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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Ricostruire fiducia con i cittadini

http://www.youtube.com/watch?v=hXeAjcJYwzc

Prima di riformare le istituzioni occorre riformare la politica. Per riformarla bisogna ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini, riattivando quei meccanismi di partecipazione e di controllo.
Sul piano del metodo intendo convocare un’assemblea mensile in cui illustrare tutto ciò che avviene all’interno del consiglio regionale ed ascoltare le proposte, ascoltare le sollecitazioni dei cittadini e dei movimenti di opinione. Con questo intendo onorare il mio impegno di trasparenza nei confronti dei cittadini, a partire da quelli che non mi voteranno. E’ ora di dire basta a chi usa il proprio mandato all’interno delle istituzioni come trampolino per altri incarichi o per le prossime elezioni.
Le istituzioni sono una cosa troppo seria per essere lasciate in mano ai professionisti della politica.

Prima di riformare le istituzioni occorre riformare la politica. Per riformarla bisogna ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini, riattivando quei meccanismi di partecipazione e di controllo.Sul piano del metodo intendo convocare un’assemblea mensile in cui illustrare tutto ciò che avviene all’interno del consiglio regionale ed ascoltare le proposte, ascoltare le sollecitazioni dei cittadini e dei movimenti di opinione. Con questo intendo onorare il mio impegno di trasparenza nei confronti dei cittadini, a partire da quelli che non mi voteranno. E’ ora di dire basta a chi usa il proprio mandato all’interno delle istituzioni come trampolino per altri incarichi o per le prossime elezioni.Le istituzioni sono una cosa troppo seria per essere lasciate in mano ai professionisti della politica.

Dal diario di MICROMEGA: L’ultima privatizzazione lombarda, quella delle regole

La campagna elettorale è una carovana con quattro valigie di cartone. Dentro ci stanno gli slogan da apparecchiare e i barattoli delle parole rubate: questa campagna di marzo è un rivolo di parole scippate.

La Lombardia, regina delle sfilate in centro con il vestito buono, galoppa veloce verso la privatizzazione come arma di massa per la disinformazione. Dopo avere privatizzato la scuola, la salute, la speculazione edilizia, il ruolo del governatore (perpetrato fino al ventennio), la Lombardia degli azzurri si prepara a privatizzare le notizie e le regole.

La privatizzazione come modus operandi lombardo rappresenta un modello anticostituzionale e antisociale. In questi anni di supremazia, il centro destra guidato da Formigoni è riuscito a scipparci la scuola e la sanità pubblica regalando dei servizi fondamentali, garantiti dalla Carta Costituzionale, ai privati. Ma c’è di peggio. La giunta regionale non solo ha svenduto dei diritti invendibili per definizione, ma ha anche smerciato la dignità dei cittadini.

So che per alcuni politici la dignità non ha alcun significato, ma avere una scuola funzionale, competitiva sul piano internazionale e veramente accessibile a tutti e un sistema sanitario che non deve invidiare nulla alle strutture private, riguarda molto la dignità di tutti, non solo di quelli che non hanno votato Formigoni.

Il modello lombardo che la maggioranza vorrebbe importare in tutto il paese è la proiezione malata di una insensata privatizzazione, che punta solo al profitto senza curarsi minimamente delle vere necessità dei cittadini.

Dobbiamo essere particolarmente attenti perchè i professionisti della politica sanno mentire senza mai tentennare. Dicono che il bonus regionale per la scuola paritaria (altro termine ingannevole) permette la libertà di scelta. Mi chiedo quale libertà di sceltà può avere un operaio di fronte a una retta di 8.000, 9.000 euro al mese con un contributo di soli 1.000 euro. Mi chiedo quale sia la libertà di scelta di un anziano che, spesso, per svolgere un esame clinico in una struttura pubblica deve aspettare tempi biblici, mentre pagando può ottenere lo stesso servizio in giornata.

Forse per Formigoni e i suoi seguaci la salute e l’istruzione sono diritti svendibili al miglior offerente, forse ha chiuso a doppia mandata la Costituzione in un cassetto e ha perso la chiave, forse ha semplicemente usato la fiducia di molti per accrescere il potere di pochi

da http://temi.repubblica.it/micromega-online/giulio-cavalli-lultima-privatizzazione-lombarda-quella-delle-regole/

10 priorità per l’infanzia e l’adolescenza in Lombardia

Oggi ho partecipato alla tavola rotonda sull’adolescenza e l’infanzia in Lombardia promossa da PIDIDA Coordinamento per I Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Sulla questione infanzia di solito si sfoderano due alibi: la mancanza di risorse e il ruolo già attivo del volontariato.

La farsa della “mancanza delle risorse” è un delitto d’impoverimento politico: fare politica è scelta netta di investimento di risorse. Decidere come dividere le “fette” del proprio bilancio pubblico è la doverosa manifestazione delle priorità dell’agenda politica.

Sul ruolo del volontariato (inteso, in malafede, come sostituto procuratore dei doveri della pubblica amministrazione) il giochetto è quello di solidarizzare moltissimo e sostenere pochissimo. Al volontariato, oggi, mancano sempre troppo spesso i mezzi, le risorse e i fondi.

Per questo firmare le proposte di PIDIDA oggi è un preludio di azione concreta, continuativa e coerente.

