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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Openlombardia: liveblogging Consiglio Regionale

Dopo il terremoto Monti cosa succede nel Consiglio Regionale Lommbardia

 

VOGLIAMO UNA VIA PER ANNA POLITKOVSKAJA

Ricevo da Andrea Riscassi e volentieri firmo e giro: Milano nel 2015 sarà – grazie all’Expo – una vetrina internazionale.  La città che ha nel proprio gonfalone Sant’Ambrogio e che ha dato i natali a Manzoni e Beccaria ha l’occasione per non far dimenticare, oltre alla fame del mondo, il rispetto dei diritti umani e della libertà di stampa. In questi anni, una figura più di altre, ha rappresentato a livello mondiale  il giornalismo “dalla schiena dritta”: Anna Politkovskaja. Per mettere a tacere la coraggiosa giornalista russa non sono bastate le minacce, gli arresti, gli avvelenamenti, i finti plotoni di esecuzione, l’isolamento. 5 anni fa, il 7 ottobre del 2006, è stata assassinata nel portone di casa sua. La giustizia russa sta tentando – pur tra molti tentennamenti – di trovare chi le abbia materialmente sparato. Mentre resta (e forse resterà) un fitto mistero sui mandanti. “Io vedo tutto, questo è il problema” scriveva Anna Politkovskaja, uccisa solo perché voleva fare il suo mestiere: la giornalista. Milano ha dedicato i propri giardini pubblici a Indro Montanelli, mentre ha platealmente mancato la consegna dell’Ambrogino d’oro a un altro dei suoi figli adottivi: Enzo Biagi.  Ora c’è un’occasione di riscatto. Nel 2009, dopo una raccolta firme on line e una mobilitazione popolare (organizzate da Annaviva e Gariwo), Palazzo Marino ha dedicato ad Anna Politkovskaja un albero nel Giardino dei Giusti al Monte Stella. Altre città italiane hanno seguito questo esempio (da Brescia a Genova). Oggi, noi firmatari di questo appello, chiediamo al Comune di Milano e al sindaco Pisapia di fare un passo in più, di mettere la città al pari di altre nel mondo, da Roma a Tbilisi, da Tolosa a Ferrara. Dedicando ad Anna Politkovskaja una via o una piazza della comune che tra pochi anni ospiterà l’Esposizione universale. Se davvero un vento nuovo soffia sulla “capitale morale”, crediamo che questa sia l’occasione giusta per dimostrarlo. A tutto il mondo. Per aderire, mandare una mail specificando nome, cognome e professione a questo indirizzo:
unaviaperanna@gmail.com

Il dito medio di Formigoni

Formigoni alza il dito medio ai contestatori che aspettano le dimissioni di Berlusconi e sfreccia via veloce. Il presunto statista di CL che aspira da una vita ad essere consistente si sbriciola davanti ai giornalisti e alle urla della gente. È la psicologia dell’uomo che si mostra alle inaugurazioni e ai suoi convegni ed è incapace di sostenere le proprie tesi di fronte alle critiche. I suoi comunicati stampa e le sue dichiarazioni degli ultimi mesi sono la fotografia del nulla sotto vuoto che vorrebbe fare il presidentissimo: parla di eccellenza lombarda, prova a posizionersi all’interno del proprio partito, chiede le primarie a chi gli ha rifilato l’igienista mentale fingendo di sapere cos’è la democrazia e poi ogni tanto tira un colpo al cerchio dando lezioni di sobrietà (lui, che si sposta in elicottero per essere puntuale e come un paperinik qualunque firma di nascosto la diaria senza essere in aula).
Eppure quel dito medio ci dice che il Formigoni celeste ha capito bene che ormai in troppi hanno affinato il fiuto per riconoscere i servi, le puttane e gli amici di troppi amici. E la maggioranza in aula di Regione Lombardia il presidente non ce l’ha più, e tanto meno l’aurea da autorevole amministratore che si è infilata in quel dito. Roberto Formigoni è l’eccellenza dell’epoca in cui per eccellere basta essere nulli: quella che premia parroci travestisti da sindaci (anche nel centrocentrosinistra più democratico) con il coraggio di un don Abbondio e con la politica che si fa più alle colazioni che dentro le aule.
Ora questo Consiglio Regionale non ha più senso di essere. E deve andare a casa. Perché anche qui ci sono i cuor di leone bipartisan che si arroccano per l’ultimo vitalizio e i quattro anni da nababbi ma il re lombardo è nudo. E (almeno in Lombardia) non ci vengano ad annoiare con la comoda bugia della responsabilità.

