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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Un’alleanza conforme

“Noi stiamo governando con Renzi e abbiamo deciso di intraprendere un percorso di riforme per guidare l’Italia. Io quindi sarei per una alleanza alle amministrative che sia conforme a quella dell’attuale governo”

(Beatrice Lorenzin, ministro della Salute ed esponente di Ncd)

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420 milioni di euro a settimana

dollari-buco-nero-estesaAll’apice del suo splendore, Pablo Escobar intascava 420 milioni di dollari a settimana ed era uno dei signori della droga più ricchi di tutti i tempi. I soldi arrivavano in quantità così esagerate che Escobar era costretto a nasconderli nelle sue aziende agricole sparse per la Colombia, in magazzini diroccati e perfino dentro i muri delle case dei membri del cartello. Come racconta il fratello del boss, Roberto Escobar: “Pablo guadagnava così tanto che ogni  anno il 10% del suo patrimonio cash veniva mangiato dai ratti, perso o distrutto dall’umidità”.

i parla circa di 2,1 miliardi di dollari, visti gli introiti di cui si parlava, che il capo del cartello di Medellin non si accorgeva nemmeno di perdere per tanto fosse ricco. In un’intervista del 2009, Juan Pablo Escobar aveva detto che suo padre bruciò 2 milioni in banconote per riscaldare lui e la famiglia durante una fuga notturna. Uno dei problemi maggiori del boss era poi organizzare tutti quei soldi: Roberto Escobar scrive che il cartello spendeva circa 2,500 dollari tutti i mesi per le fascette necessarie per legare le mazzette di banconote.

(fonte)

La mafia dell’antimafia e i meriti di Telejato e Pino Maniaci

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A Palermo sta succedendo un bordello. Quando tra gli indagati c’è un presidente di una sezione del tribunale (in questo caso Silvana Saguto che si occupa di misure di prevenzione) significa che qualcosa di odioso sta accadendo: arricchirsi sui beni confiscati è un tradimento triplo: alla legge, all’etica e a Pio La Torre.

Eppure questa storia che riempi i giornali è stata raccontata per la prima volta da Pino Maniaci e la sua piccola Telejato. E non ho potuto non ricordarlo in questo articolo:

Eppure ricordo benissimo i sorrisini che accompagnavano le denunce di Pino Maniaci come se in fondo un giornalista così poco pettinato, così puzzolente di sigarette e fuori dall’antimafia borghese avesse una credibilità tutta da dimostrare. Non bastano le minacce, non bastano le inchieste: nel salotto buono dell’antimafia ci entri solo se hai imparato le buone maniere, le cortesie istituzionali e la moderazione. Mica per niente uno come Peppino Impastato ci avrebbe pisciato sopra all’antimafia di maniera che va forte in questi anni. E anche Pino Maniaci, certamente. Ora che l’indagine è in corso (ed è “terribilmente seria” come ci dice qualcuno dagli uffici appena perquisiti nel Tribunale di Palermo) partirà la solita litania dei contriti che piangeranno lacrime di polistirolo.

Il resto è qui.

La mafia di Ostia che si bulla su facebook

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Il capostipite della famiglia Spada, che secondo la DDA insieme ai Fasciani (e imparentata con i Casamonica) controlla le attività illegali di Ostia su facebook sfoggia la propria prepotenza contro le istituzioni e i giornalisti che scrivono di lui. La violenza dei vicoli oggi si srotola anche sui social network e vedrete che fra qualche anno qualche “professore” ci dirà che non ce ne siamo accorti. Noi.

Ne ho scritto qui.

Che scandalo se il mafioso in tivù non ha la cravatta

Vespa-Casamonica-739x445Nel Paese in cui Cosa Nostra ha investito soldi nei canali televisivi di Berlusconi (basta leggersi la sentenza definitiva della condanna a Dell’Utri), nel Paese in cui l’imperituro Andreotti andava per boschi con i boss, quello in cui un sottosegretario non parlava con i Casalesi ma era egli stesso Casalese (leggetevi la sentenza di Nicola Cosentino), nel Paese in cui l’ex Presidente della regione Sicilia avvisava un mafioso di essere ascoltato dalle forze dell’ordine, nel Paese in cui l’amico di Nitto Santapaola ha il monopolio del gioco d’azzardo, in questo Paese qui, dove anche i giornalisti ogni tanto capita che siano scelti dalla criminalità, in questo Paese qui tutti indignati per i Casamonica.

