Vai al contenuto

Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Cavalli: “Lo sciopero con indennità dei leghisti”

Consiglio paralizzato e cittadini doppiamente beffati.

Formigoni, se ci sei batti un colpo

Uno sciopero con indennità davvero non si era mai visto. E invece lo sta facendo in Consiglio regionale nientedimeno che la Lega Nord, la stessa del famoso slogan “Roma ladrona”. I suoi eletti si presentano nelle Commissioni, firmano in modo da assicurarsi la diaria e poi se ne vanno, paralizzando l’attività consiliare e bloccando tutti i provvedimenti sull’assestamento di bilancio. Che si sa, di un qualsiasi governo, è  il punto politico fondamentale, la traduzione in atti delle linee programmatiche, il termometro dell’alleanza.

Questa vicenda compone dunque due aspetti.

Innanzitutto, la totale mancanza di rispetto dei consiglieri leghisti per i cittadini e i lavoratori, doppiamente beffati. Perché in tanto parlare di riduzione dei costi della politica, qui manca addirittura il prerequisito dell’assunzione di responsabilità nei confronti del ruolo e degli impegni istituzionali.

E poi la tenuta di questo centrodestra. Che, dietro la nota pittoresca dei reciproci dispetti e affossamenti, proprio non c’è più.

Forse è ora che il Presidente Formigoni esca dal centocinquantacinquesimo piano del suo palazzo e ci illumini su quanto sta accadendo alla sua maggioranza.

Milano, 6 luglio 2011

 

Bavaglio alla rete: il deserto rivenduto come regole

Tralasciando ovvie considerazioni sull’irrisoltoconflitto di interessi del Presidente del Consiglioe su una stampa che prima di essere imbavagliata siautocensura, sono sempre stato convinto che lo spazio della libera informazione esistesse e fosse nel web.

I continui tentativi di censura della libertà di espressione, che si manifesta nei blog personali, nelle pagine private e nelle testate online, sono lo specchio di un potere che si preoccupa esclusivamente di essere danneggiato nella sua immagine falsata.

Non è un caso che a seguito delle ultime elezioni amministrative, durante le quali il web è diventato canale di comunicazione fondamentale soprattutto per i più giovani, si sia cercato di correre ai ripari ed affidare la funzione giudicante, che dovrebbe essere propria dell’autorità giudiziaria, ad un’autorità amministrativa (Agcom) di nomina politica.

Credo che la delibera 668/2010, che verrà approvata nella giornata di oggi dall’Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni, non sia solo dannosa ma anche pericolosa per la tutela civile della democrazia italiana. Mi piacerebbe che, almeno per una volta, l’ossessione del controllo del nostro governo si tramutasse in una illuminata e democratica apertura verso la libera circolazione delle informazioni. Ma perché questo avvenga bisognerebbe avere buone informazioni da proporre. E non è questo il caso. Ancora una volta creano il deserto e ci vogliono convincere che sia ordine civile.

http://www.agoravox.it/Decreto-AgCom-una-manovra.html

C’è una guerra in Libia

Ma se lo ricordano in pochi. Della guerra e poco si discute di come uscirne. Come se fosse impossibile riuscire a tenere tesa l’indignazione (umanitaria) per un tempo diverso dalla plastica dei temi “caldi” in tempi televisivi. Sono passati più di 100 giorni dall’inizio della strana guerra di Libia: che ci stiamo dimenticando o vogliamo rimuovere. Intanto, il colonnello Gheddafi minaccia ancora da Tripoli di colpire l’Europa «le vostre case, i vostri uffici e le vostre famiglie» se i raid della Nato non cesseranno. Dichiarazioni del genere aiutano se non altro a chiarire il contesto: il Rais, colpito da un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, abbandonato da parte dei suoi e indebolito dalle sanzioni economiche, è alla ricerca di una soluzione politica. Minaccia perché è debole non perché sia forte. Minaccia per trattare. Una pace credibile per la Libia di Marta Dassù.

Si fa una Norma per farla Franca

Non sono le due nuove ragazze procurate da Emilio Fede, è la “leggina” inserita nel testo della manovra per salvare B. dalla sentenza Mondadori. Quello che stupisce (e deve continuare a stupirci perché non possiamo permetterci di abituarci alla melma che gocciola quotidianamente sulla carcassa di democrazia calpestata da un governo che è diventato una segreteria d’azienda) è l’impunità con cui si vantano dello sgambetto. E se si permettono di dircelo così significa che le “vedette” che abbiamo delegato alla difesa della dignità hanno fallito.