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Facce contro le mafie

Un volto contro le mafie, o meglio quarantuno. Fiorenza Stefani con la collaborazione di Marinella Pomarici – presidente dell’associazione «A Voce Alta» – sceglie 41 volti sorridenti di persone che quotidianamente operano nella e per la legalità in tutta Italia. La mostra fotografica, «Il mio sguardo libero. Volti per la legalità» sarà in esposizione da questo pomeriggio, 11 novembre, e fino al 20 dicembre, all’Archivio fotografico Parisio. L’iniziativa è realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli, di Libera e della Federazione nazionale delle Associazioni antiracket e della Fondazione Pol.i.s. (Politiche Integrate di Sicurezza, per le vittime innocenti di criminalità e i beni confiscati) e della Fondazione Silvia Ruotolo, della Casa della Memoria di Brescia e del Comune di Brescia. Complimenti a Fiorenza, in attesa di correre a visitare la sua mostra. E grazie per l’onore di essere tra i 41.

Monti che ringrazia Marchionne e Gelmini

E il grande partito riformista allora è pronto? “[…]Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili
(Mario Monti, Corriere della sera, 2 gennaio 2011)

Con i lavoratori di Telereporter

“Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori del gruppo Profit, l’azienda proprietaria dei canali televisivi Odeon, Telereporter e Telecampione. Oggi sono in sciopero. E da lunedì lo riprenderanno a oltranza se  l’azienda non risponderà alle loro richieste. Dopo due anni e mezzo di crisi e una prima tornata di licenziamenti, ieri è arrivato l’annuncio della mancata approvazione del piano industriale da parte delle banche con la conferma di tutte le procedure di esubero – e addirittura la possibilità di un loro aumento –  oltre agli attuali arretrati di tre stipendi più 18 mensilità di ticket e 12 di rimborsi spesa. Già qualche mese fa avevamo interessato il presidente Davide Boni, con il quale si era riusciti a alzare l’attenzione sulla vicenda, chiedendo a Formigoni e ai suoi assessori di intervenire e dare risposte concrete. A questo punto, dobbiamo pensare che, nonostante l’impegno del Consiglio, la Giunta non riesca a essere interlocutore credibile per pretendere un piano industriale di rilancio condiviso. Per quanto ci riguarda, torneremo senz’altro a porre la questione”.

L’antimafia dei fatti del nostro Daniele a Desio

VARIANTE PGT DESIO: L’ANTIMAFIA DEI FATTI CANCELLA UN MILIONE E MEZZO DI NUOVA CEMENTIFICAZIONE
Dall’assessore Cassanmagnago e dalla Giunta di centrosinistra, passo coraggioso e importante
Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Ci congratuliamo con l’assessore all’urbanistica di Desio, Daniele Cassanmagnago, e con l’amministrazione comunale per la risposta chiara, pronta e decisa che hanno saputo dare contro la cementificazione selvaggia e gli appetiti della criminalità organizzata.
A pochi mesi dall’insediamento del centrosinistra alla guida del Comune brianzolo, l’approvazione di una variante al Piano di governo del territorio che cancella un milione e mezzo di metri quadrati di nuova urbanizzazione rappresenta un passo coraggioso e importante.
In una fase di presa di coscienza e di analisi dopo troppi anni di negazionismo, la declinazione in un atto pubblico delle buone pratiche di difesa del suolo dimostra che l’antimafia dei fatti esiste nelle delibere delle amministrazioni locali molto più che in tante roboanti declamazioni.
Se oggi votarsi alla legalità e all’etica dell’agire politico-amministrativo appare rivoluzionario, dichiariamo tutto il nostro sostegno a Cassanmagnago, oltre che all’intera Giunta, affinché possa proseguire in un ruolo che ha già dimostrato di saper portare avanti con onore. Quello richiamato, a proposito delle funzioni pubbliche, dall’articolo 54 della nostra Costituzione”.

