave, la sospensione dell’attività, senza ottenere nessuna risposta, «ora chiederò che la commissione provinciale ambientale faccia un sopralluogo – spiega – è scandaloso che Provincia e Comune di Bollate in nove mesi non si siano coordinati e non abbiano ancora prodotto nulla su questa ex cava, vuole dire non meritarsi lo stipendio».

di Roberta Rampini