Il Coordinamento del PIDIDA Lombardia propone alla Regione di:

1. La partecipazione dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze

inserire, ai diversi livelli di governo, il principio dell’ascolto dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, sancito dall’art. 12 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di prevedere occasioni permanenti di ascolto e di tenerne conto nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche regionali;

2. Un quadro legislativo amico dei bambini e degli adolescenti

rendere effettiva l’attuazione da parte della Regione Lombardia di quanto previsto dalle normative in vigore per un reale diritto di tutti i bambini e gli adolescenti a vivere e crescere in una famiglia in un’ottica di assunzione di precise responsabilità istituzionali e di trasparenza e coinvolgimento partecipativo delle diverse realtà del terzo settore.

3. Una strategia per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

garantire il maggior coordinamento possibile tra i livelli di assistenza sanitaria e sociale. Nello specifico ambito dei bambini con disabilità si sottolinea l’importanza di garantire il diritto ad una diagnosi certa e precoce, e la possibilità di una reale attuazione di qualsivoglia tipologia di prescrizione conseguente alla diagnosi. Nell’ambito invece dello sfruttamento del lavoro minorile si propone di procedere a una raccolta dati, soprattutto nelle aree con forte presenza di persone provenienti da Paesi stranieri.

4. Meccanismi di coordinamento per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

creare un coordinamento tra le istituzioni deputate alla programmazione delle politiche e degli interventi dedicati ai diritti dei bambini e degli adolescenti.

5. Una Valutazione e un’analisi dell’impatto sull’infanzia e sull’adolescenza

creare un meccanismo di valutazione periodico e costante dei programmi realizzati a favore dei bambini e degli adolescenti, nonché monitorare l’impatto sull’infanzia delle leggi regionali approvate, dei progetti realizzati, delle politiche sociali e delle prassi, con la partecipazione e il coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi.

6. Un bilancio regionale dedicato all’infanzia e all’adolescenza

indicare in termini percentuali a quanto corrisponde l’intero ammontare delle risorse destinate a favore dell’infanzia e dell’adolescenza (sia in Italia sia nell’ambito della cooperazione decentrata) rispetto all’intero bilancio regionale, nonché realizzare e diffondere un sistema di rendicontazione delle risorse allocate a favore dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lombardia (sia in Italia sia nell’ambito della cooperazione decentrata).

7. Un regolare Rapporto sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza

Si propone di rafforzare il ruolo dell’osservatorio al fine di ottenere un reale ed esauriente rapporto sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Lombardia con particolare riguardo ai bambini e agli adolescenti che vivono al di fuori della famiglia di origine, favorendo la partecipazione, il monitoraggio e l’accesso alle informazioni da parte degli organismi (enti) del terzo settore.

8. La diffusione della conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

fare una mappatura corsi di formazione per adulti e per i ragazzi sui principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza prevedendo una maggiore organizzazione e diffusione degli interventi; di diffondere la conoscenza in particolare per gli operatori, che a diverso titolo, lavorano a contatto per e con i bambini e con gli adolescenti e di dedicare particolare attenzione alle “categorie vulnerabili” di bambini e adolescenti.

9. Il Garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Procedere alla nomina del Garante regionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza promuovendo l’emanazione del Regolamento previsto dalla l.r. 6/2009

10. Il raggiungimento degli obiettivi specifici del documento “Un mondo a misura di bambino”, approvato dai Governi partecipanti alla Sessione dell’Assemblea Generale delle NU del 2002 dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: rafforzare le iniziative destinate alla promozione del diritto alla salute tra bambini e i ragazzi e le attività di prevenzione su questo tema e di sviluppare programmi per la prevenzione e la protezione dei bambini e degli adolescenti da ogni forma di abuso, sfruttamento e violenza e programmi per combattere l’HIV/AIDS.

No eliporto al Parco Nord

Aderisco convinto assumendomi l’impegno alla petizione NO ELIPORTO AL PARCO NORD.

Regione Lombardia, insieme ad ENAC ed ENAV, sulla base di una ricerca commissionata allo Studio Ambrosetti dalla Agusta (azienda costruttrice di elicotteri militari/civili), sta progettando un sistema di eliporti regionale per rendere facilmente accessibile l’aeroporto varesino di Malpensa, in vista dell’Expo 2015.

Costo della corsa: 120 euro. Di certo non per tutte le tasche.

SECONDO IL PROGETTO, IL PARCO NORD OSPITERA’ L’HUB DEDICATO ALLA MANUTENZIONE E RIFORNIMENTO DEGLI ELICOTTERI.

Ciò comporterà, come chiunque può intuire, un impatto devastante sul parco e sull’abitato circostante.

Ci opponiamo a quest’opera con la quale la giunta Formigoni inevitabilmente deturperà il nostro parco, causando inoltre gravissimi disagi ai residenti che abitano nei suoi pressi.

Il Parco Nord non si tocca!

Articolo di Giulio Cavalli su ALTRECONOMIA di marzo

Forse arriverà un giorno che non ci sarà più bisogno di aggiungere nessuna specifica geografica. Dunque niente “mafia al nord” o “mafie in Lombardia” o peggio “qui la mafia non esiste”, dove il qui è una città qualunque. Sarà forse che il recente piglio localizzatore è così simile ad una eco di scaricabarile, ma il medioevo della responsabilità è tutto nel volere disegnare giardini vergini ognuno a casa sua mentre le mafie dovrebbero pascolare pelose ma comunque lontane.

