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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Impuniti di Stato

“Le sue gravi affermazioni non possono essere lasciate sotto silenzio, non tanto perché contenenti critiche di natura politica, quanto perché delegittimano in modo inconfutabile lo Stato e le istituzioni democratiche”. Ho pensato: bene, adesso Bossi e B. finalmente si danno una calmata. La denuncia invece è del coordinatore bolognese del PDL al Presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi. Dove non ci sono colpevoli, del resto, i colpevoli alla fine sono i morti. Si fa così, qui da noi.

Paola Concia e Ricarda Trautmann, spose.

Biglietto di auguri a Paola Concia e Ricarda Trautmann

So che gli auguri in ritardo possono suonare come sconvenienti o riparatori, ma in questa sera di Agosto forse mi viene voglia più di tutto di augurarci il miglior futuro per il vostro matrimonio. Perché i simboli (quando non sono maldestre armi di feticcio) sono importanti, come le parole, come le leggi o meglio ancora come i buchi di leggi che tutti ci auguriamo In futuro di leggere e se possibile di scrivere. Perché un’unione che può permettersi di non esistere sta in ogni forma d’amore ma un’unione che faccia rima con diritti deve stare nelle carte e nel riconoscimento universale. È per questo che Il vostro matrimonio al di là dei riti e degli invitati è un obbligatorio viaggio di nozze per il resto del mondo. È un inizio al religioso rispetto di una laicità di Stato che vuole stare nel rispetto, nell’uguaglianza e nei diritti da scrivere ridisegnando una sensibilità legislativa, politica e di convivenza sociale che deve avere il coraggio di osare quello che già c’è, che già si sa, che già si vede e si frequenta eppure rimane sotto la cenere della timidezza di un moderatismo che è il sinonimo poco coraggioso dell’ottundimento portato al compromesso.
Cara Paola, ai tuoi invitati avrai dovuto spiegare che ci sono amori che vengono rinchiusi nel libro nero delle provocazioni, in Italia, come se fossero con gli stessi umori e le stesse pulsioni di onorevoli pedofilie o puttan tour parlamentari. Avrai dovuto dire alla tua compagna che quel bacio dopo il si è una corruzione che non merita nemmeno di diventare argomento di discussione qui dove ci si dà di gomito sorridendo di logge, P4, corrotti senza corruttori e processi più lunghi della loro fine.
La vostra unione c’era ma adesso esiste. E io ci auguro un Paese all’altezza di tutti gli amori possibili.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/07/care-paola-concia-e-ricarda-trautmann-spose/150282/

D’armi, di Prefetti e di Pavia

Non mi piace la polemica che si è innescata contro Peg Strano Materia dopo il suo trasferimento da Prefetto di Lodi a Prefetto di Pavia. Non mi piace nemmeno che l’accusa che le si muove sia quella di “avere tolto la scorta a Giulio Cavalli” come se fosse un assoluto che disegni tutto il resto. La questione delle tutele non ha da muoversi sui giornali o nelle chiaccheratelle da osterie, è un delicato meccanismo di diverse istituzioni che dovrebbero (ognuna) fare il proprio dovere. Mentirei se dicessi che con il Prefetto tutto sia sempre andato liscio e tutto sia sempre stato chiaro ma mi sembra (e lo dico con tutta la sincerità del momento) troppo facile e troppo comodo per tutti gli altri vendere lei come unica responsabile. Anche perché salveremmo troppa gente che non merita proprio per niente di essere salvata. E soprattutto (ad onor del vero) l’ex Prefetto di Lodi è sempre stata l’unica che mi ha parlato in faccia e con cui ho avuto confronti trasparenti. Pezzano è stato rimosso, la mia tutela è stata assicurata all’unanimità dalla Regione Lombardia (con alzata di mano di alcuni che veramente sono da discutere e non tralasciare) e convenientemente Strano Materia ha una nuova collocazione. Sarebbe meglio augurarle un buon lavoro (sempre osservata e pungolata come si deve a tutte le istituzioni) e non tralasciare altri insediati tranquilli nel lodigiano che hanno più di qualcosa da spiegare. E che non mancheranno di ritrovarsi a doverlo fare.

Il cambiamento preconfezionato: Leoluca Orlando sindaco di Palermo

Sarà che la Storia se non si impara si è condannati a riviverla, sarà che tutti parlano di cambiamento e vogliono farci l’ultimo giro possibilmente senza cambiare ma la notizia di Leoluca Orlando che si propone sindaco di Palermo è la sostituzione della politica del cambiamento con la politica cangiante. Che non sono proprio la stessa cosa. E tra il PD che appoggia la giunta Lombardo in Sicilia, Genchi che ne è consulente e un’orda di indagati tra gli eletti, rischierebbe anche di sembrare una buona notizia. Cambiare significa farsi da parte. Almeno a 64 anni dopo avere già dato e già preso. Per favore.

