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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Biolchini e IDV

Roberto Biolchini lascia IDV. E dice che il progetto di IDV è morto. Anzi, dice, la dimostrazione è che io l’ho mollato. Conosco Roberto e lo stimo pur non condividendo le posizioni politiche (e il suo passaggio lo conferma) ma non credo che il progetto IDV sia l’oggetto della discussione. Perché credo nel rispetto delle posizioni che significa avere la forza di non appoggiarle raccontando le proprie senza focalizzarsi nel demolire il resto. E se ognuno è convinto delle proprie scelte ha modo e tempo per costruire e raccontare. E io che non ho voluto essere l’alibi di me stesso non accetto di essere l’alibi degli altri. Con tutto il rispetto, men che meno per l’UDC. Buon futuro, Roberto e buon lavoro a Luca Gandolfi.

Mafiosi per finta

Facevano finta. E se funziona c’è da chiedersi quanto veramente abbiamo il polso della credibilità delle mafie.

Cinque persone sono finite in carcere altre tre ai domiciliari nella notte a Trapani nel corso di una operazione della squadra mobile denominata “Pizzo al Pomodoro”. In manette sono finiti otto pluripregiudicati del quartiere San Giuliano a Erice. A capo della organizzazione malavitosa: Francesco Paolo Cammareri che si faceva chiamare da tutti “padrino”, ma non aveva alcun collegamento con la mafia. La banda si era specializzata in estorsioni e traffico di droga, eroina in particolare. L’organizzazione si avvaleva anche di ragazzini, “i picciriddi”,  incaricati di eseguire ritorsioni e danneggiamenti ai danni di attività commerciali o anche di accompagnare gli indagati, armati di coltello, presso gli esercizi commerciali taglieggiati di Trapani ed Erice. Gli indagati, a vario titolo, chiedevano la corresponsione mensile di somme di denaro o l’esecuzione gratuita di commesse di lavoro (ad esempio la realizzazione di infissi in alluminio), prospettando la necessità di adempiere a quanto richiesto per assicurarsi la necessaria “protezione” ed evitare spiacevoli episodi di danneggiamento alle attività commerciali.  

Il fallimento della tenuta sociale

A inizio settimana è stato presentato l’annuale rapporto della Caritas sulle povertà nel nostro paese. Dalla lettura ermerge chiaramente un dato: le politiche di sostegno economico in campo sociale non aiutano le famiglie, che si trovano ad affrontare il tema dell’assistenza agli anziani, con questi fondi dovrebbero essere creati e implementati i servizi sociali presenti nel territorio. Questi servizi porterebbero, inoltre, nuova occupazione. Il rapporto dimostra come sia necessaria una svolta nel campo della gestione del welfare italiano. In sintesi quale federalismo è possibile,senza tenuta sociale? Con buona pace di qualsiasi leghista di ogni ordine e grado. Gli stessi leghisti che avevano fatto della “devolution” il loro Must. La stessa Lombardia di oggi, dove operai metalmeccanici rigorosamente padani,che fuori il Pirellone la sede di Regione Lombardia, hanno accolto a suon di uova e insulti il trota, che è sembrato decisamente un pesce fuor d’acqua, per dare risposte dall’alto dello scranno che si trova a ricoprire, sembrando un criceto a bordo di un transatlantico. L’unica cosa che sembra crescere in Italia, sempre la febbre delle scommesse, per la gioia dei monopoli di stato. Per non parlare della gestione dilettantesca dell’emergenza profughi, a Lampedusa, Manduria e nella stessea Pieve Emanuele alle porte di Milano, dove se per ora la bomba ad orologeria sta tenendo è solo merito degli operatori di croce rossa e protezione civile, che da buoni tecnici gestiscono come possono questa situazione,dove centinaia di profughi si ritrovano a vivere nell’ozio di un residence, in un limbo eterno, senza poter nemmeno mettersi sul mercato, e riscattare una situazione che non hanno voluto nemmeno loro, trovandosi parcheggiati in un paese terzo senza voce in capitolo. Ce lo racconta Christian Condemi.

