Mi chiedo se serva per forza una crisi che accentui il disagio sociale e la povertà per illuminare e smutandare le deliranti manie di grandezza di qualche governante aspirante faraone. Sulla terza pista di Malpensa in Regione Lombardia eravamo in pochi a chiedere che prevalesse il buonsenso, decisi che fosse opportuno rilanciare uno scalo già nato “in crisi” nonostante i proclami formigoniani e leghisti piuttosto che ampliare un aeroporto sempre troppo deserto. E forse vale la pena ricordare come buona parte del centrosinistra (non c’è nemmeno bisogno di nominarla, indovinate chi…) non riuscisse a prendere una posizione netta come al solito convinta che lo sviluppo passi sempre e solo per il cemento.
Oggi arriva la notizia che l’Enac ha ritirato il progetto di costruzione della terza pista perché la crisi avrebbe reso inattuale il piano di sviluppo ma i vertici dell’ente ci tengono a chiarire che sia solo una pausa. In attesa di tempi migliori, del prossimo governatore cementizio e confidando nella ciclica smemoratezza dei lombardi. Al solito.