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Giulio Cavalli

La risposta dell’assessore sulla discarica di Cavenago d’Adda

Scheda Interrogazione ITR3068 del 31/03/2011 – Discarica di Cavenago d’Adda

Consiglieri Patitucci, Cavalli, Sola, Zamponi (IdV): risposta orale in VI Commissione

Oggetto Interpellanza (Assegnata alle DG Territorio, Sistemi Verdi e Ambiente):

Richiesta agli Assessori competenti di essere informati su: 1) presenza di zona di pregio ambientale vicino alla discarica; 2) eventuali perdite di liquami dall’impianto; 3) rispetto distanze tra impianto e Parco Adda Sud; 4) verifica del rispetto delle prescrizioni regionali; 5) esistenza di progetti di ampliamento dell’impianto; 6) eventuali osservazioni di Regione Lombardia a progetti di ampliamento; 7) attività ispettiva di ARPA sull’impianto e determinazioni dell’Autorità Giudiziaria; 8) esistenza di un acquitrino permanente e sua origine; 9) valutazione di alternative ad ipotesi di ampliamento, come da Direttiva 2008/98/CE.

Elementi di Contesto:

La discarica in questione tratta Rifiuti Solidi Urbani ed è attiva dalla metà degli anni ’80. Successivamente sono stati autorizzati da Regione Lombardia alcuni ampliamenti e varianti (1995 1 e 2008 2). Attualmente la competenza autorizzatoria è in capo alla Provincia di Lodi, ai sensi dell’art. 16 della l.r. 26/03 e s.m.i.

Punti di Attenzione: (già integrati i contributi degli Assessori Colucci e Raimondi, per ARPA)

  1. D: Se Regione Lombardia sia a conoscenza della presenza di una zona di pregio ambientale adiacente alla discarica.

R: DG Sistemi Verdi e Paesaggio – la discarica è limitrofa al Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT2090007 “Lanca di Soltarico”, nonché Zona di riserva naturale “Lanca di Soltarico” del piano territoriale del Parco Adda Sud.

  1. D: quale sia l’attuale stato della perdita di liquame segnalato dalla stampa locale nel 1994.

R: ARPA – L’episodio citato si riferisce probabilmente al rinvenimento di significative quantitatà di liquidi all’interno del sistema di monitoraggio posto al di sotto del telo di impermeabilizzazione del primo lotto della discarica. Le indagini a suo tempo svolte dalla A.S.L. di Lodi e dalla Provincia di Milano consentirono di accertare la connessione – sia quantitativa che qualitativa – tra percolato e liquido nel sistema di monitoraggio, dovuta alla presenza di lesioni di modeste dimensioni nel telo a protezione delle pareti dell’invaso, successivamente riparate, nonché ad una serie di concause quali: assenza di sistemi di contabilizzazione dei quantitativi di percolato prodotti ed estratti dal corpo della discarica, mancata asportazione in continuo del percolato prodotto – con conseguente accumulo di elevate quantità di liquido al fondo della discarica -, insufficienza del drenaggio in corrispondenza degli argini perimetrali del lotto, smaltimento con frequenza non adeguata del percolato prodotto, ricircolo dello stesso sulla discarica, con ulteriore aggravio delle condizioni di battente sul fondo della discarica. Inoltre, le avverse condizioni atmosferiche verificatesi nel corso dei lavori di realizzazione del 2° stralcio del primo lotto della discarica (autunno 1993) causarono danni sia alle opere già realizzate che a quelle in fase di approntamento, dilavamento del fronte di scarico e delle superfici scoperte, forte accumulo di acque meteoriche e percolati sul fondo dell’invaso, infiltrazioni degli stessi nel sistema di drenaggio sottotelo. La situazione andò progressivamente normalizzandosi a partire dal dicembre 1994, grazie all’incremento dei volumi di percolato conferiti ad impianti esterni autorizzati, all’avvenuto ripristino del sistema di regolazione automatica del livello di percolato nel pozzo di raccolta e dell’efficienza dei drenaggi laterali, con conseguente sostanziale azzeramento del battente di liquido sul fondo del primo lotto. Risulta infatti che a giugno 1996 il liquido presente nel sistema di monitoraggio sottotelo del primo lotto della discarica fosse appena sufficiente a prelevare un campione da sottoporre ad analisi, pur in presenza di eventi meteorici di forte intensità. Si segnala inoltre che i monitoraggi svolti mediante l’apposita rete di controllo piezometrico sulla qualità delle acque sotterranee a valle della discarica non evidenziarono variazioni significative degli indici di inquinamento. DG Territorio – già nel 1995, con l’autorizzazione1 alla realizzazione del II e III lotto, erano state impartite comunque puntuali prescrizioni per la messa in opera di sistemi di raccolta e controllo del percolato, volti all’eliminazione delle problematiche evidenziate: “…dovrà essere prioritariamente messa in esercizio la vasca definitiva di raccolta del percolato, da 310 mc, eliminando contestualmente quella provvisoria del sub settore 1A”. I successivi provvedimenti autorizzatori, rilasciati da Regione Lombardia, da Provincia di Lodi nonchè con ordinanza Prefettizia, hanno potuto verificare la realizzazione e l’efficacia di tale prescrizione;