Quel boss sul ramo del lago di Como

Beni per 40 milioni di euro, tra cui una villa sul lago di Como non distante da quella dell’attore George Clooney, sono stati sequestrati dalla polizia all’imprenditore Giuseppe Felaco, esponente di primo piano del clan camorristico Polverino, attivo nella zona di Marano, comune a nord di Napoli. Sequestrati anche altre ville e terreni in Campania, nonchè le quote societarie ed il patrimonio aziendale della società Construenda di Capiago Intimiano (Como). (ANSA)

A Milano la mafia esiste

Un bell’evento organizzato dal Movimento 5 Stelle di Milano e da Redazione Qualcosa Di Sinistra. A Palazzo Marino mercoledì 26 ottobre 2011 alle 21, Sala Alessi, a cui ho il piacere di partecipare. Con Nando Dalla Chiesa, Francesco Greco, Ivan Cicconi e Pino Masciari. Introduce Mattia Calise, consigliere comunale Mov.5 Stelle Milano. Qui l’evento facebook. Perché parlarne è un dovere. A Milano.

Code, ticket e la differenza tra le parole

Avevamo chiesto all’assessore di applicare una moratoria sulla ‘rivoluzione’ delle esenzioni ticket in Lombardia. Mica per grandi sofismi ma almeno per le centinaia di persone in coda agli sportelli e per gli impiegati ingolfati da code che si impigliavano nelle porte. Anche perché in coda ci sono gli anziani, i malati e (per limiti di reddito) quelli che non se la passano troppo bene. E perché una politica solidale passa anche dal rispetto per le fragilità di questo nostro Paese che dovrebbero sentire di non essere destinati al macero della solitudine e dei numerini scritti in piccolo sotto norme che nessuno si prende la briga di spiegargli. Non ci interessava se fosse una mozione, un ordine del giorno o che forma volesse, potesse avere. Solo rispetto per quelle code. L’assessore aveva morbidamente promesso “flessibilità”, che è una di quelle parole che ultimamente vengono usate appena prima che arrivi una fregatura. Oggi veniamo a sapere che finalmente (grazie anche all’azione ferma e finalmente unita dei sindacati) la flessibilità è diventata possibilità di autocertificazione e integrazione con la tessera sanitaria. Che è esattamente quello che chiedevamo noi. E siamo contenti che sia finita così.

IL FATTO QUOTIDIANO su Lega e macellazione islamica

Lombardia, la Lega contro la macellazione islamica. Ma al voto è lei a uscirne a pezzi

da IL FATTO QUOTIDIANO

La Lega a caccia di consensi resta sola in aula, fa un tonfo clamoroso e manda su tutte le furie il delfino Renzo Bossi che insulta i colleghi. Non è passata la mozione presentata ieri dai consiglieri del Carroccio in Regione Lombardia per bloccare la macellazione rituale degli animali in Lombardia. Al momento del voto, infatti, i leghisti sono stati gli unici favorevoli mentre gli alleati del Pdl hanno votato contro o si sono astenuti provocando l’ennesima frattura nella maggioranza che governa la Regione. La vicenda però assume contorni surreali perché la mozione che voleva stabilire un principio di attenzione alla cura degli animali malcelava l’ennesimo tentativo di marcare un punto contro la comunità islamica.

Tanto che nelle prime quattro righe della mozione (scarica il documento) si fa riferimento al fatto che “la pratica della macellazione rituale appare purtroppo molto diffusa anche in Lombardia a seguito dell’aumento della popolazione straniera di religione diversa da quella cristiana, in particolare di religione islamica”. Il blitz però finisce male perché nel pasticcio la Lega non solo perde gli alleati per strada ma finisce per attirarsi le ire sia della comunità islamica che di quella ebraica. Entrambe infatti, alla vigilia del voto, hanno contestato la mozione parlando apertamente di una battaglia ideologica discriminante. Inutili le telefonate del vicepresidente della Comunità ebraica di Milano Daniele Nahum al capogruppo della Lega in consiglio regionale Stefano Galli.

