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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Seconda seduta del Consiglio: Formigoni e il suo “rinnovamento” che ha 20 anni di rincorsa

Sarà che non c’è mai una seconda “prima impressione” ma la seconda seduta consiliare lascia poco retrogusto di operatività e diventa la seconda sfilata del presideterno Formigoni. All’ordine del giorno la presentazione del programma di governo che non avviene. Il presidente racconta tra l’altro della “centralità del ruolo femminile” mentre brilla il triste contraltare di una Giunta con una sola presenza femminile (Monica Rizzi): le “quote rosa” sono evidentemente una tensione morale più che un’azione politica. Si sofferma sull’eccellenza dei servizi lombardi: altro refrain sempreverde. Chiude sornione sull’importanza della “collegialità” e la “collaborazione”. Il che si spera possa tradursi in una eventuale sua visita al Consiglio entro il prossimo quinquennio. Il programma rimane un plico di carte sopra ai banchi dei consiglieri usato come fermacarte o tienigomiti. Per chi avesse la costanza e lo stomaco per studiarselo tutto lo trovate qui.

Finisce il Presidente e il livello di attenzione cortese subisce un crollo vertiginoso. Valentini (PDL) parla di “apertura alla società civile”. Schizofrenia partitica. Il compagno di partito Alboni (PDL) si rivolge ai colleghi del PD: “distinti ma non distanti”. Il mio collega Sola (IDV) interviene pungente e dritto. Chiara Cremonesi (SEL) ricorda che a pochi passi dal Pirellone i lavoratori Maflow e Eutelia manifestano per rivendicare un diritto come succedeva nei paesi dei mangiafuoco. Accusa un “Pubblico che in Lombardia si ritrova a coordinare solo il lavoro del Privato”. Deve essere per questa propensione all’eccellenza lombarda dei servizi, penso. Poi, la seduta è tolta e si rialza. Il video della seduta è qui.

Per quanto riguarda l’elezione della presidenza della Giunta per le Elezioni, per oggi nulla di fatto. Accordo non trovato ci si riprova martedì, quando è convocato il prossimo Consiglio con questo ordine del giorno. E una paio di domande che abbiamo da fare e di cui vi dico a breve.

Il rispetto finito in carcere: diario di un giorno a San Vittore

Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. (Fëdor Michajlovič Dostoevskij)

Martedì 11 maggio insieme ai miei compagni del Gruppo Consiliare Gabriele Sola, Francesco Patitucci e Stefano Zamponi sono stato in “visita” al carcere di San Vittore di Milano. Me lo ero ripromesso in modo ancora più forte dopo il recente suicidio di un detenuto a Como. Rientra nei diritti (o meglio doveri) di un consigliere regionale potere (o meglio dovere) entrare in qualsiasi carcere della regione per compiere un’ispezione sulle condizioni ambientali di lavoratori e ospiti. Un doveroso privilegio da praticare con regolarità e senza spese a piè di lista.

Entrare in un carcere con in tasca il diritto della visita breve è un distacco che non basta per non lasciarci dentro un pezzo di testa che ti rimbalza per i giorni successivi. A San Vittore ci sono circa 1400 detenuti: il doppio di quelli che ci dovrebbero stare, ma si sa gli uomini come tutti i branchi sono capaci di stringersi se è l’unico modo di starci. Celle tre metri per tre: un fazzoletto di pavimento che all’ikea si arreda con un mazzetto di 10 euro. Dentro i tre metri per tre qui a San Vittore ci vivono in sei. Con i letti aggrappati che arrivano ad un soffio dal soffitto. Ci accolgono con sommersa gratitudine e la buona educazione del nodo in gola. Gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno le chiavi che ti aspetti per aprire castelli e parlano dei colleghi e dei detenuti. Ogni tanto gli scappa un “noi”. Come un recinto di guardie e ladri che si mettono insieme almeno per salvarsi. Se i detenuti sono doppi di quello che dovrebbe, le guardie circa la metà. A San Vittore i numeri non tornano mai: eppure la vivibilità è fatta di numeri, spazi e fondi. Qui lo sanno bene che il bluff non funziona.

In una cella con un ventilatore tenuto insieme dal nastro da pacchi, un ospite con il piglio esperto del residente si stacca dal fornello a tre passi dalla turca e dice indicando l’agente “se fate stare bene loro, loro possono fare stare bene noi”. L’emergenza sa costruire solo estremi: alleanze impensabili o odi profondi. Mi arrivano in testa Stefano Cucchi e a tutti gli altri che non si sono nemmeno meritati di essere stati nominati. Penso all’agente di Polizia Penitenziaria aggredito pochi giorni fa nel carcere di Opera. Questa è una guerra senza vincitori né vinti dove perde solo la responsabilità.

