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Giulio Cavalli

Quando Rosalba sorride

Quando Rosalba sorride è rovinosamente bella e a Michele non resta che arrendersi. Sono stati due anni di sorrisi che hanno piallato tutte le difficoltà incrociate, questi di Rosalba e Michele, due anni di sorrisi che in fondo erano un stringersi di denti per convincere i genitori di lei che il loro matrimonio è fatto sul serio con la responsabilità di due adulti che pretendono in fretta di diventare una famiglia. Ci sono persone che si sanno amare solo così: per stare insieme promettendosi di non doversi mai chiedere scusa, scendendo per mano nelle scale più buie se serve per la propria verità e rivendicando il diritto di essere felici, insieme. Questo matrimonio è troppo felice per essere duraturo, dicevano in molti, e lo dicevano anche i genitori così preoccupati dalla troppa felicità degli altri, mica per invidia ma per terrore di leggere il proprio fallimento. Il mondo è pieno di persone che trovano ristoro nella media che non si scosta dalle proprie aspirazioni e che arrotonda i propri risultati.

Mio padre in una scatola di scarpe (titolo provvisorio), in scrittura.

Arresti per mafia ed estorsione. A Milano.

Esponenti ritenuti vicini al clan Mancuso accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. I carabinieri stanno eseguendo arresti e perquisizioni in Lombardia e nel Sud Italia a seguito di una serie di ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Milano.

L’indagine, denominata “Grilloparlante 2″, secondo quanto si è appreso, fa specifico riferimento al fenomeno “dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-imprenditoriale locale” della Lombardia, argomento al centro mercoledì, a Milano, della Commissione Antimafia. Nasce dall’attività investigativa conclusa nell’ottobre del 2012, quando furono arrestati 23 soggetti ritenuti appartenenti o collegati alla criminalità organizzata di origine calabrese operante in Lombardia vicini alla coscaMancuso, attiva stabilmente in Milano e provincia.

Gli arresti seguono i 23 dell’ottobre 2012, quando le indagini dell’Antimafia si concentrarono sulle relazioni tra la cosca calabrese dei Mancuso e l’assessore alla casa del Pirellone, Zambetti. Dopo la politica e i voti di scambio, tocca oggi al settore economico, con estorsioni a commercianti e imprenditori

«Se mi torcono un capello, questa volta c’è la prova»: parla Nino Di Matteo

MAFIA: DI MATTEO A SIT-IN, GRAZIE PER VOSTRA PASSIONE CIVILESe l’aspettava un’esistenza difficile. Solleva lo sguardo dalle carte, esita un attimo: «Sapevo a cosa andavo incontro quando ho cominciato a fare il magistrato, il lavoro che volevo fare: il pm, non il giudice. A Palermo avevano già ucciso molti colleghi, c’era già stato Capaci, via D’Amelio, ma non credevo che si potessero ripresentare momenti così».

Mai era accaduto – neanche ai tempi del maxi processo a Cosa Nostra – che un pm non potesse andare in udienza «per motivi di sicurezza», come è capitato la settimana scorsa. Volevano portarcelo con un blindato a Milano, tipo quelli che il nostro esercito usa in scenari di guerra come l’Afghanistan e l’Irak. Troppo pericoloso spostarsi. Troppo pericoloso restare anche a Palermo per Di Matteo.

Non va più a nuotare alle 7 del mattino. Non va più alla “Favorita”, alle partite. Ogni tanto i suoi «angeli custodi» lo trascinano in qualche caserma – sempre diversa – dove si fa mezz’ora di jogging. Ha sempre dietro uomini armati.

Un confidente ha appena svelato «che è arrivato l’esplosivo » anche per lui. Era accaduto
nell’estate del 1992, quando qualcun altro aveva annunciato il tritolo per Paolo Borsellino. Tutto come vent’anni fa? «No, c’è una differenza importante: allora c’era solo il silenzio intorno a Paolo, oggi ci sono tantissimi italiani che stanno dalla nostra parte, semmai stridono certi silenzi istituzionali se confrontati alla solidarietà dei cittadini, delle persone senza nome che mi scrivono».

