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Giulio Cavalli

Operazione DIA a Trezzano sul Naviglio: la mafia c’è ed è bipartisan

Gli arresti di oggi a Trezzano sul Naviglio nell’ambito dell’operazione “Parco Sud” ai danni dell’ex sindaco Pd di Trezzano sul Naviglio Tiziano Butturini, marito dell’attuale sindaco Liana Daniela Scundi, oggi presidente del Cda di Tasm e di Amiacque (aziende pubbliche che si occupano della tutela e della gestione delle risorse idriche nel milanese), e l’ex assessore al lavori Pubblici dello stesso Comune, oggi consigliere comunale Pdl e nel Cda di Tasm, Michele Iannuzzi dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come la ‘ndrangheta sia servita e riverita da politici di ogni posizione politica. La vera discriminante non sta nell’appartenere a questo o quello schieramento politico quanto piuttosto alla codardia famelica di amministratori che di fronte ad una offerta corruttiva decidono di svendere il proprio ruolo alimentando il potere imprenditoriale di omuncoli di ‘ndrangheta come i Barbaro-Papalia.

Siamo passati dal negazionismo alla contrattazione sottobanco. Mentre la politica palleggia tra presunti allarmisti e mediatori per convenienza, tra analisi strumentali e mistificazioni coprenti. E tutto intorno non si alza nemmeno la polvere.

Software libero: un bene comune da proteggere e sviluppare

Accetto con piacere ed impegno di firmare il PATTO PER IL SOFTWARE LIBERO proposto nell’ambito dell’iniziativa CARO CANDIDATO. Il concetto di software libero discende naturalmente da quello di libertà di scambio di idee e di informazioni. Negli ambienti scientifici, quest’ultimo principio è tenuto in alta considerazione per la fecondità che ha dimostrato; ad esso infatti è generalmente attribuita molta parte dell’eccezionale ed imprevedibile crescita del sapere negli ultimi tre secoli.

La libertà di scambio di idee non è tuttavia una questione puramente pratica: essa è anche alla base dei concetti di libertà di pensiero e di espressione. Analogamente alle idee, il software è immateriale, e può essere riprodotto e trasmesso facilmente. In modo simile a quanto avviene per le idee, parte essenziale del processo che sostiene la crescita e l’evoluzione del software è la sua libera diffusione. Ed ogni giorno di più, come le idee, il software permea il tessuto sociale e lo influenza, produce effetti etici, economici, politici e in un senso più generale culturali.

Cos’è il software libero

“Software libero”

si riferisce alla libertà dell’utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Più precisamente, esso si riferisce a quattro tipi di libertà per gli utenti del software:

  • * Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0).
  • * Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
  • * Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).
  • * Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti (e le versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito. Un programma è software libero se l’utente ha tutte queste libertà[1].

Perché il software libero è importante in Italia

Il software libero è importante per l’Italia perché:

  • * dinamizza il mercato nazionale delle PMI di servizi informatici[2];
  • * realizza i valori costituzionalmente garantiti della libertà d’espressione e d’informazione, libertà di cultura, libertà d’iniziativa economica, uguaglianza e cooperazione[3].
  • * beneficia la bilancia dei pagamenti[4] ed il bilancio dello stato[5].
Note
[1] Definizione tratta dal sito del progetto GNU.
[2] Mentre nel mercato del software proprietario la vendita di licenze gioca in misura fondamentale, l’economia del software libero si incentra sulla fornitura di servizi (di installazione, personalizzazione, sviluppo, modifica, manutenzione, assistenza, e formazione) che possono essere erogati da PMI. La diffusione del software libero favorisce lo sviluppo di competenze informatiche sul territorio e quindi migliora la competitività del mercato ICT nazionale e, incidentalmente, riduce la dipendenza del sistema paese dalle risorse tecnologiche estere.
[3] Vedi l’articolo Software libero e diritti fondamentali, che evidenzia i profili di rilievo costituzionale del software libero.
[4] Se si usa più software libero diminuisce l’acquisto di licenze software. Da ciò consegue una diminuzione delle importazioni ed un beneficio nei conti della bilancia dei pagamenti. Infatti, i maggiori fornitori di software proprietario utilizzano strategie di ottimizzazione fiscale e vendono le loro licenze dall’estero (per esempio, Microsoft vende dalla filiale Irlandese. A p. 32 delle note integrative al bilancio di Microsoft S.r.l. per l’esercizio economico 2005/2006 si legge: E’ importante rilevare che Microsoft Italia non vende ai clienti i prodotti di Microsoft, in quanto le vendite sono effettuate da Microsoft Ireland Operation Limited).
[5] Quando un’impresa od un privato rinunciano ad acquistare licenze di software proprietario dall’estero ed acquistano servizi di software libero in Italia, lo stato ha un maggior introito fiscale consistente nell’imposta sul reddito pagata dall’impresa nazionale e, a cascata, nell’imposta sui redditi dei dipendenti dell’impresa, dei fornitori, ecc. ecc..