Centoquarantatre

Giornalisti minacciati. Quelli di cui si ha notizia. Quelli che danno le notizie nonostante la macchina sparata sotto casa e le teste di capretto. Se riuscissimo a lasciare perdere gli eroi e tornare nella doverosa normalità da confiscare e riprendersi, se riuscissimo a diluire attenzione e protezione per tutti, avremo già vinto. Perché non servirebbe un’inchiesta per raccontarli ma starebbero tra le cose da fare. Come una lista della spesa sul frigorifero di tutti gli onesti.

Fare i conti (che non tornano mai)

Sarà che per me è stato un anno difficile. Per tanti motivi. Per quelli che si dicono e per quelli che non si possono dire. E intanto intorno sembra che le cose rimangano appese con la sensazione che siamo professionisti dell’analisi rinchiusi in un brodino che non riusciamo a portare all’ebollizione. Sarà che non è facile, no, rimanere con il sorriso sulle labbra e costruire ottimismo (perché l’ottimismo abbiamo l’obbligo di continuare a coltivarlo, innaffiarlo e dargli tutto il sole che c’è perché non siamo come stiamo) e intanto stare a nuotare con questo mare tutto pieno di alghe che tutti gli anni arrivano, tutti gli anni sembrano un allarme e tutti gli anni scompaiono con la prima risacca.

Sarà che ho sentito milioni di parole che non fanno politica ma si parlano addosso di politica. Ho sentito milioni di calcoli per circoscrivere gli altri e perdersi nelle piccole amministrazioni di provincia. Mentre fuori l’amministrazione della piazza e della gente è una capriola algebrica che non finisce mai con il segno più.

Sarà che ogni tanto ho incontrato sostenitori migliori di me. E spesso ho perso l’occasione di dirglielo. E di chiedergli di insegnarmi qualcosa.

Sarà che alla fine hai perso il senso di qualche importante dozzina di cose: amici, compagni e fratelli. Perché mi è successo di scoprirmi abituato. Come se alla fine in fondo me lo fossi meritato. Ed è un momento che ho sempre temuto.

Sarà che continuo vedere gente che fotografa la scorta mentre parliamo delle lotte pulite e sconosciute che attraversano il paese, come il vecchio turista che cerca di imitare le cartoline e poi si dimentica dov’è stato.

Sarà che se stiamo in gioco dobbiamo avere la voglia e la forza di giocare. Altrimenti siamo complici, e nient’altro.

Quest’estate è il momento di risistemare le carte. Provare a fare due conti. E spalancare le finestre. Perché guardare fuori aiuta a capire cosa, per cosa e dove, ne vale la pena.

In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un’auto invece di un’altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacita’ di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. In questa società il padrone è colui il quale ha nelle mani i mass media, chi possiede o può utilizzare gli strumenti dell’informazione, la televisione, la radio, i giornali, poiché tu racconti una cosa e cinquantamila, cinquecentomila o cinque milioni di persone ti ascoltano, e alla fine tu avrai cominciato a modificare i pensieri di costoro, e così modificando i pensieri della gente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tu vai creando la pubblica opinione la quale rimugina, si commuove, s’incazza, si ribella, modifica se stessa e fatalmente modifica la società entro la quale vive. Nel meglio o nel peggio. (da “Un anno”, raccolta di scritti per la rivista i Siciliani, Fondazione Giuseppe Fava, 1983)

Legge legalità e la partenza in salita

Associazioni ferme da mesi, adesso forse siamo veramente pronti a partire. Approvato anche l’odg di Giulio Cavalli (SEL) e altri che invita la Giunta ad attivarsi per il via libera all’Osservatorio e il Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, all’istituzione del Fondo per la destinazione, il recupero e l’utilizzo a fini sociali o istituzionali dei beni confiscati dalla criminalità e all’istituzione del Fondo regionale di prevenzione del fenomeno dell’usura di solidarietà alle vittime del reato di usura. (Il resto degli odg qui)

Quello che conta è l’appartenenza

‎”Qui non conta più se uno è bravo o non è bravo, se è pulito o se ha le mani sporche, se è intelligente o è cretino, se sa fare il suo mestiere o è un ignorante della più bell’acqua, ma quello che conta è l’appartenenza: si iddu m’apparteni o non m’apparteni. Se fai parte della casta, della mia tribù, della mia corrente e allora la cosa vale, se invece non ne fai parte non sei nessuno. Fuori fa freddo, però io apro la finestra: pftu, sputo e richiudo, e fuori deve stare, perchè quello che conta è l’appartenenza. Il degrado dell’appartenenza è il clientelismo politico” Mauro Rostagno