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Tangentopoli che non è mai esistita e non è mai finita

Vogliono farci credere che Tangentopoli sia un incidente di percorso di una politica sostanzialmente onesta che è inciampata più per presunzione e disattenzione piuttosto che per una naturale inclinazione al compromesso. Ci hanno raccontato che l’accanimento dei magistrati “rossi” e “antropologicamente diversi” ha dipinto un quadro dai toni troppo accesi rispetto alle buone pratiche lombarde. Fior fiore di giustizialisti hanno esercitato l’arte del giudizio bifronte passando sottovoce dalle condanne urlate ad alta voce contro Craxi & co. ad una nuova era di memoria: intitolazione di piazze e mani giunte di fronte al carisma dello Statista.

Così, come in ogni involuzione morbida di questo Paese, oggi nella coscienza permeabile lombarda la corruzione è un capitolo di storia nemmeno troppo contemporanea buona per i ripassi nei circoli politici; un’ombra di “qualcosa che (forse) è stato” che galleggia in mezzo alla gente, nei mercati, sopra alla testa dei pendolari, con l’indifferenza che conviene alle cose superate e nemmeno troppo importanti.

Eppure nell’ultimo anno in Lombardia gli indagati e arrestati illustri non mancano. Sottovoce.

Sono stati arrestati (e hanno patteggiato) l’illustre Prosperini e l’ex assessore a Pavia Rossana Gariboldi (finita in carcere per riciclaggio).

A Como il rieletto consigliere regionale Rinaldin ha un appuntamento in agenda per il 6 luglio: dovrà presentarsi in tribunale per l’avvio del processo, accusato di avere intascato tangenti per appalti per i lavori del lido di Menagagio, Rinaldin respinge fin da subito ogni accusa.

A Trezzano sul Naviglio l’ex sindaco PDS Tiziano Butturini e il consigliere comunale PDL Michele Iannuzzi (quando si dice “larghe intese”) sono stati arrestati con l’accusa di avere favorito alcune società nella distribuzione degli appalti. L’ex sindaco Butturini è il marito del primo cittadino (dimissionario) di Trezzano e presidente di TASM spa e di AMIACQUE srl, due aziende pubbliche di tutela e gestione di risorse idriche. Per non farsi mancare niente dietro agli arresti si sente anche puzza dei soliti noti della ‘ndrangheta calabrese della cosca Barbaro-Papalia.

Il prossimo mese anche Giuseppe Grossi (leader indiscusso delle bonifiche)  ha l’agenda occupata dall’inizio del processo per il caso Montecity-Santa Giulia. Grossi è accusato di avere gonfiato i costi per lo smaltimento dei rifiuti.

A Rho due finanzieri infedeli sono stati condannati a 4 anni per concussione: sono accusati di essersi “ammorbiditi” per la modica cifra di 300 mila euro.

Senza dimenticare il fuoriclasse Milko Pennisi che è stato pescato con un pacchetto di sigarette senza sigarette ma con un bel mazzo di 5 mila euro dentro. Poi dicono che il fumo nuoce gravemente alla salute.

Le banconote nel pacchetto di sigarette ricordano tanto i lingotti e i rubli di un tale Poggiolini. Ma sarà malafede. Sarà questa mia nostalgia canaglia per le bustarelle che non sono ma esistite e non esistono più.

Lunedì 10 maggio Giulio Cavalli a “AmbientaMI – Costruire natura”

SottoLaPanca presenta il prossimo evento in collaborazione con Legambiente “AmbientaMI – Costruire natura” Lunedì 10 maggio 2010  pressoBobino Club (Piazzale Cantore, 1 – Milano).

Legambiente ha lanciato la campagna “Metti un freno al cemento, costruisci natura” per condividere con tutte le cittadine e i cittadini della Lombardia un impegno a fermare il consumo indiscriminato di suolo. Al centro della campagna c’è una proposta di legge regionale di iniziativa popolare: “Norme per il contenimento del consumo di suolo e la disciplina della compensazione ecologica preventiva”, per la quale Legambiente si è impegnata a raccogliere 12.257 firme, già depositate in Regione e in attesa essere esaminate dalla Commissione.