I silenzi dei Palazzi. Tanti. Il capo dei capi della mafia vuole ucciderlo e, al di là dei comunicati ufficiali e di circostanza – a parte il comitato di ordine pubblico e sicurezza convocato dal ministro Alfano a Palermo e le sue dichiarazioni di ieri – Roma sembra lontana, indifferente alla sorte di un magistrato stretto in una morsa, fra il delirio del capo dei Corleonesi e invisibili personaggi scivolati fra le pieghe delle indagini della trattativa.

Perfino la ministra di Grazia e Giustizia Cancellieri, l’amica dei Ligresti, ha mostrato un certo distacco. Prima ha detto che la sua amministrazione era all’oscuro di ogni piano omicida di Riina (eppure gli operativi del Dap, di solito sono anche troppo informati), poi ha «espresso vicinanza ai magistrati» mentre qualcuno in giro per l’Italia già metteva in giro le solite voci infami. Non è vero niente, quali minacce ha avuto mai Di Matteo? L’avevano fatto con Falcone, all’Addaura.

Colpiscono le parole di Nino Di Matteo nella sua intervista con Attilio Bolzoni di Repubblica. E, mi viene da dire, c’è la prova anche di chi continua a stare zitto o ad essere delatore fiancheggiatore.

Condannato Cattafi, eh

CATTAFI_Rosario_Pio(1)Condannato a 12 anni, a fronte dei 16 richiesti dall’accusa, l’avvocato di Barcellona Pozzo di Gotto Rosario Pio Cattafi. Il gup Monica Marino ha dunque stabilito la sua effettiva vicinanza ai boss della mafia barcellonese, con i quali aveva mantenuto i contatti anche tra i vertici del clan e altre famiglie mafiose. La sentenza ha emesso, inoltre, altre cinque condanne: 7 anni e 6 mesi per Giuseppe Isgrò, ritenuto il ‘tesoriere’ del gruppo mafioso, 6 anni e 4 mesi a Tindaro Calabrese, 5 anni e 8 mesi a Giovanni Rao, 4 anni e 8 mesi per Carmelo Trifirò e 4 anni e 4 mesi a Agostino Campisi. Tutte condanne scaturite dall’operazione “Gotha 3”, che aveva svelato, nell’ambito della realizzazione di opere nel messinese, una serie di attività estorsive ai danni di quattro società.

Cattafi, oltre ad essere coinvolto nel processo “Gotha 3” (associazione a delinquere di stampo mafioso con l’aggravante di aver promosso e diretto l’organizzazione mafiosa barcellonese) fu precedentemente condannato per aver aggredito nel 1971 cinque studenti universitari insieme a Pietro Rampulla (il futuro artificiere della strage di Capaci) e in seguito condannato per porto e detenzione abusivi di arma, cessione di sostanze stupefacenti e calunnia. L’avvocato barcellonese prese poi parte al matrimonio del capomafia di Barcellona Pozzo di Gotto Giuseppe Gullotti – condannato per essere stato il mandante dell’omicidio del giornalista Beppe Alfano – in qualità di testimone di nozze.

Mi ricordo quando ne parlavano Sonia Alfano e Fabio Repici: due ossessionati, dicevano.

Se ne usciremo migliori

Questo è il ‘noi siamo qui’, oggi: gente impoverita e disillusa, rabbiosa e confusa, incattivita e in guerra contro qualcosa di nebbioso a cui cerca disperatamente di dare un volto: la politica, le tasse, l’Europa, la finanza, la Merkel, le auto blu. E altro, a piacere: gli immigrati, gli zingari, perfino gli ebrei – come sempre, quando si tocca il punto più basso.

La vera grande domanda che dobbiamo iniziare a porci quindi è se da questa profonda crisi – “passaggio” e “scelta”, etimologicamente – usciremo peggiori o migliori: come esseri umani, cittadini, persone inserite in un contesto sociale. Anche elettori, certo, ma forse questo viene dopo.