Perché, si vede, che anche per i mafiosi, temiamo soprattutto gli zingari mentre non ci accorgiamo degli altri.

Si parte dall’ignoranza, si arriva alla paura, si arriva all’odio, si passa alla violenza.

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Quando è caduto il muro di Berlino ed è finita la guerra fredda ero profondamente sollevato, perché credevo che tutta la grande corsa agli armamenti sarebbe finita, che la spesa militare sarebbe stata ridotta e che avremmo finalmente vissuto in un mondo di pace. E invece no, è stato trovato subito un altro nemico. Dato che una parte molto grande della nostra economia e della nostra struttura di potere era basata su quel processo—il complesso militare-industriale, ciò su cui Eisenhower ci aveva messi in guardia—la conseguenza è stata quella di finire in uno stato di guerra permanente. Dev’esserci sempre una nuova minaccia, un nuovo cattivo. Per cui il titolo, in un certo senso, è un attacco satirico a una cosa che esiste davvero. Perché ovviamente non appena un problema comincia a risolversi si inizia a parlare del problema successivo, di qualcos’altro contro cui dobbiamo prepararci e contro cui dobbiamo combattere, un altro nemico che ci vuole uccidere; la gente si spaventa molto facilmente, specialmente gli americani. Perché quando ti isoli, quando non ti apri e non cerchi di conoscere gli altri popoli e le altre culture—be’, l’ignoranza è l’ingrediente fondamentale della paura. E la paura è l’ingrediente fondamentale dell’odio. Questa è la ricetta. Si parte dall’ignoranza, si arriva alla paura, si arriva all’odio, si passa alla violenza. Bisogna soprattutto coltivare l’ignoranza, mantenere il popolo ignorante, così che ti creda quando gli dici che c’è un nuovo nemico da combattere.

(Michael Moore intervistato da Vice)

I deliri del’Assessore Esposito (sì, lui, il tifoso pro TAV)

esposito-romaQuanto segue è la trascrizione dell’incontro concesso oggi dall’assessore alla Mobilità di Roma Stefano Esposito (sì, quello che era ultrà, è pro Tav, canticchia canzoni da stadio alla radio, è senatore e recentemente è stato mandato da Renzi a aiutare il sindaco di Roma) ai delegati di una serie associazioni, tra cui #Salvaiciclisti. Sono certo che troverete, nella lunga trascrizione (della cui divulgazione prendo ogni responsabilità e non svelo la fonte, tutelato dalla legge n°69 del 1963). In breve però vi anticipo che secondo l’assessore Esposito le bici non possono andare per strada, che hanno bisogno di ciclabili protette e quindi non autorizzerà “neanche un centimetro di bike lanes”, e che – a sorpresa – ha dovuto fermare la progettazione del Grab, il Grande raccordo anulare delle bici, che invece era stato salutato dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, e dal ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, come un’opera fantastica, da realizzare entro il Giubileo.
A voi la lettura e le considerazioni: spero che abbiate tempo e voglia di divulgare con ogni modo possibile questa interessante, illuminante e sconcertante conversazione con un politico della seconda metà del Novecento.

[Apertura dell’incontro, saluti, presentazioni eccetera]

#salvaiciclisti: “Come facciamo a far in modo che le persone non abbiano la necessità di usare l’automobile?”

Esposito: “Questa è una cosa che dovete fare voi!”

#salvaiciclisti: Ma noi già lo facciamo, dovete farlo anche voi!”

#vivinstrada: “Gli interventi per la riduzione del traffico devono essere sostenuti da un’adeguata campagna di comunicazione. Ed è l’unico accordo che era stato raggiunto con l’Agenzia per la Mobilità che aveva garantito le risorse e le competenze”

Esposito: “I lavori si sono interrotti perché non ci sono i soldi. Io sono arrivato e ho trovato i conti a zero. Adesso con il Giubileo un po’ di soldi li troviamo per fare delle zone 30 (limite di velocità di 30 km/h, ndr). Ma non c’è un vero piano. Sono dei palliativi. C’è un titolo, e la segnaletica verticale. Ma in realtà le zone 30 se non le controlli in maniera elettronica non fai le zone 30. C’è una certa ritrosia ad usare gli autovelox”

#vivinstrada: “E anche i tutor?”