La Lombardia è una delle regioni più urbanizzate e cementificate d’Europa. Negli ultimi anni il suolo è stato consumato al ritmo di 140000 mq (circa 20 campi di calcio) al giorno, per un totale di quasi 5000 ettari l’anno coperti da cemento ed asfalto, distrutti dall’edilizia residenziale e commerciale, da strade, impianti industriali, centri commerciali e capannoni: terra che non tornerà più, poiché è quasi impossibile che un terreno edificato possa tornale fertile. (da Metti un freno al cemento – costruisci Natura, Legambiente. Fonte: DIAP – Politecnico di Milano, su base ARPA)

L’incontro si aprirà con la proiezione del film documentario “Il suolo minacciato”.

Nel corso dell’incontro si discuterà della fattibilità del progetto analizzandone i profili economici e fiscali nell’intento di trovare una risposta condivisa al problema del consumo di territorio.

Interverranno:

Damiano Di Simine: Presidente Legambiente Lombardia.

Domenico Finiguerra: Sindaco di Cassinetta di Lugagnano.

Nicola Francesco Dotti: Dottorando in economia del territorio e coordinatore Planet.

I rappresentanti dei partiti politici sono stati invitati e presenzieranno per ascoltare le ragioni dei cittadini e dei promotori: Carlo Monguzzi (Ambientalista, Assessore all’Ambiente in Regione Lombardia, consigliere e capogruppo regionale in Lombardia), Giulio Cavalli (Consigliere regionale IDV), Elisa Scarano (Consigliera di zona 6 – Verdi).

Hanno inoltre aderito all’evento le associazioni Amici della Terra Lombardia, Associazione “Animalisti Italiani Onlus”, Gaia Animali e Ambiente, LAV Milano, LIPU Milano, Slow Food Milano, In Sella Nuova.

Per saperne di più:
Gruppo FB – STOP alla cementificazione in Lombardia
Sottolapanca.net – STOP alla cementificazione in Lombardia
Evento FB – AmbientaMI – Costruire Natura

Si parte

La prima seduta del Consiglio regionale è convocata, ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto di autonomia della Lombardia e dell’articolo 2 del Regolamento generale del Consiglio, presso il Palazzo della Regione (via F.Filzi 22, Milano) nella giornata di martedì 11 maggio 2010 dalle ore 10.30 alle 13.00 (di seguito l’ordine del giorno Seduta consiliare del 11 maggio 2010). L’attività del Consiglio regionale è consultabile a questa pagina che sarà sempre raggiungibile dal banner in home page. Il sito del Consiglio Regionale della Lombardia garantisce una buona trasparenza per esercitare le funzioni di quella sana attività di curiosità e controllo che sono il sale di ogni buona democrazia:

  • pagina “Ordine del Giorno dell’ Assemblea” – qui si accede all’ ordine del giorno della seduta (data, orari, argomenti in trattazione);
  • pagina “Accesso al Consiglio” – qui si trovano le informazioni per richiedere di assistere ad una seduta del Consiglio;
  • è anche possibile seguire la “Diretta video della Seduta“, naturalmente solo mentre la stessa è in corso di svolgimento.
  • pagina “Argomenti Trattati” – qui si riporta, seduta per seduta, ogni questione trattata in Consiglio, fornendo l’indicazione sintetica degli estremi relativi ad ogni atto;
  • pagina “Processi verbali”    in formato pdf. Nei processi verbali sono indicati gli atti e le deliberazioni, l’oggeto delle discussioni, i nomi di coloro che vi hanno partecipato e l’esito delle votazioni;
  • pagina “Verbali di votazione per appello nominale” in formato pdf. Qui sono riportati i verbali delle votazioni per appello nominale effettuate con procedura elettronica nel corso delle sedute consiliari;
  • pagina Mediateca del Consiglio regionale archivio video delle sedute;
  • pagina Attività di indirizzo qui si trovano gli ordini del giorno, le mozioni e le risoluzioni approvate dal Consiglio.

