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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

#unafirmaperBray

«Roma non ha bisogno di un altro candidato: Roma ha bisogno di un diverso respiro, di ricominciare ad emozionarsi per le sue bellezze e intelligenze, di chiudere con i tatticismi e le zuffe di partito, di svoltare dal mafiacapitalismo per riportare la città e la politica lì all’altezza della cultura che contiene.

Queste prossime elezioni amministrative possono (e devono) essere una svolta culturale e noi riteniamo che Massimo Bray possa essere la scintilla di questo cambiamento collettivo. Per questo gli chiediamo di considerare l’entusiasmo del progetto che è pronto ad accendersi con lui.»

Inizia così l’appello lanciato per convincere Massimo Bray ad ascoltare le molte voci che lo vorrebbero candidato. Io l’ho firmato. Si può leggere e firmare qui.

Per fortuna c’è Fanpage

terrorismo

Sono fiero di lavorare con loro. E non (solo) per le primarie smascherate a Napoli (e che i potenti si arrabbino dimostra che si sta facendo bene il proprio lavoro) ma perché il presunto terrorista è stato arrestato grazie ai migranti. E loro l’hanno scritto. Loro. Qui.

Ah, non era un Imam, tra l’altro.

A proposito di Gherardo Colombo

(foto di Armando Rotolati) http://armandorotoletti.com
(foto di Armando Rotolati) http://armandorotoletti.com

Alessandro Gilioli ha centrato il punto:

«Mi pare di leggere nelle sue frasi, infatti, un certo grado di sospetto verso le pratiche di quella stessa parte politica che lo avrebbe voluto candidare. Mi riferisco a quando scrive: «Il ruolo di sindaco dovrebbe prevedere il supporto di una squadra di persone scelte con anticipo e ponderazione, competenti e fidate, con le quali condividere un percorso così importante per i cittadini». Ecco, magari sbaglio, ma ci leggo una critica alle improvvisazioni pre-elettorali della sinistra (e quante ne abbiamo viste, in questi anni, di queste improvvisazioni!). E ci vedo pure una possibile preoccupazione per quello che gli sarebbe rapidamente successo se avesse detto sì: l’assalto alla diligenza per un posto in lista o in squadra, e poi paletti, mediazioni, trattative, spartizioni. Che un po’ fanno parte della politica, certo, ma se sono troppe la inquinano, la distorcono, ne svuotano il senso.»

E sono d’accordo con lui, in pieno. Perché questa lezione sembra proprio che non si riesca ad imparare. Il suo post è qui.

Cosa succede su Roma?

campidoglio-roma

Lo scrivo qui. Al riparo. Nel mio blog. Così non si scomodano strane dietrologie, anche se devo ammettere che mi fanno volare via dal ridere le dietrologie. Ho già scritto che ritengo Massimo Bray un ottimo candidato per Roma (alcuni dei motivi lo ho elencati qui) e sono convinto che su lui potrebbe convergere questa sinistra che sembra non convergere mai (anche se ho più di un dubbio che non lo voglia davvero, ma ci torneremo). Insomma Bray potrebbe essere il candidato di Sinistra Italiana (ovviamente con Fassina al suo fianco), di Possibile e di tutto un pezzo di Roma che sicuramente non nutre grandi aspettative per Giachetti e il PD. Io Bray me lo immagino seduto in mezzo a questi due poli (Civati da una parte e Fratoianni e Fassina dall’altra) che potrebbero per una volta avere un obiettivo in comune. Poi stasera mi capita di leggere un’agenzia di stampa, questa:

« (ANSA) – ROMA, 09 MAR – Ignazio Marino, a quanto si apprende, questa sera ha incontrato Stefano Fassina, attuale candidato di Sinistra Italiana al Campidoglio, e Nicola FRATOIANNI. Obiettivo: trovare una candidatura ampia e unitaria per il Campidoglio. Slittato l’incontro con l’ex ministro Bray previsto per oggi, i due dovrebbero vedersi o sentirsi nei prossimi giorni, con lo stesso obiettivo.»

E mi sfugge qualcosa. Perché (se non ricordo male) Fratoianni fu quello che di Marino chiese le dimissioni (leggete qui) e Marino fu quello che fece fuori Sel dalla giunta capitolina per accontentare Orfini.

Insomma, mi manca un pezzo. No?

Stefano Cucchi: poco a poco è colpa di tutti

cucchi

Ora spuntano anche le responsabilità dei medici (ma va?) e si torna a processo. La morte di Stefano Cucchi è a forma di spillatore: scende poco a poco e bisogna aspettare che se ne vada la schiuma. Di Stato.

«Sulla morte di Stefano Cucchi non sono state fornite “spiegazioni esaustive e convincenti”. E’ quanto si legge nella sentenza depositata oggi dalla quinta sezione penale della Cassazione, che fornisce le motivazioni ufficiali che lo scorso 15 dicembre ha portato ad annullare l’assoluzione di cinque medici dell’ospedale Pertini, quello dove era stato ricoverato il geometra romano fermato per droga e deceduto dopo una settimana. In quell’occasione la Suprema Corte ha decise di confermare l’assoluzione di tre agenti della penitenziaria e di disporre un processo d’appello bis nei confronti di 5 specialisti del nosocomio capitolino coinvolti nel caso Cucchi: il primario Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo.»

L’articolo di Biagio Chiarello è qui.

A Busto Arsizio il boss te lo ritrovi in teatro

cosimo-modugno-522347.610x431Dicono che il bar del Teatro Sociale di Busto Arsizio ultimamente avesse assunto le fattezze di una friggitoria. Niente di personale contro le friggitorie ma immaginate un luogo pensato come elegante disimpegno del foyer di un teatro inaugurato nel 1891 trasformarsi in una rosticceria.

Del resto viene difficile pensare che possa avere qualsiasi abitudine al bello uno come Cosimo Modugno che, sotto le mentite spoglie del bravo maritino un po’ unto che aiuta la moglie (era lei a risultare titolare dell’attività acquistata nel dicembre del 2015), è la stessa persona che aveva cercato di ammazzare Vincenzo Corallo e Domenico Leovino, colpevoli di avere pensato di “mettersi” in proprio disconoscendo il boss. Forse Modugno avrà pensato che fosse una buona idea cambiare aria (e così dalla Puglia è arrivato nel profondo nord) anche se non ha perso la vecchia abitudine di tenersi una pistola in tasca (con la matricola abrasa) e qualche proiettile. Cose così, giù al nord.