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E’ un cretino

Ed è un ministro. Ma è cretino ed è proprio scemo secondo Giulio Tremonti. Che è un altro nostro ministro nella stessa squadra di governo. E tutto il tavolo è la fotografia della nostra inetta classe dirigente che dovrebbe creare economia sana, lavoro e futuro per questo paese. Una tavolata dove (tra le altre cose) non siede nemmeno una donna.

Quanto sono pubblici i libri

Nel caso dei libri (e più in generale della cultura) la domanda è se la sopravvivenza di culture, informazioni, opinioni minoritarie e meno popolari – e quindi commercialmente a rischio – meriti essere difesa con interventi artificiali che creino degli handicap per i più forti e di fatto limitino la libera concorrenza, principio che suona bene ma che spesso implica la vittoria del più forte sul piano commerciale, che non è sempre quella della qualità culturale del prodotto. Un po’ quello che avviene con le famigerate norme sui finanziamenti ai giornali, difficilissime da applicare efficacemente ma fondate su ottime ragioni: ovvero che una società libera e democratica debba avere a disposizione non solo le informazioni delle maggioranze, politiche, sociali o intellettuali che siano. Luca scrive di un bel dibattito su libri e librerie.

L’altra faccia del maronismo antimafia

Ne parlavo qualche giorno fa a Ferrara con alcuni amici. Continuiamo ad incaponirci e spulciare i numeri degli arresti di Maroni e non pensiamo piuttosto a raccontare i fallimenti di questo governo. Di un governo che arresta gli uomini di mafie e lascia marcire (o restituisce all’asta) i beni dei boss. E un Paese che non riesce a portare a compimento la restituzione di ciò che gli è stato preso illegalmente è un Paese inetto a custodire il bene comune. E noi dobbiamo raccontarlo sempre, dappertutto.

Cavalli: “Lo sciopero con indennità dei leghisti”

Consiglio paralizzato e cittadini doppiamente beffati.

Formigoni, se ci sei batti un colpo

Uno sciopero con indennità davvero non si era mai visto. E invece lo sta facendo in Consiglio regionale nientedimeno che la Lega Nord, la stessa del famoso slogan “Roma ladrona”. I suoi eletti si presentano nelle Commissioni, firmano in modo da assicurarsi la diaria e poi se ne vanno, paralizzando l’attività consiliare e bloccando tutti i provvedimenti sull’assestamento di bilancio. Che si sa, di un qualsiasi governo, è  il punto politico fondamentale, la traduzione in atti delle linee programmatiche, il termometro dell’alleanza.

Questa vicenda compone dunque due aspetti.

Innanzitutto, la totale mancanza di rispetto dei consiglieri leghisti per i cittadini e i lavoratori, doppiamente beffati. Perché in tanto parlare di riduzione dei costi della politica, qui manca addirittura il prerequisito dell’assunzione di responsabilità nei confronti del ruolo e degli impegni istituzionali.

E poi la tenuta di questo centrodestra. Che, dietro la nota pittoresca dei reciproci dispetti e affossamenti, proprio non c’è più.

Forse è ora che il Presidente Formigoni esca dal centocinquantacinquesimo piano del suo palazzo e ci illumini su quanto sta accadendo alla sua maggioranza.

Milano, 6 luglio 2011

 

Bavaglio alla rete: il deserto rivenduto come regole

Tralasciando ovvie considerazioni sull’irrisoltoconflitto di interessi del Presidente del Consiglioe su una stampa che prima di essere imbavagliata siautocensura, sono sempre stato convinto che lo spazio della libera informazione esistesse e fosse nel web.

I continui tentativi di censura della libertà di espressione, che si manifesta nei blog personali, nelle pagine private e nelle testate online, sono lo specchio di un potere che si preoccupa esclusivamente di essere danneggiato nella sua immagine falsata.

Non è un caso che a seguito delle ultime elezioni amministrative, durante le quali il web è diventato canale di comunicazione fondamentale soprattutto per i più giovani, si sia cercato di correre ai ripari ed affidare la funzione giudicante, che dovrebbe essere propria dell’autorità giudiziaria, ad un’autorità amministrativa (Agcom) di nomina politica.

Credo che la delibera 668/2010, che verrà approvata nella giornata di oggi dall’Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni, non sia solo dannosa ma anche pericolosa per la tutela civile della democrazia italiana. Mi piacerebbe che, almeno per una volta, l’ossessione del controllo del nostro governo si tramutasse in una illuminata e democratica apertura verso la libera circolazione delle informazioni. Ma perché questo avvenga bisognerebbe avere buone informazioni da proporre. E non è questo il caso. Ancora una volta creano il deserto e ci vogliono convincere che sia ordine civile.

http://www.agoravox.it/Decreto-AgCom-una-manovra.html

Lonatesi più liberi, però silenziosi

Lonatesi più liberi, però silenziosi

Dopo la sentenza Bad Boys sabato arriva in piazza Cavalli. Verderio: c’è ancora omertà