Si parte. L’avventura comincia adesso.

Il Teatro alla Scala va sottoscala e Bondi stecca alla Prima

Alla luccicosa Scala di Milano (buona per le sfilate della prima dei presunti vip presuntuosamente amministratori con dietro tutta la coda delle sciantose) c’è un’addetta alla lavanderia con in tasca un contratto stagionale. Niente di strano, se non fosse che la “stagione” della signora dura per 11 mesi su 12 (ovviamente Agosto escluso) e ogni anno viene regolarmente rinnovata per la successiva: un cronico precariato di manovalanza con una parentesi estiva quanto basta per camminare sul bordo dell’annichilimento dei diritti dei lavoratori. Una collaboratrice sull’orlo del professionismo garantito se non fosse per un Agosto di troppo.

Eppure nel tempio milanese della lirica sono centocinquanta i “quasi professionisti per un pelo”: ballerini, orchestrali, coristi, coreografi, ma anche tecnici, falegnami, costumisti, truccatori e altre maestranze. Persone che sono state per anni (come la stragrande maggioranza dei precari in genere) prese in giro da leggine e decretini fatti apposta per impedire delle assunzioni regolari. Fino al 2005, quando “l’addetta alla lavanderia” riesce ad ottenere dal tribunale un’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza parla chiaro: lavorare 11 mesi su 12 non può essere considerata una collaborazione stagionale. E così molti altri hanno seguito l’esempio: rivolgersi al tribunale per vedere riconosciuti i propri diritti da lavoratori. Battaglie che ricordano fabbriche mediorientali, cantieri sommersi, ordinarie storie di immigrazione e invece accadono nella bomboniera della lirica mondiale.

Alla guida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali siede un poeta dilettante ministro a tempo perso. Sandro Bondi è un ministro con una concezione palindroma delle trattative politiche: è arrabbiato per la reazione “irresponsabile” dei sindacati dei lavoratori dello spettacolo perché – racconta con il broncio – ha fissato proprio con loro un appuntamento per discutere della sua riforma per gli Enti Lirici. Nel frattempo (per sbadataggine concessa da sempre ai poeti) ha redatto e pubblicato un decreto: DECRETO-LEGGE 30 aprile 2010, n. 64, Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attivita’ culturali. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e con decorrenza (per un gioco di assonanze) a partire proprio da quel primo maggio che davanti alle lotte dei lavoratori dovrebbe togliersi il cappello.

Bondi tratta una decisione cinque giorni dopo averla presa: un commediografo.

In quel decreto c’è il divieto assoluto di assumere a tempo indeterminato o di nominare concorsi, fatta eccezione per «quelle professionalità artistiche, di altissimo livello, necessarie per la copertura di ruoli di primaria importanza, previa autorizzazione del Ministero». Ovvero: le star, i grandi nomi, che riempiono le platee e brillano di luce propria. Per gli addetti alla lavanderia, truccatrici, sarte, tecnici è tutto da rifare. Il decreto prevede di annullare le assunzioni derivate da queste cause, e punta a sterilizzare le parti della legge 368 del 2001, cioè proprio quelle che finora hanno permesso ai precari di vincere le cause.

Un indulto precarizzante in piena regola. Un golpe come una spugna.

Chissà come si presenteranno l’assessore alla cultura (volutamente minuscola) Massimiliano Finazzer Flory, il sindaco Moratti e il neo assessore regionale Massimo Buscemi alla liturgia della Prima con tenori malvestiti e struccati. Chissà che non servano luci spente sul proscenio come tentativo ultimo di raccontare quanto siano fondamentali sopra un palco coloro che lavorano dietro alle quinte.

Comunque vada la Prima finirà celebrata sulle televisioni di tutto il mondo; del resto ci sono centometristi campioni del mondo con scarpe a forma di bambino. E’ lo spettacolo, bellezza.

