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Giulio Cavalli

Il governatore Fazio non capisce

Ci sono delle responsabilità giudiziarie, e su Antonio Fazio e Gianpiero Fiorani pesano come macigni. Poi ci sono i modi in cui si vivono, si pensano e si costruiscono i reati: l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio dice di non capire la condanna, ma la cosa che turba (per usare un eufemismo) è che era convinto di fare del bene. E allora si aprono scenari da psicanalisi che dipingono bene la classe dirigente che gestisce questo Paese.

Il Partito della Mafia

Al Borgo la voce mafia coi suoi derivati valse e vale sempre bellezza, graziosità, perfezione, eccellenza nel suo genere. Una ragazza bellina, che apparisca a noi cosciente di esser tale […] e nell’insieme abbia un non so che di superiore e di elevato, ha della mafia, ed è mafiusamafiusedda. […] All’idea di bellezza la voce mafia unisce quella di superiorità e di valentia nel miglior significato della parola e, discorrendo di uomo, qualche cosa di più: coscienza d’esser uomo, sicurtà d’animo e, in eccesso di questa, baldezza (Pitrè, 1889, pp. 289-90). Sul ‘Partito della Mafia’ un bel pezzo qui.

Ti ricordi Fukushima?

La notizia in televisione e sui giornali sembra essere sparita. Eppure l’IAEA ha dato gli ultimi aggiornamenti che meriterebbero almeno mezza pagina. Cortesemente ci informa che l’incidente nucleare giapponese fa impallidire Chernobyl e che l’incidente (e questo è un bene ricordarlo a tutti ma proprio tutti) non è ancora concluso. Non si sa con chiarezza quale sia lo stato reale dei reattori e sta finendo lo spazio per stoccare l’acqua irradiata. Con i referendum (confermati proprio poche ore fa) non possiamo spegnere Fukushima ma almeno raffreddare i bollori lobbystici dei soliti noti. Per chi è indeciso qui può sedersi a vedere in diretta quanto vale la pena dire no (scrivendo sì) al nucleare oggi.

Vincitori abusivi

Ieri il sole è sorto alle tre del pomeriggio. E già si capisce che non è una storia iniziata con una giornata normale. Milano esplosa in piazza Duomo con un festa che di ‘politico’ aveva soprattutto la voglia di uscirne insieme e Napoli che vuole diventare la città dove tornare sono le cartoline dell’alba. E in giro si scrivono fiumi di analisi e commenti.

Festeggiano i partiti: abbiamo vinto noi, dicono tutti eppure la sfida, adesso, è quella di avere dei partiti all’altezza dei candidati. Giuliano a Milano e Luigi a Napoli si ritrovano a comporre le squadre per i prossimi cinque anni e sanno bene come questo vento li terrà sotto osservazione. Continuate a starmi vicino diceva ieri Pisapia emozionato in piazza Duomo, non abbassiamo la guardia scrivono in molti sulla rete. Perché questo profumo non può corrompersi nemmeno con un’ombra piccola nel gioco solito delle spartizioni: Giuliano e Luigi stanno disegnando un’altra storia, ci hanno raccontato la forza dell’onda unita a Milano e l’abbattimento dei recinti di partito a Napoli. Le squadre saranno il prossimo capitolo.

Oggi siamo pieni di analisi e analisti che si rincorrono (alcuni con le solite idee già fallite di aprire al terzo polo o a stravaganti alleanze centriste) sotto questo primo sole. Eppure Milano e Napoli hanno votato contro il berlusconismo ma hanno votato anche verso la voglia di sinistra. La sinistra che, al di là delle demonizzazioni dei berluscones più esagitati, sta nel controllo di consumo di suolo, nell’obbiettivo dell’uguaglianza sociale, nel dovere di costruire opportunità, nel diritto ad un lavoro (in sicurezza), nelle leggi come modello di convivenza civile, nell’ambiente come eredità da conservare e nella trasparenza delle proprie azioni.

A Milano Giuliano ha messo insieme le persone per desideri e obbiettivi stralciando i diversi colori, le provenienze o i ceti di appartenenza. E sono contento di avere fortemente voluto una responsabilità di coalizione per credere in un finale a cui credevano in pochi. Anche se trovo sempliciotta (e continuerò a ripeterlo con forza) la scusante della coalizione per un risultato di partito che è nazionale e che deve  (e continuerò a ripeterlo con forza) porre interrogativi. Perché a Milano ha vinto “il partito” di Pisapia che oggi nessuno sa che faccia abbia realmente se non per averlo letto nelle facce della gente che ieri ha riempito la piazza. E noi dobbiamo ripartire da quella gente.