È su questo che è indispensabile iniziare a lavorare, oggi, per fare politica. Su noi stessi, sui vicini di casa o di lavoro, sugli amici al bar o quelli di Facebook. Sulle platee che abbiamo davanti, se ci capita di parlare in pubblico, alla radio o alla tivù. Su chi ci legge, se abbiamo la fortuna di essere letti da qualcuno.

Uscire dalla crisi – e non sto parlando solo di quella economica – avendo imparato la contaminazione, l’onestà intellettuale, l’importanza delle pratiche, il principio che sono i mezzi a legittimare il fine e non è il fine a giustificare i mezzi. Ma soprattutto avendo imparato che la nostra felicità non solo dipende da quella degli altri ma consisterà sempre più nel contrario dell’estensione del nostro io, nel contrario della ricetta centripeta che ci hanno inculcato per decenni.

Rileggevo questa mattina le parole di Alessandro sul suo blog e mi domandavo se veramente ne usciremo migliori da questo tempo di valori incerti e di modi intolleranti; se davvero quando finiremo questo essere tutti lupi verso gli altri per paura ci sarà una socialità diversa e veramente coesa. Se ci sarà davvero la rivoluzione culturale, insomma.

Fate presto. Iniziate subito.

georgesaunders-620x420Ed eccovi dunque un consiglio veloce, per congedarmi al termine di questo discorso: dato che secondo la mia opinione la vostra vita sarà un viaggio che vi porterà ad essere più gentili e più amorevoli, sbrigatevi. Fate presto. Iniziate subito. In ciascuno di noi c’è un equivoco di fondo, un vero malessere in verità. Si tratta dell’egoismo. Ma la cura esiste. Siate quindi gentili e proattivi e addirittura in un certo senso i pazienti di voi stessi – cercate le medicine più efficaci contro l’egoismo, cercatele con tutte le vostre energie, per tutto il resto della vostra vita.

Fate tutte le altre cose, quelle ambiziose – viaggiare, diventare ricchi, acquistare fama, essere innovativi, essere leader, innamorarsi, fare fortuna e perderla, nuotare nudi nei fiumi in mezzo alla giungla (dopo aver controllato che non ci siano in giro scimmie che cagano) – ma qualsiasi cosa farete, nella misura del possibile eccedete in gentilezza. Fate ciò che vi può indirizzare verso le risposte a quelle grandi domande, cercando di tenervi alla larga dalle cose che possono sminuirvi e rendervi banali. Quella luminosa parte di voi che esiste al di là della vostra personalità – la vostra anima, se credete – è tanto luminosa e brillante quanto nessun’altra. Luminosa come quella di Shakespeare, luminosa come quella di Gandhi, luminosa come quella di Madre Teresa. Sbarazzatevi di tutto ciò che vi può tenere lontani da quella luminosità nascosta. Credete nella sua esistenza, cercate di conoscerla meglio, coltivatela, condividetene incessantemente i frutti.

L’intenso discorso che George Saunders, autore di Dieci dicembre, ha tenuto ai laureandi della Syracuse University del 2013.

I forconi mi scrivono

Ecco la mail:

I FORCONI PENSIERO.

IL FORCONE VA IN MISSIONE.
GIA’ PIACE IN FRANCIA, IN SPAGNA IN PORTOGALLO. SI STA EUROPEIZZANDO CONTRO L’EURO. A NATALE UNO SARA’ SPEDITO IN INGHILTERRA.