Stiamo organizzando (oltre ad azioni nel Consiglio Regionale che si insedierà la prossima settimana) una serata di sensibilizzazione. Attori, musicisti, artisti, lavoratori interessati possono scriverci a staff@giuliocavalli.it

L’ammorbidente per la memoria del primo Maggio

Il congresso della Seconda Internazionale il 20 Luglio 1889 afferma: “ Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”. In ricordo della grande manifestazione operaia avvenuta a Chicago nel 1886 e repressa nel sangue, viene scelto il Primo Maggio come giorno di festa dei lavoratori di tutti i paesi.

Sono passati 121 anni da quel giorno. I lavoratori hanno combattuto molte battaglie e hanno rivendicato condizioni lavorative e sociali migliori. Attraverso difficoltà, repressioni e rinunce i lavoratori di tutto il mondo hanno raggiunto importanti traguardi. Ancora oggi, però, bisogna combattere. I labili contratti di lavoro a tempo determinato, la volontà politica di cancellare alcuni pilastri fondamentali dello Statuto dei lavoratori, le reali perplessità su una pensione futura sono solo alcune problematiche che i lavoratori del 2010 si trovano a dover affrontare.

È proprio in questo quadro storico e sociale che il Primo Maggio è un giorno fondamentale. Non è il ricordo di qualcosa che è stato, ma è l’affermazione di ciò che deve essere e deve ancora divenire. Proprio per questo le discussioni sull’apertura degli esercizi commerciali nel giorno dei lavoratori sono desolanti.

La desolazione è quella che si prova davanti ad amministratori eletti dalla cittadinanza, che calpestano il loro mandato in nome di interessi economici. E la sensazione di abbandono della reale etica politica si avverte ancora di più quando questi stessi amministratori appartengono alla tua area politica, perchè, in fondo, “dagli altri te lo aspetti”.

Vi confesso che quando ho letto la notizia che città gestite dal centro-sinistra come Bologna, Firenze e Lodi hanno optato per l’apertura dei negozi nella giornata dei lavoratori, ho provato una profonda delusione e amarezza. L’amarezza deriva dall’abbandono della memoria del vero significato della festa del Primo Maggio e dall’ennesimo allontanamento della politica dalla realtà dei lavoratori.

Auguro a tutti i lavoratori di poter trascorrere al meglio la loro festa, la festa dei diritti ottenuti grazie al sacrificio e alla lotta di molti.

Cornuti e derisi: Fiorani si salva con lo scudo fiscale?

Gianpiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca Popolare Italiana, dopo un patteggiamento a 3 anni e 3 mesi per associazione a delinquere, truffa e appropriazione indebita e una condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi per falso in bilancio, propone una transazione di 40 milioni di euro al suo ex istituto di credito.

La transazione proposta da Fiorani è la risposta all’azione di responsabilità votata dal 68,4% dei soci della banca di cui era Amministratore Delegato. Ma in cosa consiste l’azione di responsabilità? L’art. 2392, c.1 cod.civ. afferma che “gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze. Essi sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall’inosservanza di tali doveri, a meno che si tratti di attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni in concreto attribuite ad uno o più amministratori”. Ammettendo anche che il patteggiamento non sia un segnale di assunzione di responsabilità o, per meglio dire, di conferma di irresponsabilità, la condanna per falso in bilancio certamente evidenzia una scarsa diligenza nella gestione del proprio incarico. Non credo possa esserci segnale di peggior gestione di una società di quello rappresentato da una condanna per falso in bilancio e, del resto, l’ampia maggioranza dei soci che ha votato per l’azione di responsabilità è giunta alla medesima conclusione.

La legge all’art.2393 c.6 cod.civ. dispone che “la società può rinunziare all’esercizio dell’azione di responsabilità e può transigere, purché la rinunzia e la transazione siano approvate con espressa deliberazione dell’assemblea”. Forse è necessario ricordare la propensione di Fiorani all’accordo che ha caraterizzato gli ultimi percorsi giudiziari a partire dal patteggiamento sino ad arrivare alla transazione. Ma in quest’ultima proposta di soluzione della controversia c’è un aspetto da non sottovalutare. Una parte dei 40 milioni di euro offerti da Fiorani arriverebbero da alcuni conti di banche site in Svizzera e a Singapore. Come? Attraverso la manna dello scudo fiscale. La proroga prevista dal Governo fino al 30 aprile per il rientro dei capitali dall’estero eleva l’aliquota al 7%, percentuale che resta irrisoria.