Milano 4: il giocattolino di Silvio che vomita cemento

La polluzione cementizia di Silvio Berlusconi ha buttato l’occhio nella zona di Arcore tra lo stadio comunale e viale Monte Rosa per partorire l’ennesima cittadella coprente. Il progetto è stato presentato dall’ IDRA ( la società che cura il patrimonio immobiliare del premier) all’amministrazione comunale di Arcore (con maggiornaza, neanche a dirlo, in quota PDL). Dovrebbe chiamarsi Milano 4 per seguire quella profilassi numerica di scudi (1: scudo fiscale, 2: processo breve, 3: legittimo impedimento e 4: legge Valentino sui pentiti), donne (1: Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, 2: Veronica Lario e poi 3, 4, 5, 6, 7 ad libitum…), cittadelle (Milano 1, 2 e 3) e prescrizioni che scandiscono la sua carriera.

L’eventuale realizzazione di Milano 4 richiederebbe una variante urbanistica e un bel po’ di nulla osta. L’area infatti ha destinazione agricola e sarebbe in parte oasi naturale protetta. Saranno i vertici del Parco della Valle del Lambro e della Regione a esprimersi qualora Arcore decidesse di procedere.

Mentre la società civile, l’associazionismo e la politica si interroga sulle soluzioni per un consumo etico di suolo, un parco si ritrova a doversi difendere dalla fame di cemento di un governo del territorio sempre più asservito agli oneri di urbanizzazione. Dopo la privatizzazione dell’acqua, l’idea privatistica della Difesa spa, i faccendieri  nella privatizzazione delle emergenze con l’incivile Protezione Civile ora siamo ai “parchi cementizi”.


Per spedire l’appello al presidente e al Cda Parco Valle Lambro, cliccare su inoltra, copiare e incollare il testo, poi copiare l’indirizzo del presidente nei contatti A.

In Cc copiare gli indirizzi dei componenti del Cda.

presidente@parcovallelambro.it

alfredo.vigano@parcovallelambro.it; gianni.cassina@parcovallelambro.it;giampietro.corbetta@parcovallelambro.it; igor.debiasio@parcovallelambro.it;ezio.fodri@parcovallelambro.it; arturo.lanzani@parcovallelambro.it;ezio.miotto@parcovallelambro.it; giacomo.scotto@parcovallelambro.it;salvailparco@gmail.com

Caro Presidente, salvi il parco!

Sembra un’affermazione assurda, infatti l’ente di gestione di un parco regionale esiste proprio per tutelare il territorio e migliorare la qualità della vita, ma è apparsa sui giornali locali una notizia molto preoccupante:

Arcore, Berlusconi vuole Milano 4, un business da 220 milioni di euro.

L’ Idra, l’immobiliare di famiglia del premier, ha presentato alla giunta della cittadina, capitanata da Marco Rocchini, un progetto che vuole edificare 150.000 metri cubi in cambio una casa di riposo e di 20 milioni di oneri di urbanizzazione, che non riparerebbero per nulla i danni dell’insediamento.

Tra Milano 4 ed area Falck, Arcore avrebbe quasi il 20% di abitanti in più in pochi anni. Significherebbe servizi al collasso e traffico ancor più caotico, una vivibilità compromessa per sempre.

L’area, all’interno del parco regionale, è uno dei corridoi ecologici della Dorsale Verde nord Milano, un progetto inserito nel PTCP per salvare e connettere tra di loro le ultime aree verdi della Brianza. Con la colata di cemento ipotizzata i parchi brianzoli dell’Est Milano diventeranno giardinetti di una megalopoli, più o meno come lo è Parco Solari nel centro di Milano 1.

Le aree agricole sono importanti per creare anche a nord di Milano un parco di cintura intorno alla Brianza, territorio con percentuali urbanizzazione più alte d’Europa e in cui vivono ammassati quattro milioni di esseri umani, che devono condividere gli spazi disponibili con aree produttive di ogni genere e dimensione, autostrade, strade statali e provinciali, svincoli giganteschi, vaste superfici degradate, ex paesi e cittadine ormai conurbate senza soluzione di continuità a costituire agglomerati dormitorio, tutti uguali e senza identità.

Nel cuore della Lombardia il fiume Lambro e il Parco Valle Lambro “hanno già dato”, concedendo larga parte del territorio a Pedemontana, un nastro d’asfalto che porterà altre auto, altro rumore ed inquinamento e speriamo non ulteriore cemento. Pedemontana taglierà in due il parco, modificando per sempre il territorio; saranno aperti cantieri che dureranno anni, aggiungerne altri nello stesso comune produrrà la paralisi del traffico.

L’acqua del fiume è importante, ma il parco del Lambro, non è solo quello, non è solo un parco naturalistico, è parco perché ha brandelli del bel paesaggio agrario della Brianza, ammirato da grandi viaggiatori e poeti del mondo. Noi brianzoli lo stiamo distruggendo. La Valle Lambro, se ripensata, potrebbe essere non solo conservata nei suoi valori storico-paesistici, ma anche diventare una straordinaria risorsa ricreativa per il buon vivere di chi abita in questa regione. Costruire edifici nelle zone agricole extra parco naturale di queste o di più piccole dimensioni, vuol dire invece distruggerlo in modo irreversibile.

