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Giulio Cavalli

CORRIERE ROMAGNA intervista Giulio Cavalli

PREMIO ILARIA ALPI
«Ridere di mafia, ribellione incontrollabile»
Intervista all’attore Giulio Cavalli ospite oggi a Riccione con un monologo

RICCIONE. Ospite oggi al Premio Ilaria Alpi, l’attore Giulio Cavalli. Lo abbiamo intervistato.
Partiamo da un’anticipazione: il monologo di oggi sarà tratto da una delle sue opere teatrali?«Sì, eseguirò un brano estratto da Nomi cognomi e infami»La mafia al nord: com’è la situazione in Romagna, vista dall’esterno?«Le inchieste giudiziarie hanno rivelato che al nord il fenomeno mafioso ha raggiunto dimensioni notevoli: anche l’Emilia-Romagna è diventata approdo per gli affari della criminalità organizzata. Gli interessi nelle diverse regioni del nord sono gli stessi e l’Emilia-Romagna ha il dovere morale e culturale di combattere questo fenomeno. Le attività antimafia in regione sono molte e partecipate, soprattutto a livello di associazionismo»Chi deve innescare il cambio di mentalità necessario a sconfiggere le mafie? La politica con l’esempio o la società civile con la protesta?«La politica è riuscita a cambiare le cose solo quando è stata sostenuta dai cittadini. La chiave è la spinta di una cittadinanza attiva in cui ognuno partecipa con il suo ruolo. La parola è un’arma che funziona contro la mafia, ma sono altrettanto importanti l’educazione dei propri figli, un’istruzione responsabile nelle scuole, le scelte di ognuno sul posto di lavoro. Non c’è bisogno di prime linee o eroi, di icone dell’antimafia, ma dell’impegno ordinario di tutti».Una politica lontana da infiltrazioni mafiose è possibile? Cosa manca alla politica per liberarsi da questo giogo?«Quando i cittadini riterranno che essere ferrei su questi temi all’interno dei partiti non sia una possibilità, ma un punto fermo su cui costruire la propria credibilità, allora potranno esistere partiti per i quali l’antimafia non sia solo un argomento a cui dedicarsi, ma un comandamento da cui partire».Sente la vicinanza delle istituzioni nella sua vita sotto scorta? E quella dei cittadini?«Per parlare di legalità è sempre necessario coinvolgere le istituzioni. E poi quelli che facevano il mio lavoro di denuncia dei poteri 500 anni fa, cioè i giullari, venivano decapitati, quindi qualche passo avanti in fatto di civiltà e sicurezza sicuramente è stato fatto. I cittadini sono quelli che sento più vicini perché, a differenza della politica, non hanno nulla da guadagnarci, anzi devono pure pagare il prezzo del biglietto».Lei ha detto di sentirsi vicino a Paolo Rossi e Dario Fo, ma la sua frase «Ridere di mafia è una ribellione incontrollabile» fa pensare più a Peppino Impastato. La sua figura è state tra le sue fonti d’ispirazione?«Io mi ritengo molto fortunato, perché ho potuto lavorare con Paolo Rossi, Dario Fo e Giovanni Impastato, fratello di Peppino, e porto con me qualcosa di tutti tre. Peppino Impastato è riuscito non solo a fare un lavoro serissimo, chirurgico, di applicazione della risata alla lotta contro le mafie, ma anche a raccontare come la denuncia antimafia fatta con il sorriso possa diventare una forza sociale. E in questo siamo vicini»Il giornalismo italiano d’inchiesta fa abbastanza per combattere la criminalità organizzata e la cultura di stampo mafioso?«Tra i giornalisti italiani impegnati in questa battaglia, forse è proprio Ilaria Alpi l’esempio più alto. Il giornalismo deve accendere l’appetito per la curiosità, che come diceva Joseph Pulitzer è la garanzia più importante per gli ingranaggi della democrazia. È sul funzionamento degli ingranaggi che c’è ancora da fare».