Quindi, Fiorani è riuscito a trasferire all’estero ingenti capitali. In seguito alla richiesta di risarcimento della sua ex banca propone una transazione di 40 milioni di euro. Non ha più il problema di giustificare il rientro dei capitali perchè, grazie allo scudo fiscale, si assicura la copertura da eventuali accertamenti amministrativi o giudiziari e automaticamente non possono essere accertate eventuali violazioni di natura tributaria e previdenziale, poiché non sono punibili i reati di omessa o infedele dichiarazione.

A questo punto la parola conclusiva spetta al Consiglio di Gestione del Banco Popolare che, spero, possa imporre a Fiorani di affrontare le sue responsabilità senza ulteriori scorciatoie.

Ronde lombarde per la pubblica responsabilità

  • Milano è una carcassa egocentrica che sfila da metropoli. Mentre s’incipria il quadrilatero delle vetrine e della piazza ha lasciato da anni i quartieri periferici a cuocere a fuoco lento. Il problema delle occupazioni abusive degli alloggi popolari (dietro cui molto spesso esiste un vero e proprio racket organizzato) è una consuetudine storica e quasi sclerotizzata. Una città che marcisce tanto più si allontana dalla piazza è il simbolo di un’integrazione realizzata dal reddito piuttosto che dalle opportunità. Associazioni come SOS RACKET E USURA di Frediano Manzi raccontano di centinaia di segnalazione (firmate ) che arrivano dalle periferie e dipingono scenari di criminalità e solitudine dove la prepotenza, l’intimidazione e la ghettizzazione sono le vere e uniche armi del “controllo”. Esistono sacche di inciviltà dove il sistema “stato” è vinto rispetto all’alternativa criminale più o meno organizzata che garantisce velocità, efficienza e organizzazione a basso costo convertendo i diritti in privilegi da restituire un poco al mese. Vicende come quella delle famiglie Pesco, Priolo e Cardinale in via Padre Luigi Monti 23 disegnano periferie che non devono essere compromessi accettabili.

Da domani i volontari dell’associazione SOS RACKET e USURA distribuiranno dei questionari nelle zone più difficili di Milano, in una tourné curiosa e attiva che vuole provare ad infilare il dito tra le croste dei quartieri, da Giambellino a viale Sarca, da via Ciriè a piazzetta Capuana: un tentativo di “misurare” l’influenza della città. Un caravanserraglio di portatori sani di domande in una Lombardia che ha sempre temuto le risposte. In una Milano che, come le donne che non accettano di invecchiare, ha risolto coprendo tutti gli specchi.

L’iniziativa di Frediano e i suoi volontari è una discesa in campo di cittadinanza attiva, comunque la si possa pensare. Domani sarò con lui in piazzetta Capuna per distribuire i questionari sullo stato dell’arte dell’usura e del racket nella zona, partendo dal bar Quinto alle portinerie della zona, ma la sua battaglia è una battaglia di tutti. Ancora di più per i professionisti delle “ronde” e della sicurezza in gran cassa.

Quei quartieri non sono vigne pre elettorali ma vivono, cucinano, stendono, sorridono, chiudono e scendono con i ritmi della quotidianità. Senza nessun divisionismo partitico, senza “federalismi” e  rozze recriminazioni territoriali, sarebbe il caso di scendere tutti a rinfoltire il battaglione delle domande.

Ronde lombarde per la pubblica responsabilità come antidoto alla malattia della “sicurezza” permeabile e indifferente padana.

Questionario sull’usura (formato DOC)
Questionario sulla sicurezza (formato DOC)
Modulo di adesione (formato DOC)
Il programma (formato DOC)

A Quarto Oggiaro al fianco di Frediano Manzi

Domani (ma da tempo e ancora per molto tempo) sarò al fianco di Frediano Manzi per “l’inaugurazione” della sede promessa mai arrivata all’Associazione SOS Racket e Usura.