  1. D: se Regione Lombardia abbia verificato il rispetto delle distanze tra la discarica e il Parco Adda Sud previste dalle normative vigenti.

R: DG Territorio – il sedime della discarica, per quanto risulta agli atti, è esterno al perimetro del Parco Adda Sud e rispetta le distanze minime previste dalla normativa vigente. Tra l’altro, ad esempio, nell’istruttoria del 2008 finalizzata al rilascio dell’autorizzazione di variante2, venne valutato l’arretramento del cancello di accesso all’impianto proprio per garantire il rispetto delle distanze dal limite del Parco;

  1. D: se Regione Lombardia ha verificato il rispetto delle prescrizioni/raccomandazioni indicate con decreto n. 9644 del 23 giugno 2005.

R: DG Territorio – il citato decreto 9644 del 23/06/05 è il provvedimento di pronuncia di compatibilità ambientale sulle varianti proposte e non quello di approvazione2 delle varianti medesime, il quale ha comunque recepito le prescrizioni del provvedimento VIA. La verifica del rispetto delle prescrizioni contenute nel provvedimento autorizzatorio è di competenza di ARPA, trattandosi di impianto soggetto ad AIA;

  1. D: se Regione Lombardia sia a conoscenza di un ulteriore progetto di ampliamento della discarica.

R: DG Territorio – la competenza autorizzatoria, ai sensi dell’art. 16 della l.r. 26/2003 e s.m.i., è passata dal 1 gennaio 2008 alla Provincia di Lodi, territorialmente competente: eventuali nuove istanze di ampliamento devono quindi essere presentate alla Provincia stessa; da informazioni assunte per le vie brevi presso i competenti uffici della Provincia di Lodi, non risultano al momento essere state depositate istanze di ampliamento della discarica in questione.

  1. D: se Regione Lombardia, in relazione al progetto di ampliamento, abbia espresso osservazioni e/o valutazioni (ed in caso di risposta affermativa quali) in relazione alle prescrizioni di cui all’art.6, comma 2 della l.r. n. 22/1994 denominata “Piano Territoriale di coordinamento del parco naturale dell’Adda Sud”.

R: DG Territorio – come per il punto 5, non risulta depositata alcuna istanza di ampliamento; Sistemi Verdi e Paesaggio segnala che l’art. 6 del Piano Territoriale di coordinamento del Parco, approvato con l.r. 22/94, suggerisce, sotto forma di indirizzo per la pianificazione comunale, di non insediare nuove industrie insalubri in zone limitrofe al Parco: si tratta pertanto di indirizzi e non di prescrizioni.

  1. D: Se Regione Lombardia sia a conoscenza dell’attività ispettiva dell’ARPA poc’anzi citata e se sia a conoscenza delle determinazioni assunte dall’Autorità Giudiziaria investita della questione.

