Giulio Cavalli
Mauro Biani disegna “La Bellezza di un Impegno”
Mauri Biani (scultore, vignettista e illustratore di diverse testate tra cui L’UNITA’ e IL FATTO QUOTIDIANO) ha “disegnato” la nostra campagna elettorale per le elezioni regionali. La serie di vignette sarà pubblicata nei prossimi giorni ed sarà scaricabile nella sezione MATERIALI. Usateli, stampateli, diffondeteli: sono il tratto del nostro Impegno.
Clicca sull’immagine per ingrandire e salvare.
Venerdì 12 febbraio: Giulio Cavalli a Milano dice no – Mobilitazione contro le mafie
Coordina: David Gentili – Comitato Antimafia dei consiglieri comunali
Introduzioni di:
Pierfrancesco Majorino – capogruppo PD Comune di Milano
Vinicio Peluffo – parlamentare PD
Intervengono:
Giulio Cavalli – attore e autore teatrale, Claudio De Albertis – presidente Assimpredil, Gabriele Ghezzi – Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia, Alberto Nobili – magistrato, Manfredi Palmeri – presidente Consiglio Comunale
L’incontro sarà concluso dagli interventi di:
Nando Dalla Chiesa – presidente onorario associazione Libera
Walter Veltroni – membro della Commissione Parlamentare Antimafia
Partecipano inoltre all’incontro:
Emanuele Fiano – parlamentare PD
Roberto Cornelli – segretario provinciale PD
e i consiglieri comunali del Partito Democratico:
Maurizio Baruffi, Giovanni Colombo, Davide Corritore, Andrea Fanzago, Marco Granelli, Carmela Rozza, Fabrizio Spirolazzi, Aldo Ugliano, Francesca Zajczyk.
Scarica il volantino in PDF (PD_Antimafia12febb2010)
Video sullo smog di Formingoni: complimenti all’auto satira goverantiva
Ho avuto il piacere d’incappare nello sportivissimo spot di Formigoni ciclista contro lo smog mentre con le auto blu al seguito si cimenta nel ruolo di cittadino modello per andare al palazzo della Regione. Oltre che aver apprezzato la pubblicità subliminale al marchio Impregilo (secondi 0.17 e 0..23) possiamo finalmente constatare come la preoccupazione e la responsabilità verso il problema del pm10 schizzi notevolmente solo in occasione delle campagne elettorali.
Oltre ad avere grande curiosità per le “presunte misure strutturali” di cui Formigoni parla, ritengo che sia importante ricordarne l’inefficacia vista i 20 giorni su 36 in cui, dall’inizio dell’anno, è stata superata la soglia d’allarme smog.
Ridurre un problema così complesso e profondo come quello dell’inquinamento atmosferico in Lombardia ad una pedalata fuori porta è il solito, prevedibile, marchettaro e rassicurante gioco dello slogan piuttosto che l’analisi e la progettazione.
Mi auguro che il Presidente Formigoni decida quanto prima di risolvere il problema nelle sedi e nei modi che sono della politica e non attraverso azioni pubblicitarie da discount.
Colgo l’occasione per invitarlo ad assistere allo spettacolo di Dario Fo sui problemi ambientali che mi pregio di rappresentare in questi giorni a Milano per ascoltare la voce d’esimi scienziati che testimoniano un’emergenza di cui non c’è nulla da ridere.
Sarà mio gradito ospite a piedi, in bicicletta, o, se ci riesce, infilandosi in uno degli strapieni mezzi pubblici di Milano.
Lo spot di Formigoni
Che fine ha fatto Prosperini?
«Ecco, sappiate che non desidero che vada più niente in onda se non c’è la mia presentazione… perché a ottobre si vota e… l’opportunità sono io che la giudico, e dico che è opportuno che il dottore (Prosperini parla di se stesso, ndr) ci sia sempre… se noi adesso facciamo una cosa, è per la campagna elettorale… non per far vedere la cosa bella!». P.G. Prosperini
Sul suo sito malinconicamente languono le sue ultime crociate politiche: raccolte firme per il crocifisso, la castrazione e il fiore all’occhiello di quell’articolo 52 bis da inserire nel codice penale perchè “La difesa legittima in luoghi privati e loro pertinenze adibiti ad abitazioni ed esercizi pubblici deve essere considerata sempre possibile indipendentemente dai metodi, dalla condotta e dai mezzi usati da colui che pone in essere la necessità di difendersi.“: i resti (deliranti) dell’attività politica di un Ras in salsa padana.