COMUNICATO STAMPA

Domani, 22 aprile 2010 l’Associazione sos racket e usura riprenderà la propria attività interrotta lo scorso 7 febbraio 2010, presentando la nuova sede dell’Associazione a Milano in piazzetta Capuana a Quarto Oggiaro,dopo chè centinaia di cittadini attraverso lettere,e mail e appelli, ci hanno chiesto di non abbandonarli.

I volontari dell’Associazione inizieranno la distribuzione di duecentomila questionari ai cittadini ed ai commercianti, dalle ore 10,00 alle ore 19,00

Il primo questionario servirà a monitorare i fenomeni del racket,dell’usura e della infiltrazione della criminalità organizzata nella nostra città,mentre il secondo sarà rivolto a tutti gli abitanti dei quartieri popolari,affinché ci descrivano la presenza di organizzazioni criminali che “vendono” alloggi di proprietà del Comune di Milano e cioè il cosiddetto racket degli alloggi.

Saranno presenti alla inaugurazione della sede: Giulio Cavalli Consigliere Regionale Idv, Mario Furlan Presidente City Angel’s, Paolo Bocedi Presidente Associazione Sos Italia Libera, Enrico Marcora Consigliere Regionale Udc, Massimo Brugnone Responsabile per la Lombardia del movimento antimafia Ammazzateci Tutti, Beatrice Uguccioni Presidente del Consiglio zona 9, Massimo Gatti Capogruppo lista civica Un’Altra Provincia, Paolo Uguccioni Presidente Comitato di via Venezia Buenos Aires e tanti altri.

Si comunica inoltre che molti Comuni hanno aderito alla nostra iniziativa distribuendo sul loro territorio già da domani il questionario sull’infiltrazione della criminalità organizzata del racket e dell’usura.

I Comuni che hanno aderito e che domani saranno presenti con dei rappresentanti sono: Comune di Motta Visconti, Canegrate, Cornaredo, Nerviano, Senago, Trebbia, Ossona, Cesate, Lavena Ponte Tresa ed altri se ne stanno aggiungendo in queste ore.

Domani alle ore 15,00 l’Associazione sos racket e usura terrà una conferenza stampa a Milano in piazzetta Capuana durante la quale verrà presentata a tutti gli organi di informazione che saranno presenti la nuova sede ed i questionari che andremo a distribuire.

Frediano Manzi

Presidente Associazione sos racket e usura

Milano,li 21 aprile 2010

www.sos-racket-usura.org tel. 338.75.00.104 – 347.90.34.353 fax 02.990.26.691

e-mail : f.manzi@sos-racket-usura.org – – comunicazioni@sos-racket-usura.org

Auguri ufficiali di “buona Padanità”

Come forse sapete il Consiglio Regionale si insedierà probabilmente il 18 maggio; intanto stiamo preparando l’organizzazione e studiando gli impegni che ci aspettano (con alcune novità di cui racconteremo su questo sito nei prossimi giorni). Intanto, nel palazzo del Consiglio di via Filzi, in un limbo di arrivanti e partenti, arrivano le lettere di congratulazioni per tutti i neoeletti: quelle belle missive impersonali stampate al chilo e con il nome e cognome schizzati di fretta a penna.

La busta della Provincia di Milano (guidata da Guido Podestà) l’ho aperta invece con la cura d’obbligo per i buoni rapporti istituzionali e sono rimasto fulminato dall’augurio:

[…] desidero esternarti le mie più sentite e sincere congratulazioni […] convinto che saprai interpretare al meglio il ruolo dei cittadini […] Ti auguro pertanto un buon lavoro all’insegna della Padanità che ci caratterizza e che contraddistingue il buon lavoro degli Amministratori Lombardi […] firmato Il vice Presidente vicario del Consiglio della Provincia di Milano arch. Raffaele Cucchi

All’insegna della “Padanità“? (maiuscola)?

