Matteo Salvini ieri in conferenza stampa ci ha spiegato che «questo è un esodo» di migranti «pianificato dalla criminalità organizzata. È un atto di guerra». «Penso – ha detto il ministro – che sia qualcosa di voluto e organizzato anche per mettere in difficoltà un governo scomodo. Sono convinto che ci sia una pianificazione e una regia dietro a questo esodo».
Niente di nuovo sotto il sole: quando i vittimisti che stanno al governo non hanno soluzioni da proporre non possono fare altro che immaginare nemici inventati e descrivere catastrofi imminenti. Invece ciò che sta accadendo ha un colpevole chiarissimo che risponde proprio alla politica di Matteo Salvini. È lui ad avere sdoganato la narrazione di un’immigrazione che fosse figlia del “buonismo” di qualcuno e non un ampio fenomeno umano. È lui che ha convinto un manipolo di fessi che si potesse chiudere come un rubinetto. È lui che ha iniziato a giocare al ruolo del bullo in Europa sfidando gli altri Stati a una gara di egoismo per poi frignare per l’egoismo degli altri.
È lui, soprattutto, ad avere confuso una questione umanitaria con la politica, dimenticando che l’umanità è pre-politica in qualsiasi Paese che non sia governato da bestie o da fascisti.
Ora che il giocattolo si è rotto e smutanda Matteo Salvini e tutti i suoi nipoti venuti dopo di lui (Giorgia Meloni è stata semplicemente l’allieva più sveglia che ha superato il maestro) inventarsi una guerra è l’atto finale della farsa. “L’intelligence” può risparmiare tempo, le basta bussare all’ufficio del ministro Salvini.
Buon giovedì.
Nella foto: frame di un video sugli sbarchi a Lampedusa (LocalTeam), 13 settembre 2023