 

La forza del coraggio

Non c’è cambiamento che non passa attraverso il coraggio. Il coraggio della denuncia e della responsabilità. Abbiamo sostenuto il cambiamento adesso dobbiamo essere il cambiamento senza contraddizioni, senza remore e, soprattutto, disposti a cambiare e cambiarsi se necessario. La Fondazione Benvenuti in Italia scrive una lettera-appello che mi rincuora. Perché forse in questi ultimi giorni non sono stato ‘mascariato’ per niente e perché c’è tanto da fare e costruire se alcuni giovani amministratori scrivono che in casi di ombre i partiti devono chiedere e pretendere da un lato le spiegazioni del caso, magari prima dell’azione giudiziaria, e dall’altro un passo indietro. Prendiamocela, L’Italia.

Smascherare i partiti

Il nostro obiettivo è abolire la “porcata” (così definita dallo stesso ideatore della legge, il ministro Calderoli): l’aspetto più odioso di questa legge è il suo togliere ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Ma è da rigettare anche quel premio di maggioranza, che così com’è appare una vera e propria truffa, e che senza una soglia minima è tra l’altro ai limiti di costituzionalità. Arianna Ciccone e gli amici di Valigia Blu sono chiari: rivolgerci ai partiti, tutti, e prima di tutto certificare le loro intenzioni di cambiare questa legge (sarebbe già un primo passo, e in questo senso il PD ha dato chiare indicazioni). Il passo più importante sarà chiedere ai partiti, qualora fossimo costretti a votare con la legge porcata, di coinvolgere i cittadini nella composizione delle liste elettorali. Fare scegliere agli iscritti attraverso primarie a tutti i livelli. E io sono molto curioso. Non perdeteli di vista.

Israele, Regione Lombardia risponde

Incollo qui la risposta arrivata (oggi, con irragionevole ritardo) che mi arriva da Regione Lombardia nella persona dell’Assessore Romano Colozzi. Confido nella rete per le vostre opinioni e (a prima vista) per qualche inesattezza. Le nostre domande potete rileggerle qui.

Risposta ITR 2192

In relazione ai singoli quesiti, si evidenzia che Regione Lombardia non ha erogato alcun contributo in ordine all’iniziativa riportata nelle premesse dell’atto e non dispone di alcun elemento informativo utile da fornire agli interroganti.

Ciò premesso, è bene ribadire il plauso di Regione Lombardia per questa iniziativa istituzionale decisa da tempo con lo scopo di far conoscere ai cittadini e alle imprese lombarde le positività di quanto possa comportare i destini d’Israele o incrementare i rapporti tra Italia e Israele. È noto che i rapporti tra Italia e Israele sono molto positivi. Regione Lombardia intrattiene da tempo dei rapporti altrettanto positivi con Israele, che auspichiamo possano essere incrementati dal punto di vista economico, sociale e culturale, anche grazie a manifestazioni come queste.

Quanto alle recentissime polemiche sollevate da gruppi che contestano l’iniziativa, non possiamo che confermare la posizione già resa pubblica nelle scorse ore: il popolo di Israele e il paese di Israele ha tutto il diritto di poter svolgere in pace e tranquillità una manifestazione decisa da tempo con gli scopi meritevoli già espressi.

Ci sono dei diritti di libertà che non possono e non devono essere né vietati né limitati.

 

Concita che se ne va

Sarebbe una decisione infelice. Perché Concita è stata il primo falò della rivoluzione gentile ma ferma e perché ha interpretato le piazze senza sporcarsi di qualunquismo o di tatticismi politici. In un mondo (quello della stampa, per di più ‘legata’ ad un partito) che annaspa nelle mediocrità la partenza della De Gregorio ha bisogno di spiegazioni. Chiare, possibilmente.

Palla fuori campo: il crocifisso

Pensare che di cose da fare ce ne sarebbero a migliaia: una riforma dei parchi su cui l’opposizione (e un pezzo nascosto della maggioranza) sta dando battaglia, una legge sulla gestione dell’acqua da riscrivere (per fortuna) dopo i sì del referendum, scrivere il regolamento per la legge-antimafia strombazzata e non ancora partita, rivedere i drg sanitari. Invece in Lombardia si discute di crocifisso e icone religiose. È il vecchio trucco della partitella all’oratorio: se temi la partita, butti la palla fuori dal campo e interrompi il gioco.

