Forse non serviva un sondaggio per sapere che gli elettori del Partito democratico, di Alleanza Verdi e Sinistra e del Movimento 5 stelle non impazziscano all’idra di aprire le porte del cosiddetto campo largo anche a Matteo Renzi e Carlo Calenda. I risultati dell’analisi dell’istituto Noto certificano comunque la sensazione.
Secondo i dati raccolti, infatti, solo il 29% degli elettori del Pd e il 19% dei sostenitori del M5S vedrebbero di buon occhio un’alleanza con Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Generalmente meno aperti a qualsiasi tipo di alleanza, gli elettori del Movimento 5 stelle vedrebbero di buon occhio solo un accordo con il Pd (60%) e Avs (54%). E anche Carlo Calenda non scalda certo gli animi: solo il 43% degli elettori del Pd e il 20% di quelli del M5S sarebbero favorevoli.
Ad aumentare lo scetticismo per un’operazione di fusione a freddo che l’ex presidente del Consiglio leader di Italia viva sembra volere a tutti i costi sono anche le posizioni dei suoi stessi elettori: solo il 16% dei sostenitori di Renzi sarebbero disposti ad accettare un accordo con il partito di Conte. Il calendiano Costa in un’intervista al Corriere della sera ha ricordato, del resto, che il partito Azione sarebbe nato proprio in contrapposizione al Movimento 5 stelle in occasione del secondo governo Conte.
Allo stesso modo in casa Italia Viva il deputato Marattin ha duramente contestato la decisione di Matteo Renzi di cambiare la linea politica del partito senza consultare gli eletti e la base, con un regolare congresso. “Basta partiti padronali”, dice Marattin insieme alla sua truppa di rivoltosi, risvegliatisi improvvisamente dal lungo sonno. I renziano più accaniti intanto da giorni rimangono appostati sui social per ogni uscita del parlamentare ritenuto “un Giuda”, “un traditore”: “Affondi il coltello nella schiena di Renzi”, gli scrive qualcuno con poco senso del ridicolo.
Alla tiepida passione per il campo largo con le macerie del Terzo polo si contrappone la truppa riformista del Partito democratico che invece insiste per svoltare al centro, meglio ancora se liberandosi degli odiati grillini. C’è solo un piccolo particolare: la matematica. Aprire a Renzi e soci farebbe perdere più voti di quanti se ne potrebbero guadagnare. La matematica del resto è crudele e se ne frega delle strettissime amicizie personali ormai passate.
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