Nei prossimi giorni insieme ad alcune associazioni stilerò un programma per visitare tutte le carceri della regione. Stabilendo insieme le priorità per una relazione più completa possibile.

Intanto stanno finendo i nuovi servizi igienici: il lavoro ce lo mettono i detenuti lavoratori, i materiali, le porte, i sanitari e gli arredi l’Italia dei Valori. E’ poco ma è qualcosa. Almeno per provare a tenere anche il rispetto sotto osservazione.

Quando si scambia malainformazione per disturbatori

Ieri i Radicali Italiani hanno manifestato durante l’insediamento del Consiglio Regionale in Lombardia. I Radicali hanno organizzato un presidio davanti al Consiglio Regionale per denunciare le gravi violazioni che hanno afflitto tutto il procedimento elettorale e ribadire che il Consiglio e il Presidente Formigoni sono stati eletti illegalmente. La notizia è scomparsa, sommersa, inghiottita nella sola nota di costume dell’irruzione di Marco Cappato durante la seduta. Come uno svilente santino che dipinge l’ennesimo “disturbatore” per le foto ricordo. Eppure le accuse dei Radicali sono circostanziate e dello stesso sapore di un malcostume elettorale tutto italiano. Nascondere sotto il tappeto della “pittoresca irruzione” una situazione che dovrebbe quantomeno aprire un dibattito è oscurantismo della libera circolazione delle idee. Alzi la mano chi oggi, dopo aver letto i quotidiani, conosce i reali motivi della protesta. Per tutti gli altri li potete ascoltare qui:

Prima seduta del Consiglio: un appunto e qualche riflessione

Ieri si è insediato ufficialmente la IX Legislatura del Consiglio Regionale della Lombardia. Tre ore di liturgia scenica di nomine ed elezioni decise a tavolino che, inevitabilmente, diventano una passerella (forse dovuta) per aprire le danze. Il Consiglio è il luogo designato per l’esercizio democratico dei delegati regionali, un “monumento” alla responsabilità della Politica e della rappresentanza delle istanze civili: proprio per questo mi auguro che passi presto questa ventata di “costume” che ha intriso la prima giornata con Renzo Bossi e la Minetti in prima fila per sfamare la pancia molle e gossipara del primo giorno di scuola.

Le nomine ci dicono qualcosa: Davide Boni (Lega) è il nuovo Presidente del Consiglio Regionale. Nel suo discorso di insediamento ha rivendicato il ruolo fondamentale dell’Assemblea Consiliare che non può e non deve essere snobbata dalla Giunta, così come il prezioso lavoro delle commissioni. Tutti d’accordo. Se non fosse che proprio Boni è stato nella scorsa legislatura assessore della squadra di governo regionale che ha “dimenticato” di ricordarselo. Aspettiamo con fiducia. Personalmente non mi piace per niente l’idea di trasferire in tourné una delle prossime sedute a Malpensa per dare un segnale di vicinanza. Per tre motivi: la politica che “occupa” fisicamente un problema che non riesce a risolvere con i mezzi che le sono propri ha l’aria di un circo nomade e imbarazzato, la “messinscena” avrebbe costi che potrebbero essere utilizzati per azioni più concrete di sostegno e, ultimo ma non ultimo, la desertificazione di Malpensa è figlia di una miopia di un Governo dello stesso colore politico di questa Giunta lombarda. Forse sarebbe meglio una telefonata tra compari piuttosto che organizzare armi e bagagli per una dispendiosa gita fuori porta.

Vicepresidenti sono Filippo Penati (Pd) e Franco Nicoli Cristiani (Pdl). Consiglieri segretari sono Carlo Spreafico (Pd) e mister preferenze Massimo Ponzoni. Massimo Ponzoni non è un caso di omonimia: è lo stesso Ponzoni che risulta indagato per bancarotta per distrazione, bancarotta documentale e fatturazioni per operazioni inesistenti dalla procura di Monza. E’ lo stesso Ponzoni di cui avevano scritto Gianni Barbacetto e Davide Milosa circa voci su strane frequentazioni con uomini del clan Iamonte. E’ lo stesso Massimo Ponzoni con una villetta bifamiliare abusiva intestata alla moglie e abbattuta il 20 marzo del 2009. Io sono un garantista, per questo seguirò con particolare affetto l’evolversi della vicenda.

