Dice Salvini: “Quella dei 170 mila presunti profughi che in questo momento stanno guardando la televisione in albergo pagati dagli italiani è una pacchia che non ci possiamo più permettere”. È falso.
Come scrive AGI: “Quella di 170 mila “presunti profughi che guardano la TV in albergo” contiene due principali informazioni non corrette. Quella cifra è in effetti il totale dei migranti presenti nel sistema di accoglienza in Italia, ma non abbiamo numeri precisi sulla percentuale di chi è ospitato in alberghi. Si tratta di una quota dei migranti presenti in strutture temporanee, che a sua volta è la quota principale del totale degli accolti. In secondo luogo, non si tratta poi solo di “presunti profughi”, ma anche di persone a cui è già stato riconosciuto il diritto d’asilo o persone in attesa della decisione delle autorità italiane. Per queste seconde, il tasso di accoglimento della domanda è del 40%. Salvini, facendo riferimento solo ai “rifugiati” che pesano per il 6% del totale, induce a credere che il 94% dei richiedenti asilo vada rimandato in patria. Ma lo status di rifugiato è solo una delle possibilità – quella più duratura nel tempo – che lo Stato italiano ha per concedere la protezione internazionale ai migranti”.
Poi.
Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, intervistato da RTL 102.5 lo scorso 26 febbraio ha dichiarato (min. -9.45): “Le sanzioni contro la Russia stanno danneggiando i nostri imprenditori, abbiamo perso quasi dieci miliardi di euro di mancate esportazioni in Russia”. È falso.
Come scrive (sempre AGI): “La cifra di 10 miliardi citata da Salvini è una stima di Coldiretti, che sembra sommare i miliardi “mancanti” ogni anno da quando ci sono le sanzioni (marzo 2014) per raggiungere i 10,8 miliardi del 2013, picco dell’anno pre-sanzioni. Si tratta di un calcolo semplicistico. Come abbiamo visto le sanzioni sono un fattore e sono probabilmente la causa maggiore del dimezzamento dell’export agroalimentare italiano verso la Federazione Russa: una perdita di mezzo miliardo di euro solo lo scorso anno. Ma non sono l’unico, e probabilmente nemmeno il più importante degli elementi da considerare. Lo sostengono gli analisti citati dalla Nato e lo dimostra il fatto che nel 2017, a sanzioni vigenti, l’export verso la Federazione Russa è tornato a crescere. L’andamento delle importazioni è infatti influenzato fortemente dall’andamento generale dell’economia del Paese importatore. Come abbiamo visto, l’economia russa – in larga parte dipendente dal petrolio, che negli ultimi anni ha visto il proprio prezzo crollare sul mercato – è andata male tra 2014 e 2016, e si è risollevata in parte nel 2017. Una corrispondenza quasi perfetta con l’andamento dell’export italiano verso la Russia”.
Le bugie da strumento di propaganda diventano strumento di potere. Falsità, in continuazione. Sempre. Di continuo. Che schifo.