La 'ndrangheta ha casa a Milano, "a cento passi dal Duomo": successo per lo spettacolo di Giulio Cavalli, attore sotto scorta
Giulio Cavalli ha soli 32 anni. E da due vive sotto scorta, da quando con il suo spettacolo teatrale Do Ut Des ha fatto saltare dalla sedia i boss della malavita organizzata che gli hanno inviato diverse minacce di morte. Perchè Giulio nei suoi spettacoli racconta la verità, racconta una realtà che spesso si fa finta di non vedere.
E’ quello che spiega nel suo ultimo recital, “A cento passi dal Duomo”, in cartellone al Teatro della Cooperativa in via Hermada 9 fino a domenica. Il testo è stato scritto in collaborazione con Gianni Barbacetto: si parte dal profondo silenzio che ha accompagnato il funerale dell’avvocato Giorgio Ambrosoli.
Un silenzio assordante, un ‘buco’, che continua ad avvolgere una città che anche oggi sembra negare a tutti i costi la presenza della criminalità organizzata. Questione ribadita dai procuratori antimafia, e in ultimo dai giornalisti Giuseppe Caruso e Davide Carlucci ai nostri microfoni.
I dati che riporta Cavalli nel recital non si possono ignorare. Ora alle porta c’è l’Expo 2015 e la tanto richiesta Commissione Antimafia non riesce a vedere la luce per cavilli burocratici. Tanto alla gente questo sembra non importare perchè, come testimoniano alcuni commenti post spettacolo che abbiamo sentito, “si vede che lui è di sinistra, ha fatto solo nomi di politici di destra”. Secondo pochi spettatori tutto si ricondurrebbe a questo.
Grazie al cielo abbiamo sentito anche moltissimi commenti positivi: commenti ‘arrabbiati’ perchè la realtà raccontata da Cavalli esiste e una volta usciti dal teatro si torna a casa ‘amareggiati’, confida una signora.
Ma chi glielo fa fare a continuare i suoi spettacoli nonostante le minacce? Lo spiega Giulio stesso sul suo sito.
“Una ragazza tra il pubblico mi ha chiesto chi me l’avesse fatto fare di uscire dai binari comodi delle storielle teatrali per approfondire e scontrarmi mettendo in pericolo la mia sicurezza e quella della mia famiglia[…]quando i famigliari delle vittime dell’incidente di Linate dell’8 ottobre 2001 hanno fatto irruzione nelle fasi di scrittura e preparazione del mio spettacolo per quella strage ci siamo subito resi conto delle unicità del modus che avevamo a disposizione: il tempo e la vicinanza fisica del nostro pubblico per chiarire, una faccia e un corpo per accusare guardando fissi negli occhi, un posto fisico dove prendere una posizione[…] un’azione teatrale di svelamento contro la normalizzazione controllata delle opinioni e delle sensazioni”
Cavalli dà fastidio alla mafia perchè, ha raccontato l’attore in un’intervista ad Affaritaliani, loro “hanno il terrore della parola, e la paura li porta a rispondere con gesti significativamente imbarazzanti. Sono goffi e incapaci di reagire a livello culturale, e la banalità nella forma delle loro gravissime minacce nei mie confronti lo dimostra. Visto quello che sto passando, resto convinto che la mafia può essere battuta solo con la cultura. Se questa convinzione diventa di massa, se la si mette sul piano dei valori e della bellezza, i mafiosi non avranno più scampo”
“A cento passi dal Duomo” è uno spettacolo assolutamente da non perdere.
Arianna Ascione