Alla fine Regeni l’abbiamo ucciso noi
Su Giulio Regeni ho scritto il mio buongiorno di oggi per Left. Qui o cliccando sulla foto qui sotto.
Su Giulio Regeni ho scritto il mio buongiorno di oggi per Left. Qui o cliccando sulla foto qui sotto.
Ma davvero oggi, giovedì ventiquattro marzo dell’anno duemilasedici, stiamo discutendo del fatto che a Bertolaso paiano indice di debolezza le lacrime della Mogherini? Ma davvero l’amico di quella cricca che rideva al telefono qualche minuto dopo il terremoto a L’Aquila, davvero quella persona lì mischia in poltiglia e propaganda le lacrime di qualcuno?
Riflessioni e sguardi d’insieme. Negli attentati di Bruxelles c’è dentro tutta la povertà di un’Europa sempre più ristretta, infeltrita e sciatta. Paghiamo i nervi irrisolti di un’epoca in cui s’è perso il senso politico di una coscienza collettiva. E le reazioni ingrassano i terroristi. Ne ho scritto per Fanpage, qui.
Non è stata una gran giornata, ieri: le analisi post attentati galleggiano sempre nel brodo dei pregiudizi e delle analisi alla bell’e meglio. Ne ho provato scrivere nel mio solito buongiorno per Left qui o sulle parole qui sotto:
Il mio #buongiorno per Left è qui o cliccando sulle scuse non dovute qui sotto.
Il mio buongiorno per Left è qui, oppure cliccando sul testimone di giustizia Ignazio Cutrò qui sotto.
Ne ho scritto per Fanpage qui. Oppure cliccando sulla foto qui sotto.
Il mio buongiorno per #Left è qui o cliccando sul principe qui sotto:
Domani è il 21 marzo e in Italia si ricordano un po’ dappertutto le vittime di mafia. Io sarò con il cuore a Messina (qui il programma) e con la mia voce, me e il palco a Treviglio (vi aspetto, eh, qui trovate tutte le informazioni). Il 21 marzo sta diventando finalmente una giornata nazionale per davvero: ne parlano in televisione, sui giornali, nelle scuole. Non è più una commemorazione “per pochi” come quando anni fa, Don Ciotti e Libera, riuscivano a raccogliere i famigliari delle vittime di mafia e poco più. E non si può non esserne soddisfatti.
La Giornata della Memoria e dell’Impegno è una delle tante azioni di Libera diventate leggi e tradizioni. «Buone pratiche» si sarebbe scritto qualche tempo fa. Idee coraggiose che sono riuscite a diventare virali, collettive, forti. In questo anno non facilissimo per Libera (e anche a me capita spesso di essere molto critico pur considerando Luigi e Gian Carlo Caselli due miei “numi tutelari” fin dai miei momenti più difficili) sarebbe il caso comunque di riconoscere i meriti di una giornata arrivata alla sua ventunesima edizione e cavalcata ormai un po’ da tutti ma costruita poco a poco, con passione artigianale, da Libera e i suoi. Perché se si perdono le giuste misure dei meriti e delle critiche si rischia di buttare all’aria tutto, con anche il tanto che c’è di buono.
E allora a me viene da dire grazie, a Libera, per avere visto il 21 marzo quando ancora non riusciva a immaginarselo nessuno. Tutto qui.