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Si fa una Norma per farla Franca

Non sono le due nuove ragazze procurate da Emilio Fede, è la “leggina” inserita nel testo della manovra per salvare B. dalla sentenza Mondadori. Quello che stupisce (e deve continuare a stupirci perché non possiamo permetterci di abituarci alla melma che gocciola quotidianamente sulla carcassa di democrazia calpestata da un governo che è diventato una segreteria d’azienda) è l’impunità con cui si vantano dello sgambetto. E se si permettono di dircelo così significa che le “vedette” che abbiamo delegato alla difesa della dignità hanno fallito.

Per battere quello di gogol

Infrastrutture tecnologiche : per massimizzare l’inclusione, restare allineati alle principali economie ed assicurare la continuità operativa dei servizi essenziali. Servizi: sia servizi finali che infrastrutturali, includendo i necessari standard per l’e-business e per i beni digitali (o “neobeni puri”, secondo la definizione del CNEL). Alfabetizzazione: per far conoscere e sperimentare a cittadini, imprenditori, funzionari e classe dirigente i vantaggi della digitalizzazione. Regolamentazione: le norme giuridiche e regolamentari da adottare riguardanti la cittadinanza digitale nonchè in materia di transazioni tra privati e con la PA, con una rilettura delle filiere in termini di ri-organizzazione  di rapporti tra le imprese e tra queste e i fornitori di servizi di supporto. Quattro punti quattro per un’agenda digitale che sia il programma della prossima coalizione. Mentre B. cerca google su gogol.

 

Senza commento

“La Tav è un’opera strategica e come tale si deve fare e si farà”. Lo afferma in una nota il capogruppo IdV alla Camera, Donadi, che esorta “tutte le forze politiche” a mostrare “senso di responsabilità e, ciacuna per propria parte, collabori perché si possa dialogare in maniera costruttiva”. Donadi rivolge anche un “incondizionato plauso” alle forse del’ordine per aver impedito “con straordinario senso di responsabilità” che “una giornata “di ordinaria follia degenerasse in qualcosa di ben peggiore”. Almeno sulla TAV escono le posizioni.

La notte della rete

«Sapete cosa potrebbe succedere, da dopodomani? Potrebbe succedere che potranno chiudervi il blog, oppure rimuovere una quantità indeterminata di quello che ci avete messo dentro. Potranno farlo se e nella misura in cui riterranno che i vostri contenuti abbiano violato il diritto d’autore. Potranno farlo senza neanche convocarvi e sentire cosa avete da dire a vostra discolpa. Potranno farlo con un provvedimento amministrativo, senza neppure l’intervento di un giudice. In altre parole: voi scrivete una cosa e loro, zaaac, la tolgono. Oppure vi tolgono tutto. A loro discrezione. A loro arbitrio» . (Metilparaben) Domani c’è la Notte della ReteQui la videoinchiesta di Valeria Abate. per capire di che cosa si parla. Qui l’intervista a Richard Stallman. Qui un pezzo giuridico ma molto chiaro di Guido Scorza. Qui l’intervista a Luca Nicotra, che ci spiega cosa c’entrino anche Berlusconi e Mediaset. Qui si ricapitolano appelli e petizioni. Qui una riflessione su Agcom di Massimo Mantellini. Qui la protesta di questa mattina proprio davanti all’Agcom. Grazie a Alessandro.

CAVALLI: NEL VARESOTTO LA ‘NDRANGHETA C’È. ORA COSTRUIAMO L’ANTIMAFIA

NEL VARESOTTO LA ‘NDRANGHETA C’È. ORA COSTRUIAMO L’ANTIMAFIA

A partire da una Commissione regionale che trasformi in azione politica il lavoro di forze dell’ordine e magistratura

Dichiarazione di Giulio Cavalli,

consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà

“Le condanne inflitte ai componenti della Locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo sanciscono – se ancora ce ne fosse bisogno – l’esistenza della mafia organizzata nella zona del varesotto dove per troppi anni si è pensato che tutti i segnali fossero solo ‘pittoreschi’ accanimenti di pochi.

Oggi si può dire che Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro, Nicodemo Filippelli, Pasquale Rienzi, Antonio Esposito, Ernestino Rocca e Fabio Zocchi sono stati il virus che ha inquinato la convivenza civile ed economica di quei territori.

Ma, sancita la mafia raccontata nelle carte dell’operazione Bad Boys, è anche il momento di creare l’antimafia che spezzi una volta per tutte le catene della disinformazione e dell’indifferenza, che per troppo tempo sono state gli alleati migliori della ‘ndrangheta in loco.

C’è da costruire una Lombardia che conosce, studia e combatte la criminalità organizzata chiamando tutti alle proprie responsabilità: amministratori, comitati, cittadini, scuole e piazze. Perché arrivi la condanna migliore: sappiano, cioè, che per loro non c’è più posto. Magari partendo con una strutturata e seria commissione in Regione che si faccia carico di trasformare in azione politica l’immane lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura”.

