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Giulio Cavalli

Parla Rosario Crocetta: “È stato un complotto. Io e Lucia Borsellino siamo le vittime”

Ho intervistato Rosario Crocetta:

“Volevo dimettermi ed uccidermi” così Rosario Crocetta racconta a Giulio Cavalli i suoi ultimi giorni. “La procura ha confermato che non esiste questa intercettazione” ha detto il presidente della Regione Sicilia, aggiungendo “o l’Espresso caccia fuori questa registrazione oppure non vedo altra strada alle vie legali”. Il presidente della Regione Sicilia ha ricordato anche il suo impegno contro gli sprechi di denaro pubblico “ho tagliato insieme a Lucia Borsellino un appalto per una assicurazione da 155 milioni di euro a spese della Regione” facendo riferimento a chi avrebbe interesse a screditarlo. Sulla figlia del magistrato e suo assessore alla Sanità in Regione Sicilia dice: “io ho Schermata del 2015-07-19 18:47:56sempre difeso Lucia, le ho fatto da scudo anche contro il Ministro, causandomi inimicizie senza precedenti, io e Lucia siamo le vittime di questo complotto”. E proprio sul complotto su concentrano le parole di Crocetta che sottolinea come “tutte le procure hanno le stesse intercettazioni ed un telefono non può essere intercettato ad intermittenza”. Il presidente si dice sollevato: “È venuto fuori un altro Crocetta, quello che lotta e non può accettare di essere ricoperto di fango”.

Cannabis, si può fare?

SI-PUO-FARE-IMG-300x225Per il leader di SEL finalmente si vede una possibilità di arrivare alla legge. Soggetto unico a sinistra? “Stiamo lavorando per quello”. I diritti? “Questo Governo è compatto solo sulle pessime riforme come per la scuola”. Ho intervistato Nicola Fratoianni e ne è venuta fuori una discussione interessante su legalizzazione e sinistra che verrà. L’intervista è qui.

La’ ‘Ndrangheta ha costruito il porto di Imperia?

PORTO_IMPERIA-H110925172339--U170507497828QHF-440x260-015L’arresto a Reggio Emilia dell’imprenditore Giovanni Vecchi, patron della Save Group, nell’ambito di una vasta operazione dei Carabinieri, denominata “Aemilia”, contro la ‘ndrangheta, non è passato inosservato a Imperia.

La notizia circola freneticamente in città, in particolare negli ambienti vicini al porto turistico, aprendo interrogativi davvero preoccupanti sulla realizzazione di un’opera, il porto di Imperia, la cui storia travagliata sembra per molti versi da scrivere.

La Save Group, infatti, dichiarata fallita nel 2013, è la società che ha realizzato gran parte delle opere a terra del porto turistico di Imperia e la sua “gemella”, la Impregeco, aveva ricevuto l’incarico di realizzare le opere a terra, poi rimaste incompiute.

La Save e la Impregeco erano entrate in gioco al termine di una lunga catena di subappalti. All’origine della catena l’Acquamare, società, ora in regime di concordato preventivo, che fa capo all’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. E proprio Caltagirone ha più volte collaborato con la Save Group, nella costruzione del porto di Imperia, del porto di Fiumicino e del Molino Stucky di Venezia. Lo stesso imprenditore romano, nel corso del processo di Torino, definì la Save come “un’impresa di fiducia”.

Nel dettaglio, i Carabinieri hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla procura distrettuale antimafia di Bologna, nei confronti di altrettanti soggetti, tre dei quali esponenti della ‘ndrangheta emiliana attiva nelle province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena ed operante anche in quelle di Verona, Mantova e Cremona. Al centro delle indagini, condotte dai carabinieri dei comandi provinciali di Modena e Parma nonché dal Ros di Roma, l’infiltrazione della ‘ndrangheta emiliana, articolazione della cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone), nel tessuto economico nazionale, oltre che locale, attraverso la costituzione di varie società di capitali.

A Giovanni Vecchi, indagato a Imperia nell’ambito di un’inchiesta per frode in pubbliche forniture, viene contestato il trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver agito per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa. Tra gli arrestati anche Nicolino Grande Aracri, considerato il boss della ‘ndrangheta attiva tra la Calabria e l’Emilia.

I Carabinieri hanno anche posto sotto sequestro preventivo svariate società. Due di queste, come detto, hanno operato sul porto turistico di Imperia, SAVE Group S.r.l di Montecchio Emilia e Impregeco S.r.l. di Roma e tutte, secondo gli inquirenti, sarebbero direttamente collegate proprio al clan Aracri, che conferiva nelle suddette società ingenti somme di denaro e altre utilità derivanti dai reati, oltre a provviste illecite.

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(fonte)

In Sicilia qualcosa non mi torna

Insomma: L’Espresso riferisce di una frase pronunciata a (non “da” ma “a”) Rosario Crocetta su Lucia Borsellino. Crocetta si auto sospende e dichiara di non averla nemmeno sentita, di sicuro. Lo Voi (Procuratore capo di Palermo) smentisce che esista un’interpretazione del genere. L’Espresso risponde che invece l’intercettazione esiste. Qualcuno tra L’Espresso e Il Procuratore di Palermo sta dichiarando il falso. E a chi giova? E perché se l’intercettazione se è del 2013 non è uscita prima? E chi avrebbe interesse su uno strafalcione di Lo Voi magari “spinto” a prendere una posizione sbagliata? E perché Crocetta avrebbe difeso sempre a spada tratta Lucia Borsellino? Vedremo.

Ah, questa sera sono a Palermo.

  
  

 

Quando scappa una foto

Oggi a Palermo la giornata è calda, i giudizi forse un po’ affrettati e gli avvoltoi tutti in pista. #sicilia via Instagram http://ift.tt/1I5TKj7

In Grecia e in Italia si lavora 300 ore in più della Germania, ma si guadagna la metà. Ecco perché

Il paese Ue più stakanovista? La Grecia: 2.034 ore di lavoro pro capite nel solo 2012. Quelli più “indolenti”? Germania e Olanda: meno di 1.400 ore.

Come scrive Tiziana:

La questione greca (e perché no italiana e del Sud Europa), sembra la versione europea della vecchia questione meridionale, quella che Antonio Gramsci affrescò così un secolo fa: «La borghesia settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole e le ha ridotte a colonie di sfruttamento», scriveva Gramsci in Alcuni temi della questione meridionale. Che sia Napoli o Atene, il risultato non cambia.

L’articolo è qui.

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