A Napoli Luigi ha segnato la fine della partitocrazia. Ha vinto più di quanto possa giustificare chiunque. Ha vinto raccontando una politica che sta nei progetti e non nei simboli. Ha vinto chiedendo agli intermediari delle segreterie di mettersi da parte. Ha vinto raccogliendo una “vocazione maggioritaria” che tutti si tirano per la giacchetta. Eppure ha vinto da solo. Perché in prima battuta ha dovuto battere (guarda caso, come Giuliano) anche quelli che oggi si mettono in posa con il sorriso dei padri della vittoria e perché ha surclassato i partiti che l’hanno sostenuto.

Poi c’è il carro dei vincitori: che è sempre uno dei momenti più divertenti nella sbornia del giorno dopo. Con Pisapia al secondo turno non c’è nessuna possibilità mi diceva qualcuno che ieri si metteva in posa con il neo sindaco. Tutti moderati o comunisti secondo le bisogna. Luigi era un infame ricattatore che voleva distruggere il partito (e io e Sonia Alfano con lui) secondo alcuni che oggi lo appendono come manifesto della vittoria. Forse la cautela nei giudizi (e la memoria dei giudizi) è un valore che splende sotto questo vento.

Ha ragione l’amico Pippo Civati, sono qui tutti a dire che è finito un ciclo, e però ci stanno dentro e sperano che duri ancora un po’. Noi entriamoci in fretta.

La rivoluzione gentile di Grillo

Beppe Grillo ci dice che ieri in piazza eravamo tutti dei fessi. Come sulla nave dei folli di Bosch. Ecco, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Il suo giudizio (come sempre universale) quiHa vinto il Sistema. Quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui. Che trasforma gli elettori in tifosi contenti che finalmente ha vinto la sinistra o alternativamente, ha vinto la destra.

Nucleare e il paese ‘reale’

La Germania molla il nucleare: nel 2021 sarà spento l’ultimo reattore e tra il 2020 e il 2030 il 70/80% dell’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili. La notizia sta rimbalzando un po’ ovunque ma mi colpisce una frase dell’articolo su RepubblicaLa Merkel ha deciso di ignorare riserve e ‘nyet’ dei poteri economici, pure sostenuti dall’ala destra del suo partito e dai suoi alleati di governo liberali (Fdp), e di seguire la scelta degli elettori e del paese reale. E’ il passaggio finale da ottenere qui da noi.

Seguiamo il vento. Liveblogging ballottaggi

17.21 Corso Buenos Aires è bloccato da gente in arancione. A Milano c’è gente commossa per strada, mani stretti e abbracci sui marciapiedi. Milano è cambiata, Napoli è cambiata. Ma questo non è un vento che spazza, questo è un vento che semina. Adesso si festeggia. Si urla, si commuove e ci si festeggia. E’ da commuoversi. Le riflessioni a domani. Oggi si festeggia.

17.16 Luigi ha preso il 65%. Una valanga. Senza colore.

16.29 Napoli respira. Con Luigi vola.

16.28 Anche a Cagliari Zedda vola con il vento in poppa. Ci spostiamo al Comitato Pisapia e si continua da lì.

16.26 A Milano tutti in piazza Duomo.

16.18 Alla Provincia di Trieste rimane in sella il candidato di centrosinistra. Donna, tra l’altro. Nel suo programma scrive: perché non bisogna vedere solo le difficoltà, ma le occasioni per superarle e crescere.

16.14 Una volta si aspettavano i risultati finali. Anche i più esagitati. Oggi già il centrodestra sta già scaricando i risultati che devono arrivare. Girare pagina subito per non farla leggere troppo. Ma il Paese che cambia è tutto in questa pagina. Che dobbiamo scrivere, leggere, analizzare e raccontare con responsabilità e voglia attraversando l’Italia.

16.02 A Napoli De Magistris (Idv) al 60,2%, Lettieri (centrodestra) al 39,8%: questi i dati della seconda proiezione elaborata da Emg e diffusa pochi minuti fa nello speciale elezioni del tg La7. Un risultato del genere scassa a destra ma anche a sinistra.

15.28 ‘Il centro sinistra diventa sempre più sinistra’. Parola del senatore PDL Quagliarello. Magari.

15.21 “Per quanto riguarda la Lega è un momento di riflessione, ma anche di attesa per vedere cosa decide il grande sconfitto di questo voto che è il premier”. Lo dice il direttore della Padania. La Lega si scarta ancora prima che ci sia il morto. Adesso speriamo solo che i grandi statisti del csx non corrano dietro la sottana dell’infedele. Almeno questo.

