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Giulio Cavalli

Papa Francesco, la tua scomunica non funziona

Ora è il tempo di trasformare le parole in azioni con tutti i mezzi possibili. E di fare sapere a tutti quanto riesce ad essere vigliacca la Chiesa che si prostituisce al boss del paese come succede a Oppido Mamertina:

UpkPfA5XLjhUFwzuJG2kbGE3TgeCkPQp8HY8p7EyhUA=--L’ultima clamorosa vicenda si è verificata il 2 luglio proprio ad Oppido Mamertina, città nota anche per una cruenta faida che ha sterminato persino donne e bambini e che ha lasciato sul selciato quasi un centinaio di morti ammazzati. Uno di questi morti venne dato vivo in pasto ai maiali. Quel giorno come da tradizione era in corso la processione secolare della Madonna delle Grazie. Una giornata sentita dalla gente della omonima parrocchia posta nella frazione Tresilico.

Una processione che ad un certo punto è stata clamorosamente abbandonata dal comandante della stazione dei carabinieri il maresciallo Andrea Marino e da due militari che partecipavano all’evento. Una scelta di campo netta quella del maresciallo, notata da tutti perché fatta perché tutti si accorgessero della presa di distanza. Difficilmente un maresciallo dei Carabinieri abbandona una processione pubblica se non per motivi gravi. E il maresciallo Marino ha stabilito che quello che aveva visto, grave lo era per davvero.

La statua preceduta dai sacerdoti ma anche dal sindaco e da mezza giunta comunale arrivata all’incrocio tra Corso Aspromonte e via Ugo Foscolo, era stata fatta fermare per circa 30 secondi da decine di portatori davanti alla casa di colui che viene ritenuto essere il capo di una nota famiglia di ‘ndrangheta, quella di Peppe Mazzagatti 82 anni di Oppido Mamertina, già condannato all’ergastolo per omicidio ed associazione a delinquere di stampo mafioso, che si trova agli arresti domiciliari a casa per motivi di salute. Un uomo potente secondo gli inquirenti, tanto potente, che persino la Madonna è stata fatta fermare per rendergli omaggio.

Assistendo a quella scena il maresciallo Marino non c’è l’ha fatta più ed ha ordinato a suoi due militari che si trovano ai lati della statua di seguirlo abbandonando clamorosamente la processione sotto lo sguardo ammutolito di tutti. Un gesto clamoroso quello del maresciallo che ha voluto così prendere le distanze da una pratica, sottaciuta ai più ma che sembra sia molto diffusa anche nella Piana. Nelle settimane scorse, infatti, altre scene simili sembra siano state viste in altri paesi della diocesi ed in altre processioni. Fatti questi che sarebbero stati segnalati all’Autorità Giudiziaria dalle forze dell’ordine. Ma ad Oppido la vicenda è grave anche per un altro motivo: sembra che prima della processione il maresciallo Marino aveva incontrato personalmente i componenti della commissione della festa avvertendoli di non effettuare gesti particolari o inchini durante il tragitto della processione.

Idiozia digitale

L’equo compenso decantato dal Ministro Franceschini ha delle tariffe che sono vergognose per un paese che parli di sviluppo digitale. Basta leggere l’articolo di Gianfranco Giardina per farsi un’idea. Vale la pena leggere anche l’opinione di Guido Scorza:

Sono – come peraltro era già dato immaginare dalle anticipazioni contenute nel comunicato stampa del Ministero dello scorso 20 giugno ed in quello, di pari data, della Siae – aumenti tariffari da capogiro che costeranno ai consumatori italiani oltre 150 milioni di euro l’anno e porteranno nelle casse della Siae– solo a titolo di rimborsi di costi di gestione – oltre 10 milioni di euro cui andranno ad aggiungersi importi egualmente esorbitanti grazie agli interessi bancari ed ai proventi finanziari che la Società maturerà avendo in deposito la montagna di denaro in questione.

