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Valeria si è svegliata testimone di giustizia

Ho conosciuto Valeria Grasso incatenata ad una fontana di fronte al Viminale. In Italia succede anche questo: che uno se le cerchi le catene per provare ad urlare che vorrebbe provare ad esercitare il proprio diritto ad essere libero. Di fianco a lei c’era un altro imprenditore siciliano, Ignazio Cutrò, che come lei ha avuto il coraggio di denunciare i proprio aguzzini e ribellarsi. Chiedevano poco, chiedevano di essere tutelati e di non dovere raccontare ai propri figli che denunciare è un errore.

Con gli occhi umidi e con un sorriso sforzato e pieno di dignità, mi diceva: “Chissà cosa dirà la mia famiglia, nel vedermi qui, come un animale mentre faccio l’elemosina per essere ascoltata dallo Stato”. Uccidersi per salvarsi è lo stadio terminale della disillusione che diventa disperazione. Mi raccontava Valeria, con la catena sul polso, di come le sue denunce avevano decimato a Palermo il clan dei Madonia e di come la sua palestra fosse diventata un’isola disabitata solo sua e delle paure della sua famiglia. Nel tardo pomeriggio cominciò a scendere una pioggia pesante e battente e la piazza e gli incatenati erano una stalla della disumanità che non si riusciva a lavare.

Alla sera, dopo essere finalmente stati ricevuti al Viminale e avere avuto il diritto di essere ascoltati, Valeria Grasso e Ignazio Cutrò erano in pizzeria bagnati e felici come se avessero ritrovato in tasca lavoglia di ritornare a combattere. Forse si erano tolti anche quel dubbio malato che sarebbe stato meglio stare zitti, strisciare sulla bava dell’omertà che salva e non sgualcisce. Tornati in Sicilia, Ignazio Cutrò ha aperto un’associazione antiracket per dire a tutti gli imprenditori che “denunciare è un tuo diritto, ma anche un tuo dovere di cittadino libero che vuole vivere da uomo libero!”, Valeria invece ha tenuto sempre quel velo di tristezza bagnata dietro gli occhi.

Da qualche giorno Valeria è diventata testimone di giustizia, sotto protezione in località protetta: da qualche giorno Valeria è dovuta scomparire per salvarsi. In tre ore ha fatto le valigie con la foga di chi vorrebbe metterci dentro tutta la vita precedente e ha raccontato ai figli che si stava partendo per una vacanza. “Sono stati molto gentili”, mi ha raccontato al telefono. Una sparizione delicata nelle ultime tre ore in cui ti chiami con il tuo cognome. Oggi Valeria e i suoi figli sono sommersi, scomparsi nella nebbia di un Paese in cui denunciare ti rende eroico o invisibile, dipende dalla sorte.

E allora sono sicuro che due righe su quella pioggia e sul suo sorriso, da lontano, possono riaccenderlo ancora e farti sentire meno sola. Ti abbraccio Valeria, anche senza pioggia.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/04/valeria-si-e-svegliata-testimone-di-giustizia/115992/

Imparare dagli errori

Sono particolarmente esperto nel fare errori, è necessario se sei un ingegnere. Ogni miglioria dell’aspirapolvere è venuta fuori a causa di un errore che dovevo mettere a posto. Ciò che è importante è che non mi sono fermato al primo fallimento, al cinquantesimo, o al cinquemillesimo. Non lo farò mai. Secondo Dyson, la storia dell’aspirapolvere ciclonico ha una morale, forse vecchia come il mondo, ma comunque da tenere sempre in considerazione: dagli errori possono venire molte cose buone, basta capirli. Ed essere testardi, anche.

Le breccia in Giunta di Pisapia

Ho dei segnali molto forti di persone che mettono avanti il proprio nome o  il nome di altri. Se qualcuno si propone o propone qualcun  altro… per me è già cancellato! Giuliano Pisapia parte (non avevo dubbi) con il piede giusta sulla composizione della Giunta di Milano. Perché le persone vogliono credere nelle persone, per chi non l’ha ancora capito. E perché l’ha ripetuto allo sfinimento in campagna elettorale.