Oggi il cartello mafioso (con Camorra, Cosa Nostra e ‘Ndrangheta a tirarne le fila) trova in settentrione un alleato assolutamente insperato: l’indifferenza nella sua accezione più insalubre. Dopo avere superato il negazionismo (da Pillitteri in poi), l’ignoranza più o meno intenzionale (nelle visioni superficialmente ottimistiche del sindaco Moratti) ci ritroviamo oggi di fronte ad un “federalismo di responsabilità” che delimita il problema alle regioni meridionali. Ci ritroviamo così seduti a raccontarci e rimasticare la letteratura criminale della Sicilia o della Calabria mentre le seconde e le terze generazioni delle famiglie storiche impiantate al nord si ripuliscono per reinventarsi imprenditori dell’ultima ora.

Eppure oggi in Lombardia possiamo affermare di avere tutti i segnali di una criminalità organizzata in ottima salute: beni confiscati (nei primi posti a livello nazionale), riciclaggio, contatti bipartisan con esponenti politici (è di oggi, mentre scrivo, la notizia degli arresti dell’ex sindaco Pd di Trezzano sul Naviglio Tiziano Butturin e l’ex assessore al lavori Pubblici dello stesso Comune, oggi consigliere comunale Pdl), e addirittura morti ammazzati (l’ultimo a Milano è Giovanni Di Muro, il 41enne salernitano freddato a colpi di pistola il 5 novembre scorso in via dei Rospigliosi).

In una società responsabile e dignitosa superare il problema facendosene carico e non semplicemente scavalcandolo sarebbe un obbligo morale. Oggi, in Lombardia ma più generale giù al “nord”, parlare di mafia è diventato un gioco delle parti tra presunti allarmisti e mediatori per convenienza, tra analisi strumentali e mistificazioni coprenti. E tutto intorno non si alza nemmeno la polvere.

Tutto intorno una regione sonnacchiosa mentre apparecchiano il banchetto dell’Expo. Una regione che controlla la carta d’identità di un mojito e cammina su fiumi di cocaina. Una regione che s’abbuffa alle conferenze stampa delle grandi opere e che inciampa al primo gradino del primo subappalto. Una regione che convoca gli stati generali dell’antimafia per ribadire di stare tranquilli. Una regione che ci convince di aver risolto tutto spostando i soldatini del Risiko con la scioltezza di un tiro di dadi. Una regione che se il fenomeno criminale non emerge allora non esiste. Una regione che mette i moniti dei procuratori antimafia nei faldoni di “costume e società”. E intanto ride. Sonnacchiosa. Impermeabile.

Ora la società civile è chiamata ad essere civile. Civile nel senso di responsabile. Attiva nel senso di mai ferma. Solidale nel non sopportare il silenzio. Oggettiva, a guardarsi dall’alto. Tutta intera. Tutta.

http://www.altreconomia.it

Media italiani censurano intervento Alto Commissario Onu per i Diritti Umani

Riporto e condivido il comunicato del Gruppo EveryOne sulle politiche intolleranti di questo Governo denunciate dalla comunità internazionale e prevedibilmente oscurate.

La visita dell’Alto Commissario in Italia aveva in realtà un significato di primissimo piano per la società italiana, il suo sviluppo civile e la sua presenza nella realtà internazionale. Navi Pillay, infatti, ha incontrato a Roma il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, il Ministro degli Interni Roberto Maroni, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini. Ha tenuto discorsi al Senato e alla Pontificia Università Lateranense. Ha visitato due campi nomadi e il Cie di Ponte Galeria. Ha, infine, incontrato i rappresentanti di oltre 40 ong.

Roma, 12 marzo 2010. L’Europa e il mondo si chiedono (basta leggere i giornali esteri per rendersene conto) come sia possibile che in Italia proseguano da anni – in totale spregio degli accordi internazionali sui Diritti Umani – le politiche intolleranti contro i migranti, i Rom e le minoranze sgradite alle Istituzioni e alle autorità. La risposta è facile. Politici e media, senza distinzione fra le loro “correnti” di appartenenza, conducono da molto tempo una propaganda xenofoba, connotata da discriminazioni forti riguardo alla provenienza, al colore della pelle, alle tradizioni culturali e religiose dei gruppi sociali colpiti. Le ideologie dei partiti anti-stranieri non hanno, in Italia, un contraddittorio, perché i mezzi di comunicazione e informazione sono strumenti politici, mentre gli attivisti e i promotori di una cultura di pace sociale e uguaglianza sono imbavagliati e perseguitati. Le leggi chiaramente discriminatorie, come la Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, le centinaia di provvedimenti comunali, hanno contaminato anche la cultura giuridica e l’operato dei magistrati, come dimostrano le innumerevoli condanne di Rom e migranti senza prove o per reati coniati a loro misura (occupazione di suolo pubblico, oltraggio, resistenza, accattonaggio molesto ecc.) e le sentenze-choc, come quella di ieri della Cassazione che ha giudicato lecito deportare un padre di famiglia clandestino, anche se i suoi bambini vanno a scuola in Italia. Questa cultura deviante che criminalizza lo straniero facilità anche la sottrazione di minori non italiani da parte dei servizi sociali e le adozioni di bambini – che sono amati dai loro genitori, ma sono considerati “adottabili” a causa del loro status di “irregolari” o “senzatetto” – da parte di famiglie italiane. Come scritto sopra, i media hanno un ruolo fondamentale e sono sostanzialmente uniti nella guerra allo straniero. Ne è un’ulteriore dimostrazione la censura attuata nei confronti dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite, signora Navi Pillay, il cui invito a sospendere le politiche persecutorie nei confronti di Rom e migranti durante importanti incontri istituzionali è stato completamente ignorato o relegato in spazi piccoli e marginali sia sui quotidiani che nei radiogiornali e telegiornali.

