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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Sul crocifisso obbligatorio

“Sull’obbligo di esposizione del crocefisso nei locali della Regione, le opposizioni del centrosinistra hanno abbandonato l’Aula. E non poteva essere altrimenti di fronte a un provvedimento così imbarazzante per strumentalità e ipocrisia.

Tralasciamo il fatto che non c’è competenza regionale per legiferare in materia. E tralasciamo anche la palese lesione dei principi di laicità dello Stato e libertà di culto.

Ma non è davvero possibile accettare la pantomima del centrodestra sulla difesa della tradizione religiosa e sulla promozione dei principi del cattolicesimo.

C’è una bella differenza tra esporre e imporre. Il crocefisso insegna ad accogliere. E invece questa legge è stata proposta, argomentata e votata dagli stessi leghisti che solo ieri, in Piemonte, si sono rallegrati per lo sgombero dei rom sul lungofiume a opera del maltempo, mentre ancora si piangevano i morti di Genova, Napoli e dell’Elba. Alla faccia del rispetto per la vita umana.

Dagli stessi leghisti che hanno pesantemente e in più occasioni attaccato il cardinale Tettamanzi e, più in generale, la Chiesa.

Dallo stesso Popolo delle Libertà che tutto può fare fuorché ergersi a difesa di una morale violata nei fatti. Non sarà certo una croce inchiodata in Aula a cancellare l’utilizzo ormai noto che di questo simbolo religioso è stato fatto proprio da una consigliera del Pdl, oggi non a caso assente.

Il punto è che si nasconde dietro un feticcio il vuoto di valori. Ne passa di strada tra il simbolo, qui brandito come una clava, e la pratica. Anche nella sala operatoria della clinica Santa Rita, così, per fare un esempio. C’era un crocefisso appeso al muro. E’ mancato l’esercizio della cura”.

Milano, 8 novembre 2011

Liveblogging seduta consiglio: la via crucis e i crocifissi

Mentre si consuma lo stillicidio di un Governo blasfemo si riunisce il Consiglio Regionale (tutti con l’orecchio su Roma). In giorni di disastro ideologico, lutti, crisi politica e di lavoro all’ordine del giorno abbiamo la proposta della Lega di rendere obbligatorio il crocifisso. Questo per dire quanto essere ‘casta’ significhi spesso essere semplicemente scollegati dal mondo. Qui o su twitter #openlombardia seguiamo la cronaca di una giornata che già nelle premesse è un po’ così.


Abbiamo presentato il nostro piano-casa

(ANSA) – MILANO, 6 NOV – Sul Piano casa, in Lombardia, ”siano i consigli comunali a decidere e non solamente il sindaco e la giunta come prevede la normativa nazionale”. E’ quanto chiede Sinistra Ecologia Liberta’ al Pirellone, con un progetto di legge firmato da Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli per ”impedire un ulteriore scempio del territorio e ridurre il rischio di possibili speculazioni”.
”Perche’, in assenza di una legge regionale, da giovedi’ – spiegano i due esponenti di Sel – entreranno in vigore le norme nazionali che attribuiscono i poteri sulle delicatissime scelte di riqualificazione edilizia e urbanistica alle Giunte comunali, sottraendoli ai Consigli. Ecco perche’ in assenza di un’iniziativa puntuale della Giunta regionale, abbiamo deciso di presentare un progetto di legge stralcio che interviene soltanto su tale questione di metodo”.
”Anche se gli orientamenti in materia di politica urbanistica ci vedono molto distanti dal centrodestra – osservano ancora Cremonesi e Cavalli -, tuttavia il confronto rimane aperto. Ma sul punto fondamentale delle competenze e’ necessario muoversi in fretta. E’ gia’ tardi e Palazzo Lombardia sta ignorando la gravita’ del passaggio”.
”Per questo chiediamo che il nostro progetto di legge sia iscritto al piu’ presto all’ordine dei lavori in Commissione, discusso e approvato – aggiungono gli esponenti di Sel -.
Lasciare la titolarita’ dell’approvazione dei piani attuativi in capo ai Consigli comunali significa garantire il controllo democratico del territorio”. (ANSA).

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Cavalli (SEL) su nucleo anti bracconaggio di Brescia