Inascoltate le critiche del Coordinamento delle moschee di Milano (Caim) espresse da Davide Piccardo. La Lega tira dritto e va in aula con la sua mozione a caccia di polemiche. Durante la discussione prova a metterci le pezze il consigliere-veterinario del Pdl Sante Zuffada: prova a disinnescare la crociata dell’alleato con un emendamento che ridimensiona il testo della mozione, riportandola nei limiti delle competenze regionali e auspicando una risoluzione per mettere all’ordine del giorno problemi etici relativi allo stordimento degli animali. Niente da fare. I leghisti si accorgono di essere rimasti soli e si lanciano in disperati appelli, facendo balenare perfino il rischio che sui banchi delle macellerie dei comuni supermercati possano finire partite di carne provenienti dalla macellazione rituale.

Neanche paventare questo pericolo ricuce le fila della maggioranza che va al voto completamente spaccata. Nelle file del Pdl c’è stato addirittura chi ha votato “no” insieme con l’opposizione, come il capogruppo Paolo Valentini. Che ha poi dichiarato: “Se c’è un problema di ordine pubblico la sede in cui discuterne non è il consiglio regionale. Sono contrario a provvedimenti che limitano la libertà religiosa”. Anche perché all’inizio della seduta, fa notare lo stesso Valentini alilfattoquotidiano.it, i consiglieri hanno commemorato il missionario italiano ucciso nelle Filippine. “Non è che due ore dopo possiamo prestarci a una crociata contro le religioni diverse da quella cristiana perché se siamo per la libertà di culto lo siamo in ogni caso e non siamo disponibili ad assecondare battaglie ideologiche che riducono problemi complessi di integrazione etnica e religiosa a pratiche che appartengono alla politica spicciola”.

Del resto la messa fuori legge della macellazione rituale avrebbe portato al prossimo Ramadan allo scontro diretto. “Se questo era l’obiettivo, il Pdl ha voluto prestare il fianco”, dice Valentini. L’opposizione allarga le braccia e lascia che la Lega faccia un tondo clamoroso per poi sparargli contro tutti i colpi, rilevando una per una le contraddizioni che l’operazione antimacellazione si porta dietro. Il Carroccio, infatti, è da sempre sostenitore della caccia in deroga. Da qui, la conseguente ironia: “Ai leghisti – ha detto Chiara Cremonesi di Sel – risulta impossibile non utilizzare l’Islam per fare un po’ di becera propaganda. Loro, i fautori a oltranza della caccia in deroga, abituati a sparare senza l’ombra di un rimorso a peppole e fringuelli, si sono addirittura improvvisamente riscoperti animalisti. Ma hanno fatto male i conti”.

“La Lega è riuscita nell’improbabile impresa di mettere d’accordo la comunità islamica con la comunità ebraica, una parte della maggioranza con l’opposizione. Uscendo dall’aula scornata”, commenta Giuseppe Civati per il Pd. Quando poi Giulio Cavalli, altro esponente di Sel, conclude il suo intervento invitando Renzo Bossi a preoccuparsi delle sperimentazioni su animali vivi e unirsi alle battaglie sull’allevamento Green Hill incassa dal giovane delfino solo un rituale “vaffanculo”. L’insospettabile vena animalista del Carroccio finisce in farsa ma lo scontro di civiltà per ora è solo rimandato.

Intanto però qualcuno ironizza sull’accaduto ricordando l’incidente di caccia occorso al sindaco di Verona Flavio Tosi che in provincia di Udine ha impallinato un giovane ferendolo non gravemente. Niente denuncia per lui, ma rischia di perdere la licenza. “La Lega deve smetterla di spararle”, la battuta che da ieri circola in Lombardia.