Anche se il richiedente del progetto è una persona molto influente nella politica e negli affari, si può creare un precedente pericolosissimo. Se un parco regionale può’ essere cementificato con tanta facilità allora ci chiediamo:ma i parchi a cosa servono?

L’Ente Parco ha il dovere morale e una precisa responsabilità istituzionale di dire NO a questo scempio, non tanto per noi che scriviamo oggi, quanto per le generazioni che verranno. Vogliamo che i nostri figli possano conoscere e identificarsi con la Brianza, ossia un territorio ben preciso con la sua cultura e la sua storia millenaria, e non con un ammasso interminabile di case, capannoni e strade tutte uguali.

La difesa dell’identità del nostro territorio passa da scelte cruciali come questa, siamo sicuri che Lei e l’ente che Lei rappresenta non vorrà assumersi la responsabilità di una scelta così clamorosamente contro la nostra storia.

Cordiali Saluti

Adesioni

Associazioni nazionali e regionali:

LIPU-BirdLife Italia, Legambiente Lombardia, WWF Lombardia, Italia Nostra Lombardia.

Associazioni locali:

Associazione Amici della Natura di Triuggio, Associazione ecologica La Puska di Lentate sul Seveso, Associazione per i Parchi del Vimercatese, Associazione Torrette Bini Dosso Boscone di Macherio, Comitato per l’ampliamento del Parco Brianza Centrale, Comitato per il Parco di Monza “Antonio Cederna”, Comitato per il Parco Regionale della Brughiera, Commissione Cultura Alternativa di Carate Brianza, Equibici di Lissone, Insieme in Rete per uno Sviluppo sostenibile, Italia Nostra di Monza, Arcoreciclabile, Wwf Sezione Groane gruppo di Seregno, WWF Vimercatese, Legambiente Desio, Legambiente Seregno, Legambiente Monza, Gruppo Valle Nava di Casatenovo, Associazione Amici del Grugnotorto, Wwf Oasi Le Foppe, Comitato per gli Alberi e il Paesaggio, Comitato Parcheggio di Arcore, Monzainbici FIAB, Natura e Arte di Arcore, Gruppo ecologico Amici del Lambro di Sovico, Ecologisti democratici, Gruppo Vita Animale Milano Circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, Associazione Volontari le Contrade Onlus Inverigo, Associazione Orrido di Inverigo, Comitato Bevere Briosco, Aranciablu – Concorezzo, Circolo Legambiente ViviBurago, ArcoREsiste, Comitato Salute e Ambiente Mozzate.

Forze politiche e liste civiche:

Sinistra Ecologia Libertà di Monza e Brianza, Sinistra e Ambiente Meda, Partito Democratico di Arcore, Rifondazione Comunista della Brianza, Il Centrosinistra di Concorezzo, Verdi Alternativi Arcore, Lista Civica per il Bene Comune di Concorezzo, Alternativa Verde Desio, Movimento Per il Bene Comune – lista civica nazionale, Verdi Bernareggio.

Blog e siti web:

Vorrei, Brianza Centrale, Brianza Popolare, La Città Continua, Ciwati, Il blog di Andrea Mollica USA 2012, Blog del Vimercatese, Pd Vedano Olona, Marco Lamperti.

Adesioni individuali:

