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Giulio Cavalli

A proposito di Cantone: avete letto che dice di Sala?

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Oggi che va così di moda sventolare Cantone per fare campagna elettorale vale la pena leggere il documento dell’ANAC da lui presieduto su EXPO 2015. Lo trovate qui. E qualcuno dovrebbe spiegarmi com’è che Sala, nonostante tutto e nonostante anche questo giudizio di Raffaele Cantone, dovrebbe essere il manager che non deve chiedere mai. Dategli un’occhiata.

Storia di amore e omertà, Giulio Cavalli presenta “Mio padre in una scatola di scarpe” alla Tela (da Varesenews)

(fonte)

CAVALLISarà Giulio Cavalli, scrittore, giornalista, autore teatrale  ed ex consigliere in Regione Lombardia l’ospite dell’aperitivo con l’autore di sabato 19 marzo alle 11.00 a “La Tela”, l’osteria del buon essere a Rescaldina (strada Saronnese, 31). Organizzato dalla Tela in collaborazione con Anpi Rescaldina e la biblioteca comunale, l’incontro affronterà il tema della legalità partendo dalle pagine dell’ultimo libro di Cavalli, “Mio padre in una scatola di scarpe”, un romanzo ispirato alla vera storia della famiglia Landa, colpita dall’uccisione di Michele, metronotte 61enne a pochi giorni dalla pensione, impegnato a piantonare un ripetitore per la telefonia mobile a Pescopagano. Un omicidio cui i media diedero poco risalto e che Cavalli fa riemergere nelle pagine di un libro che indaga una vicenda umana prima che di criminalità organizzata.

Michele Landa, infatti, non è un eroe ma una persona normale che desidera coltivare il suo orto e godersi la famiglia restando una persona pulita; cosa non facile a Mondragone, dove serve coraggio anche per vivere tranquilli. Chi non cerca guai, infatti, è comunque costretto a confrontarsi ogni giorno con gli spari e le minacce dei Torre e con l’omertà dei compaesani. Michele conosce la posta in gioco, ha perso il lavoro e molti amici, ma è convinto, nonostante tutto, che in quel deserto si possa costruire qualcosa di bello e provare a essere felici. Al suo fianco c’è Rosalba, “la silenziosa”: dopo quarant’anni si amano come il primo giorno, sono diventati genitori e nonni, sognano una casa grande e un albero di mele. Ma si può immaginare una vita diversa, in una terra paralizzata dalla paura?

GIULIO CAVALLI (Milano, 1977) scrittore e autore teatrale, dal 2007 vive sotto scorta a causa del suo impegno contro le mafie. Collabora con varie testate giornalistiche e ha pubblicato diversi libri d’inchiesta, tra i quali ricordiamo Nomi, cognomi e infami (2010) e L’innocenza di Giulio (2012). È stato membro dell’Osservatorio sulla legalità e consigliere regionale in Lombardia.

Cavalli è stato uno dei primi giornalisti a occuparsi della vicenda del Re Nove di Rescaldina, ora diventato osteria sociale del benessere La Tela “Mio padre in una scatola di scarpe” di Giulio Cavallo, 2015 è edito da Rizzoli.

La Tela è un bene sequestrato alla criminalità organizzata, affidato al Comune di Rescaldina e gestito dalla Cooperativa ARCADIA insieme con altre associazioni del territorio. È diventato ristorante e centro di aggregazione e di promozione sociale e culturale.

Info: Osteria sociale del buon essere “La Tela” strada Saronnese, 31 Rescaldina (MI)
www.osterialatela.it
Facebook:  https://www.facebook.com/osterialatela/

 

Ma i candidati sindaci si dimettono da parlamentari, vero?

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Mi sfugge un piccolo particolare, odioso anche se taciuto: ma tutti questi che si candidano a sindaco, che siano di destra o di sinistra, si dimetteranno dal proprio ruolo politico (nel caso ne abbiano uno) e in caso di sconfitta staranno in comune a guidare l’opposizione? È una domanda banale e semplice ma non avete idea di quante persone la ritengano fondamentale. Oppure queste amministrative sono le primarie del peso di ognuno all’interno della coalizione nazionale? E quindi è tutto una mezza finta?

Si attendono risposte. Già.

Parisi: il clan “edile” della mafia barese

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Sono 23 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla polizia a Bari. Nel blitz antimafia sono stati impegnati oltre 350 uomini con l’ausilio di unità cinofile e degli elicotteri.

I soggetti fanno parte del clan che fa capo al boss “Savinuccio” Parisi, anche lui tra i destinatari del provvedimento. L’ordinanza è emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Dda. Le indagini che hanno portato agli arresti odierni sono iniziate nel 2011 dalla squadra mobile e sono state coordinate dal sostituto procuratore antimafia Patrizia Rautiis. Gli investigatori si sono concentrati sulle attività del clan mafioso dei Parisi e hanno dimostrato come fosse capace di gestire il controllo del ‘sistema costruzioni’ in almeno 24 casi e altrettante sono le imprese coinvolte nel sistema.

Un’altra fase delle indagini ha riguardato il fenomeno dell’occupazione abusiva delle case popolari gestite dal clan facendo favori a parenti e amici e trasformandole in un altro sistema di controllo del territorio. Le accuse contestate a vario titolo dal gip sono tra le altre, associazione mafiosa ed estorsione.

“Ancora una volta Bari dice no alla criminalità organizzata.  e delle forze dell’ordine che questa mattina ci hanno dimostrato che la luminosità del rispetto della legge e delle regole batte qualsiasi spettacolo di fuochi pirotecnici organizzato dai clan criminali. Nel cielo di Bari oggi brilla una sola luce ed è quella della legalità”. Lo afferma in una nota il sindaco di Bari.

“Gli dissi di andare avanti anche se non aveva più la scorta”

La bicicletta di Marco Biagi. Nel giorno del suo assassinio.
La bicicletta di Marco Biagi. Nel giorno del suo assassinio.

“Lo Stato aveva abbandonato mio marito nel momento peggiore ritirando la scorta che aveva avuto per un anno e mezzo. Ne parlammo anche la sera precedente l’assassinio e si chiedeva e mi chiedeva se doveva lasciare il lavoro che stava portando avanti, cosa che non accettava, e io capendo il suo stato d’animo gli risposi che doveva andare avanti perché la società ne aveva assolutamente bisogno”: è il racconto che Marina Orlandi, moglie di Marco Biagi, ha fatto in una scuola di Imola a pochi giorni dal 14esimo anniversario dell’omicidio del giuslavorista. (fonte)

A Desio finalmente un “bel” sindaco sceriffo

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In tempi di politici “sceriffi” con i fragili, i deboli e i bisognosi ogni tanto succede che un sindaco eserciti la propria carica per sfidare i prepotenti. Ed è, secondo me, una notizia bellissima perché rivaluta la politica come strumento naturale della giustizia. Per questo credo che il sindaco di Desio Roberto Corti che finalmente chiede i danni al fedifrago (condannato e poi prescritto) dirigente comunale Rosario Perri abbia bisogno del sostegno e della vicinanza di tutti, indipendentemente dal colore politico. Per farsi un’idea sul personaggio basta fare un giro proprio sul blog, qui.