A proposito di curiosità, in attesa della formazione delle commissioni, sono stato indicato (ed eletto) nella “tana” della curiosità che è la Giunta delle elezioni. La Giunta delle elezioni della IX legislatura è composta da Paolo Valentini (PdL), Arianna Cavicchioli (PD), Alessandro Marelli (LN), Giulio Cavalli (IdV), Enrico Marcora (UDC), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) e Chiara Cremonesi (SEL). Secondo l’articolo 8 del regolamento generale la Giunta delle elezioni: a) esamina le cause di ineleggibilità e di incompatibilità dei consiglieri regionali, iniziando dalla verifica della posizione dei propri componenti;b) riferisce al Consiglio regionale in ordine alla valutazione di insindacabilità dei consiglieri regionali sulla base della normativa vigente;c) si esprime circa i requisiti, previsti dallo Statuto o dalla legge, che debbono possedere gli assessori o i sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale;d) esercita ogni altra funzione ad essa attribuita dalla normativa vigente.2. Entro la prima seduta del Consiglio regionale i consiglieri comunicano in forma scritta alla Giunta delle elezioni gli uffici e le cariche da essi ricoperti.3. La Giunta delle elezioni sente gli interessati, assume informazioni, chiede e riceve l’esibizione di documenti relativi all’oggetto della sua verifica.4. Le sedute della Giunta delle elezioni sono valide con la presenza della maggioranza dei suoi componenti; le deliberazioni sono assunte a maggioranza semplice; i componenti della Giunta esprimono il proprio voto a titolo individuale, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 7, comma 5.5. Le sedute della Giunta delle elezioni non sono pubbliche.6. Fino alla conclusione del procedimento gli atti della Giunta delle elezioni sono riservati ai suoi componenti, fatti salvi i diritti degli interessati e dei controinteressati.7. Dopo la conclusione del procedimento copia delle deliberazioni e dei verbali sono rilasciati dalle strutture preposte a chiunque ne abbia un interesse qualificato.

Art.9 1. Se nei riguardi di un consigliere regionale si configurano cause di ineleggibilità o di incompatibilità, la Giunta delle elezioni gli notifica le contestazioni relative; il consigliere, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni. 2. Se le contestazioni riguardano cause di incompatibilità, diverse da quelle originarie derivanti da cumulo di cariche elettive, il Consiglio regionale, con deliberazione da adottarsi entro dieci giorni dalla scadenza del termine precedente, su motivata relazione presentata dalla Giunta delle elezioni, accerta se sussiste la contestata incompatibilità; in caso affermativo, il Presidente del Consiglio regionale invita il consigliere ad esprimere in forma scritta la sua opzione, entro il termine di dieci giorni. 3. La Giunta delle elezioni deve esaurire entro sessanta giorni dalla sua costituzione i propri adempimenti; entro il termine ulteriore di trenta giorni, il Consiglio regionale, su motivate relazioni della Giunta delle elezioni, convalida l’elezione dei consiglieri per i quali non sussistano cause di incompatibilità; annulla l’elezione dei consiglieri per i quali sussistano cause di ineleggibilità; dichiara la decadenza dei consiglieri ritenuti incompatibili che non abbiano optato per il mandato regionale. 4. Tali deliberazioni sono immediatamente pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione; le deliberazioni di annullamento e di decadenza sono inoltre notificate entro cinque giorni ai consiglieri interessati.

Art. 10 (Ineleggibilità e incompatibilità sopravvenute) 1. Spettano alla Giunta delle elezioni anche l’esame delle cause sopravvenute di ineleggibilità e di incompatibilità e la verifica per la convalida dell’elezione dei consiglieri regionali subentrati. 2. In caso di assunzione di nuovi incarichi nel corso del mandato, i consiglieri devono darne comunicazione entro dieci giorni alla Giunta delle elezioni; in caso di inottemperanza la Giunta delle elezioni può procedere d’ufficio. La Giunta delle elezioni provvede comunque, con cadenza annuale, a una verifica delle posizioni di tutti i consiglieri in carica. 3. I consiglieri subentrati nel corso della legislatura devono comunicare in forma scritta, entro quindici giorni dalla proclamazione, gli uffici e le cariche da essi ricoperti. 4. Il procedimento, le deliberazioni del Consiglio regionale e gli adempimenti conseguenziali sono regolati dalle disposizioni dell’articolo 9. La Giunta delle elezioni riferisce al Consiglio regionale entro trenta giorni dall’avvio del procedimento.