R: DG Territorio – a fronte della specifica competenza provinciale, gli esiti delle attività ispettive di ARPA vengono trasmessi, per l’adozione di eventuali provvedimenti di competenza, alla Provincia di Lodi e non a Regione Lombardia. ARPA segnala che le proprie attività di controllo svolte nel corso del 2010, mediante rilievi plano-altimetrici, hanno accertato il superamento delle quote massime consentite a fine conferimento rifiuti sui settori da 1 a 6, 7 (pro parte) e 8 (pro parte) della discarica, con conseguente segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria e alla Provincia di Lodi. A seguito di diffida da parte della Provincia di Lodi3, il Gestore ha presentato il 25 ottobre 2010 il cronoprogramma degli interventi di riprofilatura prescritti e della chiusura definitiva dei settori esauriti; la proposta è stata successivamente integrata, il 29 dicembre 2010, da nuove tavole relative ai lavori in progetto. La Provincia di Lodi ha approvato il 15 aprile 2011 il progetto presentato da ECOADDA S.r.l. che, con nota del 28 aprile 2011, ha comunicato l’avvio dei lavori di chiusura definitiva, operazioni in merito alle quali è previsto che ARPA effettui i controlli di competenza.

  1. D: se Regione Lombardia sia a conoscenza dell’esistenza di un acquitrino permanente e quale ne sia l’origine.

R: ARPA segnala che su un’area esterna all’impianto, posta tra il perimetro dello stesso e il S.I.C. “Lanca di Soltarico” è effettivamente presente da tempo un acquitrino, la cui entità varia in funzione delle precipitazioni atmosferiche. La causa della sua formazione è ragionevolmente da ricondurre allo stoccaggio temporaneo su quell’area di terreni a prevalente granulometria sabbioso-limosa, derivanti dagli scavi dei diversi lotti della discarica, nonché di materiali argillosi poi utilizzati per realizzare la barriera di impermeabilizzazione del fondo e delle pareti della discarica stessa. Il deposito e la movimentazione di tali materiali, ora non più presenti, hanno formato uno strato di terreno compattato che ostacola il regolare drenaggio delle acque meteoriche, favorendone il ristagno superficiale.

  1. D: se Regione Lombardia, in relazione all’ultimo progetto di ampliamento della discarica, ha vagliato altri progetti maggiormente compatibili con quanto indicato dalla Direttiva 2008/98/CE.

R: vedi punto 5: nessuna istanza di ampliamento depositata.

 

Note:

1 – DGR n. 1542/1995

2 – d.d.s. n. 10423 del 22 settembre 2008

3 – diffida Provincia di Lodi n. REGDE/2039/2010 del 14 ottobre 2010

 

15 luglio, Giulio Cavalli a Boves per RESTIAMO UMANI

Per volere e saper costruire un mondo più giusto servono persone umane: capaci di sentire l’altro dentro di se’. Capaci di comprenderlo senza ridurlo. Capaci di simpatia.

Che cosa è questa “Simpatica umanità”? Cosa ha prodotto di buono nella storia? Come ci si educa?

Su questo i giovani di ACMOS rifletteranno, incontreranno, manifesteranno

Giovedì 14

ore 21 serata di apertura con la mamma di Vittorio Arrigoni (Presso il teatro Borelli. Aperta al pubblico)

Venerdì 15

mattina:

lavoro a gruppi a partire dalla questione: “Io-simpa. Cosa nella mia vita mi provoca la risonanza umana? Perchè? Come si traduce?

Il lavoro potrebbe prendere la mosse da un’ora di riflessione personale, animata da un dossier consegnato ad ognuno, contenente spunti giornalistici/narrativi che sollecitino la riflessione sul mondo (fame, guerra, migrazioni, precarietà, malattia, solitudini…).

