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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Il senso della stampa per Civati

f5bfc44082f811e1ab011231381052c0_7 (1)Attenzione: lo scrivo cattivo. Un po’ perché non ho il tempo materiale per scriverlo complesso e un po’ perché basta poco per capirmi. Uno di quei pensieri che è già adulto appena è una sensazione.

Pippo Civati esce dal PD, mette in piedi un movimento che possiamo discutere per infiniti giorni ma che sicuramente non ha padri nobili (ahi quanto male hanno fatto i padri nobili!) e nemmeno padroni. Decide di fare dei referendum per mettere nero su bianco le decisioni politiche che non solo non ha condiviso ma che decide di combattere. I referendum sono qui. Un link semplice. A scriverlo ci ho messo una manciata di secondi il tempo di un copia e poi incolla.

Io me lo ricordo bene Pippo inseguito dai cronisti bavosi di Regione Lombardia e poi a Roma mentre cercavano l’articolo ostile di spalla messo nella pagina in cui si scrive del PD. Me li ricordo tutti e vi giuro che alcune volte non ho sopportato il feticismo giornalistico per il “contrario” a prescindere.

Bene. Pippo (avendo tutto da perdere) trova persone disposte a raccogliere firme per il referendum. D’estate. Piena estate. Agosto. Di questo anno così apolitico, anche.

Si può essere d’accordo o no ma tutti i servetti pronti a scrivere un editoriale sulla sua goccia di bava oggi non trovano la penna per scrivere di questa campagna referendaria. Nessuno. Se spara una battuta su Renzi allora sì. Per le iniziative politiche, per quelle, no.

La codardia uccide d’estate. Verrebbe da dire.

Pizzo: dopo vent’anni, basta.

È una bella storia quella che ci racconta su Repubblica Giuseppe Baldessarro: un imprenditore del basso jonio cataranzese decide di dire basta al pizzo, dopo averlo pagato regolarmente per vent’anni.

“Non ce la faccio più, ma non ho deciso di collaborare per me. Lo faccio per i miei figli. Non voglio che nel loro futuro ci sia la sofferenza che io ho passato per vent’anni” ha dichiarato l’imprenditore.

Esistono dei “basta” che sono importantissimi. Anche dopo vent’anni.

Quelli che trivellano il mare

Trivellare il fondo del mare alla ricerca del petrolio. Sembra l’inizio di un film pastrocchio americano di quelli sulle grandi catastrofi e invece è l’ultima perversione di governo dedicata alla Basilicata. E come al solito i compagni di partito di quelli che decidono a Roma fingono di opporsi sulle pagine dei giornali e mai una volta mai che se ne sia sentito discutere, che ne so, in una delle soporifere direzioni di partito. Legambiente e gli attivisti cercano di alzare la voce (per farsi un’idea potete andare qui) ma la discussione ormai sembra non avere le stigmate per diventare tema nazionale.

Tra l’altro i minimizzatori di professioni continuano a dirci che le trivellazioni vanno che è una meravigli in Croazia. E invece anche questa è un bugia.

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«Peppe ‘o Guaglione» latitava in spiaggia

Vacanze nostrane:

236124ac44ed0cf21e7821cd788f6b78-klAG-U1060824687726AXH-700x394@LaStampa.itPreso Giuseppe Ammendola, il reggente del clan camorristico Contini-Licciardi. Il boss era inserito nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi. Latitante dal 2012 Amendola è stato arrestato dagli uomini dello Sco e dalle squadre mobili di Roma e Napoli sulla spiaggia di Torvajanica.
Soprannominato «Peppe ‘o Guaglione», aveva affittato un appartamento per poi farsi raggiungere dalla famiglia. La polizia, coordinata dal vicequestore Fausto Lamparelli, lo hanno fermato in spiaggia. Ammendola, disarmato, non ha opposto resistenza. Non c’erano armi nell’appartamento in affitto. Sul suo capo pendevano due ordinanze di custodia cautelare. Dovrà rispondere di estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere di stampo mafioso e riciclaggio. A seguito dell’arresto di Patrizio Bosti e di Paolo Di Mauro, Ammendola era divenuto il reggente del clan Contini, radicato nel rione Vasto ed in alcuni centrale quartieri della città. Il clan Contini è alleato con i Licciardi ed i Mallardo nel cartello dell’Alleanza di Secondigliano.

La parola funziona: a Castelvetrano non ci sarà la partita in memoria del mafioso amico di Messina Denaro

paolo_forte_memorialDunque, andando con ordine: a Castelvetrano hanno pensato bene di intitolare un memorial calcistico a Paolo Forte, mafioso nonché amico di Messina Denaro morto qualche anno fa, noi ne abbiamo scritto qui, si è alzato (per fortuna) un coro di critiche e abbiamo avuto la risposta patetica degli organizzatori a cui ci siamo permessi di controrispondere qui.

Ora il Sindaco di Castelvetrano (che si rilancia nella solita tiritera del “fango” e “della tanta gente onesta” dimenticandosi che ci riferiamo ad uno, uno solo, che era mafioso) comunica che la partita è annullata.

Bene.

Salvini, leggi qui.

guerra-successioneGrazie ad una segnalazione di Cristiana sono incappato in un pezzo sull’Eritrea. Sapete l’Eritrea? Quel paese massacrato da cui fuggono molti dei profughi che starebbero invadendo l’Italia? Ecco date un’occhiata qui a chi sono stati gli ottimi sponsor politici della tirannia. Così magari abbattete anche loro, con le ruspe.

Ah, l’articolo risale ai tempi del Governo Berlusconi. Con la Lega al Governo, insomma.

CISL e la rappresentanza che non si meritano nemmeno

cisl_nazionaleMi raccomando: la prossima volta che vi capita di ascoltare qualche solone che teorizza scenari apocalittici per la diminuzione di iscritti al sindacato magari ripensate anche alle cifre oscene che stanno uscendo in queste ore sulla CISL.

E, tra l’altro, fate una riflessione su un sindacato che si comporta in maniera padronale zittendo con l’espulsione i propri iscritti.

Complimenti a tutti.

Ma l’educazione?

imageHo sentito solo ora le parole di De Luca all’assemblea del PD. Ho sentito la bassezza con cui ha definito Peter Gomez nell’ordine:

“un superfluo, come lo chiamo io, un superfluo”

“un consumatore abusivo di ossigeno”

“un danno ecologico permanente”

“somaro”

Ho sentito, soprattutto, le risate unte di usa il potere come brillantina dei propri comportamenti, come se il “circolino” del PD sia il sacco dell’umido di ciò che non si deve fare davanti alle telecamere.

Non li ho visti in faccia, quelli che ridono, purtroppo. E purtroppo nessuno ce li segnalerà, sicuro, ma ho la sensazione che quelli, ad esempio, Salvini se lo meritino. Perché sognano di dire pubblicamente la grettezza che tengono solo per darsela di gomito.