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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Quel consigliere imbecille che finge (ma davvero?) di avere conosciuto Matteo Messina Denaro

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Ogni tanto la realtà si fa sceneggiatura spinta più di quanto sarebbe lecito inventarsi. Così succede che il consigliere comunale del comune di Castelvetrano (patria della primula rossa di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro) Calogero Giambalvo ora neghi di avere conosciuto il boss. Il suo interrogatorio è un pezzo da fotoromanzo:

“Ha mai incontrato Matteo Messina Denaro?”, gli chiese il pubblico ministero Maurizio Agnello. Risposta: “Mai l’ho incontrato”. Quindi millantava? “Sì”. Il giudice Nicola Aiello andò al cuore della questione senza giri di parole: “Scusi ma lei quando parla allora parla così tanto per dire. Secondo lei, a meno che non è pazzo, uno non si mette a dire che conosce Messina Denaro?”. Risposta: “Ha ragione, ha ragione. Io cercavo di vantarmene, ha ragione, perché quel periodo era un periodo brutto”. “Quindi era un motivo di orgoglio conoscere Messina Denaro?”, “Non è un orgoglio, guardi che io ho fatto anche uno statuto contro la mafia”; “A maggior ragione, mi scusi ma se io faccio una attività antimafia, se lei dice io faccio uno statuto contro la mafia, non dico che conosco Messina Denaro”. “Me ne vantavo, mai visto”.

Febbre da stadio. Per Cosa Nostra.

Quando ti arriva una fitta di memoria che non ti aspetti

Che bella Milano quando riesce a respirare così forte da stupirti con un pensiero che spesso ti rimane appeso lontano. Che bello questo muro di via Procaccini:

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Un grande murale firmato dai writer Pao, Ivan, Orticanoodles e Piger sulla parete della Fabbrica del Vapore, in via Procaccini: così Milano rende omaggio al coraggioso sacrificio di Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano giustiziato dai miliziani dell’Is lo scorso agosto per essersi rifiutato di consegnare i preziosi reperti nascosti nel sito di Palmira. L’inaugurazione dell’opera è inserita nel programma di eventi organizzati per la Giornata europea dei Giusti, promossa dal Comitato per la Foresta dei Giusti-Gariwo onlus. Al custode di Palmira è già stato dedicato un albero piantato lo scorso novembre al Monte Stella, nel Giardino dei Giusti (testo di Lucia Landoni, foto dalla pagina Facebook Walls of Milano)

Italia 90 e mafia lodigiana: ecco le condanne.

Ne avevamo parlato molto tempo fa (ad esempio qui) e oggi arrivano le condanne:

img_9973--676x433Dieci condanne per un totale di oltre 17 anni di reclusione sono state inflitte stamane dal Tribunale di Lodi per la vicenda Italia 90, l’azienda di Palermo che nel 2009 subentrò nell’appalto quinquennale da cinque milioni di euro per la raccolta della spazzatura, secondo la Procura e i carabinieri del Noe facendo pressioni sia sull’ ufficio tecnico sia sull’ altra azienda, anche essa di Palermo, che aveva vinto la gara con un ribasso più alto. Per gli inquirenti qualcuno usò metodi «paramafiosi» ed emersero dalle indagini anche irregolarità attribuibili all’azienda in occasione di appalti a Mulazzano, Zelo Buon Persico e Maleo. Alcuni capi d’accusa sono però già caduti in prescrizione. La pena più alta, 8 anni di carcere, è stata inflitta all’allora socio unico di Italia 90 Claudio Demma, assieme all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Oltre due anni per turbativa d’appalto anche a due ex componenti dell’ufficio tecnico del Comune di Sant’Angelo Lodigiano. Il municipio si è costituito parte civile e si è visto riconoscere una provvisionale immediatamente esecutiva di 173mila euro. (fonte)

A Seregno “vogliono bene” alla mafia?

tripodi-2Succede a Seregno. Il bar “Tripodi” viene chiuso dalla Prefettura. Il proprietario è la stessa persona che casualmente aveva un box pieno d’armi a disposizione delle famiglia di ‘ndrangheta del posto. Non è difficile pensare che i collegamenti tra bar “Tripodi” e mafia siano consistenti. In un paese normale un bar che puzza di mafia dovrebbe finire deserto, osteggiato, pisciato. In un paese normale. A Seregno invece hanno pensato di appenderci fuori un lenzuolo con scritto “vi vogliamo bene” e tanto di cuore da adolescenti graffiati molesti. Apologia di mafia. Una cosa così. E allora forse c’è qualcun altro da estirpare in fretta oltre al bar.

Beato quel Paese in cui i direttori pubblici lavorano troppo

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Lo dice anche la Camusso: a Caserta i sindacati hanno preso una cantonata. Criticare il direttore Mauro Felicori di “lavorare troppo” è un boomerang contro tutti coloro che lavorano nel settore pubblico, soprattutto nell’arte, che si ritrovano spesso a fronteggiare i pregiudizi di chi crede che siano dei nullafacenti dorati. Perché l’idea di un Paese in cui tutti abbiano il diritto di lavorare e in cui molti hanno la voglia di spendersi più del proprio compitino non mi sembra così malaccio, sinceramente.

#LEFT cosa ci abbiamo messo dentro

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Dice Yann Arthus-Bertrand, regista di Human: «L’umanità non si perde. Può essere positiva o negativa. Siamo capaci dell’attentato al Bataclan e allo stesso tempo di un’onda di empatia dal mondo intero per le vittime. Questa è una contraddizione profonda all’interno della quale viviamo tutti. Io vivo nel Paese dei diritti dell’uomo, con delle Ong fantastiche, Medici senza frontiere, Azione contro la fame, eccetera, e però il mio Paese è il terzo venditore di armi nel mondo.»

Ecco, per raccontare il numero di Left che oggi è in edicola si potrebbe partire da qui: raccontare il bianco e il nero di un uomo che riesce a passare da picchi di umanità ai più bassi gorghi di nefandezze. E a noi, ovviamente interessano i picchi. Il sommario del numero lo trovate qui. Fatemi sapere se vi piace.