Giulio Cavalli, Pippo Civati, Marcello Saponaro, Letizia Palmisano, Andrea Mollica, Pino Timpani, Alessandro Tognoni, Alberto Giacalone, Luigi Riccio, Zeno Celotto, Alessandra Anzaghi, Pier Luigi Mora, Alberto Colombo, Guido Battistini, Romano Binifaci, Viuncenzo Camparada, Enrico Fontana, Claudio Edmondo Vicari, Paolo Viganò, Alberto Confalonieri, Nevina Agostini, Granco Isman,Paola Bassi, Mauro Baioni, Maria Luisa Bosisio, Roberto Galdini, Pierluigi Galimberti, Paolo Forneris , Paolo Paiato, Maurizio Zilioli, Giovanni Perego, Michele Zappa, Claudio Angelici, Patrizia Soardi, Casiraghi Matteo, Laura Birolini, Corpo Musicale di Villasanta, Fausto Perego, Franco Calandri, Mauro Colombo, Vincenzo Cuoco, Eleonora Caggiani, Matteo Barattieri, Christian Brambilla, Roberto Balladore, Fabrizio Casavola, Massimo Cambiaghi, Nicola Gianino, Tosco Giannessi, Luigi D’Amato, Fabio Corgiolu, Giuseppe Cassanmagnago, Patrizia Farina, Ivano Riva, Sergio Barbieri, Elio Matteoli, Loredana Aquino, Maurizio Sala, Ilaria Villa, Rosalia Biffi, Elisabetta Patelli Presidente Verdi della Lombardia, Titta Colombo, Andrea Rota Nodari, Gian Luca Galeazzi, Silvia Colombo, Silvia Mattavelli, Mario Colombo, Adriana Galgano, Marco Fassino, Giordano Giussani, Vero Agostoni, Antonio Piemontese, Cristina Zanchi, Martina Francesca, Piera Dossi, Margherita Magnaguagno, Elena Gimelli, Vittorio Liotto, Danila Baldessari, Sala Loris, Mattia Perego, Federica Colombo, Maurizio Oliva, Susanne Arnaboldi, Luca Laurenti, Susanne Arnaboldi, Federica Colombo, Antonio Pizzinato, Patrizia Miozzi, Elena Banfi, Paola Pilotti, Andrea Vannini, Andrea Moreschini, Beniamino Giordano, Gianni Del Pero, Angeline Van Neck, Fortunato Fulvio Bitonto, Valentina Baccetti, Alvaro Pelà, Francesco Gentile,Silvia Caprara, Gabriele Proverbio, Mattia Lento, Cristina Spagna, Daniele Tomasi, Sonia Frascatore, Chiara Ballabio , Lucia Facchini, Giancarlo Giombetti, Yoko Ippolitoni, Ileana Torza, Simone Milesi, Alberto Casiraghi, Francesco D’Aloisio, Ilaria Tonarelli, Erminio Clerici, Cordiali Saluti, Paola Bosetti, Massimo Benetti presidente Monzainbici FIAB, Cinzia Colombo, Elena Luca, Elena Ricci, Cesare Fossati, Marina Gentilini, Giovanni Pennati, Marina Gentilini, Bona Gavazzi, Maria Francesca Guerra, Pierluigi Rosa, Mauro Trabucchi, Michele Cazzaniga, Sandro Conforti, Rita Riva, Colombo Maria Grazia, Serena De Santis, Michele Faglia, , Francesco A. Meneghetti, Bianca Montrasio, Cristina Balbiano, Arturo Beltrami, Matteo Colaone, Riccardo Lissoni, Emanuele Bottiroli, Cassanmagnago Daniele, Beppe Rositani, Stefano Regoli, Ferrari Maria Grazia, Locatelli Federico, Giovanni Gambatesa, Ian Gazzotti, Giulia Saredi, Fiorella Turla, Edoardo Ballo, Alessandra Sardi, Laura Farina, Zappa Luca, Sergio Muratore, Gianluca Morelli, Francesco Paoletti, Anna D’Ascoli, Orlando Riva, Alessandro Faes, Fulvio Rota, Roberto Brambilla, Salvatore Paleari, Paola Santeramo, Pres. Cia, Alessandro Sartorio, Alberto Braga, Danilo Villa, Erminia Belli, Dario Rinco, Luigi Gariboldi, Luciano Inglesi, Augusto Capra, Stefano De Martini, Claudio Beltrame, Achille Nicola, Luigi Lecchi, Stefano Felice, Rosanna Achille, Riccardo Appiani, Massimo Limonta, Giuseppe Bergamelli, Nicola Iannantuoni, Alessandro Manca, Costanza Pratesi, FAI-Fondo Ambiente Italiano, Luigi Santambrogio, , Giacomo Correale Santacroce, Davide Biolghini, Rosaria Reggiani, Elisa Bonazza, Romeo Cerri, Sen. Gianni Confalonieri, Ennio Muraro, Dario Cagliano e famiglia – Vimercate, Giacomo Passoni, Fabio Gottardi, Alfredo Bossi, Paolo Rovelli, Laura Maria Oggioni, Alfio Sala, Claudio Cardi , Stefano Frigerio, Maurizio Valota, Livia Mastrini , Tiziana Frigerio , Fabio Pozzi, Sara Didoni, Cristina Crippa, Marco Monguzzi, Elisabetta Fossati, Natalia Missani, Elena Ronco, Salvatrice Felice, Arturo Binda, M.Daniela Dell’Acqua, Marco e Chiara Arosio, Alfio Sironi, Massimiliano Bevacqua, Olga Fedeli, Dino Dall’Osso, Anna Carotta, Alberto Albertini, Michele Fava, Daniela Sabbatini, Edoardo Manfredini, Paola Sodi, Marco Angioletti, Carla Enrico Seppia, Enrico Stucchi, Elisa Karin Pipier, Andrea Seppia, Viganò Asther, Mauro Molinari, Nazareno Colombo,Maria Grazia Mauri, Romano Rocchetta, Fasoli Clementina, Davide Bernareggi, Rosaria Pizzuto, Elena Colombo, Chiara Sonia Tavolini, Iva Besana, Stefania Antonini Silvia Mazza, Ramanand Edoardo, Monica Perez Gila, Maria Grazia Colombo, Stefania Gariboldi, Walter Mauri, Lucia Ballo, Andrea Cazzaniga, Maurizio Minora, Alberto Mauri, Ilaria Mazzoleni, Nadia Bortolotti, Emanuele Colombo, Luca D’Achille, Marco Binarelli, Ruggero Sanvito, Fiamma Borgni, Elisa Giacchino, Raffaele Comi, Roberto Carone, Giova Narda, Greta Piovano, Daniela Pollastri, Giuseppe Cristofaro, Giuseppe Sunseri, Rosaria Corbetta, Manuela Proserpio, Sabina Rossi, Valentino Ballabio, Monica Frigerio, Serena Colombo, Gabriella Albanese, Duillio Fenzi, Paola Pasina, Maddalena e Lorenzo Corbetta, Piergiorgio Casella, Francesco Ranieri, Elena Colombo.