Nelle foto: le copertine odierne del Giornale, del Messaggero, della Repubblica e del Corriere della Sera. Il giorno successivo alla visita della signora Pillay, nessun riferimento ai suoi incontri e discorsi alle Istituzioni italiane

Dal diario di MICROMEGA: Io rivendico il diritto di essere allarmista

Io rivendico il diritto di essere un allarmista. Un allarmista e, se serve, anche un professionista dell’antimafia. E perfino giustizialista.

Rivendico il diritto (ma soprattutto il dovere) di essere un portatore allarmato di allarme in un Paese dove oltre a rubare le borse e i motorini si sono messi a rubare le regole. Un gioco senza regole è un gioco truccato. E di fronte ai bari di pancia mi è sempre venuto di rovesciare il tavolo.

Il decreto “interpretativo” del Governo (che, per un gioco curioso di parole, il tribunale amministrativo ha dichiarato poco “interpretabile” e ancora meno applicabile) ha tutto il sapore dell’imbarazzo di un bambino chiuso in bagno che mentre entra la mamma si rialza i pantaloni.

Io rivendico il diritto di essere disgustato e poco contenuto in un paese governato da una pratica onanista che si trastulla sulle regole. Rivendico il diritto di essere incazzato nero. Mica alterato, o nervoso, o sfiduciato, o agguerrito o tutti i buoni sinonimi del vocabolario della buona educazione. Proprio incazzato come una vela arrampicata sull’albero.

Io rivendico il diritto di essere abbarbicato sull’albero maestro in un Paese che guardato dall’alto (ma mica tanto, appena appena in punta di piedi) ha la faccia di un piatto a prezzo fisso in cui ci hanno mangiato con le mani.

Io rivendico il diritto di non farmi disarmare da un decreto d’urgenza come una toppa sul grembiulino che annulla il percorso democratico del diritto di voto. Un diritto che, guardato alle spalle, ha la schiena dritta del dovere: proporsi come rappresentante dei cittadini con le competenze minime per concorrere a rappresentarli. Fogli, firme, carte bollate: minuzie tiratardi che si risolvono in un problema di forma. Come le minuzie per il mutuo della prima casa. Per contestare la cartella esattoriale. Per aprirsi una linea telefonica. Per scegliersi un medico di base. Minuzie di vita quotidiana che, quaggiù, si deve imparare ad usare per guadagnarselo il panino.

Io rivendico il diritto di non essere un moderato. Rivendico il diritto di dichiararmi intollerante ad una “mediazione” che da trent’anni ci viene rifilata come intelligenza politica. Rivendico il diritto di una politica semplice senza essere semplicistica, che sui principi fondamentali se ne frega delle intese e che sia leggibile e partigiana: che coerentemente manifesta da che parte sta.

Io rivendico il diritto di essere un allarmista. Di gridare “al fuoco” anche se non si vede la fiamma per questi ultimi vent’anni di puzza di bruciato.

http://temi.repubblica.it/micromega-online/giulio-cavalli-io-rivendico-il-diritto-di-essere-allarmista/

Milano 4: il giocattolino di Silvio che vomita cemento

La polluzione cementizia di Silvio Berlusconi ha buttato l’occhio nella zona di Arcore tra lo stadio comunale e viale Monte Rosa per partorire l’ennesima cittadella coprente. Il progetto è stato presentato dall’ IDRA ( la società che cura il patrimonio immobiliare del premier) all’amministrazione comunale di Arcore (con maggiornaza, neanche a dirlo, in quota PDL). Dovrebbe chiamarsi Milano 4 per seguire quella profilassi numerica di scudi (1: scudo fiscale, 2: processo breve, 3: legittimo impedimento e 4: legge Valentino sui pentiti), donne (1: Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, 2: Veronica Lario e poi 3, 4, 5, 6, 7 ad libitum…), cittadelle (Milano 1, 2 e 3) e prescrizioni che scandiscono la sua carriera.

L’eventuale realizzazione di Milano 4 richiederebbe una variante urbanistica e un bel po’ di nulla osta. L’area infatti ha destinazione agricola e sarebbe in parte oasi naturale protetta. Saranno i vertici del Parco della Valle del Lambro e della Regione a esprimersi qualora Arcore decidesse di procedere.

Mentre la società civile, l’associazionismo e la politica si interroga sulle soluzioni per un consumo etico di suolo, un parco si ritrova a doversi difendere dalla fame di cemento di un governo del territorio sempre più asservito agli oneri di urbanizzazione. Dopo la privatizzazione dell’acqua, l’idea privatistica della Difesa spa, i faccendieri  nella privatizzazione delle emergenze con l’incivile Protezione Civile ora siamo ai “parchi cementizi”.


Per spedire l’appello al presidente e al Cda Parco Valle Lambro, cliccare su inoltra, copiare e incollare il testo, poi copiare l’indirizzo del presidente nei contatti A.