La soddisfazione di essere rappresentati

E’ una bella sensazione riconoscersi nei documenti del proprio partito. La posizione del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà che in un documento si esprime sulla crisi di governo in atto. ‘Se il ventennio fascista condusse nel baratro della guerra il Paese, il quasi ventennio del populismo berlusconiano ha prodotto macerie economiche e sociali che ci hanno condotto al disastroso rischio di default attuale. Bisogna mettere la parola fine al dominio politico di Berlusconi, ma bisogna immediatamente guardarsi dalle insidie del berlusconismo. Ogni esperienza anche quelle che intendono fronteggiare in buona fede l’evidente emergenza economico finanziaria, non possono sopportare l’ipoteca berlusconiana. Il rischio che un governo di emergenza diventi l’ancora di salvataggio del regime precedente è in campo, nonostante l’autorevolezza della figura di Mario Monti, prolungando una fase di incertezza che sarebbe dannosa per la nostra fragilissima finanza pubblica e per l’intera situazione economica del paese. Siamo consapevoli che per affrontare la crisi ci sia bisogno di responsabilità e impegni straordinari. Siamo tuttavia convinti che per affrontare i prossimi anni sia necessario chiedere ai cittadini di scegliere su quali opzioni fondare un nuovo governo, condividendo gli oneri di una fase così drammatica per il Paese. Per questo riteniamo che siano necessarie elezioni presto, per dare una prospettiva più certa e legittimata. Un governo di emergenza non puo’ che essere a tempo e con un immediato obiettivo:  fronteggiare l’emergenza dei conti con una patrimoniale vera, che non colpisca i cittadini che stanno già pagando gli effetti nefasti della recessione, e restituire la parola agli italiani con il voto. Il cambiamento è necessario, i cittadini e le cittadine italiane dovranno essere i protagonisti di questa fase. La democrazia è la più grande risorsa per la salvezza del nostro Paese’.

Se la speranza non va dai Monti

‎”Berlusconi va ringraziato, nel ’94 ci salvò dalla Sinistra di Occhetto e avviò la rivoluzione liberale in Italia.” (Mario Monti a ‘8 e mezzo’)

Diceva Bacone che la speranza è un’ottima colazione ma una pessima cena, diceva Andreotti Belzebù i miei amici che facevano sport sono morti da tempo, ho visto la prima repubblica, forse anche la seconda e mi auguro di vedere anche la terza: la terza Repubblica è un’Araba Fenice che rinasce sotto l’ala delle solite parole che rimbombano generaliste chiedendo responsabilità, urgenza e credibilità. Se Monti è il crocevia del cambiamento allora è proprio vero che la speranza è la carota con il fazzoletto arancione che sventolano sotto il naso per dirci che dobbiamo avere fede. E non mi piace per niente un Governo Monti perché non mi piace un’Europa che determina le scelte politiche sottraendole mica ai governanti irresponsabili che non sanno governare (questo in fondo ce lo siamo sempre augurati tutti) ma al voto degli elettori. E se le scelte “tecniche” sono figlie dell’economia che per ingordigia ci ha portato fin qui, allora il primato della politica lo rivendico. Anche con il rischio di essere poco attuale. E perché uno scenario con il maggiore partito del (centro)centrosinistra che per responsabilità (CIT. scilipoti) appoggia i nomi incredibili (nel senso di ‘non più credibili’) che si sentono in queste ore, non farà altro che indignare di più gli indignati, sistemare i conti e le cose prima delle persone e avere il fascino di un cambiamento sott’aceto. E viene il dubbio che alcuni democratici quando parlavano di ‘nuovo Ulivo’ pensavano a questo.
Citando Odifreddi su Mario Monti: L’altissimo merito di quest’ultimo è di essere stato commissario europeo con deleghe economiche, dal 1994 al 1999 per nomina del primo governo Berlusconi, e dal 1999 al 2004 per nomina del primo governo D’Alema. Oltre che di essere stato presidente della famigerata Commissione Trilaterale, una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger.
Ci voleva un ex sedicente comunista dell’area migliorista, per formalizzare attraverso la persona di Monti il ruolo extraparlamentare dell’economia liberista che sta condizionando l’Europa intera attraverso le politiche della Banca Centrale (oggi presieduta da Mario Draghi, ex collega di Monti come consulente della Goldman Sachs), del Fondo Monetario Internazionale e delle borse.
E’ probabile che la nomina di Monti sia un giochetto da Prima Repubblica, per poter presentare a giorni la sua promozione a primo ministro come “istituzionale”. Quando invece si tratterà di un esautoramento della volontà popolare, visto che Monti avrà anche ricevuto nomine governative e presidenziali, ma certo non è mai stato eletto dagli elettori.
Quegli stessi elettori che tutti dicono di ritenere sovrani, ma che nessuno si degna di interpellare per domandar loro come intendano superare la crisi. Se svuotando le proprie tasche, come ha già mal iniziato a fare il governo Berlusconi, e come peggio continuerà a fare il governo Monti. O se invece attingendo ai portafogli delle banche e degli industriali, alla faccia dei Monti, dei Draghi e dei Berlusconi.

E l’onda arancione è il limoncello offerto dalla casa.

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