Lo stato di emergenza che andrebbe proclamato ora, subito, con un comunicato stampa a reti unificate è uno solo: quello per il cambiamento climatico. Si potrebbe cominciare magari facendo un po’ di informazione, quella seria, quella che se ne frega della demagogia e del populismo che soffia forte sulle bocche dei componenti di questo governo.
Lo stato di emergenza che andrebbe proclamato ora, subito, a reti unificate è uno solo: quello per il cambiamento climatico
Sapremmo per esempio che le esondazioni e la siccità sono due facce della stessa medaglia. Accade che in Spagna all’aeroporto di Cordoba nei giorni scorsi si sia tocca la temperatura record di 38,8° mentre in Emilia Romagna si faccia il conto dei danni e dei morti e dei dispersi. In Spagna Fuente de Piedra, un famoso lago dell’Andalusia noto per essere uno scalo preferito dai fenicotteri, è completamente asciutto e in Emilia Romagna sono cadute 20 bombe d’acqua in 24 ore.
Come fa notare (da tempo) Coldiretti siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. Sapevamo che sarebbe successo. Lo ripete da tempo l’intera comunità scientifica, tranne quello 0,1% di negazionisti che da noi scrivono straziati editoriali su quotidiani nazionali e sono i consiglieri più ascoltati della compagine di governo.
Il fattore scatenante principale delle precipitazioni estreme è il cambiamento del clima di origine umana
Il rapporto dell’Ipcc – il report intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu – solo pochi mesi fa scriveva: “La frequenza e l’intensità delle precipitazioni estreme è aumentata dal 1950 su tutte le terre emerse e il cambiamento del clima di origine umana è il suo fattore scatenante principale”. E poiché l’origine siamo noi è evidente che siamo solo noi che possiamo fermarlo.
La destra pensa a rave e migranti. E sull’ambiente cala il negazionismo
Se Giorgia Meloni e i suoi compagni di governo, in primis il ministro Gilberto Pichetto Fratin, trovassero minuto libero tra l’impoverire i poveri, disperare i già disperati, respingere i respinti che cercano approdo, criminalizzare i giovani che provano a urlare gli stessi contenuti di questo articolo forse potrebbe accorgersi – dopo sei mesi di governo – dell’emergenza più incombente di tutte, quella che interessa ugualmente i ricchi e i poveri che siano bianchi o siano nero indifferentemente dalla loro religione e il loro credo politico: il clima è in tilt, occuparsi di volta in volta del meteo è un errore da ignoranti o da criminali.
Ci sono tra le altre cose anche tutti gli elementi che rendono chiara l’emergenza. Per rimuovere e mitigare le cause però il Governo dovrebbe smetterla di leccare i signori del petrolio e avere il coraggio di avviare un deciso cambio di passo sulle combustioni fossili.
L’articolo Cambiamento climatico. La vera emergenza che il governo ignora sembra essere il primo su LA NOTIZIA.