Tra i Rinascimenti di cui ci dobbiamo vergognare in giro per il mondo un capitolo se lo merita il prossimo Mondiale di calcio che si terrà in Qatar. Prima ancora che inizino le partite si è già riusciti a quantificare almeno 440 milioni di dollari che la Fifa (secondo i calcoli contenuti nell’ultimo rapporto di Amnesty International) dovrebbe dare ai lavoratori migranti che hanno subito “violazioni dei diritti umani in Qatar” prima della Coppa del Mondo del 2022.
La richiesta di Amnesty, sostenuta da altre organizzazioni per i diritti umani, è stata avanzata dopo le ripetute critiche per il ritardo della Fifa nel reagire alle precarie condizioni dei lavoratori impiegati nei cantieri collegati ai Mondiali nel ricco Stato del Golfo. Secondo Amnesty, questa somma, che sarà divisa tra le 32 squadre partecipanti al torneo, è il “minimo necessario” per risarcire i lavoratori e proteggerli da futuri abusi. L’organizzazione ha citato in particolare «i salari non pagati, le estorsive tasse di assunzione pagate da centinaia di migliaia di lavoratori e il risarcimento per infortuni e morti». Amnesty aveva accolto con favore le riforme sociali decise dal Qatar nel 2018 e il miglioramento delle condizioni sui siti ufficiali dei Mondiali inaugurati nel 2014. Tuttavia, secondo la Ong, queste regole non sono sempre rispettate e gli abusi persistono.
«Secondo i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, la Fifa deve garantire il rispetto dei diritti umani nell’organizzazione e nell’organizzazione della Coppa del Mondo, anche effettuando il proprio monitoraggio indipendente e regolare dei progetti e delle sedi della Coppa del Mondo e conducendo la diligenza dovuta per identificare e prevenire qualsiasi violazione dei diritti umani associata al torneo» ha scritto Amnesty International. «Fondamentalmente, la Fifa ha anche la responsabilità di garantire che tutti i danni subiti dai lavoratori nei progetti relativi alla Coppa del Mondo fino ad oggi siano adeguatamente risolti, in collaborazione con le autorità del Qatar e altre parti interessate». «Questa Coppa del Mondo semplicemente non sarebbe possibile senza i lavoratori migranti, che costituiscono il 95% della forza lavoro del Qatar. Ma troppo spesso questi lavoratori scoprono ancora che il loro tempo in Qatar è caratterizzato da abusi e sfruttamento», ha affermato Steve Cockburn, Head of economic and social justice di Amnesty International.
La Coppa del Mondo della sfruttamento è già assegnata. Ora non resta che godersi le partite sul divano ringraziando il cielo perché anche questa volta non è toccato a noi.
Buon martedì.
Nella foto: un cantiere a Doha, 1 aprile 2022