Esposito: “I tutor costano”

#vivinstrada: “Si possono fare in leasing”

Esposito: “A Roma le competenze non ci sono. I vigili hanno detto chiaramente che se non ci sono 10.000.000 di euro per gli strordinari loro non lavorano. Io ho chiesto un nucleo di 600 vigili per l’assessorato alla Mobilità. Il Comandante Clemente mi ha risposto di mandare la lettera per aprire una trattativa sindacale. Io le cose da fare ce le ho abbastanza chiare: così come, ad esempio, ho dovuto fermare la progettazione del GRAB. Hanno concepito le piste ciclabili come se fossero due linee tracciate per terra. Non possiamo fare a Roma delle ciclabili non protette”

#vivinstrada: “Ma le bike lanes noi le DOBBIAMO fare”

#isfol: “Ma il punto è la volontà politica. A Londra chiudono le strade e nelle ore di punta possono passare solo autobus e biciclette. E questo è a costo zero.”

Esposito: “Ma voi non potete non vedere qual è la situazione del traffico a Roma!”

#salvaiciclisti: “Ma veramente noi la vediamo tutti i giorni!”

Esposito: “A Roma la mobilità è fuori controllo. Non c’è un piano per la mobilità che abbia un senso (sic!)”.

#salvaiciclisti: “Ma il piano per la ciclabilità esiste dal 2008″

Esposito: “Ma ne ho parlato anche con [omissis] domenica, gli ho spiegato qual è il punto: qualcuno che ha progettato un GRAB a tempo. Che passa nei parchi che di notte sono chiusi: il GRAB è questo. Ma per tornare alle bike-lanes, io non faccio una bike lane che non sia protetta perché non intendo avere i morti gratis sulle strade. Le ciclabili devono essere protette. Altrimenti ditemi: dove dovrebbero passare le biciclette?”

#salvaiciclisti: “Sulla strada”

Esposito: “Sì, ma fatemi un esempio, sulla Colombo una bike lane dove la facciamo? Non vi nascondo che io ho dei dossier che sono, dal mio punto di vista, molto più urgenti: devo far funzionare ATAC durante il Giubileo. Io capisco il vostro punto di vista ma vi invito a non fare voli pindarci: 1) sulla mobilità privata non potremo mettere le mani, in assenza di un servizio pubblico degno di questo nome; 2) tutta la questione, messa in campo dal sindaco per il Giubileo, riguardo la questione del GRAB, qualcuno aveva raccontato che si aprirà a dicembre: non si aprirà nulla; 3) intendo rivedere tutte le piste ciclabili presenti, quelle sui marciapiedi – le ciclopedonali – per la mentalità romana non possono funzionare”

#salvaiciclisti: “Ma certo, le biciclette devono andare in strada!”

Esposito: “Ma non si può!”

#salvaicilisti: “Ma no, DEVONO andare sulla strada”

Esposito: “Se un ciclista vuole andare sulla strada lo fa a suo rischio e pericolo. Io devo metterli nelle condizioni di andare su delle corsie… a me questa cosa delle bike lanes mi convince poco. Abbiamo fatto un sopralluogo per le bike lanes, si possono spostare i parcheggi verso l’interno per garantire il passaggio delle bici. Ma io non vado a restringere corsie dove già ci sono tempi di attesa di 15 minuti”

#salvaiciclisti: “Ma se non si fa questo non si va avanti”

Esposito: “Eh lo so, su questo abbiamo approcci diversi”

#salvaiciclisti: “Questo lo sappiamo”.

Esposito: “Conosco la vostra filosofia ma su Roma io non mi metto a incolpare ulteriormente la viabilità (privata, ndr) se non ho dato risposte precise, certe su una mobilità pubblica degna di questo nome”

Associazione vittime della strada: “Va bene, allora fino ad ora ci ha detto cosa non si può fare. Adesso abbiamo anno e mezzo: cosa si può fare nel prossimo anno e mezzo?”

Esposito: “Ciclabili protette, fuori dal contesto GRAB”

Associazione vittime della strada: “Quanti Km?”

Esposito: “Non lo so, non mi sbilancio. Il punto è che qui la filosofia è ‘strisce per terra’. Io non mi assumo la responsabilità a Roma di fare bike lanes senza protezione (fioriere, macchine che spostiamo). Il fatto è che non c’è lo spazio”

#vivinstrada: “Ma perché non facciamo almeno delle sperimentazioni? Noi siamo SICURI che questa sperimentazione sarà positiva. Lei faccia il progetto per le ciclabili protette. Ma sperimentiamo anche le bike lanes segnate in terra”

Esposito: “Io la bike lane non ve la faccio. Ve lo dico con molta franchezza. Con me assessore non ci sarà un solo cm di ciclabile disegnata in terra”

#vivinstrada: “Ma neanche se lo chiedono i ciclisti?”