Per battere quello di gogol

Infrastrutture tecnologiche : per massimizzare l’inclusione, restare allineati alle principali economie ed assicurare la continuità operativa dei servizi essenziali. Servizi: sia servizi finali che infrastrutturali, includendo i necessari standard per l’e-business e per i beni digitali (o “neobeni puri”, secondo la definizione del CNEL). Alfabetizzazione: per far conoscere e sperimentare a cittadini, imprenditori, funzionari e classe dirigente i vantaggi della digitalizzazione. Regolamentazione: le norme giuridiche e regolamentari da adottare riguardanti la cittadinanza digitale nonchè in materia di transazioni tra privati e con la PA, con una rilettura delle filiere in termini di ri-organizzazione  di rapporti tra le imprese e tra queste e i fornitori di servizi di supporto. Quattro punti quattro per un’agenda digitale che sia il programma della prossima coalizione. Mentre B. cerca google su gogol.

 

Senza commento

“La Tav è un’opera strategica e come tale si deve fare e si farà”. Lo afferma in una nota il capogruppo IdV alla Camera, Donadi, che esorta “tutte le forze politiche” a mostrare “senso di responsabilità e, ciacuna per propria parte, collabori perché si possa dialogare in maniera costruttiva”. Donadi rivolge anche un “incondizionato plauso” alle forse del’ordine per aver impedito “con straordinario senso di responsabilità” che “una giornata “di ordinaria follia degenerasse in qualcosa di ben peggiore”. Almeno sulla TAV escono le posizioni.

La notte della rete

«Sapete cosa potrebbe succedere, da dopodomani? Potrebbe succedere che potranno chiudervi il blog, oppure rimuovere una quantità indeterminata di quello che ci avete messo dentro. Potranno farlo se e nella misura in cui riterranno che i vostri contenuti abbiano violato il diritto d’autore. Potranno farlo senza neanche convocarvi e sentire cosa avete da dire a vostra discolpa. Potranno farlo con un provvedimento amministrativo, senza neppure l’intervento di un giudice. In altre parole: voi scrivete una cosa e loro, zaaac, la tolgono. Oppure vi tolgono tutto. A loro discrezione. A loro arbitrio» . (Metilparaben) Domani c’è la Notte della ReteQui la videoinchiesta di Valeria Abate. per capire di che cosa si parla. Qui l’intervista a Richard Stallman. Qui un pezzo giuridico ma molto chiaro di Guido Scorza. Qui l’intervista a Luca Nicotra, che ci spiega cosa c’entrino anche Berlusconi e Mediaset. Qui si ricapitolano appelli e petizioni. Qui una riflessione su Agcom di Massimo Mantellini. Qui la protesta di questa mattina proprio davanti all’Agcom. Grazie a Alessandro.

CAVALLI: NEL VARESOTTO LA ‘NDRANGHETA C’È. ORA COSTRUIAMO L’ANTIMAFIA

NEL VARESOTTO LA ‘NDRANGHETA C’È. ORA COSTRUIAMO L’ANTIMAFIA

A partire da una Commissione regionale che trasformi in azione politica il lavoro di forze dell’ordine e magistratura

Dichiarazione di Giulio Cavalli,

consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà

“Le condanne inflitte ai componenti della Locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo sanciscono – se ancora ce ne fosse bisogno – l’esistenza della mafia organizzata nella zona del varesotto dove per troppi anni si è pensato che tutti i segnali fossero solo ‘pittoreschi’ accanimenti di pochi.

Oggi si può dire che Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro, Nicodemo Filippelli, Pasquale Rienzi, Antonio Esposito, Ernestino Rocca e Fabio Zocchi sono stati il virus che ha inquinato la convivenza civile ed economica di quei territori.

Ma, sancita la mafia raccontata nelle carte dell’operazione Bad Boys, è anche il momento di creare l’antimafia che spezzi una volta per tutte le catene della disinformazione e dell’indifferenza, che per troppo tempo sono state gli alleati migliori della ‘ndrangheta in loco.

C’è da costruire una Lombardia che conosce, studia e combatte la criminalità organizzata chiamando tutti alle proprie responsabilità: amministratori, comitati, cittadini, scuole e piazze. Perché arrivi la condanna migliore: sappiano, cioè, che per loro non c’è più posto. Magari partendo con una strutturata e seria commissione in Regione che si faccia carico di trasformare in azione politica l’immane lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura”.

—————————————————————————-

Consiglio Regionale della Lombardia

Ufficio stampa Sinistra Ecologia Libertà

Manuela Della Nave

02.67486218 333.8355484

Oggi si può dire: siete mafiosi

E pensare che qualcuno mi prometteva querele. Vincenzo Rispoli, Emanuele De Castro, Nicodemo Filippelli, Pasquale Rienzi, Antonio Esposito, Ernestino Rocca e Fabio Zocchi. Per Rispoli la condanna più pesante a 11 anni di reclusione seguito da Nicodemo Filippelli con 10 anni, Fabio Zocchi 9 anni ed Emanuele De Castroe Antonio esposito a 8. Infine, 7 anni a Pasquale Rienzi, e 5 a Ernestino Rocca. Per tutti loro il tribunale ha disposto anche tre anni di libertà vigilata a pena espiata e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Noi andiamo a raccontarli a casa loro il 9 luglio. E dopo oggi è ancora più importante.