Caro Raffaele Cucchi,la ringrazio per gli auguri (anche se per noi semiteatranti suonano sempre come corvi per una nostra deformazione professionale). Mi preme però sottolineare come (forse per l’ennesima visione ingorda di chi ha una visuale univoca della politica lombarda) se per “Padanità” intende lo spirito xenofobo che ha sporcato questa regione con i recenti rigurgiti fascisti, se per “Padanità” intende quella politica da madriano con un orizzonte che si esaurisce al confine del rione; se per “Padanità” intende quell’appassimento della solidarietà che sta sulle pale delle ruspe fuori dai campi rom, se per “Padanità” intende lo spettacolino torbido delle targhe rimosse a Peppino Impastato, se per “Padanità” intende l’immigrazione rivenduta come criminalità appesa da trofeo vicino ai musi di cinghiale, se per “Padanità” intende le retate natalizie, se per “Padanità” intende la collettività vissuta come debolezza, allora sono sicuro fin da adesso di non volere mantenere l’impegno. Proprio per “interpretare al meglio il ruolo dei cittadini che mi hanno dato fiducia” come ha ben scritto lei.

Pronto a costituirmi, porgo distinti saluti

Giulio Cavalli

La lettera in pdf qui

Il nuovo inceneritore? semplicemente, non serve

Ho già avuto modo di parlare del nuovo inceneritore che dovrebbe sorgere tra Opera e Rozzano. Ho detto come sia l’ennesimo progetto speculativo agli ordini di una politica lombarda sempre più grumo affaristico piuttosto che reale risposta alle esigenze del territorio e dei cittadini. Martedì 20 aprile alle 18:00 presso il Circolo Clapiz del P.D. di via Neera 7, a Milano ne parleremo insieme io, voi, i consiglieri di zona e  il consigliere comunale a Milano Aldo Ugliano. Insieme progetteremo le iniziative e le strategie per un’opposizione che sia forte e unita. Per una battaglia che difenda il territorio lombardo sempre pronto a svendersi al migliore affarista. Oggi Legambiente chiarisce il punto: un inceneritore in Lombardia non serve. E se non serve ai Lombardi, a chi serve?

Il comunicato stampa di Legambiente Lombardia:

“Pura speculazione economica, la Lombardia è già oggi la regione italiana più dotata di inceneritori. C’è chi vuole guadagnarci senza preoccuparsi delle ricadute sui cittadini e il territorio”. Così Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente, in merito all’ipotesi di un nuovo inceneritore nel Parco Sud Milano. “Basta guardare i dati per comprendere che chi propone nuovi impianti non ha a cuore il benessere dei lombardi ma solo l’idea di fare profitto facile”.

Ormai in Lombardia il sistema della raccolta differenziata ha superato i vecchi metodi: infatti vengono raccolti in modo separato il 47% dei rifiuti mentre solo il 10% finisce in discarica, e il 40% avviato a incenerimento. Non esiste più la necessità di nuovi inceneritori ma solo l’urgenza di ridurre la percentuale di quota residua ancora oggi avviata a discarica, migliorando la raccolta differenziata nelle provincie e città più arretrate (Pavia, Brescia e il capoluogo milanese). “Il problema non è la localizzazione nel Parco Sud, ma il fatto che di nuovi inceneritori non c’è bisogno, né al Parco Sud né altrove in Lombardia – conclude Di Simine – Dobbiamo investire per rispettare gli obblighi perentori imposti dalla nostra legislazione nazionale (raccolta differenziata da portare al 65% entro il 2012), attivare strategie nazionali di riduzione della produzione dei rifiuti, sviluppare le tecnologie e gli impianti su cui la Lombardia è in ritardo, prima di tutti quelli per la lavorazione della frazione organica con produzione di biometano e compost: discutere di nuovi inceneritori significa parlare d’altro rispetto alle vere necessità del sistema di gestione dei rifiuti”.