REGIONE TUTELI IL NUCLEO ANTIBRACCONAGGIO DI BRESCIA DAGLI ATTACCHI DELLA LEGA
“Ha dell’incredibile che una forza politica rivolga pesanti attacchi al Corpo forestale dello Stato. Eppure è proprio quanto sta accadendo a Brescia, dove la Lega Nord raccoglie firme contro il Nucleo operativo antibracconaggio per impedirne l’attività in difesa del patrimonio faunistico.
Pensiamo che Regione Lombardia debba intervenire al più presto. E per questo abbiamo presentato un’interrogazione che chiede conto a Formigoni e agli assessori Raimondi e La Russa di quali misure concrete intendano mettere in atto per garantire il lavoro del Noa.
Nella provincia più ampia e a maggior densità venatoria d’Italia, il Nucleo antibracconaggio rappresenta un presidio fondamentale di contrasto alle pratiche di caccia illecite, a partire dall’uccellagione clandestina. Basti pensare che in vent’anni di attività gli agenti hanno sequestrato oltre 100 mila strumenti fuorilegge tra archetti, trappolone e reti, denunciando all’Autorità giudiziaria un migliaio di bracconieri.
Non sorprende che iniziative pretestuose come questa messa in atto dalla Lega trovino campo libero in un contesto istituzionale locale in cui si vuole a tutti i costi chiudere un occhio sui ripetuti reati commessi dal mondo venatorio. Ma tutto ciò è davvero inaccettabile.  
Regione Lombardia – che pur non si distingue per correttezza sul tema in questione regalando ogni anno alla lobby delle doppiette la caccia in deroga, nonostante le pendenti procedure di infrazione dell’Ue e le condanne della Corte di giustizia europea – ha il dovere di attivarsi. Ci dica cosa pensi fare e se non ritenga addirittura utile e opportuno rafforzare il Nucleo antibracconaggio con ulteriori unità operative”.

Milano, 7 novembre 2011

Ciao partigiana ‘Sandra’

Domenica 6 novembre, in una grigia giornata piovosa, la partigiana Nori Brambilla Pesce, nome di battaglia Sandra, è mancata ai suoi cari. La sua è stata una vita all’insegna della ricerca e affermazione dei valori di libertà e democrazia. Con lei, se ne va un altro pezzo di storia della Resistenza italiana, in special modo legata a Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza. Compagna di una vita del Comandante partigiano Giovanni Pesce Visone, scomparso nel luglio 2007, ha vissuto i momenti più alti e orribili dell’oppressione fascista a Milano.Al più presto verranno comunicati la data e lo svolgimento dei funerali. Famiglia Pesce

I consigli di Grande Oriente

Consiglio di GOD: anche Il Presidente Giorgio Napolitano raddrizzi la rotta, si dia una regolata e si metta in discussione. Serve un Quirinale autorevole, autonomo e lungimirante e non una Presidenza della Repubblica all’estero succube del Bruxelles/Frankfurt Consensus e in Italia in combutta con la LOBBY del Consiglio di Stato e con altre caste oligarchiche che male amministrano la nazione. Hai capito, le lobby.

A Formigoni non piacciono le donne

«II Pirellone? E’ un palazzo dove la discriminazione è di casa … ». Le responsabili dell’associazione «Articolo 51 – Laboratorio di Democrazia Paritaria» non usano mezzi termini per denunciare l’ultimo «abuso» subito tra le stanze della regione. L’associazione, che nei mesi scorsi aveva presentato l’appello al Consiglio di Stato per il «non rispetto delle quote rosa all’interno della Giunta Formigoni». E il consigliere leghista Fabrizio Cecchetti pubblica un opuscolo con le attività della Giunta dimenticandosi l’unica donna della Giunta (sua compagna di partito) Monica Rizzi.  «Noi siamo propense a pensare che sia stato un errore di impaginazione, che non ci fosse una volontà discriminatoria nei confronti dell’assessore Rizzi, né che il Consigliere abbia pensato che esistono assessorati di serie A e di serie B – concludono le donne di Articolo 51-. Vogliamo credere ad un disguido tecnico a cui presto si porrà rimedio. Il Consigliere Cecchetti dovrebbe sapere che, qualora 1’8 novembre la Consulta decidesse in favore di una “sospensiva”, l’unico assessore non sospeso risulterebbe essere proprio Monica Rizzi. Dimenticare di menzionarla nell’opuscolo ufficiale è stato un gesto poco edificante». E sarebbe proprio un bel vento.

Amare la propria terra

Smettiamola di dire che le alluvioni sono eventi eccezionali. Perché le abbiamo rese normali. Di fronte a cittadini ormai disabituati alla cura, lo Stato e la politica su questo fronte hanno colpe enormi. Sono anni che non si vede tra le priorità di un programma elettorale o di governo la difesa del territorio, nemmeno tra i riempitivi. Spero che mentre si contesta questo governo, visti i drammi recenti, i partiti inizino a pensarci seriamente, a programmare, a spendere parole e impegni forti, proprio a partire dalle adunate di piazza. Spero che ascoltino quella buona parte di società civile che lo chiede da tempo e già ci lavora con passione e sacrifici. O quegli agricoltori distrutti dai debiti che nonostante tutto lo fanno ogni giorno, nel proprio podere. Un poeta come Tonino Guerra un anno fa mi ha detto: «L´Italia non è più bella come una volta, è inutile che mi rompano le scatole, perché una volta c´era chi la curava. Non erano dieci persone messe lì e pagate dallo Stato, erano quelli che l´abitavano: i contadini. Dobbiamo riapprendere quella forza d´amore che avevano loro». Qui non è più sufficiente indignarsi, bisogna tornare ad amare per davvero questa terra. Vilipesa non soltanto nei comportamenti inqualificabili di chi governa, ma nell´indifferenza di fronte a scempi che non sono più tollerabili. Anche se non lo erano già ben prima di arrendersi allo sgomento di questi tristi giorni della nostra storia. (Carlo Petrini)