Ma scorrendo il testo del Decreto, oltre ai numeri, ci sono altri aspetti che balzano agli occhi e colorano questa vicenda delle tinte fosche dei peggiori esempi di buona amministrazione.

Cominciamo dal principio. La legge prevede che il Ministro dei beni e delle attività culturali aggiorni – e, non necessariamente aumenti – le tariffe dell’equo compenso, sentito il Comitato permanente sul diritto d’autoree le associazioni di categoria dei produttori di tecnologia. Nessun riferimento, dunque, alla Siae.

Eppure il Decreto che il Ministro Franceschini ha firmato è stato, sostanzialmente, dettato proprio dalla Siae, soggetto che, nella partita, è portatore di un doppio interesse, evidentemente, di parte sia in quanto rappresentante di autori ed editori destinatari ultimi del compenso sia perché, più sono alte le tariffe dell’equo compenso maggiore è l’importo che essa trattiene per sé a titolo di rimborso dei costi di gestione.

Nessun Ministro della Repubblica dovrebbe lasciarsi suggerire cosa scrivere in un proprio decreto da un soggetto portatore di un palese ed evidente proprio interesse di parte.

Effettivamente ora sarebbe bello mantenere le promesse

Come scrive Pippo Civati nel suo blog effettivamente sarebbe bello mantenere le promesse:

In ogni caso, se il M5s dovesse mantenere l’atteggiamento delle ultime settimane, il Pd dovrebbe rinunciare ai rimborsi elettorali già per il 2014, alla luce della prima promessa della nuova era. Sono certo che lo farà.

Di Maio ha dichiarato che nel prossimo incontro con Renzi il M5S arriverà con una proposta che non sarà a scatola chiusa e quindi il confronto è aperto. Se è stato uno specchio per allodole questo Renzi così disponibile non sarà difficile scoprirlo presto.

Su EXPO e Raffaele Cantone

Poiché mi pare che sia bastato l’annuncio per rendere tutti felici vale la pena leggere un interessante articolo di Luca Beltrami Gadola sul Decreto legge 24 giugno 2014 n. 90 che è stato sventolato da più parti come il “salva Expo”:

Di Expo si parla all’articolo 30 (Unità operativa speciale per Expo 2015), la cui lettura, che consiglio a tutti al colto e all’inclita come esempio di fumo puro, indica in sintesi quel che si deve fare: verificare in via preventiva, controllare i corretti adempimenti in materia di trasparenza, si assegnano poteri ispettivi, si dà accesso a banche dati “già attribuiti alla soppressa Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (1) “, eccetera eccetera. Insomma si tratta semplicemente di aver soppresso un’autorità, quella di vigilanza sui contratti pubblici, che implicitamente si accusa di incapacità, e di avene trasferito i poteri all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione. Di nome in nome. Posso aver preso un abbaglio, e me ne scuserei con i lettori, ma del potere di “commissariare” singoli cantieri di imprese colte con le mani nel sacco della corruzione non ne vedo traccia. Forse si pensa di ricorrere ai famosi “patti d’integrità” sottoscritti dalle imprese in fase contrattuale, dove per altro è prevista sì la rescissione del contratto ma nessuna forma di commissariamento.

Corro perché scivolo

E’ uscito il mio racconto su Dorando Pietri in ebook. Lo trovate più o meno dappertutto. Fatemi sapere cose ne pensate. Questa è la mia introduzione:

E’ salutare dedicarsi ai secondi: apre lo sguardo e umanizza il vissuto. Quando ho ascoltato per caso la storia di Dorando Pietri ero a Carpi, in camerino, pronto per andare in scena in un momento della mia vita in cui tutto filava meravigliosamente liscio. Tutto. Come un’adolescenza allungata. Dorando mi ha preso per l’orlo dei pantaloni e mi ha riportato nella poetica della sconfitta che sta solo nei numeri ma fuori urla tutta la fatica e la crescita di un campione di carne, sudore e fango. Se ci innamorassimo di più dei secondi probabilmente ci renderemmo conto delle migliaia di nascoste battaglie personali che stanno dietro ogni sguardo, in ogni gesto e forse anche nelle prepotenze delle persone che ci sono più ostili. La storia di Dorando racconta che con un cuore senza troppe onde possiamo cogliere l’epopea anche se non arriva alla vittoria ma che ha tutti i contorni dell’arte vissuta. Siamo un paese che ha bisogno di secondi, di curiosità per tutto il resto, della riabilitazione della sconfitta come passaggio necessario e di crescita. Non so voi, ma io ci trovo tanta bellezza in quel secondo posto tenuto al braccio dei soccorritori.

Il testo va letto con il sottofondo del rumore del mare e di un’orchestra che suona in mezzo al fumo. Così. Battendo il tempo in testa.

Giulio Cavalli

COPERTINADORANDO

 

Gli applausi al funerale del boss

A Paternò il funerale del boss Salvatore Leanza (detto Turi) accende per le strade l’improvviso (ma davvero?) applauso solidale di alcuni cittadini. Un pezzo di città si trasforma in un omertoso abbraccio per l’uomo crivellato da colpi di pistola in viale dei Platani. Salvatore Leanza era stato condannato per l’omicidio avvenuto nel 1979 di Alfio Avellino, che all’epoca gestiva una radio privata ad Adrano.

C’è tanto d lavorare. Tanto.

L’antimafia con i tribunali vuoti

Il caso Catanzaro , con solo sei giudici nella sezione indagini preliminari e soltanto cinque pm antimafia, non è degno di un Paese civile. A dirlo a “l’Espresso” è il magistrato Giuseppe Borrelli, arrivato a Napoli per ricoprire il ruolo di procuratore aggiunto dopo l’esperienza calabrese segnata da successi nella lotta ai clan.  Il periodo di Borrelli nella procura antimafia del capoluogo calabrese sarà infatti ricordato per i risultati ottenuti e le batoste inflitte alle cosche e a molti colletti bianchi.

La notizia è qui.

Giuliano nel Paese delle Meraviglie

Esce un’Ansa con alcune dichiarazioni di Giuliano Pisapia:

(ANSA) – MILANO, 2 LUG – Le imprese straniere sono ”ben accette” per partecipare all’Expo ed investire anche successivamente tuttavia ”non possono pensare di venire qui a comandare come talvolta hanno fatto in passato”. Lo ha detto il sindaco di Milano GIuliano Pisapia all’assemblea di Anie-Confindustria spiegando che ”l’obiettivo deve essere la crescita comune e non l’espropriazione del territorio”.
    Quanto invece ai rischi di infiltrazione mafiosa ”gli anticorpi che abbiamo costruito – ha assicurato – hanno consentito di respingere tentativi di ingresso”. Citando Giovanni Falcone Pisapia ha ricordato che ”là dove ci sono soldi e imprese arriva la mafia, ma in Expo non è riuscita ad inserirsi grazie alle indagini della magistratura, ai controlli della Dia e anche della Polizia Locale”.
    Per questo Pisapia, riferendosi ad Expo ha affermato: ”io ci credo e l’immagine negativa che si è data non corrisponde alla realtà”. (ANSA).

Io non so se Giuliano davvero pensi che Milano sia così stupida da credere ancora nella differenza “a piacimento” tra mafia e corruzione come se l’una sia peggiore dell’altra, completamente slegate e non so nemmeno se sia a conoscenza di tutti i rivoli delle ultime indagini della Procura che indicano chiaramente come i “servizi” legati ad Expo siano materia di trattative mafiose. Certo rimpiango la negazione perenne della Moratti: almeno lei era ignorante, lui no.

Forse vale anche la pena ascoltare Dalla Chiesa qui.