LONATE POZZOLO – Arriverà sabato sera in piazza Sant’Ambrogio l’attore Giulio Cavalli E nel suo spettacolo «Nomi, cognomi ed infami» parlerà anche della sentenza «Bad Boys». Quella emanata dal Tribunale di Busto Arsizio che ha condannato la cosca ndranghetista Farao Marincola e che vuole dare nuova speranza e segno di riscossa civile-sociale alla comunità. «Il paese sta reagendo, i giovani sono la speranza», afferma Cavalli. E dello stesso tenore è il sindaco Piergiulio Gelosa per il quale «Lonate è già cambiata» e che vuole rafforzere la cooperazione con Ammazzateci Tutti. Associazione alla quale l’esecutivo sta pensando di dare uno spazio. Anche se ancora qualche motivo di preoccupazione è presente tra i lonatesi. Infatti, il primo che ha denunciato l’infiltrazione criminale in paese, ovvero l’ex consigliere comunale Modesto Verderio’ (Lega Nord), non fatica a dire di «vedere tra la gente ancora troppa omertà». Paese nel quale quello di ieri sembrava un giorno come un altro tra chi manifestava gioia per le condanne e chi non era nemmeno a conoscenza di un verdetto che potrebbe diventare storico. Nuova resistenza – «Quando ci sono emergenze bisogna scegliere da che parte stare», dice il consigliere regionale Giulio Cavalli (Sel). E i ragazzi di Ammazzateci Tutti, guidati da Massimo Brugnone, e i giovani lonatesi che si stanno mobilitando sul problema sono l’esempio di un paese vivo. «O – come dice Cavalli – di una nuova resistenza». Alla luce della coesione che una comunità deve mostrare. Cosa che l’intero consiglio comunale ha fatto costituendo all’unanimità il gruppo per la legalità. Così, Cavalli lancia il suo messaggio: «Dobbiamo creare una coscienza civile, non servono sparuti eroi, ma un’ ordinaria resistenza». La speranza, dunque, è di avere sabato una piazza gremita: «Più vedo manifestazioni come quella di Lonate e più la paura diminuisce, mi tutela molto di più vedere una piazza gremita piuttosto che la scorta». Ora bisogna costruire una Lombardia che studia e combatte il crimine organizzato. La svolta – «Il nostro primo obiettivo è ribellarci contro soprusi e ingiustizie, dobbiamo essere insieme e più incisivi a stimolare le denunce e ripudiare omertà e omissioni», scandisce Gelosa. Il quale tiene subito a ribadire l’unità assoluta della politica locale nel fronte aperto a difesa del principio di legalità. A questo proposito anticipa che in occasione del tavolo per l’accordo quadro convocato in regione 1’11 luglio prossimo «formalizzeremo e ratificheremo la nostra richiesta per destinare ad Ammazzateci Tutti un ambito delocalizzato in via XXIV Maggio». Auspicando un altro passo che va in questa direzione: l’ipotesi di offrire ulteriori spazi delocalizzati per le associazioni delle forze dell’ordine. Si parla a oggi soprattutto dell’educazione stradale. Locri -Ma c’è chi ritiene che il paese sia ancora troppo indietro e poco coraggioso contro la criminalità. Ossia, il leghi sta Verderio. Che quando era consigliere comunale denunciò per primo le infiltrazioni criminali sul telTitorio e contro i commercianti. «A quanto mi risulta c’è ancora qualche sacca di resistenza criminale», sostiene. Poi lancia un appello: «Bisogna svegliarsi dal torpore. I lonatesi devono fare molto di più, prendere esempio dall’impegno di Massimo Brugnone e dal coraggio dei giovani di Locri». La meglio gioventù – Il vero segnale di rinascita e di risveglio morale lo hanno dato i ragazzi di Ammazzateci Tutti. Che per la prima volta, venerdì scorso al mercato, hanno volantinato promuovendo l’iniziativa del 9 luglio con Giulio Cavalli. Dai cittadini, per una volta distanti dai banchi della frutta e della verdura, poche parole, ma almeno l’attenzione per questi ragazzi e le loro battaglie per la legalità. Volte a liberare finalmente Lonate Pozzolo. E tra questi giovani la diciottenne lonatese Etienne Piantanida. Segno che le associazioni antimafia si radicano in un paese pronta e deciso a tagliare i ponti con il passato. La normalità – Un pomeriggio solito quello visssuto ieri dai lonatesi. Tra pochi che parlano e tanti che scelgono ancora una volta il silenzio. Addirittura dicendo di non conoscere la notizia. «Abbiamo perso serenità», spiega il commerciante ed ex vicesindaco Donato Brognara (Pd). «Prevale la voglia di dimenticare ciò che è stato. Ma potrebbe anche essere timore di parlarne. Comunque, la passione dei giovani è il nostro domani». Mentre il salumiere Gianni Ferrario aggiunge: «Speriamo che li tengano dentro e che sia l’inizio di una nuova era».

Matteo Bertolli

DA LA PREALPINA 06/07/2011

 

C’è una guerra in Libia

Ma se lo ricordano in pochi. Della guerra e poco si discute di come uscirne. Come se fosse impossibile riuscire a tenere tesa l’indignazione (umanitaria) per un tempo diverso dalla plastica dei temi “caldi” in tempi televisivi. Sono passati più di 100 giorni dall’inizio della strana guerra di Libia: che ci stiamo dimenticando o vogliamo rimuovere. Intanto, il colonnello Gheddafi minaccia ancora da Tripoli di colpire l’Europa «le vostre case, i vostri uffici e le vostre famiglie» se i raid della Nato non cesseranno. Dichiarazioni del genere aiutano se non altro a chiarire il contesto: il Rais, colpito da un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, abbandonato da parte dei suoi e indebolito dalle sanzioni economiche, è alla ricerca di una soluzione politica. Minaccia perché è debole non perché sia forte. Minaccia per trattare. Una pace credibile per la Libia di Marta Dassù.