Mani sporche. E indegne.

“Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l’ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo”.

Da La democrazia in America di Alexis-Charles-Henri Clérel de Tocqueville (1805 – 1859). (Grazie all’instancabile Kees Popinga)

Lega animalista. Contro l’Islam.

MACELLAZIONE RITUALE: CONTRO L’ISLAM, LEGA SI IMPROVVISA ANIMALISTA. MA FA MALE I SUOI CONTI

“La Lega è riuscita nell’improbabile impresa di mettere d’accordo la comunità islamica con la comunità ebraica, una parte della maggioranza con l’opposizione. Uscendo dall’Aula scornata”.
Così i consiglieri regionali Chiara Cremonesi, Giulio Cavalli (Sel) e Pippo Civati (Pd) hanno commentato la bocciatura della mozione contro la macellazione rituale.
“Non c’è nulla da fare. Ai leghisti – ha detto Chiara Cremonesi – risulta impossibile non utilizzare l’Islam per fare un po’ di becera propaganda. Loro, i fautori a oltranza della caccia in deroga, abituati a sparare senza l’ombra di un rimorso a peppole e fringuelli, si sono addirittura improvvisamente riscoperti animalisti. Ma hanno fatto male i conti”.
“La mozione – ha rincarato Giulio Cavalli – era palesemente strumentale oltre che profondamente discriminatoria. E i quattro voti, tutti loro, che alla fine è riuscita a raccogliere l’hanno dimostrato. Invito i leghisti a usare la propria pietà verso gli animali nella battaglia su Green Hill”.
“Occorreva tutt’altra cautela – ha concluso Pippo Civati – trattandosi di tradizioni millenarie in una Regione in cui la religione, tra l’altro, è vissuta con grande partecipazione (per dirla così). Soluzioni si possono trovare, a una questione delicata, assumendo noi in tutta la sua serietà e legittimità l’appello della Lav. Ma non certo attraverso interventi simili”.

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Cavalli (SEL) LAVORATORI E CONSIGLIO: PROVE DI DIALOGO. ORA FORMIGONI CI METTA LA FACCIA

Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta unanime di dedicare la seduta del Consiglio di martedì prossimo al lavoro e agli enormi problemi della situazione industriale e occupazionale della Lombardia.
La Giunta sarà chiamata a riferire in Aula sullo stato dei confronti aperti nei tavoli istituzionali, rispondendo pubblicamente di quanto fatto finora.   
Quello che ci auguriamo, peraltro, è che Formigoni non mandi avanti Gibelli o i suoi assessori. Ma che finalmente abbia il coraggio di metterci la faccia.Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta unanime di dedicare la seduta del Consiglio di martedì prossimo al lavoro e agli enormi problemi della situazione industriale e occupazionale della Lombardia.
La Giunta sarà chiamata a riferire in Aula sullo stato dei confronti aperti nei tavoli istituzionali, rispondendo pubblicamente di quanto fatto finora.   
Quello che ci auguriamo, peraltro, è che Formigoni non mandi avanti Gibelli o i suoi assessori. Ma che finalmente abbia il coraggio di metterci la faccia.A fine dicembre scadranno molte procedure di cassa integrazione e i contributi di disoccupazione. Ed è evidente che una situazione così drammatica può alimentare una grave tensione sociale. Soprattutto se chi di dovere non si assume le proprie responsabilità.
La mozione unitaria del Consiglio è invece la dimostrazione che, quando il Palazzo non si arrocca in se stesso presidiato dalle forze dell’ordine, ma apre la porta ai lavoratori, il dialogo diventa possibile. Perché l’indignazione rischia di sfociare nella violenza se a qualcuno fa comodo chiuderla in un vicolo cieco”.