In Cc copiare gli indirizzi dei componenti del Cda.

presidente@parcovallelambro.it

alfredo.vigano@parcovallelambro.it; gianni.cassina@parcovallelambro.it;giampietro.corbetta@parcovallelambro.it; igor.debiasio@parcovallelambro.it;ezio.fodri@parcovallelambro.it; arturo.lanzani@parcovallelambro.it;ezio.miotto@parcovallelambro.it; giacomo.scotto@parcovallelambro.it;salvailparco@gmail.com

Caro Presidente, salvi il parco!

Sembra un’affermazione assurda, infatti l’ente di gestione di un parco regionale esiste proprio per tutelare il territorio e migliorare la qualità della vita, ma è apparsa sui giornali locali una notizia molto preoccupante:

Arcore, Berlusconi vuole Milano 4, un business da 220 milioni di euro.

L’ Idra, l’immobiliare di famiglia del premier, ha presentato alla giunta della cittadina, capitanata da Marco Rocchini, un progetto che vuole edificare 150.000 metri cubi in cambio una casa di riposo e di 20 milioni di oneri di urbanizzazione, che non riparerebbero per nulla i danni dell’insediamento.

Tra Milano 4 ed area Falck, Arcore avrebbe quasi il 20% di abitanti in più in pochi anni. Significherebbe servizi al collasso e traffico ancor più caotico, una vivibilità compromessa per sempre.

L’area, all’interno del parco regionale, è uno dei corridoi ecologici della Dorsale Verde nord Milano, un progetto inserito nel PTCP per salvare e connettere tra di loro le ultime aree verdi della Brianza. Con la colata di cemento ipotizzata i parchi brianzoli dell’Est Milano diventeranno giardinetti di una megalopoli, più o meno come lo è Parco Solari nel centro di Milano 1.

Le aree agricole sono importanti per creare anche a nord di Milano un parco di cintura intorno alla Brianza, territorio con percentuali urbanizzazione più alte d’Europa e in cui vivono ammassati quattro milioni di esseri umani, che devono condividere gli spazi disponibili con aree produttive di ogni genere e dimensione, autostrade, strade statali e provinciali, svincoli giganteschi, vaste superfici degradate, ex paesi e cittadine ormai conurbate senza soluzione di continuità a costituire agglomerati dormitorio, tutti uguali e senza identità.

Nel cuore della Lombardia il fiume Lambro e il Parco Valle Lambro “hanno già dato”, concedendo larga parte del territorio a Pedemontana, un nastro d’asfalto che porterà altre auto, altro rumore ed inquinamento e speriamo non ulteriore cemento. Pedemontana taglierà in due il parco, modificando per sempre il territorio; saranno aperti cantieri che dureranno anni, aggiungerne altri nello stesso comune produrrà la paralisi del traffico.

L’acqua del fiume è importante, ma il parco del Lambro, non è solo quello, non è solo un parco naturalistico, è parco perché ha brandelli del bel paesaggio agrario della Brianza, ammirato da grandi viaggiatori e poeti del mondo. Noi brianzoli lo stiamo distruggendo. La Valle Lambro, se ripensata, potrebbe essere non solo conservata nei suoi valori storico-paesistici, ma anche diventare una straordinaria risorsa ricreativa per il buon vivere di chi abita in questa regione. Costruire edifici nelle zone agricole extra parco naturale di queste o di più piccole dimensioni, vuol dire invece distruggerlo in modo irreversibile.

Anche se il richiedente del progetto è una persona molto influente nella politica e negli affari, si può creare un precedente pericolosissimo. Se un parco regionale può’ essere cementificato con tanta facilità allora ci chiediamo:ma i parchi a cosa servono?

L’Ente Parco ha il dovere morale e una precisa responsabilità istituzionale di dire NO a questo scempio, non tanto per noi che scriviamo oggi, quanto per le generazioni che verranno. Vogliamo che i nostri figli possano conoscere e identificarsi con la Brianza, ossia un territorio ben preciso con la sua cultura e la sua storia millenaria, e non con un ammasso interminabile di case, capannoni e strade tutte uguali.

La difesa dell’identità del nostro territorio passa da scelte cruciali come questa, siamo sicuri che Lei e l’ente che Lei rappresenta non vorrà assumersi la responsabilità di una scelta così clamorosamente contro la nostra storia.

Cordiali Saluti

Adesioni

Associazioni nazionali e regionali:

LIPU-BirdLife Italia, Legambiente Lombardia, WWF Lombardia, Italia Nostra Lombardia.

Associazioni locali:

Associazione Amici della Natura di Triuggio, Associazione ecologica La Puska di Lentate sul Seveso, Associazione per i Parchi del Vimercatese, Associazione Torrette Bini Dosso Boscone di Macherio, Comitato per l’ampliamento del Parco Brianza Centrale, Comitato per il Parco di Monza “Antonio Cederna”, Comitato per il Parco Regionale della Brughiera, Commissione Cultura Alternativa di Carate Brianza, Equibici di Lissone, Insieme in Rete per uno Sviluppo sostenibile, Italia Nostra di Monza, Arcoreciclabile, Wwf Sezione Groane gruppo di Seregno, WWF Vimercatese, Legambiente Desio, Legambiente Seregno, Legambiente Monza, Gruppo Valle Nava di Casatenovo, Associazione Amici del Grugnotorto, Wwf Oasi Le Foppe, Comitato per gli Alberi e il Paesaggio, Comitato Parcheggio di Arcore, Monzainbici FIAB, Natura e Arte di Arcore, Gruppo ecologico Amici del Lambro di Sovico, Ecologisti democratici, Gruppo Vita Animale Milano Circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, Associazione Volontari le Contrade Onlus Inverigo, Associazione Orrido di Inverigo, Comitato Bevere Briosco, Aranciablu – Concorezzo, Circolo Legambiente ViviBurago, ArcoREsiste, Comitato Salute e Ambiente Mozzate.