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Consiglio Regionale della Lombardia

Ufficio stampa Sinistra Ecologia Libertà

Manuela Della Nave

02.67486218 333.8355484

Oggi si può dire: siete mafiosi

E pensare che qualcuno mi prometteva querele. Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro, Nicodemo Filippelli, Pasquale Rienzi, Antonio Esposito, Ernestino Rocca e Fabio Zocchi. Per Rispoli la condanna più pesante a 11 anni di reclusione seguito da Nicodemo Filippelli con 10 anni, Fabio Zocchi 9 anni ed Emanuele De Castroe Antonio esposito a 8. Infine, 7 anni a Pasquale Rienzi, e 5 a Ernestino Rocca. Per tutti loro il tribunale ha disposto anche tre anni di libertà vigilata a pena espiata e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Noi andiamo a raccontarli a casa loro il 9 luglio. E dopo oggi è ancora più importante.

10 domande per AGCOM

Guido Scorza pone dieci domande all’AGCOM. Semplici, chiare: perché del futuro della rete dovremo rispondere ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, più che provare a raccontarlo ai nostri padri. E perché su questo tema (come molti altri) siamo sicuri che la lentezza della politica sia in posizione ostinata e contraria a ciò che invece è gia un comune sentire tra gli abitanti della rete. La risposta dell’onorevole Savarese si aggrappa (con le unghie) alle posizioni preconcette che (come scrive bene Guido) si superano solo con dati, informazioni, elementi certi, sicuri ed incontrovertibili ed occorre, soprattutto equilibrio e, per ora, nessuno di questi elementi è sul tavolo. Per farsi sentire intanto si sta preparando la Notte della Rete. Perché non scenda il buio.

NO TAV: mettetevi d’accordo

Perché se sono gli indignados spagnoli o i cittadini greci abbiamo tutti una pulsione di stima e questa gran voglia di comunanza. Perché ci siamo specializzati a fare i rivoluzionari al massimo raccontando le rivoluzioni degli altri. Perché fingiamo di non sapere che basterebbe mettere la foto di qualche studente malmenato (tipo lui) in prima pagina per raccontare un’altra storia. Perché Grillo è un eversore pericoloso ogni volta che la politica non riesce a seguirlo su alcune posizioni (a proposito non è difficile farlo mantenendo la propria linea) ma nessuno riesce a parlare ai pensionati, alle mamme e ai giovani ieri al presidio. Perché allora decidiamo una volta per tutte di chiedere agli altri di indignarsi anche per noi e noi in cambio continuiamo al massimo a sostenerli.

Settimana in viaggio

Domani, martedì 5 luglio in Consiglio è seduta ancora di mozioni. Si parlerà dell’aumento dei farmaci, di profughi su Brescia (con un mozione leghista, e sarà da divertirsi nel senso tragico del termine), di una nostra mozione su auto e autisti dei componenti dell’Ufficio di Presidenza e un’interessante mozione su microcredito. Trovate l’elenco delle mozioni qui. Per la diretta web qui.

Mercoledì 6 luglio ci ritroviamo a Milano, piazza XXIV maggio alle 20.30 per l’iniziativa dei ragazzi di FaccaimoRete. Insieme a me Biagio Simonetta, ex giornalista del giornale della Calabria e Daniele Biacchessi, vicecaporedattore Radio 24 e Il Sole 24 Ore.

Giovedì 7 luglio alle 21 al Castello di Casalgrande (Reggio nell’Emilia) per “Ora legale” La legalità e i rischi delle infiltrazioni mafiose al Nord Italia con me Giuseppe Gennari, Giudice I. P.  al Tribunale di Milano e Maria Cristina Origlia, giornalista de il Sole 24 ore.

Sabato 9 luglio a Lonate Pozzolo (VA) in piazza Sant’Ambrogio per mettere in scena NOMI, COGNOMI E INFAMI nella tana del lupo. Organizzano i ragazzi di Ammazzateci Tutti! Vi aspetto.

Chissà cosa ne dicono gli indignados

Della squallida vicenda Ma-Vib che è arrivata addirittura fino a lì. Tradotta. El consejero regional Giulio Cavalli también se refirió a los despidos femeninos y advirtió de que la decisión de Ma-Vib representa “una peligrosa deriva sexista que no puede y no debe tener lugar en el mundo del trabajo”. “Las motivaciones expuestas como base de la interrupción laboral no son un descuido, están elegidas conscientemente, sabiendo que relegan a la mujer al papel de amas de casa que deciden trabajar por hobby”, aseguró Cavalli, quien insistió en que estas palabras “no sólo son un insulto de la época medieval, sino también una señal preocupante de discriminación social”. L’articolo qui.