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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Due pesi due misure

Dispiace leggere che la vicenda Porcino si chiude con un attestato di solidarietà del presidente Di Pietro. Lo dico con tutti il garantismo di questo mondo ma anche con l’esperienza passata di chi ha preteso spiegazioni politiche dal leghista Ciocca e nella vicenda di Pietrogino Pezzano. Dire che non ha avuto rapporti smentisce un documento degli investigatori e non penso proprio possa bastare per evidenziare differenze dagli altri che attacchiamo spesso proprio su questi temi. E mi fa sentire sconsolatamente troppo poco diverso per sentirmi bene.

Almeno la dignità di andare a votare

Certi cattolici come Mario Segni, controcorrente rispetto alle stesse scelte della Chiesa, decisero ad esempio di andare a votare anche sulla fecondazione assistita. Votarono da cattolici, non da atei, laicisti, anti-clericali. Ma votarono. Convinti che, se avessero vinto nelle urne, sarebbe stata una vittoria più bella che non quella ottenuta col trucco. Meglio votare: fa bene a tutti.

In piazza a Lodi lo sapevano tutti

Adesso dopo i sigilli ai tre eleganti (dell’eleganza kitchs che ricorda la casa di Sandokan Schiavone) bar in piazza a Lodi vi diranno che lo sapevano tutti. Il problema è che forse non tutti si ricordano chi ha inaugurato quei bar (per la precisione il Presidente del Consiglio Comunale e altre autorità che vi invito a scovare negli archivi dei quotidiani lodigiani) proprio mentre già si annusavano le ombre. Dicevano che la mia fosse una maldicenza, e può essere. Ma la cautela è un obbligo istituzionale, almeno quella. Che non ha niente a che vedere con la pavidità.

Ndrangheta ignorante

Mandalari: «I tre re magi per esempio che c’entrano?».  Panetta: «I tre re magi sono della ‘ndrangheta».  Mandalari: «Perché erano cattolici!». Panetta: «E non lo so». Mandalari: «Infatti per quello dico io, no, ma gli altri li avranno inventati così. Per la rima forse. Audino, conte Audino». Panetta: «Gaspare, Melchiorre e Baldassarre». La ‘ndrangheta ignorante tutta da leggere.

‘Ndrangheta in casa

Tutte le volte che mi è capitato (tante) di raccontare come gli uomini di ‘ndrangheta bussassero alla porta di tutti i partiti (il boss bollatese Mandalari diceva destra o sinistra non ce ne frega un cazzo, l’importante è che ci fanno lavorare) alcuni iscritti (ed eletti o peggio nominati) di IDV storcevano il naso. Perché non si dice, mi dicevano. Si rischia di confondere. Eppure il gioco di raccontare le mafie solo a destra non sta in piedi da sempre (leggetevi le carte della Liguria, del Piemonte, dell’Emilia e di qualche nome  a sinistra qui in Lombardia) ed è intellettualmente disonesto. E mi ricordo molto bene il fango che mi ha schizzato quando in campagna elettorale mi è capitato di rifiutare con sconcerto la vicenda della candidata IDV Cinzia Damonte che partecipava ad una cena organizzata dal boss Orlando Garcea. In quell’occasione scrissi: ‘ogni cena elettorale con l’odore marcio di mafie è l’occasione doverosa per prendere una posizione. Un’occasione d’oro per dichiarare da che parte stare. Che sia una candidatura di destra o di sinistra. La superficialità e la disattenzione verso le mafie sono il vero concime della criminalità organizzata; un’indifferenza che si paga’. Così come ho appoggiato la richiesta di chiarezza nel comune di Vallelunga sollevata da Sonia Alfano su Il Fatto Quotidiano.

Qui non si tratta ora di decidere (sulla base dei primi elementi a disposizione) se e quanto sia colpevole l’onorevole Porcino e l’Assessore all’Istruzione del Comune di Alpignano Tromby Carmelo negli atti dell’operazione antimafia Minotauro e negli incontri con il boss di Rivoli Salvatore Demasi o nelle annotazioni di altri politici del Partito Democratico come scritto nell’annotazione del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torino del 5.4.2011: la differenza sta tutta nella reazione politica (e nell’intransigenza) di fronte a queste notizie. Perché gli elettori (anche i nostri) si sono stancati di sentire la favola che se succede a sinistra è una leggerezza e se succede a destra è l’emersione di un sistema e perché non fa bene all’antimafia strepitare per le ombre degli altri se non corriamo a dissipare le nostre (perché non posso che augurarmi che queste ombre siano presto dissipabili).

Pio La Torre ci ha lasciato in eredità il dovere politico di denunciare la propria mafia e non solo quella degli altri, Rita Atria scriveva prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combarrete la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi.

La maxi operazione piemontese è un’occasione politica unica per dimostrarsi meno credenti e più credibili. Perché non siamo tutti uguali e non possiamo nemmeno pretendere (alla soglia di un referendum sul tema) di essere più uguali degli altri. E perché un luogo è abitabile finché resta potabile.

Ha vinto lui. E adesso?

Mentre tutti festeggiano, l’analisi dei risultati elettorali di Napoli ci dice che ha vinto Luigi. Da solo. E’ che la politica si fa insieme e nessuno sembra avere il tempo di raccogliere quel vento e plasmarlo in contenuti, azioni e qualcosa di credibile su scala nazionale. Perché se decidiamo di non modellarci su quel cambiamento significa che accettiamo di sperare nella provvidenza per pescare credibilità o, peggio, di attaccarci alle persone piuttosto che alla coltivazione di buone pratiche: ed è la cosa che abbiamo sempre contestato. Chi prenderà per primo in mano il cambiamento (che inizia dagli elettori e non finisce con gli elettori) almeno potrà aver detto di averci provato. Per la Politica, mica per altro.

Le scorte fuori dai film: Pino Masciari

Sarà per il brand dello scortato che va per la maggiore negli ultimi anni, sarà per le auto pulite e sfreccianti sul retro delle copertine ma sembra proprio difficile avere la schiena dritta di raccontare che l’assenza dello Stato si legge in fatti così polverosamente quotidiani come la “bolla” di mancata sorveglianza a Pino Masciari. Mica a Milano ma proprio nella terra di ‘ndrangheta che Pino ha smascherato. Se tornassimo tutti con i piedi per terra forse ci tornerebbe la voglia di alzare la voce.

Bocciato il corrotto anticoruttore

Una buona notizia all’ora di pranzo. Il governo e la maggioranza sono stati battuti al Senato nella votazione sull’emendamento del senatore del Pdl Lucio Malan al ddl anticorruzione. L’emendamento del relatore sostituiva l’intero primo articolo che istituisce il piano nazionale anticorruzione e in particolare sosteneva che occorreva istituire un Comitato di coordinamento delle iniziative anticorruzione presieduto dal presidente del Consiglio. L’opposizione ha contestato questo punto dell’emendamento. Era troppo anche per loro.