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Bavaglio al Parlamento. E pure alla maggioranza

Il senso della democrazia e del Parlamento di Giorgia Meloni si è evidentemente involuto da quando si è accampata a Palazzo Chigi. Le vibranti proteste mentre era all’opposizione si riferivano a comportamenti che ora mantiene senza battere ciglio. Così dopo essersi alzata di tutta fretta per non rispondere ai giornalisti sulla prossima Legge di Bilancio, lasciando la comunicazione a qualche cartolina esultante da pubblicare sui social, la presidente del Consiglio ha deciso di blindare la manovra in Parlamento senza la possibilità di presentare nessun emendamento, nemmeno della sua maggioranza.

Il senso della democrazia e del Parlamento di Giorgia Meloni si è evidentemente involuto da quando si è accampata a Palazzo Chigi

Gli alleati di Lega e Forza Italia hanno accettato il loro ruolo di parlamentari ridotti alla liturgia dell’unico pulsante in nome della “compattezza” che da quelle parti è il sinonimo di “mantenimento del potere”. Così Meloni potrà presentarsi sorridente con la finanziaria in tasca alla festa dicembrina del suo partito ad Atreju. L’opposizione da canto suo promette “battaglia” ma è difficile immaginare di opporsi se il Parlamento viene usato come semplice ceralacca delle scelte del governo.

Siamo messi così, con le raccomandazioni del Presidente della Repubblica che valgono come una letterina a Babbo Natale e con il prossimo Decreto Milleproroghe di gennaio che verrà riempito di prebende per i deputati e i senatori della maggioranza che hanno accettato di “fare i bravi”. In mezzo ci sarebbe il rispetto della Costituzione e del ruolo del Parlamento che avrebbe dovuto essere “sovrano” ma a certi giornalisti di quest’epoca interessa non dare dispiacere al re. Non si sa mai che prima o poi un regalino spunti anche per loro, oltre che per gli oppositori che non si oppongono.

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