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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Perché non vai in tivvù?

La domanda che mi sento fare spesso, in giro per l’Italia. (Da notare la qualità della discussione. Domande intelligenti e risposte argomentate lucidamente. Il parallelo con oggi è da brividi. Scrive giustamente macolett)

Finché siamo in scena siamo vivi

Nella loro città, a Minsk, erano costretti a fare i loro spettacoli in segreto. Per sapere delle rappresentazioni, lo spettatore doveva trovare il numero di casa del manager del loro teatro, lasciare il prorpio nome e numero di telefono. Dunque aspettare di ricevere la telefonata con il nome del luogo d’incontro e da lì avviarsi tutti assieme verso la performance. “Una procedura complicata ma necessaria sotto una dittatura come quella di Lukashenko. Essere identificati come oppositori vuol dire essere perseguitati, controllati, arrestati. Quasi tutti i nostri attori, il nostro manager hanno perso il lavoro e nonostante in Bielorussia ci siano 27 teatri statali, tutti sotto il ministro della Cultura, nessuno di loro ha mai trovato un nuovo posto. Mio marito è stato nascosto a lungo in un paesino fuori Minsk per non essere arrestato. Questo è il mio paese”. Belarus Theatre, la più famosa compagnia teatrale della Bielorussia“Secondo me ogni persona vuole vivere una vita piena di goia, senza problemi. Nel caso mio e di mio marito è ancora più semplice: se i tuoi amici vengono ammazzati, torturati, non c’è scelta. Devi continuare a fare ogni cosa per salvar loro la vita”.

I nuovi poveri

Milano, 31 OTT – Non basta più il lavoro anche quando c’e’, e a tempo pieno, per arrivare alla fine del mese: e’ il risultato più’ evidente della crisi che emerge dal decimo Rapporto dell’Osservatorio diocesano della poverta’ e delle risorse nella Diocesi di Milano, stilato sulla base dei dati relativi agli utenti di 59 centri di ascolto della Caritas nella diocesi di Milano e dei servizi Sai (servizio accoglienza immigrati) Sam (servizio accoglienza milanese) e Siloe (servizi integrati lavoro orientamento educazione) nell’anno 2010. Il Rapporto è stato presentato stamani dalla Caritas ambrosiana che si trova sempre di più a dover rispondere a richieste di aiuto economico perche’ “gli utenti che non riescono a far quadrare il bilancio familiare anche quando hanno un impiego, sono passati in tre anni dal 30 al 50%”. Oltre a segnalare l’ascesa della categoria dei “working poors”, così i sociologi hanno gia’ battezzato quei cittadini che pur lavorando hanno difficolta’ economiche, lo studio presentato stamani ha voluto misurare gli effetti della crisi sui propri utenti. Aumentate del 10,7% rispetto al 2007, le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto sono sempre più uomini, che raggiungono il 35,8%, e sempre più italiani che rappresentano il 26,4% degli utenti totali. In calo, invece, gli irregolari che costituiscono solo il 7,8% dei richiedenti aiuto.  Col variare delle tipologie di utenti, sono variate anche le richieste: nonostante il lavoro continui ad essere la necessita’ principale, con il 51,6%, aumentano di un quarto coloro che richiedono beni materiali e servizi, raggiungendo quasi un terzo degli utenti, e raddoppiano coloro che necessitano sussidi economici, nel 2010 sono l’11,2% degli utenti. Sta alla politica, soprattutto, far fronte a queste nuovi fenomeni dovuti alla crisi, secondo don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana, che ha osservato come “dalla storia di queste persone emerge rassegnazione e mancanza di prospettive”. Crisi a parte, nel rapporto presentato stamane viene tracciato anche un identikit dell’utente tipico del campione dei 59 centri d’ascolto in cui e’ stata svolta l’indagine, un sesto del totale.  Nel corso del 2010 delle oltre 17mila persone che hanno bussato alla porta della Caritas Ambrosiana i due terzi sono donne e un terzo ha meno di 35 anni. La maggior parte, inoltre, e’ straniera, soprattutto proveniente da Peru’, Marocco, Ecuador, Romania e Ucraina, e il 26,2% di questi si trova in Italia da meno di 5 anni.  Sono più numerose le donne separate che gli uomini ma, al di la’ del genere, la maggior parte degli utenti e’ coniugato, il 49%, e spesso con uno o due figli a carico. Quanto a titolo di studio la laurea e’ rara, 7,5%, il più’ comune e’ invece la licenza media inferiore anche se la valutazione relativa alla popolazione straniera puo’ risultare sfalsata dalla difficolta’ di equiparazione e convalida delle qualifiche acquisite nel paese di origine.