MARSALA E PETROSINO SI STANNO PREPARANDO A FARE SIT IN DI PROTESTA DA MERCOLEDI’ 18/12/2013 FINO AL 2/01/2014 CON QUATTRO  PRESIDI IN PIAZZA FIERA STRASATTI, PIAZZA MARCONI, MARSALA E C/DA CIAPPOLA MARSALA, A PETROSINO IN VIA FRANCESCO CRISPI NEI PRESSI DEL POLIVALENTE DON INGARRA. DISOCCUPATI ARTIGIANI COMMERCIANTI IMPRENDITORI SFIDUCIATI TUTTI PARTECIPERANNO.
CON I ” FORCONI” SCOMPARIRA’ LA DESTRA E LA SINISTRA. IL CENTRO DESTRA E IL CENTROSINISTRA CI SARA’ SOLO IL BENE E IL MALE LA GIUSTIZIA O L’INGIUSTIZIA… SARA’ UNA ALTERNANZA DI “FORCONE A” E “FORCONE B” IN ENTRAMBE I CASI DECIDERA’ IL POPOLO LIBERO.
I “FORCONI” D’ITALIA IMPOSSIBILITATI A SPOSTARSI POSSONO ORGANIZZARE AUTONOMAMENTE ASSEMBLEE NEI COMUNI DI APPARTENENZA CON LA RACCOMANDAZIONE DI NON ACCETTARE INTERVENTI DI ALCUNA NATURA DA PARTE DI POLITICI E AMMINISTRATORI POICHE’ ILLEGALI FRUTTO DEL PORCELLUM E DUNQUE SERVI DELLA CASTA.
I NOSTRI MERAVIGLIOSI DEPUTATI REGIONALI SICILIANI SI SONO CALATI LO STIPENDIO. POVERACCI! COME FARANNO? NOI LI AIUTEREMO. COR CAZZO! COSI’ SI CALERANNO ANCHE LE MUTANDE.
L’EURO FORTE CI FARA’ FALLIRE TUTTI. LA CASTA RUBA E INVESTE NEI PAESI POVERI FACENDO UNA VITA DA NABABBI. SIAMO GIA’ MORTI E I MORTI NON TEMONO PIU’ NIENTE. PREPARIAMOCI A LUNGHE BATTAGLIE. HANNO COMPROMESSO IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI.
I SINDACATI SI DISSOCIANO DAI FORCONI. BELLA SCOPERTA. NOI LI ABBIAMO DA SEMPRE DENUNCIATI DI GENOCIDIO OPERAIO. HANNO DIVISO SEMPRE IL PORCO CON LA POLITICA SPORCA A SPESE DEGLI OPERAI.
DOPO AVER RIPULITO LA POLITICA DALLA MARMAGLIA E TUTTI SI RITIRERANNO, RIMARRANNO IN CAMPO I FORCONI PIU’ FORCONI DEI FORCONI. OCCORRERA’ RIPULIRE I PALAZZI DELLA MELMA BUROCRATICA E OCCORRERA’ FEGATO.
MARTINO MORSELLO
PRESIDENTE
MOVIMENTO DEI FORCONI
3286009880
Ecco, ditemi voi.

Ogni giovane è gioiosamente meravigliato di quanto riesce a esprimere e ascoltare

Ogni volta sperimento come, nel contesto di una struttura che veramente favorisce la creatività personale e di gruppo, ogni giovane è gioiosamente meravigliato di quanto riesce a esprimere e ascoltare; mi chiedo in qual modo sia possibile consolidare, approfondire e moltiplicare ampliando queste occasioni affinché riescano a inceppare e sbrecciare i meccanismi del dominio, tuttora vastamente imperanti: per riuscire a interrompere il circolo vizioso fra dilagante necrofilia inconfessata, disperazione per mancata creatività e informazione deformata, aberrante.

Danilo Dolci

Otto contatori idrici

Il ripristino della legalità è una guerra dura lì dove la regola è l’illegale, l’interesse è sempre particolare e la “normalità” è una minoranza. Otto contatori idrici installati a Casal di Principe (ne dà notizia Arnaldo qui) sono addirittura un presidio in territorio nemico.

Per chi ci vive in quelle terre disgraziate l’installazione dei primi otto contatori a Casal di Principe segna un traguardo storico. La triste realtà è questa. Perfino i vari commissari prefettizi succedutesi promettevano l’installazione dei misuratori, stanziava i soldi, trovavano le ditte, ma poi non accadeva nulla. Allora bisogna darne atto all’attuale commissario prefettizio Silvana Ricciodi essere riuscita in un’impresa titanica. Non si sa se gioire o piangere di rabbia.