15.16 Da Napoli chiedono di aspettare ad esultare e hanno ragione. Seguiamo i dati.

15.12 ‘Siamo stati gli unici che in qualche modo siamo andati in strada’. Parola di Umberto Bossi. Si è dimenticato le piazze piene di Giuliano e Luigi, forse.

15.10 Luigi De Magistris (54,5%) e Gianni Lettieri (45,5%) secondo gli Intention Pool. Adesso però è il momento di ragionare sui dati ufficiali.

15.09 Pisapia sembrerebbe stravincere tra giovani (61% a 39%) e laureati (65% a 35%), ma è in testa anche in tutte le altre fasce socio-demografiche. Letizia Moratti va leggermente meglio tra le donne (dove comunque perde 54-46), nella fascia d’età 35-54 (perde 52-48) e tra le persone con titoli di studio bassi (qui sfiora il sorpasso, fermandosi però al 49% contro il 51 di Pisapia). Questo secondo gli Intention Pool dei ragazzi di Termometro Politico.

15.08 A Cagliari Massimo Zedda (Centrosinistra) è al 49-52% e Massimo Fantola (Centrodestra) al 48-51%, secondo il sondaggio Tecnè sul ballottaggio per l’elezione a sindaco. Il margine d’errore è del 3%.

15.07 A Napoli gli Instant Poll dicono De Magistris.

15.04 Giuliano Pisapia 53,5 – 57,5%. Letizia Moratti 42,5 – 46,5%.Questo il dato che emerge dall’Instant Poll realizzato da Affaritaliani.it e Termometro Politico sul ballottaggio a Milano.

15.02 Dati SKY: Pisapia sindaco, De Magistris sindaco… Entrambi oltre il 4% di distacco.

14.52 Riunione finita. Fra 8 minuti chiudono i seggi. La tensione è palpabile. A Napoli si parla di scontro all’ultimo voto. Non c’è da incrociare le dita, oggi si raccoglie la semina.

13.48 Una strana circolare è arrivata dal Comune ai seggi. Interpreta il regolamento indicando di ritenere valide le schede con il nome di un candidato consigliere associandolo al sindaco di riferimento. In poche parole chi scrive Berlusconi vota valido la Moratti. Tanto per rendere l’idea dell’ossigeno che comincia a mancare a B. e ai suoi.

13.26 E’ ufficiale: l’ufficio stampa del PDL a Roma rimarrà chiuso oggi pomeriggio. Colpa di Pisapia?

12.55 riunione organizzativa. Il ritrovo per tutti è in P.za Duomo per seguire i risultati. È inutile e dannoso bloccare c.so Buenos Aires. Tutti in Duomo.

11.59 Sarà una giornata lunga, sarà una giornata in movimento. Ma adesso c’è tempo. Per chi vuole, qui raccontiamo la giornata (tra gli spostamenti in corso) per seguire il vento. Tra poco siamo con Giuliano alla prima riunione di coalizione di una giornata lunga. A Napoli Luigi è in attesa con il suo staff. Occhi aperti e adottate gli ultimi astenuti.

Buone pratiche: da Merlino all’Expo

L’amico Andrea riporta una buona pratica del piccolo comune di Merlino (in provincia di Lodi) su una nuova ottica di legalità immobiliare’ Il Comune di Merlino concederà un bonus volumetrico alle immobiliari che aderendo ad un protocollo di legalità comunicheranno gli ultimi due bilanci, la compagine societaria (con tanto di casellario giudiziario), tutte le imprese subappaltatrici, le targhe dei mezzi che circolano in cantiere e che registreranno gli accessi con un sistema telematico collegato con la cassa edile. Il protocollo, già approvato dal Consiglio Comunale di Merlino, sarà sottoscritto dalla Prefettura di Lodi, Assimpredil Milano, CCIAA di Lodi, Unione Artigiani e Confartigianato, Sindacati dei LAvoratori, Libera, Avviso Pubblico e Legambiente. Una soluzione semplice in un campo che ha bisogno di sperimentazioni e di piccoli gesti. Da parte nostra siamo già al lavoro per portarla al Pirellone.

Manuale del perfetto venditore di droga

È un bel libro, quello di Alessandro Esposito. Scritto con carne di cuore nella penna per raccontare un pezzo di Napoli in cui la criminalità organizzata sarebbe tradita raccontata solo attraverso la lente dei grandi boss e della poesia. Questo è il diario lercio di uno spacciatore che vive nella periferia più malsana di Napoli, ai bordi di una metropoli violenta e immorale tra donne da conquistare e trans da fottere. Questa è la vita depravata di un ragazzo senza nome che ha avuto come scuola la strada. Come madre una zoccola. Come padre un bidello cornuto. Un ragazzo che è un re magio in un presepe chimico illuminato da mille neon color piscio..
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