Due pesi due misure

In politica però vale la responsabilità delle proprie azioni e dei rapporti che si stringono. Non si possono usare due pesi e due misure: inflessibili con il centrodestra e tolleranti con il centrosinistra. E non lo riscrivo io. Lo dice Gianni Barbacetto nel suo pezzo. Chissà che non cominci a passare sul serio, il concetto.

Letteratura, diritti, legalità: dal web all’incontro reale

IL BLOG LETTERARIO «NAZIONE INDIANA» ORGANIZZA UNA «TRE GIORNI» ALL’ARCI BELLEZZA

Letture, spettacoli, incontri con gli scrittori su filosofia, storia, poesia, viaggi. Con Giulio Cavalli

Una festa reale per una comunità virtuale di lettori, intellettuali e artisti: è quella del blog letterario Nazione Indiana (www.nazioneindiana.com, raccoglie note firme, da Roberto Saviano a Gianni Biondillo) che, per tre giorni, da venerdì 17 a domenica 19, proporrà all’Arci Bellezza incontri aperti al pubblico con scrittori, poeti e critici, da Helena Janeczek a Giancarlo Majorino, da Igiaba Scego ad Andrea Cortellessa. «L’abbiamo chiamata festa – spiega Gianni Biondillo – e infatti non sarà né un festival né un “evento”, ma un momento di incontro molto “easy”, rilassato, tra autori, lettori, commentatori, pubblico, perché la letteratura non è una cosa “barbosa”, anzi. Riproporremo dal vivo i temi del sito, narrazione e storia, politica e legalità, viaggi e storie di viaggio, poesia e filosofia».

Si comincia venerdì 17 con l’incontro «Scrittura e conoscenza», reading poetico e dibattito con Andrea Inglese, Giancarlo Majorino, Milli Graffi, Franco Buffoni e Italo Testa (ore 17.30), mentre alle 21.30 si parla di lingua madre con Igiaba Scego e Azra Nuhfendic, per chiudere con lo spettacolo «Patrioska» di Francesco Forlani. Sabato 18 si apre alle ore 11.30 sul tema del viaggio con Filippo Tuena e Francesca Matteoni; alle ore 17 si parla di diritti civili con Franco Buffoni e Helena Janeczek; alle 18.30 di narrazione con Andrea Cortellessa e Bruno Pischedda; si chiude con «Le storie in musica» di Alessio Lega e Marco Rovelli (ore 21.30).

Tra gli incontri di domenica, da citare quello su libri e new media con Alessandra Casella (ore 11), e quello sulla legalità con Giuseppe Catozzella e Giulio Cavalli (ore 18). Chiuderà la serata, alle 21.30, un concerto di «cantautrici indipendenti ». Per i tre giorni della festa saranno in mostra le immagini del fotoreporter Alessandro Gandolfi riprese in Ciad nei campi profughi di Moundou e a Goz Beida. E saranno esposti i quadri dell’artista Gianluca Sbrana. Per i più piccoli, sabato pomeriggio il laboratorio di scrittura e domenica pomeriggio il laboratorio d’arte.

Nazione Indiana. 17-19 giugno. Circolo Arci Bellezza. Via Bellezza 16. Ingresso libero con tessera Arci. www.arcibellezza.it.

 

http://milano.corriere.it/milano/notizie/arte_e_cultura/11_giugno_10/web-libri-che-festa-190839142538.shtml

 

Desio dalla parte giusta

Il vento è cambiato anche a Desio. Al processo Infinito questa volta la città si è presentata dalla parte giusta. E non è un segnale da sottovalutare, perché per anni abbiamo dovuto digerire i segnali che arrivavano dalla politica che faceva finta di non sapere, di non sentire, di non avere tempo e noi chiedevamo a gran voce che venisse presa una posizione. Prendere una posizione: costituirsi. Meglio se parte civile.