Che Pier Gianni Prosperini abbia ricevuto da Babbo Natale un bel paio di manette accusato di corruzione e turbativa d´asta (oltre ad altre amene irregolarità come l’avere fatto pagare agli elettori lombardi i manifesti elettorali dell’onorevole La Russa) è fatto arcinoto. Forse si sa un po’ meno che l’assessore Prosperini è stato sostituito dalla deputata Pdl – e oggi neoconsigliere regionale lombardo- Paola Frassinetti, avvocato genovese di 53 anni, che si è subito messa in luce chiedendo l’istituzione di un albo nazionale per le associazioni autorizzate a parlare nelle scuole della tragedia delle foibe per evitare che «come purtroppo è già successo in passato, negli istituti a parlare del dramma dei confini orientali vadano associazioni comuniste che, avvalorando tesi riduzioniste, arrivino al paradosso di cercare di dar ragione agli aguzzini anziché alle vittime». Ma non è questo il punto.
Pier Gianni Prosperini è stato assessore in Regione Lombardia e quindi uomo di fiducia di Roberto Formigoni: quello stesso Formigoni che oggi si ripresenta con il sorriso al borotalco sui manifesti per l’ennesimo mandato elettorale di un sultanato lombardo che ha superato i tempi fisici del “mandato” per sfociare in “un’epoca” di governo, coccolato da Comunione e Liberazione e il suo ramo confindustriale Compagnia delle Opere. La decisione di un arresto cautelare non può (e non deve) essere un timbro di colpevolezza assodata; certo pone degli interrogativi che sono almeno politici. Mentre Formigoni e le truppe pidielline colgono la palla al balzo per la solita accusa di giustizia ad orologeria, mentre il centro destra si interroga se sia il caso o no di permettere la candidatura all’ex assessore, rimane di fondo una domanda: qualcuno si è accorto che oggi, come nel 1992, c’è in carcere un assessore accusato di quegli stessi reati dei bei tempi craxiani? E’ possibile che l’esercizio lombardo alla distrazione sia riuscito a non chiedere risposte (o almeno opinioni) politiche al sempreverde Formigoni? Lui dirà: tocca alla magistratura dare risposte. Quella magistratura che però secondo la sua stessa tesi non è credibile perchè politicizzata.
E così ricomincia il gioco sadico di del Lombardismo: accuse, spot (strapagati con soldi e ombre), propagandismo e sempre nessuna presa di responsabilità politica. Alle solite.
Intanto Prosperini è stato “licenziato” (come nei partiti azienda che si rispettino) da una nota di Palazzo Chigi del 21 gennaio scorso. Formigoni l’ha ufficialmente scaricato nella seduta del Consiglio Regionale del 18 dicembre dihiarando “Infine, come il Presidente De Capitani ha dato notizia, ho trasmesso al Presidente De Capitani nella giornata di ieri il Decreto da me firmato che dispone l’assunzione da parte mia dell’esercizio di tutte le funzioni e le attività connesse all’ambito delle materie oggetto dell’incarico attribuito al sig. Piergianni Prosperini”. Comunque vada a finire l’inchiesta e il processo, l’obbligo di un Presidente regionale dovrebbe essere altro che dettare comunicati stampa contenitivi.
Presidente Formigoni, che fine ha fatto (politicamente) Prosperini?
Il doppio gioco del doppio incarico
Ieri si è ufficialmente deciso che per un deputato è legittimo esercitare il doppio incarico di parlamentare e sindaco o presidente negli enti locali. La giunta per le elezioni della Camera ha dichiarato a maggioranza (8 voti contro 3) compatibili i 9 onorevoli-amministratori targati Pdl e i 3 leghisti. Mettendo la parola fine all’istruttoria aperta nel 2008. Intanto i nomi: gli infaticabili sono i pidiellini Maria Teresa Armosino, presidente della Provinica di Asti, Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, Edmondo Cirielli, quello della omonima legge sulla prescrizione, presidente della Provincia di Salerno, Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, Antonello Iannarilli, presidente della Provincia di Frosinone, Giulio Marini, sindaco di Viterbo, Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia, Marco Zacchera, sindaco di Verbania. E infine altri due leghisti, Ettore Pirovano, presidente della Provincia di Bergamo e Roberto Simonetti della Provincia di Biella. Daniele Molgora nel campo invece risulta addirittura un fuoriclasse: è deputato del Carroccio alla Camera, sottosegretario all’Economia al fianco di Giulio Tremonti e presidente della Provincia di Brescia. Il tutto condito (manco a dirlo) con la triplice compensazione economica. Del resto i bonifici (a differenza degli intestatari dei conti correnti) hanno, loro sì, la capacità di essere onnipresenti comunque.