Art. 11 (Esame della posizione degli assessori e dei sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale) 1. Entro quindici giorni dalla nomina gli assessori e i sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale comunicano alla Giunta delle elezioni gli uffici e le cariche da essi ricoperti. 2. Se nei riguardi di un assessore o di un sottosegretario, nominato dal Presidente della Regione al di fuori del Consiglio regionale, si configura l’insussistenza dei requisiti necessari per ricoprire la carica, la Giunta delle elezioni, entro venti giorni dall’avvio del procedimento, gli notifica le contestazioni relative, dandone contestuale comunicazione al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio; l’interessato, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni. 3. Entro i successivi dieci giorni la Giunta delle elezioni comunica le risultanze dell’istruttoria al Presidente della Regione per le determinazioni di sua competenza. 1. Se nei riguardi di un consigliere regionale si configurano cause di ineleggibilità o di incompatibilità, la Giunta delle elezioni gli notifica le contestazioni relative; il consigliere, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni.2. Se le contestazioni riguardano cause di incompatibilità, diverse da quelle originarie derivanti da cumulo di cariche elettive, il Consiglio regionale, con deliberazione da adottarsi entro dieci giorni dalla scadenza del termine precedente, su motivata relazione presentata dalla Giunta delle elezioni, accerta se sussiste la contestata incompatibilità; in caso affermativo, il Presidente del Consiglio regionale invita il consigliere ad esprimere in forma scritta la sua opzione, entro il termine di dieci giorni.3. La Giunta delle elezioni deve esaurire entro sessanta giorni dalla sua costituzione i propri adempimenti; entro il termine ulteriore di trenta giorni, il Consiglio regionale, su motivate relazioni della Giunta delle elezioni, convalida l’elezione dei consiglieri per i quali non sussistano cause di incompatibilità; annulla l’elezione dei consiglieri per i quali sussistano cause di ineleggibilità; dichiara la decadenza dei consiglieri ritenuti incompatibili che non abbiano optato per il mandato regionale.4. Tali deliberazioni sono immediatamente pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione; le deliberazioni di annullamento e di decadenza sono inoltre notificate entro cinque giorni ai consiglieri interessati.

Art. 10 (Ineleggibilità e incompatibilità sopravvenute)1. Spettano alla Giunta delle elezioni anche l’esame delle cause sopravvenute di ineleggibilità e di incompatibilità e la verifica per la convalida dell’elezione dei consiglieri regionali subentrati.2. In caso di assunzione di nuovi incarichi nel corso del mandato, i consiglieri devono darne comunicazione entro dieci giorni alla Giunta delle elezioni; in caso di inottemperanza la Giunta delle elezioni può procedere d’ufficio. La Giunta delle elezioni provvede comunque, con cadenza annuale, a una verifica delle posizioni di tutti i consiglieri in carica.3. I consiglieri subentrati nel corso della legislatura devono comunicare in forma scritta, entro quindici giorni dalla proclamazione, gli uffici e le cariche da essi ricoperti.4. Il procedimento, le deliberazioni del Consiglio regionale e gli adempimenti conseguenziali sono regolati dalle disposizioni dell’articolo 9. La Giunta delle elezioni riferisce al Consiglio regionale entro trenta giorni dall’avvio del procedimento.Art. 11(Esame della posizione degli assessori e dei sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale)1. Entro quindici giorni dalla nomina gli assessori e i sottosegretari nominati al di fuori del Consiglio regionale comunicano alla Giunta delle elezioni gli uffici e le cariche da essi ricoperti.2. Se nei riguardi di un assessore o di un sottosegretario, nominato dal Presidente della Regione al di fuori del Consiglio regionale, si configura l’insussistenza dei requisiti necessari per ricoprire la carica, la Giunta delle elezioni, entro venti giorni dall’avvio del procedimento, gli notifica le contestazioni relative, dandone contestuale comunicazione al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio; l’interessato, entro dieci giorni dalla notificazione, può presentare in forma scritta le sue deduzioni.3. Entro i successivi dieci giorni la Giunta delle elezioni comunica le risultanze dell’istruttoria al Presidente della Regione per le determinazioni di sua competenza.

Credo che sia uno dei luoghi più adatti per esercitare quella curiosità sana che può essere un antidoto al privatismo e l’impunità sotto traccia: un ottimo posto per rispettare il mandato dei miei elettori. La Giunta delle elezioni si riunirà prossimamente e eleggerà durante la prima seduta il proprio Presidente, Vice Presidente e Consigliere Segretario.

Volutamente tralascio la muffa del chiacchericcio su figli e veline. Non credo ci interessino e in giro ci si sfama abbastanza.