Mauro Biani disegna “La Bellezza di un Impegno”

Mauri Biani (scultore, vignettista e illustratore di diverse testate tra cui L’UNITA’ e IL FATTO QUOTIDIANO) ha “disegnato” la nostra campagna elettorale per le elezioni regionali. La serie di vignette sarà pubblicata nei prossimi giorni ed sarà scaricabile nella sezione MATERIALI. Usateli, stampateli, diffondeteli: sono il tratto del nostro Impegno.

Clicca sull’immagine per ingrandire e salvare.

Venerdì 12 febbraio: Giulio Cavalli a Milano dice no – Mobilitazione contro le mafie

Coordina: David Gentili – Comitato Antimafia dei consiglieri comunali

Introduzioni di:

Pierfrancesco Majorino – capogruppo PD Comune di Milano

Vinicio Peluffo – parlamentare PD

Intervengono:

Giulio Cavalli – attore e autore teatrale, Claudio De Albertis – presidente Assimpredil, Gabriele Ghezzi – Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di Polizia, Alberto Nobili – magistrato, Manfredi Palmeri – presidente Consiglio Comunale

L’incontro sarà concluso dagli interventi di:
Nando Dalla Chiesa – presidente onorario associazione Libera

Walter Veltroni – membro della Commissione Parlamentare Antimafia

Partecipano inoltre all’incontro:
Emanuele Fiano – parlamentare PD

Roberto Cornelli – segretario provinciale PD

e i consiglieri comunali del Partito Democratico:
Maurizio Baruffi, Giovanni Colombo, Davide Corritore, Andrea Fanzago, Marco Granelli, Carmela Rozza, Fabrizio Spirolazzi, Aldo Ugliano, Francesca Zajczyk.

Scarica il volantino in PDF (PD_Antimafia12febb2010)

Video sullo smog di Formingoni: complimenti all’auto satira goverantiva

Ho avuto il piacere d’incappare nello sportivissimo spot di Formigoni ciclista contro lo smog mentre con le auto blu al seguito si cimenta nel ruolo di cittadino modello per andare al palazzo della Regione. Oltre che aver apprezzato la pubblicità subliminale al marchio Impregilo (secondi 0.17 e 0..23) possiamo finalmente constatare come la preoccupazione e la responsabilità verso il problema del pm10 schizzi notevolmente solo in occasione delle campagne elettorali.

Oltre ad avere grande curiosità per le “presunte misure strutturali” di cui Formigoni parla, ritengo che sia importante ricordarne l’inefficacia vista i 20 giorni su 36 in cui, dall’inizio dell’anno, è stata superata la soglia d’allarme smog.

Ridurre un problema così complesso e profondo come quello dell’inquinamento atmosferico in Lombardia ad una pedalata fuori porta è il solito, prevedibile, marchettaro e rassicurante gioco dello slogan piuttosto che l’analisi e la progettazione.

Mi auguro che il Presidente Formigoni decida quanto prima di risolvere il problema nelle sedi e nei modi che sono della politica e non attraverso azioni pubblicitarie da discount.

Colgo l’occasione per invitarlo ad assistere allo spettacolo di Dario Fo sui problemi ambientali che mi pregio di rappresentare in questi giorni a Milano per ascoltare la voce d’esimi scienziati che testimoniano un’emergenza di cui non c’è nulla da ridere.

Sarà mio gradito ospite a piedi, in bicicletta, o, se ci riesce, infilandosi in uno degli strapieni mezzi pubblici di Milano.

Lo spot di Formigoni

http://www.youtube.com/watch?v=w4IQvzFreks

Che fine ha fatto Prosperini?

«Ecco, sappiate che non desidero che vada più niente in onda se non c’è la mia presentazione… perché a ottobre si vota e… l’opportunità sono io che la giudico, e dico che è opportuno che il dottore (Prosperini parla di se stesso, ndr) ci sia sempre… se noi adesso facciamo una cosa, è per la campagna elettorale… non per far vedere la cosa bella!».  P.G. Prosperini

Sul suo sito malinconicamente languono le sue ultime crociate politiche: raccolte firme per il crocifisso, la castrazione e il fiore all’occhiello di quell’articolo 52 bis da inserire nel codice penale perchè “La difesa legittima in luoghi privati e loro pertinenze adibiti ad abitazioni ed esercizi pubblici deve essere considerata sempre possibile indipendentemente dai metodi, dalla condotta e dai mezzi usati da colui che pone in essere la necessità di difendersi.: i resti (deliranti) dell’attività politica di un Ras in salsa padana.