Del resto a Milano abbiamo già il fulgido esempio di Lucio Stanca che (nonostante il cognome) si sdoppia tra la sua attività di parlamentare e quella bazzeccola di impegno come amministratore delegato della SoGe (la società di gestione di Expo). Da quando è ad infatti le presenze in aula del deputato sono crollate. Nel 2008 ha partecipato al 98,26% delle votazioni in aula, 113 su 115. A ottobre 2009 Stanca è mancato al 95,78% delle votazioni. Alla domanda posta da una giornalista di Repubblica ha risposto: “Devo rispondere ai miei elettori e al gruppo del Pdl, non certo a Repubblica. Lo scriva, lo scriva bene ‘non certo a Repubblica’” aggiungendo “Certo che sprecate molta carta, eh? Queste sono le mie responsabilità: gli elettori del Pdl e il gruppo del Pdl, non Repubblica”.
Il doppio ruolo è uno scippo all’impegno. Il gioco tutto in difesa di occupare poltrone per non avere il problema di dovere scegliere a chi cederle. Il gioco infame di occupare togliendo spazio alla partecipazione, elemento essenziale della libertà.
Mentre i cacicchi continuano a spandersi come gelatina sulle poltrone prevedibilmente si alzerà l’ennesima levata di scudi ma poichè l’esercizio dell’osservazione non è strumentale nè strumentalizzabile, sarebbe meglio che alcuni professionisti dell’indignazione facile si guardassero le tasche prima di dare fiato alle trombe. Accanto a questi esempi più eclatanti infatti ne esistono di più sommersi ma non per questo meno infimi: il gioco di occupare gli spazi con truppe cammellate per impedire la partecipazione e l’iniezione di energie nuove è una malattia presente anche nella pratica del partitismo italiano, nella costruzione coatta di “gradimento obbligatorio a cascata” e nel “divide et impera” della vecchia politica dei politicanti ciclicamente riciclati.
La responsabilità della solidarietà si annaffia con l’apertura. Comunque. E in tutti i campi.
Un impegno per l’ambiente da portare in Regione
Come mi è capitato spesso di ripetere durante questo inizio di campagna elettorale sono convinto che la mia candidatura e il mio eventuale ruolo in Regione Lombardia debbano significare soprattutto l’essere il portatore responsabile delle proposte del mondo dell’associazionismo e della cittadinanza attiva che da anni lavorano per il territorio. Per questo ho studiato con attenzione il progetto di legge degli amici di Legambiente Lombardia e, fin da subito, ho deciso di assumermi l’impegno di garantire il mio personale sostegno perchè possa diventare quanto prima legge a tutela dell’ambiente. della qualità della vita e delle generazioni future della Lombardia. Credo che le associazioni siano l’espressione più democratica delle “primarie” tra i cittadini poichè si costruiscono la propria credibilità solo con il consenso del territorio. Questa sarà la prima di una serie di proposte di legge che annunceremo in campagna perchè sia scritta chiaramente la nostra attività all’interno del Consiglio Regionale, riprendendo l’invito che fece già Micromega di dichiarare fin dalla campagna elettorale i propri obbiettivi senza proclami, slogan o linee guida confuse e inconsistenti.
PROGETTO DI LEGGE N. 0409
di iniziativa di Damiano Di Simine Presidente LegambienteLombardia
______
“Norme per il contenimento del consumo di suolo e
la disciplina della compensazione ecologica preventiva”.
Per lungo tempo l’attività edilizia, in un passato ormai lontano, è stata strettamente associata ad una contestuale attività di costruzione di spazi urbani di convivenza e di socialità, nonché di produzione e scambio economico connesso ad una attività agricola e forestale di cura del suolo.
Da tempo questa contestualità è venuta meno: gli edifici spesso si appoggiano alle infrastrutture come oggetti isolati, senza costruire spazi urbani e l’attività edificatoria è ormai totalmente separata dall’attività di cura del suolo. Le stesse infrastrutture si appoggiano alla terra senza che ci si domandi quali rapporti mutano e quali effetti producono.