Esposito: “Ma voi potete chiedere quello che volete, ma poi che succede se vi ammazzano su quelle piste, bike lanes o come si chiamano?”

#salvaicilisti: “Ma veramente ci ammazzano se non ci sono…”

Esposito: “Allora lo dico in maniera cinica. Oggi un ciclista che sceglie di andare in strada rischia di essere ammazzato ok? Se io realizzo una bike lane e la bike lane non è protetta dalla cultura che c’è a Roma e in Italia, poi ci sarà un magistrato che viene a cercarmi. E io – ve lo dico con molto affetto – non mi faccio venire a cercare, chiaro? Questo è il punto. Mi devo portare sulla coscienza la gente che viene arrotata?”

#salvaiciclisti: “Ma è il contrario! La gente viene arrotata perché non c’è niente”

Esposito: “Ma se io faccio una bike lane e poi succede qualcosa. Il magistrato viene a cercare me”.

#salvaiciclisti: “Ma c’è anche una responsabilità di ‘non fare’…”

Esposito: “Di non fare cosa?”

#salvaicilisti: “Di non fare niente!”

Esposito: “Ma io non ho detto che non faccio niente. Ho detto che faccio poche ciclabili e le faccio garantite”

#salvaiciclisti: “Ma le biciclette vanno ovunque!”

Esposito: “Io vado in bici a Torino con mio figlio, sono un ciclista della domenica, a Torino le ciclabili sono tutte protette, tranne qualche tratto”

#vivinstrada: “Ma a Roma le ciclabili sono impraticabili. In ogni caso non vorremmo parlare solo di ciclabilità il discorso è molto vasto”

Esposito: “Per quanto riguarda i pedoni si può fare un piano di rifacimento della segnaletica a terra”

#vivinstrada: “Il minimo sindacale. Li possiamo fare gli attraversamenti rialzati?”

Esposito: “Non ce n’è nessuno in programma. Considerate che a Roma adesso ho una pedonalizzazione in corso non mi ricordo il nome della via, dove c’è l’antiterrorismo, mi ha detto il prefetto che la pedonalizzazione crea dei problemi di sicurezza”.

#vivinstrada: “Quindi la pedonalizzazione è pericolosa?” (ndr: raccontatelo ai responsabili sicurezza della Casa Bianca)

Esposito: “La pedonalizzazione non si può fare, ci vogliono i controlli elettronici”

#vivinstrada: “O anche umani…”

Esposito: “Ma io non li ho. Fate quello che vi pare, fate la rivolta, ma io i vigili non li ho”

[…qua c’è un lungo pippone sui vigili che non lavorano e sulle mamme che accompagnano i bambini a scuola a Porta San Sebastiano…]

[ Sul finire ]

Esposito: “Non è che il modello Roma lo cambi in 20 giorni. Bisogna mettersi in testa che prima di cambiare la testa ai romani bisogna cambiare la testa della struttura”

#salvaiciclisti: “Noi la testa dei romani la cambiamo, facciamo i BikeToSchool, accompagniamo i bambini a scuola, ma la struttura dovete cambiarla voi”

#vivinstrada: “Allora non si tratta solo di cultura, si tratta di anche di governo”

Esposito: “Non mi chiedete di fare i miracoli. Ci vuole tempo. Ci vuole anche il duro braccio della legge. La legalità! Il punto è come si è arrivati a Roma a questa situazione di illegalità…”

#salvaiciclisti: “No, la domanda è come si è arrivati ad avere tutte queste automobili…”

Esposito: “No, vabbeh: ma questa è una posizione ideologica”

[…pippone su privacy, uso dei tutor e risorse a disposizione…]

[…infine mentre ci alziamo per andare via…]

Esposito: “Allora va bene, io vi convoco la consulta. Io però sono qui per fare delle cose, non sono l’interlocutore per la prospettiva”

(fonte)

Gli ex DS rinunciano a costituirsi parte civile contro Penati

114431128-42ef27e2-6c82-447e-8fe4-0c2099dd5751Avrebbero dovuto e invece alla fine non l’hanno fatto, come si legge qui.

Eppure io me li ricordo tutti quelli che mi dicevano che avrebbero chiesto alla giustizia di andare fino in fondo, che Penati avrebbe rinunciato alla prescrizione (sì, come no) e tutto il resto. E ora sono classe dirigente, anche. Ovviamente tutti renziani. Bravi.