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La sera andavano da Fazio

E’ passata in sordina la condanna ad Antonio Fazio. Mi aspettavo che ci fosse una nota, una riga di qualcuno. Almeno per aprire una riflessione perché il sistema che ha permesso a Fazio di sentirsi libero di agire e, come ha detto lui stesso, convinto di ‘fare del bene’ ha dei nomi e dei cognomi in voga ancora oggi. Qualcuno lo voleva premier (Leoluca Orlando), qualcuno lo indicava come ‘coscienza critica’ del Paese. Tutti i fan ammutoliti li trovate qui.

L’impermeabile

Ogni tanto speri che il vento si abbastanza forte, poi leggi Enrico Letta che dice: il centrosinistra deve usare un attacco a tre punte, ossia Bersani al centro, Vendola e Di Pietro a sinistra e Fini e Casini a destra, neanche il Milan di Sacchi aveva tre punte così e fregheremmo la palla a Berlusconi. Attenzione, l’ha detto dopo i ballottaggi.

Premio Ilaria Alpi:la mafia al nord, dibattito e teatro con Giulio Cavalli

“Il Premio Ilaria Alpi ci rende consapevoli che i giornalisti, al di là dell’obbligo morale di raccontare anche gli argomenti più difficili, hanno bisogno di avere intorno un paese che li ascolti. Esercitare la memoria di Ilaria Alpi significa quindi anche lavorare per favorire l’educazione all’ascolto”.

Parola di Giulio Cavalli, attore, autore e registra teatrale che il 16 giugno sale sul palco del Premio dedicato alla memoria della giornalista Rai per “Silenzio, c’è la mafia al nord!”, un dibattito sulla presenza e le attività delle cosche criminali nell’Italia settentrionale.

Giullare e artista dello sberleffo (sua la frase “ridere di mafia è una ribellione incontrollabile”), da anni sotto scorta a causa delle minacce ricevute dalle cosche, Cavalli aprirà l’evento con un monologo tratto dal suo ultimo libro “Nomi, cognomi e infami”, una delle prime denunce sull’attecchimento delle mafie in Italia settentrionale.

Dopo la performance, il dibattito con giornalisti d’inchiesta e magistrati tra cui Gianluigi Nuzzi, giornalista di Libero e scrittore, Mario Portanova, giornalista e collaboratore de L’Espresso, Piergiorgio Morosini, magistrato presso il Tribunale di Palermo e segretario di Magistratura Democratica, Marco Nebiolo di Narcomafie e, come moderatrice, la giornalista de Il Fatto Quotidiano Antonella Mascali.

“La mafia al nord Italia è strettamente legata a potentati che diventano inconfessabili – dice l’attore –. Su questo tema bisogna passare dalla sensazione allo studio e all’analisi”.

Da diversi anni, Cavalli porta sotto i riflettori i volti e i segreti del crimine organizzato: da “Do ut des” (2008), spettacolo che mette a nudo riti e conviti mafiosi, a “A cento passi dal Duomo” (2009), che l’attore definisce “una ninna nanna dolce per un risveglio brusco di quella Lombardia che si crede immune dalla mafia”.

Lo spettacolo “Nomi, cognomi e infami”, una narrazione di storie di mafia, camorra, soprusi e ingiustizie ma anche di persone che hanno scelto di non piegarsi agli uomini d’onore, debutta nel 2009. L’omonimo libro esce nel 2010. Nello stesso anno, l’attore è eletto consigliere regionale in Lombardia come indipendente nella lista Idv.

http://www.ilariaalpi.it/?p=3468

 

Liberare la regione? costa

C’è un’aria strana in Regione. Si esulta. Ma sottovoce. Si perde. Ma sottovoce. Perché le elezioni politiche potrebbero (per fortuna) essere vicine, l’illegittimo Formigoni è pronto per armarsi verso Roma e intanto si dividono subito i diversi fronti. Mica quelli di partito: il fronte di quelli che per Roma questo forse è l’ultimo treno, il fronte di quelli che se cade tutto ci sono ancora le ultime campagne elettorali da pagare, quelli che hanno già il leader perdente pronto per non esagerare nel rompere gli equilibri, quelli che sanno che tra poco non ci saranno nemmeno le poltrone. E’ un bel vedere. Intanto si vocifera che CL abbia già scelto il suo candidato perché, che piaccia o no, hanno sempre rispettato i tempi della politica meglio dei nostri guru lombardi. Della politica. Ma piano piano entra uno spiffero di vento…

Il governatore Fazio non capisce

Ci sono delle responsabilità giudiziarie, e su Antonio Fazio e Gianpiero Fiorani pesano come macigni. Poi ci sono i modi in cui si vivono, si pensano e si costruiscono i reati: l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio dice di non capire la condanna, ma la cosa che turba (per usare un eufemismo) è che era convinto di fare del bene. E allora si aprono scenari da psicanalisi che dipingono bene la classe dirigente che gestisce questo Paese.

Il Partito della Mafia

Al Borgo la voce mafia coi suoi derivati valse e vale sempre bellezza, graziosità, perfezione, eccellenza nel suo genere. Una ragazza bellina, che apparisca a noi cosciente di esser tale […] e nell’insieme abbia un non so che di superiore e di elevato, ha della mafia, ed è mafiusamafiusedda. […] All’idea di bellezza la voce mafia unisce quella di superiorità e di valentia nel miglior significato della parola e, discorrendo di uomo, qualche cosa di più: coscienza d’esser uomo, sicurtà d’animo e, in eccesso di questa, baldezza (Pitrè, 1889, pp. 289-90). Sul ‘Partito della Mafia’ un bel pezzo qui.

Ti ricordi Fukushima?

La notizia in televisione e sui giornali sembra essere sparita. Eppure l’IAEA ha dato gli ultimi aggiornamenti che meriterebbero almeno mezza pagina. Cortesemente ci informa che l’incidente nucleare giapponese fa impallidire Chernobyl e che l’incidente (e questo è un bene ricordarlo a tutti ma proprio tutti) non è ancora concluso. Non si sa con chiarezza quale sia lo stato reale dei reattori e sta finendo lo spazio per stoccare l’acqua irradiata. Con i referendum (confermati proprio poche ore fa) non possiamo spegnere Fukushima ma almeno raffreddare i bollori lobbystici dei soliti noti. Per chi è indeciso qui può sedersi a vedere in diretta quanto vale la pena dire no (scrivendo sì) al nucleare oggi.