Incenerire i rifiuti costa di più che fare una buona raccolta differenziata

Sfatato l’antico mito che mandare i rifiuti agli inceneritori conviene alla tasche dei cittadini: riciclare costa meno e fa risparmiare. Ma a chi avesse ancora qualche dubbio che ambiente e risparmio possano andare d’accordo, rispondono i dati di uno studio della Regione Lombardia: nei territori che fanno maggior ricorso all’incenerimento, questa scelta si traduce in un maggior costo a carico dei cittadini. Questo è vero in particolare nei capoluoghi, come ben sanno a Cremona, città al 44% di raccolta differenziata, dove il costo medio per abitante è di 128 euro, mentre a Pavia, che a fatica raggiunge il 28% potendo contare sul mega-inceneritore di Parona, la spesa schizza a 161 euro, ben 33 euro in più. Ma più in generale il risparmio appare chiaro anche confrontando i dati medi provinciali: le provincie che superano il 50% di raccolta differenziata e che mandano all’inceneritore solo piccole quote dei propri rifiuti spendono meno di quelle in cui si trovano la gran parte degli inceneritori lombardi: nelle province di Milano, Brescia e Pavia si spende infatti di più che in quelle di Bergamo, Cremona e Varese. E’ quanto emerge da uno studio commissionato da Regione Lombardia sui costi del conferimento e smaltimento dei rifiuti che mette a confronto il sistema dei sacchetti colorati con il tradizionale utilizzo dell’inceneritore. E dal paragone gli impianti di incenerimento ne escono decisamente sconfitti mentre la raccolta differenziata si dimostra il sistema più conveniente per la gestione dei rifiuti lombardi.

“Per questa ragione domenica saremo a Trezzo d’Adda, a contestare il progetto di ampliamento dell’inceneritore – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – un intervento che, se realizzato, suonerebbe come un vero insulto agli abitanti dell’Adda-Martesana, uno dei territori più virtuosi per quanto riguarda la raccolta differenziata: lo diciamo qui come al Parco Sud, la Lombardia non ha più bisogno di nuovi inceneritori, deve invece investire sulle tecnologie per il trattamento delle frazioni da riciclare, a partire dagli impianti che lavorano la frazione organica per trasformarla in metano”.

I dati dello studio, che Legambiente rende pubblico a poche ore di distanza dalla manifestazione contro l’inceneritore di Trezzo, parlano chiaro: in provincia di Brescia, la più superdotata di inceneritori che nel 2008 hanno accolto ben 801.000 tonnellate di rifiuti, la raccolta differenziata non supera il 39% e la spesa media per ogni cittadino è pari a 104 euro. Ben diverso il costo medio per abitante nella provincia di Lodi che invece differenzia il 54% dei suoi rifiuti e fa spendere solo 83 euro pro capite. E se la provincia di Lodi risparmia oltre 20 euro rispetto a quella di Brescia, tra le province di Cremona e quella di Milano (comprendente Monza) il risparmio è di 11 euro a cittadino. Dal dossier, scaricabile dal sito della Regione Lombardia, emerge anche un altro dato: tra la raccolta porta a porta e i cassonetti costa meno la raccolta domiciliare rispetto a quella stradale. In media 69,31 euro per abitante con il porta a porta e 74,45 euro per i cassonetti.

“A far la differenza, anche in questo caso, è l’efficienza e l’efficacia dei sistemi di gestione – rileva Lidia Crivellaro, responsabile dell’Ecosportello di Legambiente Lombardia – a incidere sui costi sono soprattutto aspetti come la qualità delle raccolte differenziate, che permettono di ridurre la quota di scarto e ottenere il massimo di riciclaggio e valorizzazione dei materiali. Determinante è dunque il ruolo di amministratori locali e aziende di gestione della raccolta, un aspetto che invece si perde quando si punta tutto sullo smaltimento indifferenziato attraverso gli inceneritori”.

Il prossimo appuntamento è domenica prossima, alle 11.00 davanti al comune di Grezzago, con arrivo alle 11.30 all’area dell’inceneritore di Trezzo: il progetto di ampliamento dell’impianto infatti prevede due nuove linee di incenerimento, che ne aumenterebbero la capacità per ben 190.000 tonnellate/anno.

Fonte: elaborazioni Legambiente su dati ARPA Lombardia (quantità), Regione Lombardia (www.ors.regione.lombardia.it) (costi)

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 – 349 1074971