Mentre la presidenza della Camera dei Deputati sta analizzando i faldoni delle commissioni rifiuti e Alpi-Hrovatin per avviare la procedura di desecretazione, Aisi e Aise (ex Sisde e Sismi) hanno già detto no alla rimozione del segreto su decine di dossier. Lo hanno fatto lo scorso anno, tra il 18 aprile e il 15 maggio, rispondendo – sempre negativamente – alle richieste della “Commissione stralcio” di Montecitorio.
Dopo la chiusura della XVI legislatura e la fine dei lavori dell’ultima Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti – presieduta dall’onorevole Gaetano Pecorella – i parlamentari si erano espressi per una declassificazione di gran parte dei documenti sotto segreto, provenienti dai Servizi d’informazione e sicurezza (in gran parte dall’Aise, che si occupa di intelligence estera). La Camera si è però trovata di fronte ad un secco rifiuto da parte dei direttori delle agenzie, come hanno spiegato fonti autorevoli a toxicleaks.org .
Nei prossimi giorni Aisi e Aise riceveranno di nuovo la richiesta dall’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati. Greenpeace – sostenuta dal quotidiano il manifesto – nei mesi scorsi aveva inviato una lettera alla presidente Laura Boldrini chiedendo l’apertura e la desecretazione di tutti i fascicoli sui traffici di rifiuti internazionali, sulle “navi a perdere” e sul caso Alpi-Hrovatin.
(clic)