Nel prossimo consiglio il presidente Formigoni illustrerà il proprio programma. I consiglieri hanno diritto di intervenire. Ne sentiremo delle belle.

Qui trovate il video della seduta.

Lo strano caso di Infrastrutture Lombarde spa

Infrastrutture Lombarde spa è una società con capitale interamente della Regione Lombardia, secondo l’art. 5 dello statuto societario.

Il direttore generale è l’Ing. Antonio Rognoni, indagato per la costruzione della nuova sede della Regione Lombardia per turbata libertà degli incanti e concussione. L’inchiesta è partita dal pm di Potenza, Henry John Woodcock, che ha trasferito gli atti per competenza territoriale ai pm milanesi Frank di Maio e Paolo Pirrotta.
La costruzione della nuova sede della Regione Lombardia è stata appaltata da Infrastrutture Lombarde spa al Consorzio Torre, di cui Impregilo ha una quota superiore al 90%, per un importo di oltre 185 milioni di euro. 

La stessa azienda nel 1991 (allora si chiamava Cogefar) si aggiudicò la gara per la messa in funzione dell’ ospedale dell’Aquila, quel San Salvatore che non è sopravvissuto al sisma del 6 aprile. Inchiesta archiviata nel dicembre 2009 , come da articolo apparso sul Corriere della Sera del 12 aprile 2010, http://archiviostorico.corriere.it/2010/aprile/12/Milano_bocciano_intercettazioni_Woodcock_co_8_100412017.shtml

L’Ing. Rognoni, tra l’altro, è stato nominato dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, in qualità di commissario delegato per la ricostruzione e la funzionalità degli edifici e dei servizi pubblici, “soggetto attuatore” per le opere offerte dalla Regione Lombardia. Per completezza informativa, Il soggetto attuatore è per definizione il soggetto deputato in via principale alla realizzazione di un progetto, una sorta di supervisore, manager e, comunque, il vertice di una piramide con amplissimi poteri.

Tornando alla situazione lombarda, il 7 maggio scadono i termini per affidare il primo lotto dei lavori per il restauro del corpo centrale della Villa Reale di Monza. La regione per iniziare il restauro ha utilizzato la Infrastrutture Lombarde spa per affidare i lavori (la parte pubblica investe 15 milioni di euro, mentre il privato 8 milioni). Al privato viene rilasciata una concessione d’uso della Villa monzese per 30 anni. I dubbi, in primo luogo, sorgono sulla scelta del privato, poiché la società diretta dall’Ing. Rognoni non ha emesso un bando pubblico, bensì una concessione di lavori pubblici per un privato con una grande disponibilità economica, che dovrebbe investire nell’arte per l’arte, situazione alquanto improbabile soprattutto in un periodo di crisi economica.

In secondo luogo, ci si chiede per quale motivo sia in atto questo tentativo di privatizzare la Villa Reale che, tra l’altro, obbligherebbe l’ISA (Istituto Statale d’Arte), presente nell’ala sud del complesso architettonico, a spostarsi. Per far sloggiare la scuola è già pronto un progetto di 12 milioni di euro per costruire un nuovo istituto sull’area della ex caserma IV Novembre al Rondò dei Pini di Monza.

In conclusione, al di là dell’ennesimo tentativo di privatizzazione tipicamente lombardo, ci si chiede come sia possibile affidare a persona indagata per turbata libertà degli incanti e concussione, proprio in appalti pubblici, lavori significativi di un bene pubblico come la Villa Reale di Monza. È, inoltre, da evidenziare il fatto che la regione Lombardia affida ad una struttura formalmente privata, Infrastrutture Lombarde spa, attività che dovrebbero essere svolte in regime di libera concorrenza con gare di evidenza pubblica. Per questo motivo la Cgil Lombardia ha predisposto un esposto alla Commissione Europea.

Tangentopoli che non è mai esistita e non è mai finita

Vogliono farci credere che Tangentopoli sia un incidente di percorso di una politica sostanzialmente onesta che è inciampata più per presunzione e disattenzione piuttosto che per una naturale inclinazione al compromesso. Ci hanno raccontato che l’accanimento dei magistrati “rossi” e “antropologicamente diversi” ha dipinto un quadro dai toni troppo accesi rispetto alle buone pratiche lombarde. Fior fiore di giustizialisti hanno esercitato l’arte del giudizio bifronte passando sottovoce dalle condanne urlate ad alta voce contro Craxi & co. ad una nuova era di memoria: intitolazione di piazze e mani giunte di fronte al carisma dello Statista.