Pomeriggio:

Cosa ha prodotto di buono la “Simpatia Umana”? Lo chiediamo a Cesare Damiano mettendo al centro la storia del lavoro. Il lavoro inteso come paradigma della umanità culturale di una certa società in un certo periodo storico. Intervento suo + gruppi + dibattito. Incontro pubblico

Sera:

Giulio Cavalli. (Al Borelli. Pubblico)

Sabato 16

Mattina:

Cosa ha prodotto di buono e come è stata negata la “Simpatia Umana”. Proposta dal CSS: ancora sul versante positivo, per dare continuità al contributo di Cesare Daniano (non c’è solo il lavoro come paradigma…) e poi sul versante negativo (quali idee e progetti politici hanno negato la Simpatia Umana: dal nazismo al reato di clandestinità). Immagini… spunti.. lavoro a gruppi..

Pomeriggio:

Simpatici non si nasce… ma si diventa” ne parliamo con Fabio Geda che ci propone riflessioni e laboratori. (incontro pubblico)

Sera:

Fiaccolata conclusiva per Boves…

Domenica 17

Mattina:

la prossima Campagna per la Cittadinanza

IL MODULO PER ISCRIVERSI SULLA PAGINA DI ACMOS

 

Questa sera

Dal Corriere Massimo Bubola e Giulio Cavalli, una coppia inedita, sul palco del Carroponte (via Granelli 1, Sesto San Giovanni, ore 21, 10 euro) «per raccontare una resistenza che è già stata scritta ma che ha bisogno di essere ricordata» . L’attore e il cantautore, saranno preziosa spalla uno dell’altro per «Si sono presi il nostro cuore» . Una serata di parole e musica con testi e ballate scritti di proprio pugno, alternate da testimonianze firmate da autori come Allan Poe e Pasolini, Virgilio e Blake, Edoardo de Filippo e Primo Levi. In apertura di serata «letture resistenti» a cura dell’Anpi Tom Benetollo di Milano. (l. gr.)

Mauro Rostagno. Oggi.

Ma certo è curioso che ad appena sette mesi da quella deposizione, di fronte al cadavere di Rostagno, allo stesso carabiniere Cannas e ai suoi superiori non sia venuto in mente di approfondire anche le relazioni tra mafia e massoneria di cui il giornalista s’era interessato. Né se ne trova traccia nei successivi rapporti ai giudici. I carabinieri preferirono concentrarsi sulle «irregolarità» all’interno della comunità, poi sui tossicodipendenti allontanati da Saman, tralasciando l’ipotesi mafiosa… Seguire gli sviluppi del processo Rostagno è un vaccino.

Un tranquillo pomeriggio di paura

Sarà il caldo o sarà la voglia di polemizzare solo per meritarsi un ritaglio in penultima pagina. O forse perché un giorno qualcuno mi rimproverava che non si può mica fare politica con la poesia, solo Vendola ci riesce e anche male, ma questo pomeriggio mette i brividi di freddo. Perché la discussione su Tabacci e il doppio incarico (che trovo anche giusta di fondo) viene rimarcata da chi ha mantenuto il doppio incarico per vedere come finivano i ricorsi (parlo anche di colleghi bresciani in Regione) e oggi sale sull’altare degli inquisitori. Intanto Penati si dimette (con qualche anno di ritardo) dalla Provincia per un senso di realtà improvvisa. Pensavo fosse finita, poi alle 15 è uscito il pezzo che ci dice che IDV svolta e dice sì all’alleanza con Casini.

Il pianto delle bambine

Le figlie perdute della Cina (ed. Longanesi) di Xinran è un dolore tenuto sul comodino. Il dolore sordo delle bambine scomparse in Cina (alcune stime parlano di cento milioni) e il dolore acuto delle madri. Le nuove generazioni di ragazze di campagna tengono le bambine e vanno a lavorare altrove. Ma per le loro famiglie di origine, le femmine sono ancora una sciagura. Purtroppo la pratica dell’infanticidio delle figlie non è ancora scomparsa. Ho visto con i miei occhi, nelle campagne, le vasche a due livelli usate per lavare i maschi o affogare le femmine.