E’ quindi urgente riattivare un circuito virtuoso tra attività edilizia e ricostruzione della natura, non solo per ragioni ecologiche, di per sé già sufficienti, ma anche perché gli spazi aperti con forte contenuto naturalistico sono oggi più che mai elementi decisivi per definire l’abitabilità, la vivibilità e la qualità di un territorio. Essi, combinandosi con la conduzione agricola nel disegno di un territorio, devono concorrere a ripristinare un paesaggio in cui le comunità ritrovino le coordinate di una identità smarrita nella crescita senza freni degli ultimi decenni.
L’obiettivo di questo progetto di legge è pertanto duplice:
– da un lato limitare l’uso edificatorio del suolo, evitando di produrre in tutto il territorio disponibile livelli di urbanizzazione che in alcune parti della regione hanno già raggiunto la non sostenibilità,
– dall’altro legare ogni attività edificatoria su suolo libero ad una contestuale attività di costruzione di natura e di ambiente negli spazi aperti.
La presente proposta di legge intende informare l’attività edilizia ad un principio di responsabilità: ogni trasformazione territoriale che determini alterazione o copertura permanente di suolo deve farsi carico dell’impatto determinato sull’ambiente in cui viene consumata una quota di risorsa-suolo. Ogni ipotesi di trasformazione si accompagna così ad un processo di valutazione della sostenibilità dell’intervento che la richiama.
Questo processo, riferito al momento della pianificazione, si traduce in una attenta valutazione sulla reale necessità di trasformare irreversibilmente un determinato suolo, anziché localizzare la funzione prevista in aree dismesse o sottoutilizzate.
Quando, alla fine del processo di valutazione, si giunge alla conclusione che l’occupazione di suolo libero sia inevitabile, interviene, nel progetto di legge, l’obbligo a carico del trasformatore di controbilanciare tale impatto a carico del trasformatore (pubblico o privato che sia), cedendo alla collettività – in altri lotti, in un intorno territoriale limitato al Comune – un credito ecologico.
Questo credito ha la funzione di compensare quella sottrazione di valori ambientali e paesaggistici connessi all’esistenza di una data porzione di suolo e che, pur con tutte le soluzioni mitigative poste in essere in fase progettuale, rimane da risarcire.
La compensazione ecologica preventiva agisce su due fronti: da un lato disincentiva il consumo di suolo e dall’altro trasferisce risorse al potenziamento e al consolidamento delle funzioni ambientali dei suoli liberi.
Il processo compensativo appena descritto è assimilabile a quella che fu l’introduzione degli oneri di urbanizzazione per la realizzazione dei servizi pubblici urbani. Se nel passato vi è stata necessità di condizionare il permesso di costruire alla fornitura di beni sociali (infrastrutture e servizi) necessari per l’abitare, oggi – in un periodo di evidente deficit ambientale ed ecologico e di risorse territoriali in genere – è indispensabile attribuire ad ogni trasformazione di suolo libero una responsabilità ambientale che si traduca in una sorta di onere ecologico, attraverso il quale si possa generare nuova natura, altrove rispetto alla trasformazione, concorrendo a generare una dotazione ambientale.
L’esigenza di minimizzare il consumo di suolo, spesso associata all’idea di migliore utilizzo dell’esistente, è già contenuta in diverse fonti legislative. Non esiste però una norma che, in tal senso, vada oltre il valore di indirizzo o orientamento.
La presente proposta di legge scaturisce dalla necessità di conferire cogenza a idee ormai ampiamente condivise, la cui attuazione pare non più eludibile. Infatti oggigiorno l’espansione urbana avviene a spese di territori che in molte zone della regione sono le ultime aree disponibili e che, più in generale, l’erosione di valori ecologici e identitari, connessa alla compromissione di suolo e paesaggio, genera seri problemi ambientali, ma anche di coesione sociale e riconoscimento comunitario, traducibili anche in un danno economico. Siamo di fronte ad una progressiva perdita di patrimonio comune non ripristinabile, rispetto alla quale il legislatore è chiamato ad introdurre regole nuove, a tutela delle attuali e delle future generazioni.