Leaderismo come se piovesse

Pubblicato su IL FATTO QUOTIDIANO

Questo è un post polemico. Perché ci hanno sempre detto che la politica è “fare” insieme. E studiare le soluzioni, affrontare i problemi, uscirne: insieme.

E allora mi chiedo perché nessuno alzi la manina, in questi tempi di continuo congresso per dirigenti (e senza delegati), a domandare perché, al posto di “insieme”, qui al massimo possiamo avere il privilegio di stare “con” qualcuno e impegnarci alle sue spalle, davanti alle telecamere, a fare ciao con la manina per farci notare. Sempre in attesa della prossima “scia” da succhiare.

A domandare perché tutti parlino dei movimenti fuori dai partiti e l’approccio più elegante sia un basso tentativo di tesseramento. Perché dovremmo scambiare le dinamiche interne di questo o quel partito per processi che realmente incidano su scala nazionale, e intanto non si riesca a capire la linea su quattro o cinque punti banali: la lettera della Bce, la Tav e le grandi opere, il mercato che è la mutanda della speculazione e tutte queste altre bazzecole. Perché assistiamo a grandi convegni su ambiente e consumo di suolo e poi siamo pieni in giro per l’Italia di amministratori che contraddicono le linee generali. Perché siamo tornati alla desolazione di dover sapere “con chi stai” piuttosto che chi sei.

Ci sono punti su cui non si può mediare, ci sono posizioni che dovrebbero avere una convergenza per creare un programma. Perché dall’altra parte almeno sono uniti su impunità, lobby e prostitute, e di qua sembra che sia impossibile accordarci sull’idea che vogliamo avere sulle famiglie.

Quando sono finite le primarie a sbafo qualcuno ci racconta un paio di idee? C’è qualcuno che sa immaginare e raccontare un progetto politico senza imporsi come leader?

Se Renzi (avrei voluto scriverlo io)

Ma l’ha fatto meglio Gennaro CarotenutoCosa vende il Renzi, se non l’adesione piena al modello economico che ci ha portati al disastro, con Marchionne “senza sé e senza ma”, e con la lettera della BCE come programma politico –dichiarato- da applicare pedissequamente come se Trichet fosse Mosé?
Spero di sbagliare, ma mi pare che nessuno abbia parlato di “beni comuni”. Come nessuno ha fatto riferimento agli “indignati” che dal Cairo a Madrid a Santiago fino a Wall Street (dove di banda larga ne hanno a pacchi e le startup nascono come funghi) stanno palesando quanto il modello economico dal quale Renzi non si differenzia mai, non sia affatto – neanche negli Stati Uniti dove i neolaureati sono sepolti dai debiti – pensato per favorire i gggiovani e il merito, ma solo i ricchi e i ben nati. Non perché tu debba andare ad occupare Wall Strett, ma neanche puoi far finta che nulla sia successo nell’ultimo decennio, che la crisi non sia sistemica e che basta fare come in America per far rifiorire l’Italia… Sta roba, Matteo, andava bene al tempo di Clinton e della bolla della new economy, non dopo il 2008 e mi sa che quello vecchio qui sei tu.

