Al funerale di Alberto Stabilini, noto esponente dell’estrema destra milanese e in passato membro del Fronte della gioventù, c’era anche l’assessore alla Sicurezza di regione Lombardia Romano La Russa, fratello meno celebre di Ignazio. Nel momento in cui è stato invocato il nome del defunto tutti hanno risposto «presente!» con il solito braccio teso. Non si è sottratto – figurarsi – l’assessore La Russa, soprattutto in un momento come questo in cui si intravede lo sdoganamento di una certa cultura.
L’opposizione in Regione ha chiesto al presidente Fontana di intervenire e censurare. Figurarsi: Attilio Fontana è appeso a un filo e i rapporti di forza si sono invertiti con la Lega che ormai è una succursale dei meloniani.
Ma l’elemento significativo è la risposta del partito di Fratelli d’Italia che scrive: «Emerge con chiarezza – si legge nella nota diffusa alla stampa – che il movimento del braccio di Romano non ha nulla a che fare col saluto fascista, ma al contrario testimonia il suo invito ai presenti ad astenersi dal saluto. Basta verificare il movimento del suo braccio, peraltro assente durante le chiamate consecutive che comunque la Cassazione ha sancito non essere reato se effettuato in un funerale». Quindi il partito cerca di giustificare La Russa dicendo che «era stato chiesto in vita dal defunto Alberto Stabilini», di cui Romano La Russa era cognato e amico da sempre, l’estremo saluto immortalato in un video che sta diventando virale sul web. Siamo, come dice Mario Lavia, al Var del fascismo.
Riccardo De Corato, candidato per Fratelli d’Italia, ha il coraggio di dire: «Chi vuol confondere il rito del presente con il saluto fascista è ignorante, nel senso che ignora una tradizione militare che vige da secoli». Eccola, la loro natura. Braccio teso e poco, pochissimo, coraggio.
Buon giovedì.