 

Mai più alle urne con questa legge

“Mai più alle urne con questa legge”, l’appello di Libertà e Giustizia lanciato a giugno scorso, ha raccolto il sostegno di molti intellettuali e l’adesione convinta di numerosi cittadini. Ora però serve una grande mobilitazione. Libertà e GiustiziaValigia Blu rilanciano l’idea di un’alleanza della società civile, singoli cittadini e movimenti organizzati, pronti a farsi promotori di una campagna di sensibilizzazione attraverso il web, gli organi di informazione, le piazze. Il primo passo per avere eletti e non nominati, teste e non schiacciabottoni. Sono curioso di vedere chi l’appoggia davvero. Perché fa comodo a (quasi) tutti.

 

Abbiamo portato Freedom Flottilla in Regione Lombardia

Purtroppo non posso essere presente quest’oggi alle 13.30 alla Sala Stampa di Regione Lombardia per la conferenza stampa di Maria Elena Delia (Coordinatrice di International Solidarity Movement Italia e Freedom Flottilla Italia) e Francesco Giordano (Coordinatore di Freedom Flottilla e Forum Palestina). Voglio essere comunque presente con queste poche righe perché credo che oggi con questo incontro si recuperi finalmente quello spirito di equilibrio, pluralità di voci e apertura d’angolo che in molti hanno chiesto in queste ultime settimane. Partiamo subito da un punto fermo: il racconto di pochi esagitati che boicottano la manifestazione L’Israele che non ti aspetti: Unexpected Israel per aprioristiche questioni di bile e odio è un’immagine che vende solo sulle bancarelle del giornalismo più superficiale e banalizzante. Regione Lombardia e gli enti promotori hanno tutto il diritto di organizzare (assumendosene tutte le responsabilità politiche ) gli eventi che ritengono più opportuni ma non hanno il diritto di tacere e sottrarsi alle legittime richieste di chi (più o meno consapevolmente) ne paga il conto. Abbiamo chiesto a Regione Lombardia i termini contrattuali ed economici di questa manifestazione e non abbiamo ricevuto nessuna risposta: un silenzio che (a ridosso dell’evento) non aiuta a sciogliere le riserve tecniche e politiche, prima ancora che ideologiche.

Se il diritto-dovere alla pluralità è un atto di intelligenza e sensibilità politica; parlando di Israele (e Palestina) diventa un obbligo umanitario. Perché, credo, che non ci si possa non interrogare sulle decine di leggi che discriminano direttamente e indirettamente il milione e mezzo di Palestinesi che vivono al suo interno, perché non ci si può non interrogare sull’esistenza ancora oggi di leggi israeliane che vietano il matrimonio interreligioso (che rimanda subito al Sudafrica e all’Apartheid), ed il ricongiungimento famigliare nei matrimoni che riguardino Palestinesi orginari da Israele e Territori Occupati. Perché questi giorni potrebbero essere per l’occasione di discutere di una legge (Law of Return, 1950) che sancisce che qualsiasi cittadino ebreo nel mondo possa ricevere automaticamente la cittadinanza israeliana, mentre lo proibisce ai palestinesi che in quelle terre possiedono ancora parenti, case, terre, in contravvenzione con il diritto internazionale che prevede il Diritto al Ritorno dei profughi, riconosciuto in molteplici risoluzioni ONU. Perché nel nostro ruolo politico dobbiamo prendere posizione sull’identificazione religioso/razziale nella carta di identità, attraverso un codice numerico, che vige in Israele (e che ciclicamente qualche esagitato minaccia anche in Italia).

Per questo (o per i 2500 minori arrestati e i 1500 civili uccisi) oggi più che mai ritengo che sia un mio dovere dare voce proprio all’interno di Regione Lombardia anche all’altro volto. Perché mi ostino a non accettare il silenzio imposto ad una delle parti e perché credo che il mio dovere istituzionale e politico sia proprio dare voce.

In una Regione Lombardia che non ha speso un minuto per la morte di Vittorio Vik Arrigoni (se non nelle bave di qualche corsivo) mi piace pensare che la Freedom Flottilla simbolicamente salpi proprio da qui.

Giulio Cavalli