Che Pier Gianni Prosperini abbia ricevuto da Babbo Natale un bel paio di manette accusato di corruzione e turbativa d´asta (oltre ad altre amene irregolarità come l’avere fatto pagare agli elettori lombardi i manifesti elettorali dell’onorevole La Russa) è fatto arcinoto. Forse si sa un po’ meno che l’assessore Prosperini è stato sostituito dalla deputata Pdl – e oggi neoconsigliere regionale lombardo- Paola Frassinetti, avvocato genovese di 53 anni, che si è subito messa in luce chiedendo l’istituzione di un albo nazionale per le associazioni autorizzate a parlare nelle scuole della tragedia delle foibe per evitare che «come purtroppo è già successo in passato, negli istituti a parlare del dramma dei confini orientali vadano associazioni comuniste che, avvalorando tesi riduzioniste, arrivino al paradosso di cercare di dar ragione agli aguzzini anziché alle vittime». Ma non è questo il punto.

Pier Gianni Prosperini è stato assessore in Regione Lombardia e quindi uomo di fiducia di Roberto Formigoni: quello stesso Formigoni che oggi si ripresenta con il sorriso al borotalco sui manifesti per l’ennesimo mandato elettorale di un sultanato lombardo che ha superato i tempi fisici del “mandato” per sfociare in “un’epoca” di governo, coccolato da Comunione e Liberazione e il suo ramo confindustriale Compagnia delle Opere. La decisione di un arresto cautelare non può (e non deve) essere un timbro di colpevolezza assodata; certo pone degli interrogativi che sono almeno politici. Mentre Formigoni e le truppe pidielline colgono la palla al balzo per la solita accusa di giustizia ad orologeria, mentre il centro destra si interroga se sia il caso o no di permettere la candidatura all’ex assessore, rimane di fondo una domanda: qualcuno si è accorto che oggi, come nel 1992, c’è in carcere un assessore accusato di quegli stessi reati dei bei tempi craxiani? E’ possibile che l’esercizio lombardo alla distrazione sia riuscito a non chiedere risposte (o almeno opinioni) politiche al sempreverde Formigoni? Lui dirà: tocca alla magistratura dare risposte. Quella magistratura che però secondo la sua stessa tesi non è credibile perchè politicizzata.

E così ricomincia il gioco sadico di del Lombardismo: accuse, spot (strapagati con soldi e ombre), propagandismo e sempre nessuna presa di responsabilità  politica. Alle solite.

Intanto Prosperini è stato “licenziato” (come nei partiti azienda che si rispettino) da una nota di Palazzo Chigi del 21 gennaio scorso. Formigoni l’ha ufficialmente scaricato nella seduta del Consiglio Regionale del 18 dicembre dihiarando “Infine, come il Presidente De Capitani ha dato notizia, ho trasmesso al Presidente De Capitani nella giornata di ieri il Decreto da me firmato che dispone l’assunzione da parte mia dell’esercizio di tutte le funzioni e le attività connesse all’ambito delle materie oggetto dell’incarico attribuito al sig. Piergianni Prosperini”. Comunque vada a finire l’inchiesta e il processo, l’obbligo di un Presidente regionale dovrebbe essere  altro che dettare comunicati stampa contenitivi.

Presidente Formigoni, che fine ha fatto (politicamente) Prosperini?

Il doppio gioco del doppio incarico

Ieri si è ufficialmente deciso che per un deputato è legittimo esercitare il doppio incarico di parlamentare e sindaco o presidente negli enti locali. La giunta per le elezioni della Camera ha dichiarato a maggioranza (8 voti contro 3) compatibili i 9 onorevoli-amministratori targati Pdl e i 3 leghisti. Mettendo la parola fine all’istruttoria aperta nel 2008. Intanto i nomi: gli infaticabili sono i pidiellini Maria Teresa Armosino, presidente della Provinica di Asti, Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, Edmondo Cirielli, quello della omonima legge sulla prescrizione, presidente della Provincia di Salerno, Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, Antonello Iannarilli, presidente della Provincia di Frosinone, Giulio Marini, sindaco di Viterbo, Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia, Marco Zacchera, sindaco di Verbania. E infine altri due leghisti, Ettore Pirovano, presidente della Provincia di Bergamo e Roberto Simonetti della Provincia di Biella. Daniele Molgora nel campo invece risulta addirittura un fuoriclasse: è deputato del Carroccio alla Camera, sottosegretario all’Economia al fianco di Giulio Tremonti e presidente della Provincia di Brescia. Il tutto condito (manco a dirlo) con la triplice compensazione economica. Del resto i bonifici (a differenza degli intestatari dei conti correnti) hanno, loro sì, la capacità di essere onnipresenti comunque.