Forze politiche e liste civiche:

Sinistra Ecologia Libertà di Monza e Brianza, Sinistra e Ambiente Meda, Partito Democratico di Arcore, Rifondazione Comunista della Brianza, Il Centrosinistra di Concorezzo, Verdi Alternativi Arcore, Lista Civica per il Bene Comune di Concorezzo, Alternativa Verde Desio, Movimento Per il Bene Comune – lista civica nazionale, Verdi Bernareggio.

Blog e siti web:

Vorrei, Brianza Centrale, Brianza Popolare, La Città Continua, Ciwati, Il blog di Andrea Mollica USA 2012, Blog del Vimercatese, Pd Vedano Olona, Marco Lamperti.

Adesioni individuali:

Giulio Cavalli, Pippo Civati, Marcello Saponaro, Letizia Palmisano, Andrea Mollica, Pino Timpani, Alessandro Tognoni, Alberto Giacalone, Luigi Riccio, Zeno Celotto, Alessandra Anzaghi, Pier Luigi Mora, Alberto Colombo, Guido Battistini, Romano Binifaci, Viuncenzo Camparada, Enrico Fontana, Claudio Edmondo Vicari, Paolo Viganò, Alberto Confalonieri, Nevina Agostini, Granco Isman,Paola Bassi, Mauro Baioni, Maria Luisa Bosisio, Roberto Galdini, Pierluigi Galimberti, Paolo Forneris , Paolo Paiato, Maurizio Zilioli, Giovanni Perego, Michele Zappa, Claudio Angelici, Patrizia Soardi, Casiraghi Matteo, Laura Birolini, Corpo Musicale di Villasanta, Fausto Perego, Franco Calandri, Mauro Colombo, Vincenzo Cuoco, Eleonora Caggiani, Matteo Barattieri, Christian Brambilla, Roberto Balladore, Fabrizio Casavola, Massimo Cambiaghi, Nicola Gianino, Tosco Giannessi, Luigi D’Amato, Fabio Corgiolu, Giuseppe Cassanmagnago, Patrizia Farina, Ivano Riva, Sergio Barbieri, Elio Matteoli, Loredana Aquino, Maurizio Sala, Ilaria Villa, Rosalia Biffi, Elisabetta Patelli Presidente Verdi della Lombardia, Titta Colombo, Andrea Rota Nodari, Gian Luca Galeazzi, Silvia Colombo, Silvia Mattavelli, Mario Colombo, Adriana Galgano, Marco Fassino, Giordano Giussani, Vero Agostoni, Antonio Piemontese, Cristina Zanchi, Martina Francesca, Piera Dossi, Margherita Magnaguagno, Elena Gimelli, Vittorio Liotto, Danila Baldessari, Sala Loris, Mattia Perego, Federica Colombo, Maurizio Oliva, Susanne Arnaboldi, Luca Laurenti, Susanne Arnaboldi, Federica Colombo, Antonio Pizzinato, Patrizia Miozzi, Elena Banfi, Paola Pilotti, Andrea Vannini, Andrea Moreschini, Beniamino Giordano, Gianni Del Pero, Angeline Van Neck, Fortunato Fulvio Bitonto, Valentina Baccetti, Alvaro Pelà, Francesco Gentile,Silvia Caprara, Gabriele Proverbio, Mattia Lento, Cristina Spagna, Daniele Tomasi, Sonia Frascatore, Chiara Ballabio , Lucia Facchini, Giancarlo Giombetti, Yoko Ippolitoni, Ileana Torza, Simone Milesi, Alberto Casiraghi, Francesco D’Aloisio, Ilaria Tonarelli, Erminio Clerici, Cordiali Saluti, Paola Bosetti, Massimo Benetti presidente Monzainbici FIAB, Cinzia Colombo, Elena Luca, Elena Ricci, Cesare Fossati, Marina Gentilini, Giovanni Pennati, Marina Gentilini, Bona Gavazzi, Maria Francesca Guerra, Pierluigi Rosa, Mauro Trabucchi, Michele Cazzaniga, Sandro Conforti, Rita Riva, Colombo Maria Grazia, Serena De Santis, Michele Faglia, , Francesco A. Meneghetti, Bianca Montrasio, Cristina Balbiano, Arturo Beltrami, Matteo Colaone, Riccardo Lissoni, Emanuele Bottiroli, Cassanmagnago Daniele, Beppe Rositani, Stefano Regoli, Ferrari Maria Grazia, Locatelli Federico, Giovanni Gambatesa, Ian Gazzotti, Giulia Saredi, Fiorella Turla, Edoardo Ballo, Alessandra Sardi, Laura Farina, Zappa Luca, Sergio Muratore, Gianluca Morelli, Francesco Paoletti, Anna D’Ascoli, Orlando Riva, Alessandro Faes, Fulvio Rota, Roberto Brambilla, Salvatore Paleari, Paola Santeramo, Pres. Cia, Alessandro Sartorio, Alberto Braga, Danilo Villa, Erminia Belli, Dario Rinco, Luigi Gariboldi, Luciano Inglesi, Augusto Capra, Stefano De Martini, Claudio Beltrame, Achille Nicola, Luigi Lecchi, Stefano Felice, Rosanna Achille, Riccardo Appiani, Massimo Limonta, Giuseppe Bergamelli, Nicola Iannantuoni, Alessandro Manca, Costanza Pratesi, FAI-Fondo Ambiente Italiano, Luigi Santambrogio, , Giacomo Correale Santacroce, Davide Biolghini, Rosaria Reggiani, Elisa Bonazza, Romeo Cerri, Sen. Gianni Confalonieri, Ennio Muraro, Dario Cagliano e famiglia – Vimercate, Giacomo Passoni, Fabio Gottardi, Alfredo Bossi, Paolo Rovelli, Laura Maria Oggioni, Alfio Sala, Claudio Cardi , Stefano Frigerio, Maurizio Valota, Livia Mastrini , Tiziana Frigerio , Fabio Pozzi, Sara Didoni, Cristina Crippa, Marco Monguzzi, Elisabetta Fossati, Natalia Missani, Elena Ronco, Salvatrice Felice, Arturo Binda, M.Daniela Dell’Acqua, Marco e Chiara Arosio, Alfio Sironi, Massimiliano Bevacqua, Olga Fedeli, Dino Dall’Osso, Anna Carotta, Alberto Albertini, Michele Fava, Daniela Sabbatini, Edoardo Manfredini, Paola Sodi, Marco Angioletti, Carla Enrico Seppia, Enrico Stucchi, Elisa Karin Pipier, Andrea Seppia, Viganò Asther, Mauro Molinari, Nazareno Colombo,Maria Grazia Mauri, Romano Rocchetta, Fasoli Clementina, Davide Bernareggi, Rosaria Pizzuto, Elena Colombo, Chiara Sonia Tavolini, Iva Besana, Stefania Antonini Silvia Mazza, Ramanand Edoardo, Monica Perez Gila, Maria Grazia Colombo, Stefania Gariboldi, Walter Mauri, Lucia Ballo, Andrea Cazzaniga, Maurizio Minora, Alberto Mauri, Ilaria Mazzoleni, Nadia Bortolotti, Emanuele Colombo, Luca D’Achille, Marco Binarelli, Ruggero Sanvito, Fiamma Borgni, Elisa Giacchino, Raffaele Comi, Roberto Carone, Giova Narda, Greta Piovano, Daniela Pollastri, Giuseppe Cristofaro, Giuseppe Sunseri, Rosaria Corbetta, Manuela Proserpio, Sabina Rossi, Valentino Ballabio, Monica Frigerio, Serena Colombo, Gabriella Albanese, Duillio Fenzi, Paola Pasina, Maddalena e Lorenzo Corbetta, Piergiorgio Casella, Francesco Ranieri, Elena Colombo.