Così, come in ogni involuzione morbida di questo Paese, oggi nella coscienza permeabile lombarda la corruzione è un capitolo di storia nemmeno troppo contemporanea buona per i ripassi nei circoli politici; un’ombra di “qualcosa che (forse) è stato” che galleggia in mezzo alla gente, nei mercati, sopra alla testa dei pendolari, con l’indifferenza che conviene alle cose superate e nemmeno troppo importanti.

Eppure nell’ultimo anno in Lombardia gli indagati e arrestati illustri non mancano. Sottovoce.

Sono stati arrestati (e hanno patteggiato) l’illustre Prosperini e l’ex assessore a Pavia Rossana Gariboldi (finita in carcere per riciclaggio).

A Como il rieletto consigliere regionale Rinaldin ha un appuntamento in agenda per il 6 luglio: dovrà presentarsi in tribunale per l’avvio del processo, accusato di avere intascato tangenti per appalti per i lavori del lido di Menagagio, Rinaldin respinge fin da subito ogni accusa.

A Trezzano sul Naviglio l’ex sindaco PDS Tiziano Butturini e il consigliere comunale PDL Michele Iannuzzi (quando si dice “larghe intese”) sono stati arrestati con l’accusa di avere favorito alcune società nella distribuzione degli appalti. L’ex sindaco Butturini è il marito del primo cittadino (dimissionario) di Trezzano e presidente di TASM spa e di AMIACQUE srl, due aziende pubbliche di tutela e gestione di risorse idriche. Per non farsi mancare niente dietro agli arresti si sente anche puzza dei soliti noti della ‘ndrangheta calabrese della cosca Barbaro-Papalia.

Il prossimo mese anche Giuseppe Grossi (leader indiscusso delle bonifiche)  ha l’agenda occupata dall’inizio del processo per il caso Montecity-Santa Giulia. Grossi è accusato di avere gonfiato i costi per lo smaltimento dei rifiuti.

A Rho due finanzieri infedeli sono stati condannati a 4 anni per concussione: sono accusati di essersi “ammorbiditi” per la modica cifra di 300 mila euro.

Senza dimenticare il fuoriclasse Milko Pennisi che è stato pescato con un pacchetto di sigarette senza sigarette ma con un bel mazzo di 5 mila euro dentro. Poi dicono che il fumo nuoce gravemente alla salute.

Le banconote nel pacchetto di sigarette ricordano tanto i lingotti e i rubli di un tale Poggiolini. Ma sarà malafede. Sarà questa mia nostalgia canaglia per le bustarelle che non sono ma esistite e non esistono più.

Lunedì 10 maggio Giulio Cavalli a “AmbientaMI – Costruire natura”

SottoLaPanca presenta il prossimo evento in collaborazione con Legambiente “AmbientaMI – Costruire natura” Lunedì 10 maggio 2010  pressoBobino Club (Piazzale Cantore, 1 – Milano).

Legambiente ha lanciato la campagna “Metti un freno al cemento, costruisci natura” per condividere con tutte le cittadine e i cittadini della Lombardia un impegno a fermare il consumo indiscriminato di suolo. Al centro della campagna c’è una proposta di legge regionale di iniziativa popolare: “Norme per il contenimento del consumo di suolo e la disciplina della compensazione ecologica preventiva”, per la quale Legambiente si è impegnata a raccogliere 12.257 firme, già depositate in Regione e in attesa essere esaminate dalla Commissione.

La Lombardia è una delle regioni più urbanizzate e cementificate d’Europa. Negli ultimi anni il suolo è stato consumato al ritmo di 140000 mq (circa 20 campi di calcio) al giorno, per un totale di quasi 5000 ettari l’anno coperti da cemento ed asfalto, distrutti dall’edilizia residenziale e commerciale, da strade, impianti industriali, centri commerciali e capannoni: terra che non tornerà più, poiché è quasi impossibile che un terreno edificato possa tornale fertile. (da Metti un freno al cemento – costruisci Natura, Legambiente. Fonte: DIAP – Politecnico di Milano, su base ARPA)

L’incontro si aprirà con la proiezione del film documentario “Il suolo minacciato”.

Nel corso dell’incontro si discuterà della fattibilità del progetto analizzandone i profili economici e fiscali nell’intento di trovare una risposta condivisa al problema del consumo di territorio.

Interverranno:

Damiano Di Simine: Presidente Legambiente Lombardia.

Domenico Finiguerra: Sindaco di Cassinetta di Lugagnano.

Nicola Francesco Dotti: Dottorando in economia del territorio e coordinatore Planet.