Del resto a Milano abbiamo già il fulgido esempio di Lucio Stanca che (nonostante il cognome) si sdoppia tra la sua attività di parlamentare e quella bazzeccola di impegno come amministratore delegato della SoGe (la società di gestione di Expo). Da quando è ad infatti le presenze in aula del deputato sono crollate. Nel 2008 ha partecipato al 98,26% delle votazioni in aula, 113 su 115. A ottobre 2009 Stanca è mancato al 95,78% delle votazioni. Alla domanda  posta da una giornalista di Repubblica ha risposto: “Devo rispondere ai miei elettori e al gruppo del Pdl, non certo a Repubblica. Lo scriva, lo scriva bene ‘non certo a Repubblica’” aggiungendo “Certo che sprecate molta carta, eh? Queste sono le mie responsabilità: gli elettori del Pdl e il gruppo del Pdl, non Repubblica”.

Il doppio ruolo è uno scippo all’impegno. Il gioco tutto in difesa di occupare poltrone per non avere il problema di dovere scegliere a chi cederle. Il gioco infame di occupare togliendo spazio alla partecipazione, elemento essenziale della libertà.

Mentre i cacicchi continuano a spandersi come gelatina sulle poltrone prevedibilmente si alzerà l’ennesima levata di scudi ma poichè l’esercizio dell’osservazione non è strumentale nè strumentalizzabile, sarebbe meglio che alcuni professionisti dell’indignazione facile si guardassero le tasche prima di dare fiato alle trombe. Accanto a questi esempi più eclatanti infatti ne esistono di più sommersi ma non per questo meno infimi: il gioco di occupare gli spazi con truppe cammellate per impedire la partecipazione e l’iniezione di energie nuove è una malattia presente anche nella pratica del partitismo italiano, nella costruzione coatta di “gradimento obbligatorio a cascata” e nel “divide et impera” della vecchia politica dei politicanti ciclicamente riciclati.

La responsabilità della solidarietà si annaffia con l’apertura. Comunque. E in tutti i campi.

Un impegno per l’ambiente da portare in Regione

Come mi è capitato spesso di ripetere durante questo inizio di campagna elettorale sono convinto che la mia candidatura e il mio eventuale ruolo in Regione Lombardia debbano significare soprattutto l’essere il portatore responsabile delle proposte del mondo dell’associazionismo e della cittadinanza attiva che da anni lavorano per il territorio. Per questo ho studiato con attenzione il progetto di legge degli amici di Legambiente Lombardia e, fin da subito, ho deciso di assumermi l’impegno di garantire il mio personale sostegno perchè possa diventare quanto prima legge a tutela dell’ambiente. della qualità della vita e delle generazioni future della Lombardia. Credo che le associazioni siano l’espressione più democratica delle “primarie” tra i cittadini poichè si costruiscono la propria credibilità solo con il consenso del territorio. Questa sarà la prima di una serie di proposte di legge che annunceremo in campagna perchè sia scritta chiaramente la nostra attività all’interno del Consiglio Regionale, riprendendo l’invito che fece già Micromega di dichiarare fin dalla campagna elettorale i propri obbiettivi senza proclami, slogan o linee guida confuse e inconsistenti.

PROGETTO DI LEGGE N. 0409
di iniziativa di Damiano Di Simine Presidente LegambienteLombardia

______
“Norme per il contenimento del consumo di suolo e
la disciplina della compensazione ecologica preventiva”.

Per lungo tempo l’attività edilizia, in un passato ormai lontano, è stata strettamente associata ad una contestuale attività di costruzione di spazi urbani di convivenza e di socialità, nonché di produzione e scambio economico connesso ad una attività agricola e forestale di cura del suolo.

Da tempo questa contestualità è venuta meno: gli edifici spesso si appoggiano alle infrastrutture come oggetti isolati, senza costruire spazi urbani e l’attività edificatoria è ormai totalmente separata dall’attività di cura del suolo. Le stesse infrastrutture si appoggiano alla terra senza che ci si domandi quali rapporti mutano e quali effetti producono.

E’ quindi urgente riattivare un circuito virtuoso tra attività edilizia e ricostruzione della natura, non solo per ragioni ecologiche, di per sé già sufficienti, ma anche perché gli spazi aperti con forte contenuto naturalistico sono oggi più che mai elementi decisivi per definire l’abitabilità, la vivibilità e la qualità di un territorio. Essi, combinandosi con la conduzione agricola nel disegno di un territorio, devono concorrere a ripristinare un paesaggio in cui le comunità ritrovino le coordinate di una identità smarrita nella crescita senza freni degli ultimi decenni.

L’obiettivo di questo progetto di legge è pertanto duplice:

– da un lato limitare l’uso edificatorio del suolo, evitando di produrre in tutto il territorio disponibile livelli di urbanizzazione che in alcune parti della regione hanno già raggiunto la non sostenibilità,

– dall’altro legare ogni attività edificatoria su suolo libero ad una contestuale attività di costruzione di natura e di ambiente negli spazi aperti.

