Dopo il referendum sull’acqua sono andati tutti in televisione. Anche quelli che in fondo non ci hanno mai creduto, quelli che il Decreto Ronchi l’hanno firmato (poi per fortuna hanno cambiato idea) e quelli che intorno all’acqua hanno piazzato i trombati all’ultimo giro elettorale. In televisione ci sono andati tutti i convertiti e fa niente se qualcuno ha chiesto fin da subito (inascoltato) di lasciare la battaglia alla gente senza voler cannibalizzare comitati e gente, in fondo ci basta il risultato. A cinque giorni dai referendum Luigi a Napoli delibera il ritorno al pubblico dell’ente gestore stabilendo il principio e la natura di «bene comune» dell’acqua, «non assoggettabile a meccanismi di mercato»: prendere delle scelte oggi in politica è diventato rivoluzionario. A Napoli le hanno scritte.