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Giulio Cavalli

Quando scappa una foto

Nicola a Interlagos, sul muretto del circuito di Formula1, questo fine settimana ha deciso di portarsi #miopadreinunascatoladascarpe un romanzo è un viaggio. In viaggio. (Mandate le vostre foto a foto@giuliocavalli.net) via Instagram http://ift.tt/1NWMHKM

Li armano e poi li combattono

 Solo due settimane fa, dall’aeroporto di Cagliari, era partito un cargo contenente tonnellate di bombe italiane. Destinazione: la base militare delle forze armate saudite a Taif. Nei mesi precedenti, ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, erano stati ritrovati in diverse città dello Yemen colpite dalla coalizione saudita.Silenzio da parte italiana: il ministero degli Esteri non è intervenuto neanche per smentire che le forze saudite stessero impiegando in Yemen anche ordigni prodotti in Italia. Non pervenute neppure le interrogazioni parlamentari.
Eppure, l’Italia è stata promotrice del Trattato internazionale sul commercio di armi, entrato in vigore due anni fa, che vieta il trasferimento di armi laddove vi sia il serio rischio che vengano usate per compiere violazioni dei diritti umani. Per non parlare della legge 185 del 1990 che vieta espressamente l’esportazione di armamenti “verso i paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”.
Delle violazioni dei diritti umani che si verificano all’interno dell’Arabia Saudita, Matteo Renzi – ci dice una stringata nota di agenzia – avrebbe parlato alle autorità saudite, chiedendo un atto di clemenza per il noto blogger Raif Badawi (condannato a 10 anni e 1000 frustate) e per il giovane attivista Ali Mohammed Baqir al-Nimr che, insieme a suo zio, l’influente religioso sciita Nimr al-Nimr, rischia l’esecuzione. Quest’anno in Arabia Saudita sono state eseguite già 151 condanne a morte
(Fonte)

Intanto a Napoli, rione Sanità

omicidio-pietro-esposito-sanita-300x225Si continua a sparare ed uccidere. Le parole sprecate delle istituzioni, la pagliacciata di un esercito che recita la parte per qualche giorno e le promesse di Rosy Bindi sono finite in un omicidio alle quattro del pomeriggio, in pieno centro, con il boss del rione, Pietro Esposito, sparato in faccia. E fa niente se si è beccato una pallottola anche un barista mentre buttava l’immondizia. Questo non è un Paese irredimibile, questa è una classe dirigente che non è all’altezza nemmeno delle promesse che fa.

Quando scappa una foto

Roberto ha finito il libro ma l’ha già prestato ad un suo collega. La libera circolazione di romanzi aumenta il PIL della felicità. #miopadreinunascatoladascarpe (mandate le vostre foto a foto@giuliocavalli.net) via Instagram http://ift.tt/1MukR4d

Vinti e vincitori egualmente.

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“La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”.

(Bertold Brecht)

Rispondere al terrorismo con il coraggio di avere paura, restando umani

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L’attacco dell’integralismo islamico è una trappola: provano ad accendere la bestialità di una contrapposizione sul campo dell’odio. L’ISIS vince ogni volta che diventa “normale” sdoganare l’odio e la violenza. Non è solo terrorismo, questa è la strategia dell’odio che vorrebbe infettarci, spingerci lì dove la civiltà è sconfitta dal pelo e dai denti di chi insegue il sangue. Se perdiamo l’equilibrio di una civiltà democratica loro avranno vinto: diventare come loro sarebbe il modo migliore per legittimarli.

La semplificazione del “noi contro loro” è il fine di questo attacco organizzato nel cuore d’Europa. Ogni volta che avremo paura di compiere un’azione normale (una sera a teatro, un pomeriggio allo stadio) i terroristi saranno riusciti ad infilarsi nelle corde delle nostre giornate e la nostra inquietudine sarà il loro vessillo.

Restare umani non significa accettare inermi l’attacco. Restare umani, oggi, significa avere per la vita e per l’uomo tutto il rispetto di cui siamo capaci, non imbarbarirci, non accettare la liberalizzazione dell’odio e del sangue.

(l’articolo completo è qui)

Vincenzo De Luca: lo sceriffo, finito utile idiota

vincenzo-de-lucaPeggio di Ignazio Marino, Vincenzo De Luca sta riuscendo nell’impresa di agevolare il commissariamento costante di Renzi (dei governi e del suo partito): la cancellazione della classe dirigente del PD in Campania ventilata oggi dai vertici del PD è solo l’ultimo atto di una politica più tecnica dei tecnici dei tempi di Monti: commissari in ogni dove con la democrazia sospesa e, in più, i commissari sono spesso i migliori servitori del Presidente. Così l’Italia (e il PD) diventano in fretta il box dei giochi del bimbo Renzi a cui basta l’errore per potere mettere “in pausa” la democrazia. Oggi De Luca (con la frase del Presidente del Consiglio “governi se ne è capace”) comincia a sentire il tic tac che ha indolenzito Enrico Letta, Bersani, Ignazio Marino e qualche altro. La fine è già chiara, al massimo si gioca sulla durata. Doveva cambiare il mondo e invece e l’ennesimo utile idiota.

(continua qui)