Smemorato per Partito preso

Angelino Alfano è il nuovo che avanza dall’altra parte, ora anche nel PDL si parla di primarie e democrazia dal basso. Il vento da Napoli a Milano deve avere seminato proprio una bella influenza. Ma Angelino Alfano è anche la stessa persona che ha baciato il capomafia di Palma di Montechiaro, sull’onda della continuità di partito, evidentemente. Ovviamente lui negava il matrimonio e il bacio fino a dichiarare poco dopo «Adesso ricordo, (…) ricordo di esserci stato, ma su invito dello sposo e non della sposa». Qualcuno dovrebbe dirci dov’è la novità.

Cava di Bollate: cosa c’è sotto

Avevamo già detto che la cava di Bollate va immediatamente chiusa. Non solo per le frequentazioni in odore di ‘ndrangheta (viste le aziende che scaricavano e continuano a scaricare) ma soprattutto perché non risponde ai quesiti ambientali che dovrebbero garantire il territorio. L’ultima novità è un serbatoio di 6000 litri di gasolio mai autorizzato. Ieri siamo andati lì a chiedere cosa c’è sotto. E settimana prossima riportiamo la questione in commissione.

da IL GIORNO

Bollate, 4 giugno 2011 – «Vogliamo sapere cosa c’è sotto». Lo hanno chiesto cittadini e rappresentanti politici locali, della Provincia e della Regione. Lo hanno chiesto partecipando al presidio organizzato dall’associazione Sos Racket e Usura, e dall’associazione QuiBollateLibera, davanti all’ex cava Bossi di Bollate. «Io sono stato presidente del consiglio di quartiere di Cascina del Sole per molti anni, abbiamo fatto iniziative di protesta, raccolte di firme, esposti per denunciare quello che succede in questa cava ma nessuno è mai intervenuto – spiega Ippolito Giovinazzo -. Una volta abbiamo chiesto come consiglio di quartiere di poter partecipare quando facevano i carotaggi al terreno e abbiamo scoperto che venivano fatti dove diceva il proprietario. Per decenni abbiamo respirato le polveri che si sollevano dai cumuli di terra, il viavai di camion, ci sono anche stati incidenti mortali».

Eppure qualcosa per la ex cava di via Friuli la precedente Amministrazione comunale di centrosinistra lo aveva pensato, «nel Pgt avevamo previsto dei meccanismi per acquisire l’area, bonificarla e trasformarla in un grande parco urbano spostando l’attività in una zona meno urbanizzata – spiega Pierluigi Catenacci, ex assessore nella Giunta Stelluti – questa Amministrazione comunale ha stracciato il progetto».

Lo slogan «vogliamo capire cosa c’è sotto» non si riferisce solo all’ipotesi di inquinamento ambientale, ma anche a quello «criminale». «È passato troppo tempo dalle nostre denunce, vogliamo sapere chi li protegge e perché dopo 30 anni di ispezioni e irregolarità l’ex cava non è ancora stata chiusa – spiega Massimiliano Mantovani di QuiBollateLibera – per esempio sappiamo che c’è un deposito di carburante di 6.000 litri senza licenza, un incidente provocherebbe un disastro». La questione è stata sollevata anche in consiglio comunale: «Sarebbe meglio che oltre alle iniziative di facciata come l’Osservatorio sulla criminalità organizzata l’Amministrazione facesse mettere in sicurezza la cava – spiega il consigliere comunale della Federazione di Sinistra, Prospero Mondello – la frazione di Cascina del Sole paga da quarantanni questa situazione».

Al presidio hanno partecipato anche Giulio Cavalli, consigliere regionale dell’Italia dei Valori e Massimo Gatti, capogruppo provinciale della lista civica Prc-Pdci. Già a luglio dello scorso anno, dopo il video-denuncia di Frediano Manzi, presidente di Sos Racket e Usura, avevano presentato interrogazioni: «Faremo in modo che questa volta la Regione responsabile della questione ambientale ci risponda, i finti distratti sono il male vero di questo territorio – spiega Cavalli – in un momento in cui l’operazione Infinto ha dimostrato quanto è radicata la ’ndrangheta nel territorio lombardo, non fare niente è una forma di collusione». Il consigliere provinciale Gatti aveva chiesto alla Provincia, responsabile delle cave, la sospensione dell’attività, senza ottenere nessuna risposta, «ora chiederò che la commissione provinciale ambientale faccia un sopralluogo – spiega – è scandaloso che Provincia e Comune di Bollate in nove mesi non si siano coordinati e non abbiano ancora prodotto nulla su questa ex cava, vuole dire non meritarsi lo stipendio».