I rappresentanti dei partiti politici sono stati invitati e presenzieranno per ascoltare le ragioni dei cittadini e dei promotori: Carlo Monguzzi (Ambientalista, Assessore all’Ambiente in Regione Lombardia, consigliere e capogruppo regionale in Lombardia), Giulio Cavalli (Consigliere regionale IDV), Elisa Scarano (Consigliera di zona 6 – Verdi).

Hanno inoltre aderito all’evento le associazioni Amici della Terra Lombardia, Associazione “Animalisti Italiani Onlus”, Gaia Animali e Ambiente, LAV Milano, LIPU Milano, Slow Food Milano, In Sella Nuova.

Per saperne di più:
Gruppo FB – STOP alla cementificazione in Lombardia
Sottolapanca.net – STOP alla cementificazione in Lombardia
Evento FB – AmbientaMI – Costruire Natura

Si parte

La prima seduta del Consiglio regionale è convocata, ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto di autonomia della Lombardia e dell’articolo 2 del Regolamento generale del Consiglio, presso il Palazzo della Regione (via F.Filzi 22, Milano) nella giornata di martedì 11 maggio 2010 dalle ore 10.30 alle 13.00 (di seguito l’ordine del giorno Seduta consiliare del 11 maggio 2010). L’attività del Consiglio regionale è consultabile a questa pagina che sarà sempre raggiungibile dal banner in home page. Il sito del Consiglio Regionale della Lombardia garantisce una buona trasparenza per esercitare le funzioni di quella sana attività di curiosità e controllo che sono il sale di ogni buona democrazia:

  • pagina “Ordine del Giorno dell’ Assemblea” – qui si accede all’ ordine del giorno della seduta (data, orari, argomenti in trattazione);
  • pagina “Accesso al Consiglio” – qui si trovano le informazioni per richiedere di assistere ad una seduta del Consiglio;
  • è anche possibile seguire la “Diretta video della Seduta“, naturalmente solo mentre la stessa è in corso di svolgimento.
  • pagina “Argomenti Trattati” – qui si riporta, seduta per seduta, ogni questione trattata in Consiglio, fornendo l’indicazione sintetica degli estremi relativi ad ogni atto;
  • pagina “Processi verbali”    in formato pdf. Nei processi verbali sono indicati gli atti e le deliberazioni, l’oggeto delle discussioni, i nomi di coloro che vi hanno partecipato e l’esito delle votazioni;
  • pagina “Verbali di votazione per appello nominale” in formato pdf. Qui sono riportati i verbali delle votazioni per appello nominale effettuate con procedura elettronica nel corso delle sedute consiliari;
  • pagina Mediateca del Consiglio regionale archivio video delle sedute;
  • pagina Attività di indirizzo qui si trovano gli ordini del giorno, le mozioni e le risoluzioni approvate dal Consiglio.

Si parte. L’avventura comincia adesso.

Il Teatro alla Scala va sottoscala e Bondi stecca alla Prima

Alla luccicosa Scala di Milano (buona per le sfilate della prima dei presunti vip presuntuosamente amministratori con dietro tutta la coda delle sciantose) c’è un’addetta alla lavanderia con in tasca un contratto stagionale. Niente di strano, se non fosse che la “stagione” della signora dura per 11 mesi su 12 (ovviamente Agosto escluso) e ogni anno viene regolarmente rinnovata per la successiva: un cronico precariato di manovalanza con una parentesi estiva quanto basta per camminare sul bordo dell’annichilimento dei diritti dei lavoratori. Una collaboratrice sull’orlo del professionismo garantito se non fosse per un Agosto di troppo.

Eppure nel tempio milanese della lirica sono centocinquanta i “quasi professionisti per un pelo”: ballerini, orchestrali, coristi, coreografi, ma anche tecnici, falegnami, costumisti, truccatori e altre maestranze. Persone che sono state per anni (come la stragrande maggioranza dei precari in genere) prese in giro da leggine e decretini fatti apposta per impedire delle assunzioni regolari. Fino al 2005, quando “l’addetta alla lavanderia” riesce ad ottenere dal tribunale un’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza parla chiaro: lavorare 11 mesi su 12 non può essere considerata una collaborazione stagionale. E così molti altri hanno seguito l’esempio: rivolgersi al tribunale per vedere riconosciuti i propri diritti da lavoratori. Battaglie che ricordano fabbriche mediorientali, cantieri sommersi, ordinarie storie di immigrazione e invece accadono nella bomboniera della lirica mondiale.