La presente proposta di legge intende informare l’attività edilizia ad un principio di responsabilità: ogni trasformazione territoriale che determini alterazione o copertura permanente di suolo deve farsi carico dell’impatto determinato sull’ambiente in cui viene consumata una quota di risorsa-suolo. Ogni ipotesi di trasformazione si accompagna così ad un processo di valutazione della sostenibilità dell’intervento che la richiama.

Questo processo, riferito al momento della pianificazione, si traduce in una attenta valutazione sulla reale necessità di trasformare irreversibilmente un determinato suolo, anziché localizzare la funzione prevista in aree dismesse o sottoutilizzate.

Quando, alla fine del processo di valutazione, si giunge alla conclusione che l’occupazione di suolo libero sia inevitabile, interviene, nel progetto di legge, l’obbligo a carico del trasformatore di controbilanciare tale impatto a carico del trasformatore (pubblico o privato che sia), cedendo alla collettività – in altri lotti, in un intorno territoriale limitato al Comune – un credito ecologico.

Questo credito ha la funzione di compensare quella sottrazione di valori ambientali e paesaggistici connessi all’esistenza di una data porzione di suolo e che, pur con tutte le soluzioni mitigative poste in essere in fase progettuale, rimane da risarcire.

La compensazione ecologica preventiva agisce su due fronti: da un lato disincentiva il consumo di suolo e dall’altro trasferisce risorse al potenziamento e al consolidamento delle funzioni ambientali dei suoli liberi.

Il processo compensativo appena descritto è assimilabile a quella che fu l’introduzione degli oneri di urbanizzazione per la realizzazione dei servizi pubblici urbani. Se nel passato vi è stata necessità di condizionare il permesso di costruire alla fornitura di beni sociali (infrastrutture e servizi) necessari per l’abitare, oggi – in un periodo di evidente deficit ambientale ed ecologico e di risorse territoriali in genere – è indispensabile attribuire ad ogni trasformazione di suolo libero una responsabilità ambientale che si traduca in una sorta di onere ecologico, attraverso il quale si possa generare nuova natura, altrove rispetto alla trasformazione, concorrendo a generare una dotazione ambientale.

L’esigenza di minimizzare il consumo di suolo, spesso associata all’idea di migliore utilizzo dell’esistente, è già contenuta in diverse fonti legislative. Non esiste però una norma che, in tal senso, vada oltre il valore di indirizzo o orientamento.

La presente proposta di legge scaturisce dalla necessità di conferire cogenza a idee ormai ampiamente condivise, la cui attuazione pare non più eludibile. Infatti oggigiorno l’espansione urbana avviene a spese di territori che in molte zone della regione sono le ultime aree disponibili e che, più in generale, l’erosione di valori ecologici e identitari, connessa alla compromissione di suolo e paesaggio, genera seri problemi ambientali, ma anche di coesione sociale e riconoscimento comunitario, traducibili anche in un danno economico. Siamo di fronte ad una progressiva perdita di patrimonio comune non ripristinabile, rispetto alla quale il legislatore è chiamato ad introdurre regole nuove, a tutela delle attuali e delle future generazioni.

Trattando di consumo di suolo, appare utile completare questa relazione con una definizione di “suolo”, che tra le tante disponibili, ci sembra la più pertinente: ‘il prodotto della trasformazione di sostanze minerali e organiche, operata da fattori ambientali attivi per un lungo periodo di tempo sulla superficie della Terra, caratterizzato da specifica organizzazione e morfologia, capace di provvedere allo sviluppo delle piante superiori e, pertanto, di assicurare la vita all’uomo e agli animali’. Tale definizione, tratta dalla vasta letteratura di scienze del suolo, ha oggi, nel nostro Paese, rilevanza meramente accademica, in quanto a tutt’oggi la nostra legislazione non attribuisce al suolo uno specifico ‘statuto’, che ne giustifichi una tutela in quanto risorsa ambientale limitata, non rinnovabile e pienamente ascrivibile alla categoria dei beni comuni, e che pertanto informi, tra le altre, la disciplina relativa alle trasformazioni delle superfici fondiarie.

Questa proposta di legge si muove nella direzione di un riconoscimento anche culturale prima che formale del bene suolo, con la consapevolezza che riconoscere a questa risorsa il pieno significato di ‘patrimonio comune’ (in questa sede come appannaggio della comunità regionale ma estendibile all’intera umanità, ferma la definizione di cui sopra) costituisce un imperativo non più rinviabile di riforma legislativa, che deve poggiare su adeguati principi di diritto nazionale e internazionale.

Non si tratta di introdurre nella legislazione lombarda una innovazione assoluta, poiché in Europa operano già da tempo leggi che attuano i medesimi principi, affrontando la tutela del suolo su un piano di regole, azioni e obiettivi, e dove il principio della compensazione ecologica preventiva è già strumento pienamente operativo.

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