di Roberta Rampini

 


Luigi a Napoli: mettersi in gioco

Poste queste condizioni, la vittoria di Luigi dimostra che in questo tempo chi ha delle idee e il coraggio di mettersi in gioco, può vincere. Azzarderei, vince.
Il dramma di questo tempo è che è l’epoca della volontà bruta, della notte della ragione, del titanismo presuntuoso e velleitario, quando non (più spesso) falso e imbroglione. Ed è l’epoca del cinismo e della tirchieria. La maggioranza degli italiani vuole che le cose cambino, ma vuole che gliele cambino gli altri. La maggioranza degli italiani vuole che le cose cambino, ma nel frattempo vuole mantenere tutti i vantaggi dello status quo. Lo scrive Felice Lima (che, guarda caso, è un magistrato) qui.

I referendum di Milano

Cara amica, caro amico, domenica 12 e lunedì 13 giugno, in concomitanza con i referendum nazionali, i cittadini milanesi sono chiamati a votare anche sui 5 referendum comunali per l’ambiente e la qualità della vita promossi dal Comitato MIlanosìmuove e sottoscritti da 24.000 cittadini.  La consultazione sarà valida solo se saranno andati a votare più del 30% degli aventi diritto. E’ perciò fondamentale usare i pochi giorni rimasti per informare più persone possibile dell’importanza, per il futuro della città, di recarsi alle urne il 12-13. Sabato 4 giugno ci sarà una giornata di mobilitazione straordinaria con decine di tavoli d’informazione e volantinaggi in tutta la città, che continueranno poi nei giorni successivi fin al voto. Per farcela, c’è bisogno del tuo aiuto. Ecco quello che puoi fare: – partecipare alla mobilitazione come volontario, sia per sabato che per altri giorni, comunicando la tua disponibilità di tempo a referendum.milano@gmail.com cell. 339-7214236  – girare questa email al tuo indirizzario, e fare telefonate di sollecito alle persone che conosci – dare un contributo finanziario (link), che sarà totalmente utilizzato per informare i cittadini (il nostro Comitato non ha infatti alcuna spesa di struttura né personale retribuito) Milanosìmuove

Le moratorie degli altri: pena di morte in Cina

La Corte Suprema cinese dichiara una moratoria di due anni sulla pena di morte. Una notizia che si infila in una breve a pagina 19 di Repubblica e poco altro. La stessa Cina che non aveva firmato la moratoria universale il 18 dicembre 2007. Ed è una buona notizia anche perché la Cina da oggi è più vicina, almeno in questo. Rimane singolare solo il silenzio che stride nell’era degli appelli per tutto e per tutti.

A Trezzano un incontro su leggi ad-personam, referendum e mafia

Interverranno Salvatore Borsellino, Giulio Cavalli, Garuti, D’Amico, Mapelli all’evento culturale organizzato dai giovani IdV lombardi

(mi-lorenteggio.com) Trezzano sul Naviglio, 02 giugno 2011 –  “In occasione della vittoria della sinistra a Milano e Napoli, con De Magistris e Pisapia, i cittadini hanno riscoperto il valore della partecipazione democratica che con forza spinge gli amministratori, una volta eletti, a lavorare per il bene del comune.

La stessa partecipazione unita al sostegno ai magistrati è la base per sconfiggere la Mafia. Solo informandosi e stando uniti si può sconfiggere il sistema criminale ormai integrato in alcune parti della politica.
Ecco perché è necessario partecipare con forza ai referendum del 12 e 13 Giugno contro il nucleare e il legittimo impedimento e a favore dell’acqua pubblica; per dimostrare che i cittadini ci sono e decidono” comunica Antonio Borrello, dell’IdV di Trezzano sul Naviglio.
L’Italia dei Valori spiegherà in questi giorni i motivi per i 4 SI ai referendum. Per questo il 10 Giugno, in occasione della chiusura della campagna referendaria, ci sarà un convegno in cui si parlerà di Referendum, Legittimo Impedimento e Mafia con Salvatore Borsellino, Giulio Cavalli, Garuti, D’Amico, Mapelli alle 21 al Punto Expo di via Vittorio Veneto. per una serata all’insegna della partecipazione e del dibattito.

V.a.

http://www.mi-lorenteggio.com/news/12687