Alla guida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali siede un poeta dilettante ministro a tempo perso. Sandro Bondi è un ministro con una concezione palindroma delle trattative politiche: è arrabbiato per la reazione “irresponsabile” dei sindacati dei lavoratori dello spettacolo perché – racconta con il broncio – ha fissato proprio con loro un appuntamento per discutere della sua riforma per gli Enti Lirici. Nel frattempo (per sbadataggine concessa da sempre ai poeti) ha redatto e pubblicato un decreto: DECRETO-LEGGE 30 aprile 2010, n. 64, Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attivita’ culturali. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e con decorrenza (per un gioco di assonanze) a partire proprio da quel primo maggio che davanti alle lotte dei lavoratori dovrebbe togliersi il cappello.

Bondi tratta una decisione cinque giorni dopo averla presa: un commediografo.

In quel decreto c’è il divieto assoluto di assumere a tempo indeterminato o di nominare concorsi, fatta eccezione per «quelle professionalità artistiche, di altissimo livello, necessarie per la copertura di ruoli di primaria importanza, previa autorizzazione del Ministero». Ovvero: le star, i grandi nomi, che riempiono le platee e brillano di luce propria. Per gli addetti alla lavanderia, truccatrici, sarte, tecnici è tutto da rifare. Il decreto prevede di annullare le assunzioni derivate da queste cause, e punta a sterilizzare le parti della legge 368 del 2001, cioè proprio quelle che finora hanno permesso ai precari di vincere le cause.

Un indulto precarizzante in piena regola. Un golpe come una spugna.

Chissà come si presenteranno l’assessore alla cultura (volutamente minuscola) Massimiliano Finazzer Flory, il sindaco Moratti e il neo assessore regionale Massimo Buscemi alla liturgia della Prima con tenori malvestiti e struccati. Chissà che non servano luci spente sul proscenio come tentativo ultimo di raccontare quanto siano fondamentali sopra un palco coloro che lavorano dietro alle quinte.

Comunque vada la Prima finirà celebrata sulle televisioni di tutto il mondo; del resto ci sono centometristi campioni del mondo con scarpe a forma di bambino. E’ lo spettacolo, bellezza.

Stiamo organizzando (oltre ad azioni nel Consiglio Regionale che si insedierà la prossima settimana) una serata di sensibilizzazione. Attori, musicisti, artisti, lavoratori interessati possono scriverci a staff@giuliocavalli.it

L’ammorbidente per la memoria del primo Maggio

Il congresso della Seconda Internazionale il 20 Luglio 1889 afferma: “ Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”. In ricordo della grande manifestazione operaia avvenuta a Chicago nel 1886 e repressa nel sangue, viene scelto il Primo Maggio come giorno di festa dei lavoratori di tutti i paesi.

Sono passati 121 anni da quel giorno. I lavoratori hanno combattuto molte battaglie e hanno rivendicato condizioni lavorative e sociali migliori. Attraverso difficoltà, repressioni e rinunce i lavoratori di tutto il mondo hanno raggiunto importanti traguardi. Ancora oggi, però, bisogna combattere. I labili contratti di lavoro a tempo determinato, la volontà politica di cancellare alcuni pilastri fondamentali dello Statuto dei lavoratori, le reali perplessità su una pensione futura sono solo alcune problematiche che i lavoratori del 2010 si trovano a dover affrontare.

È proprio in questo quadro storico e sociale che il Primo Maggio è un giorno fondamentale. Non è il ricordo di qualcosa che è stato, ma è l’affermazione di ciò che deve essere e deve ancora divenire. Proprio per questo le discussioni sull’apertura degli esercizi commerciali nel giorno dei lavoratori sono desolanti.

La desolazione è quella che si prova davanti ad amministratori eletti dalla cittadinanza, che calpestano il loro mandato in nome di interessi economici. E la sensazione di abbandono della reale etica politica si avverte ancora di più quando questi stessi amministratori appartengono alla tua area politica, perchè, in fondo, “dagli altri te lo aspetti”.

Vi confesso che quando ho letto la notizia che città gestite dal centro-sinistra come Bologna, Firenze e Lodi hanno optato per l’apertura dei negozi nella giornata dei lavoratori, ho provato una profonda delusione e amarezza. L’amarezza deriva dall’abbandono della memoria del vero significato della festa del Primo Maggio e dall’ennesimo allontanamento della politica dalla realtà dei lavoratori.

Auguro a tutti i lavoratori di poter trascorrere al meglio la loro festa, la festa dei diritti ottenuti grazie al sacrificio e alla lotta di molti.