Trattando di consumo di suolo, appare utile completare questa relazione con una definizione di “suolo”, che tra le tante disponibili, ci sembra la più pertinente: ‘il prodotto della trasformazione di sostanze minerali e organiche, operata da fattori ambientali attivi per un lungo periodo di tempo sulla superficie della Terra, caratterizzato da specifica organizzazione e morfologia, capace di provvedere allo sviluppo delle piante superiori e, pertanto, di assicurare la vita all’uomo e agli animali’. Tale definizione, tratta dalla vasta letteratura di scienze del suolo, ha oggi, nel nostro Paese, rilevanza meramente accademica, in quanto a tutt’oggi la nostra legislazione non attribuisce al suolo uno specifico ‘statuto’, che ne giustifichi una tutela in quanto risorsa ambientale limitata, non rinnovabile e pienamente ascrivibile alla categoria dei beni comuni, e che pertanto informi, tra le altre, la disciplina relativa alle trasformazioni delle superfici fondiarie.
Questa proposta di legge si muove nella direzione di un riconoscimento anche culturale prima che formale del bene suolo, con la consapevolezza che riconoscere a questa risorsa il pieno significato di ‘patrimonio comune’ (in questa sede come appannaggio della comunità regionale ma estendibile all’intera umanità, ferma la definizione di cui sopra) costituisce un imperativo non più rinviabile di riforma legislativa, che deve poggiare su adeguati principi di diritto nazionale e internazionale.
Non si tratta di introdurre nella legislazione lombarda una innovazione assoluta, poiché in Europa operano già da tempo leggi che attuano i medesimi principi, affrontando la tutela del suolo su un piano di regole, azioni e obiettivi, e dove il principio della compensazione ecologica preventiva è già strumento pienamente operativo.
De Magistris tra leggi vergogna, elogi ai pregiudicati ed elezioni regionali
Luigi De Magistris, eletto parlamentare europeo, è ora anche Presidente della Commissione per il controllo dei bilanci. Strano segno del destino. Dopo aver dovuto abbandonare il suo lavoro di pm anche per aver indagato, con la sua inchiesta Poseidon, su un presunto uso illecito di denaro pubblico legato agli aiuti comunitari per 200 milioni di euro, oltre che per aver portato alla luce, con Why not e Toghe lucane, un intreccio oscuro tra imprenditoria, politica e settori della magistratura, la cosiddetta “Nuova P2”, oggi si ritrova proprio a poter controllare e garantire la trasparenza dell’investimento dei finanziamenti comunitari nei paesi aderenti all’Ue, in primo luogo l’Italia, dove la dilapidazione del denaro pubblico è una costante da decenni, provocata dall’ingordigia e dall’inettitudine di una classe dirigente corrotta, al servizio di loschi comitati d’affari, che si spartisce la torta degli aiuti destinati allo sviluppo e alla crescita delle zone più disagiate e povere del nostro paese.
Il fallito attentato a Crocetta è la foto della loro indegnità
Le notizie dell’ultimo ed ennesimo attentato pianificato ai danni del sindaco di Gela e deputato al Parlamento Europeo Rosario Crocetta dimostrano, se ce ne fosse bisogno, la pavidità e la bassezza umana della mafia gelese di fronte alla schiena dritta e lo sguardo fiero della buona politica per la legalità coltivata con impegno e senza proclami.
Con Rosario ho l’onore di avere cominciato una battaglia politica e culturale contro questo cancro indegno che avvelena il nostro paese nascondendosi tra le pieghe dell’indifferenza e dell’irresponsabilità.
Con Rosario ho imparato a sopportare le difficoltà della mia vita violentata nella tranquillità fino a costringermi all’essere scortato, osservando la sua dignità nell’affrontare i pericoli a cui e’ quotidianamente esposto.
Con Rosario ho capito l’importanza di essere vigili, prima che vigilati.
Per questo lo abbraccio restituendogli tutta la forza che mi ha sempre assicurato. Sappia la mafia gelese (che sia Stidda o Cosa Nostra) che quest’ultimo ululato vigliacco ci rafforza nella nostra voglia di contrastarla, raccontarla e rinchiuderla nella latrina che e’ l’unico suo luogo possibile, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione a dispetto di qualsiasi pallottola e qualsiasi bomba; in Italia, in Sicilia, e personalmente ancora di più nelle pieghe lombarde in cui tenta malamente di nascondersi. Sappiamo i nomi, sappiamo le facce, e da oggi le urleremo ancora più forte. Senza paura.
Giulio Cavalli
Giulio Cavalli ospite a LA7 di NDP
Giulio Cavalli ospite di Antonello Piroso a NIENTE DI PERSONALE legge un estratto dello spettacolo A 100 PASSI DAL DUOMO
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