Che fine ha fatto Prosperini?

«Ecco, sappiate che non desidero che vada più niente in onda se non c’è la mia presentazione… perché a ottobre si vota e… l’opportunità sono io che la giudico, e dico che è opportuno che il dottore (Prosperini parla di se stesso, ndr) ci sia sempre… se noi adesso facciamo una cosa, è per la campagna elettorale… non per far vedere la cosa bella!».  P.G. Prosperini

Sul suo sito malinconicamente languono le sue ultime crociate politiche: raccolte firme per il crocifisso, la castrazione e il fiore all’occhiello di quell’articolo 52 bis da inserire nel codice penale perchè “La difesa legittima in luoghi privati e loro pertinenze adibiti ad abitazioni ed esercizi pubblici deve essere considerata sempre possibile indipendentemente dai metodi, dalla condotta e dai mezzi usati da colui che pone in essere la necessità di difendersi.: i resti (deliranti) dell’attività politica di un Ras in salsa padana.

Che Pier Gianni Prosperini abbia ricevuto da Babbo Natale un bel paio di manette accusato di corruzione e turbativa d´asta (oltre ad altre amene irregolarità come l’avere fatto pagare agli elettori lombardi i manifesti elettorali dell’onorevole La Russa) è fatto arcinoto. Forse si sa un po’ meno che l’assessore Prosperini è stato sostituito dalla deputata Pdl – e oggi neoconsigliere regionale lombardo- Paola Frassinetti, avvocato genovese di 53 anni, che si è subito messa in luce chiedendo l’istituzione di un albo nazionale per le associazioni autorizzate a parlare nelle scuole della tragedia delle foibe per evitare che «come purtroppo è già successo in passato, negli istituti a parlare del dramma dei confini orientali vadano associazioni comuniste che, avvalorando tesi riduzioniste, arrivino al paradosso di cercare di dar ragione agli aguzzini anziché alle vittime». Ma non è questo il punto.