E poi vogliono la privacy

Sono le sei del pomeriggio a Piazza Mignanelli. Nell’ufficio di Bisignani gli inquirenti all’ascolto si imbattono in una conversazione tra Gigi e il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Tono e parole non lasciano spazio ai dubbi.
(…) Bisignani: “Dobbiamo stare attenti ai telefoni perché a Letta gli ho chiesto mo stamattina: pare del fatto… dicono che Woodcock ci sta controllando i telefoni a me e a lui (…)”. Prestigiacomo si allarma: “Come fai a sapere che tu hai l’utenza (…) ma tu non lo senti il fruscio?(…) e quindi e perché Woodcock a te ti controlla?”. L’altro risponde di non saperlo ma non tranquillizza l’interlocutrice: “Mamma mia ma come si può vivere così? (…) Se escono le intercettazioni con me mi rovini”.

Il Requiem per l’antimafia di questo Governo

Giornata dura ieri, per la retorica antimafia governativa.

19:39 MAFIA: GRASSO, OGGI CANDIDATURE SERVONO AD AVERE IMMUNITA’ PARLAMENTARI

‘MAGISTRATURA NON FACCIA LISTE MA LA POLITICA SI AUTOLIMITI’ Palermo, 29 ott. – (Adnkronos) – “Oggi le candidature servono quasi per avere immunita’ parlamentare. E’ vero, non e’ la magistratura che deve fare le liste ma la politica si deve autolimitare a candidare solo persone che possano essere candidate. Se uno e’ indagato e l’altro no, non si spiega perche’ si sceglie quasi sempre l’indagato. Quasi in dispregio della magistratura”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso intervenendo a palermo ad un covegno su giustizia e pentiti.
“Non si deve aspettare la sentenza definitiva per candidare un politico -ha aggiunto Grasso- semplicemente la politica deve imparere a scegliere i propri candidati. I cittadini possono manifestare con il proprio voto la mancanza di assenso alla persone incriminate”. Grasso ha parlato brevemente anche del ddl intercettazioni. “Si deve trovare un equilibrio perche’ altrimenti si rischia l’imbarbarimento”.

20:25 MAFIA: GRASSO, DIETRO STRAGI SI INTRAVEDE DELL’ALTRO

Palermo, 29 ott. – (Adnkronos) – Dietro le stragi mafiose del ’92 in cui furono uccisi i giudici Falcone e Borsellino “si intravede dell’altro. E’ un dato di fatto, lo dicono anche i magistati di Caltanissetta che hanno da poco completato questa parte di indagine”. Lo ha detto il procuratore antimafia Pietro Grasso intervenendo questa sera a Palermo a un convegno su mafia e giustizia.
“Il problema e’ come proseguire adesso per potere andare oltre -ha aggiunto Grasso- bisogna che ci siano nuovi spunti e approfondimenti, ecco perche’ oggi ho ribadito che chi sa deve parlare. Non so se devono parlare soltanto uomini della criminalita’ organizzata o chi fa parte di altre istituzioni, ma non si puo continuare nell’indifferenza e nella rassegnazione, perche’ non si possono dimenticare quei brandelli di carne che si intravedevano sui balconi dei palazzi in via D’Amelio oppure l’autostrada di Capaci sventrata con i corpi innocenti”.
Secondo il procuratore nazionale antimafia “qualche memoria e’ tornata e questo ci ha consentito di fare degli approndimenti, ma c’e’ ancora tanta strada da fare per andare piu’ a fondo. Io continuero’ a credere nella ricerca della verita’ e non lascero’ nulla di intentato.
Cosi’ come sono riuscito a prendere per i capelli Gaspare Spatuzza posso ascoltare chiunque altro abbia qualcosa da dirmi”.

20:27 MAFIA: GRASSO, DA NOI RISULTATI MIRACOLOSI MA I MERITI LI PRENDONO ALTRI

Palermo, 29 ott. – (Adnkronos) – “Nonostante i mezzi che ci sono i risultati che facciamo quotidianamente sono miracolosi, perche’ ogni giorno facciamo operazioni di polizia con arresti e sequestri, anche se poi i meriti li prendono gli altri a noi non interessa. Noi continueremo”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso intervenendo questa sera a Palermo ad un convegno su pentiti e giustizia.

Amen

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