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Giulio Cavalli

Su Bedori, Milano e M5S

bedori

Credo di non avere mai conosciuto nella mia (piccola) esperienza politica un candidato che rinunci a fare il candidato sindaco di Milano. Una persona che non accetti di stare sotto ai riflettori, apparire sui giornali, godere di un protagonismo collettivo con ricadute assolutamente personali: a me sta simpatica la Bedori che si ritira dalle elezioni milanesi. Lo trovo un gesto di umiltà e poesia. E non me ne frega niente se qualcuno mi suggerisce che la decisione sia nata da altri o cos’altro: le candidature a sindaco sono i blocchi di partenza e l’esibizionismo di tante pochezze. Lei ha rinunciato. Punto.

Bray ha detto no

roma

Massimo Bray ha detto no. Non si candiderà sindaco a Roma. Noi ci abbiamo provato, abbiamo cercato di sciogliere i nodi e le riserve che si presentavano. Mi spiace ma sono molto contento di averci provato. Roma ha bisogno di passione. Di tutti.

Quando scappa una foto

La tenerezza di una mamma che lava il suo bimbo appena nato con l’acqua di una bottiglietta stride con lo sfondo dell’inferno di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, dove oltre quattordicimila persone sono accampate nel fango. Intere famiglie, in fuga lungo la rotta dei Balcani, vivono nelle tendopoli dopo la chiusura delle frontiere via Instagram http://ift.tt/1SIHo46

Quando scappa una foto

#Repost @natalinarossi with @repostapp.
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Mio padre in una scatola da scarpe era giallo. Un giallo quasi spaventoso, e bello. Poi l’ho consumato. Oggi l’ho portato a mare. Con tutto quel vento. Sarebbe bello diventare vento, e arrivare dentro le orecchie della gente con storie che cambiano la forma delle cose. “Diceva Michele che ci sono calli che fanno belli, mali passati che diventano tesori e morti che in un istante diventano vivi, vivissimi, da raccontare di continuo. Domeniche incluse.” E lunedì che sembrano domeniche. via Instagram http://ift.tt/1U81Vjz

L’idiozia dei notabili. Secondo Tocci.

notabili
Vale sempre la pena leggere Walter Tocci:
«Chi ha ordinato di gonfiare i dati delle primarie non può passarla liscia. Ha danneggiato il partito nel modo più stupido che si possa immaginare, e ha prodotto nuovo sconcerto tra gli elettori. Il risultato non è inficiato e, tutto sommato, la partecipazione non è stata neppure bassa rispetto alla povertà di contenuti nel confronto tra i candidati. Certo, se il Pd avesse promosso una lista civica di centrosinistra aperta alle competenze più innovative, alle forze sociali e alla cittadinanza attiva, avrebbe ottenuto una partecipazione al voto superiore alla soglia dei centomila. Sarebbe stata una festa democratica, avrebbe dato al candidato lo slancio decisivo per vincere le elezioni.
Era l’occasione per far vedere un vero partito democratico, e invece ha vinto la miopia del ceto politico. Quando prevale il piccolo cabotaggio, non ci sono più strumenti politici per innalzare la partecipazione e restano solo i trucchi contabili. Nulla accade per caso; anche uno stupido episodio come questo è il sintomo di una malattia. E far finta di niente, ridimensionare, sopire e sperare che passi non è la terapia giusta. Anzi, la patologia si aggrava se i responsabili restano ignoti, se chi sbaglia rimane ai posti di comando. Mi aspetto che gli organi di garanzia prendano provvedimenti senza guardare in faccia a nessuno.
I “notabili” hanno portato alla crisi del partito romano, prima con Mafia capitale, poi con le firme dal notaio, e da tempo con la palese impreparazione nel programma di governo. Ora sappiamo che possono far male al Pd non solo per arroganza ma anche per idiozia.»
Il resto è qui.

#unafirmaperBray

«Roma non ha bisogno di un altro candidato: Roma ha bisogno di un diverso respiro, di ricominciare ad emozionarsi per le sue bellezze e intelligenze, di chiudere con i tatticismi e le zuffe di partito, di svoltare dal mafiacapitalismo per riportare la città e la politica lì all’altezza della cultura che contiene.

Queste prossime elezioni amministrative possono (e devono) essere una svolta culturale e noi riteniamo che Massimo Bray possa essere la scintilla di questo cambiamento collettivo. Per questo gli chiediamo di considerare l’entusiasmo del progetto che è pronto ad accendersi con lui.»

Inizia così l’appello lanciato per convincere Massimo Bray ad ascoltare le molte voci che lo vorrebbero candidato. Io l’ho firmato. Si può leggere e firmare qui.