Pier Gianni Prosperini è stato assessore in Regione Lombardia e quindi uomo di fiducia di Roberto Formigoni: quello stesso Formigoni che oggi si ripresenta con il sorriso al borotalco sui manifesti per l’ennesimo mandato elettorale di un sultanato lombardo che ha superato i tempi fisici del “mandato” per sfociare in “un’epoca” di governo, coccolato da Comunione e Liberazione e il suo ramo confindustriale Compagnia delle Opere. La decisione di un arresto cautelare non può (e non deve) essere un timbro di colpevolezza assodata; certo pone degli interrogativi che sono almeno politici. Mentre Formigoni e le truppe pidielline colgono la palla al balzo per la solita accusa di giustizia ad orologeria, mentre il centro destra si interroga se sia il caso o no di permettere la candidatura all’ex assessore, rimane di fondo una domanda: qualcuno si è accorto che oggi, come nel 1992, c’è in carcere un assessore accusato di quegli stessi reati dei bei tempi craxiani? E’ possibile che l’esercizio lombardo alla distrazione sia riuscito a non chiedere risposte (o almeno opinioni) politiche al sempreverde Formigoni? Lui dirà: tocca alla magistratura dare risposte. Quella magistratura che però secondo la sua stessa tesi non è credibile perchè politicizzata.

E così ricomincia il gioco sadico di del Lombardismo: accuse, spot (strapagati con soldi e ombre), propagandismo e sempre nessuna presa di responsabilità  politica. Alle solite.

Intanto Prosperini è stato “licenziato” (come nei partiti azienda che si rispettino) da una nota di Palazzo Chigi del 21 gennaio scorso. Formigoni l’ha ufficialmente scaricato nella seduta del Consiglio Regionale del 18 dicembre dihiarando “Infine, come il Presidente De Capitani ha dato notizia, ho trasmesso al Presidente De Capitani nella giornata di ieri il Decreto da me firmato che dispone l’assunzione da parte mia dell’esercizio di tutte le funzioni e le attività connesse all’ambito delle materie oggetto dell’incarico attribuito al sig. Piergianni Prosperini”. Comunque vada a finire l’inchiesta e il processo, l’obbligo di un Presidente regionale dovrebbe essere  altro che dettare comunicati stampa contenitivi.

Presidente Formigoni, che fine ha fatto (politicamente) Prosperini?

Il doppio gioco del doppio incarico

Ieri si è ufficialmente deciso che per un deputato è legittimo esercitare il doppio incarico di parlamentare e sindaco o presidente negli enti locali. La giunta per le elezioni della Camera ha dichiarato a maggioranza (8 voti contro 3) compatibili i 9 onorevoli-amministratori targati Pdl e i 3 leghisti. Mettendo la parola fine all’istruttoria aperta nel 2008. Intanto i nomi: gli infaticabili sono i pidiellini Maria Teresa Armosino, presidente della Provinica di Asti, Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, Edmondo Cirielli, quello della omonima legge sulla prescrizione, presidente della Provincia di Salerno, Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, Antonello Iannarilli, presidente della Provincia di Frosinone, Giulio Marini, sindaco di Viterbo, Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia, Marco Zacchera, sindaco di Verbania. E infine altri due leghisti, Ettore Pirovano, presidente della Provincia di Bergamo e Roberto Simonetti della Provincia di Biella. Daniele Molgora nel campo invece risulta addirittura un fuoriclasse: è deputato del Carroccio alla Camera, sottosegretario all’Economia al fianco di Giulio Tremonti e presidente della Provincia di Brescia. Il tutto condito (manco a dirlo) con la triplice compensazione economica. Del resto i bonifici (a differenza degli intestatari dei conti correnti) hanno, loro sì, la capacità di essere onnipresenti comunque.

Del resto a Milano abbiamo già il fulgido esempio di Lucio Stanca che (nonostante il cognome) si sdoppia tra la sua attività di parlamentare e quella bazzeccola di impegno come amministratore delegato della SoGe (la società di gestione di Expo). Da quando è ad infatti le presenze in aula del deputato sono crollate. Nel 2008 ha partecipato al 98,26% delle votazioni in aula, 113 su 115. A ottobre 2009 Stanca è mancato al 95,78% delle votazioni. Alla domanda  posta da una giornalista di Repubblica ha risposto: “Devo rispondere ai miei elettori e al gruppo del Pdl, non certo a Repubblica. Lo scriva, lo scriva bene ‘non certo a Repubblica’” aggiungendo “Certo che sprecate molta carta, eh? Queste sono le mie responsabilità: gli elettori del Pdl e il gruppo del Pdl, non Repubblica”.

Il doppio ruolo è uno scippo all’impegno. Il gioco tutto in difesa di occupare poltrone per non avere il problema di dovere scegliere a chi cederle. Il gioco infame di occupare togliendo spazio alla partecipazione, elemento essenziale della libertà.

Mentre i cacicchi continuano a spandersi come gelatina sulle poltrone prevedibilmente si alzerà l’ennesima levata di scudi ma poichè l’esercizio dell’osservazione non è strumentale nè strumentalizzabile, sarebbe meglio che alcuni professionisti dell’indignazione facile si guardassero le tasche prima di dare fiato alle trombe. Accanto a questi esempi più eclatanti infatti ne esistono di più sommersi ma non per questo meno infimi: il gioco di occupare gli spazi con truppe cammellate per impedire la partecipazione e l’iniezione di energie nuove è una malattia presente anche nella pratica del partitismo italiano, nella costruzione coatta di “gradimento obbligatorio a cascata” e nel “divide et impera” della vecchia politica dei politicanti ciclicamente riciclati.

La responsabilità della solidarietà si annaffia con l’apertura. Comunque. E in tutti i campi.